Omelia
1-10-2005
1) Anche i demoni si sottomettono a noi, nel tuo nome
2) Lo Spirito santo conduce Gesù nel deserto per essere tentato
3) Gesù si riveste di povertà per distruggere la potenza mondana
4) Si estende l'autorità di Gesù Cristo in tutti coloro che sono nel nome di Cristo
5) Non rallegratevi per la rovina di Satana
6) Perché il nostro nome sia scritto nel cuore di Dio è necessario costruire intimità
7) Nella Chiesa dei primi secoli lo Spirito conduceva alla presenza di Gesù vivo e risorto
8) Il cammino dell'adorazione della croce
9) Avete provocato lo sdegno di Dio sacrificando ai demoni e non a Dio
10) Il cammino di catechismo ha un significato notevole
11) Veronesi a proposito del referendum
12) La teoria del limbo, mai una verità di fede
13) È importante che il corso ci aiuti a consolidare la nostra fede
14) L'importanza di avere in noi stessi i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù
15) All'inizio di questo corso invochiamo l'intercessione di Maria
I settantadue tornano pieni di gioia, vedono i demoni che si sottomettono a loro.
Pensa, anche i demoni si sottomettono a noi nel Tuo nome!
Era una cosa straordinaria e stravagante; non era mai accaduto prima, infatti Dio non era mai venuto sulla terra come essere umano e in virtù della sua redenzione, in virtù di quella vittoria che Gesù avrebbe conquistata di lì a poco, i demoni sono assolutamente sottomessi.
Ma come mai erano sottomessi? Perché nel nome di Gesù non c'era stato nessun appiglio da parte del nemico affinché il nemico potesse un poco vantare di avere una qualche autorità su Gesù.
Voi ricorderete sicuramente quando Gesù fu battezzato al Giordano, subito dopo lo Spirito Santo conduce Gesù nel deserto per essere tentato dal diavolo.
Non è che lo Spirito Santo sadicamente desideri che Gesù sia battagliato, ma lo Spirito Santo guida con il dito di Dio, con la forza di Dio, la battaglia che Gesù Cristo ha iniziato e che si manifesta in maniera visibile, diremo quasi ufficiale, proprio nel deserto.
Nel Vangelo di Luca ci verranno raccontate tre tentazioni tipiche che guarda caso coinvolgono tutto quello che costituiscono la persona umana, lo spirito, la mente, il corpo.
Sono ovviamente tre esempi per farci capire che il diavolo ha tentato persino Gesù in tutte quelle che sono facoltà costitutive dell'essere umano.
Forse molte persone restano colpite dal fatto che il diavolo abbia osato tentare Gesù, ma non tutti fanno subito riferimento a ciò che è successo al diavolo.
Ogni volta il diavolo viene distrutto nella sua potenza ed era la prima volta che questo accadeva.
Praticamente Gesù si riveste di povertà per distruggere la potenza mondana del diavolo; si camuffa di debolezza e di insignificanza e costituisce la trappola mortale per il nemico che la va ad aggredire.
È un po' come l'amo che viene gettato nel mare perché il pesce abbocchi e sia lui catturato.
Ecco, Gesù costituisce questa esca, questa esca che viene gettata che sembra così inerme, così debole, soprattutto dopo giorni di digiuno, eppure proprio questa apparente debolezza e insignificanza costituisce la trappola mortale per il nemico.
Credeva di aggredire ed è stato aggredito lui e la sua potenza è cominciata a sgretolarsi.
La prima crepa che mina la solidità di quella diga comincia a manifestarsi e noi tutti sappiamo che se su una diga comincia a manifestarsi una piccola crepa, che cosa è prudente fare?
Scappare! Invece il nemico di Dio si ostina cercando in qualche modo di annegare quante più persone che può.
Ora che cosa si manifesta a questi 72 discepoli?
Si manifesta che la vittoria di Gesù Cristo estende l'autorità di Gesù Cristo in tutti coloro che sono nel nome di Cristo, ma essere nel nome di Cristo non è come usare una formula magica, una specie di amuleto che ti fa mettere al riparo da qualsiasi fulmine o folgore del nemico; essere nel nome di Cristo significa come dicevo prima nella benedizione della Croce, essere divenuti con Lui una cosa sola.
Essere nel nome di Cristo, avere il nome di Cristo su di noi, nel nostro cuore, nella nostra mente, nella nostra anima, non significa avere un appellativo in più, ma significa tendere a una più completa identificazione con Lui.
desiderare davvero di essere una cosa sola con Lui.
Certo Gesù dice sono contento di aver visto satana cadere dal cielo come una folgore, però vi dico anche il perché tutto questo è accaduto.
Non rallegratevi per la rovina di satana.
Qui potremmo quasi intravedere il cuore di Dio che nei confronti di satana continua a nutrire affetto; in fondo satana e lucifero sono creature che sono scaturite dall'amore di Dio è vero?
E dunque Dio non può fare altro che amare queste creature anche se sicuramente non apprezza e non approva ciò che esse fanno.
Così la madre dell'assassino non può fare a meno di amare il proprio figlio, anche se certamente disprezza tutto ciò che esso sta facendo.
Così Dio disprezza le azioni di satana, ma non può fare altro che amarlo, dunque Gesù sembra quasi che faccia emergere molto velatamente questo suo sentire: non rallegratevi per la disfatta di satana!
E dentro di sé dice: in fondo a me dispiace che si sia messo in questa strada di rovina e di distruzione di se stesso.
La vostra allegria, la vostra gioia non sia per vedere sconfitto il vostro nemico; il vostro nemico non può vincere, perché ha preso la strada che verso un precipizio, quindi se se ne accorgesse e se avesse il coraggio di tornare indietro, ma questo non avverrà mai……
Dunque voi non rallegratevi, non tenete il vostro cuore a vedere che cosa succederà al nemico.
Invece rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
Se il nemico non ha avuto potere su di voi la ragione è una sola: i vostri nomi sono scritti nei cieli. Cosa significa? Vuol dire molte cose.
Sicuramente alcune volte avremo sentito dire i nostri nomi scritti nei cieli indica la volontà di Dio Padre che noi tutti siamo con Lui per sempre in Paradiso.
Ma il nome scritto nei cieli significa il nome scritto nel cuore di Dio.
Il nostro nome è sicuramente scritto nel cuore di Dio.
Ma perché questo sigillo di Dio sia impresso in noi è necessario, come dicevo prima, costruire questa intimità, perché nell'intimità c'è comunicazione, non c'è monologo.
Tante volte rischiamo di fare delle preghiere che sono sterili, quando confondiamo la preghiera con il monologo, quando confondiamo la preghiera con le parole; le parole non necessariamente sono preghiera, sono solamente un vestito che ricopre un cuore che sta davanti al cuore di Dio; ma se per caso questo cuore non è davanti al cuore di Dio le parole sono solamente un vestito messo sopra una gruccia, che non indica assolutamente niente, e non serve proprio a nessuno.
Allora se nella nostra preghiera non c'è intimità rischiamo di dire solo delle parole, dei monologhi, delle frasi che vengono ripetute, ma manca l'intimità.
Spesso, l'adorazione è proprio questo cammino sul quale siamo chiamati a percorrere un tratto notevole della nostra esistenza, siamo chiamati veramente a interiorizzare, non tanto delle parole, ma uno stato di vita.
Allora l'adorazione della Croce, l'adorazione eucaristica non sono nient'altro che entrare in questa intimità, in cui spesso le parole ci appaiono povere, quasi sterili, tuttavia le usiamo, perché servono per esprimerci; ma quando l'intimità con il Signore diventa autentica, diventa forte, persino le parole risultano essere di povertà, sono concepite da noi come qualche cosa di insipido.
Era quella che era l'esperienza nella Chiesa dei primi secoli, in cui lo Spirito conduceva con potenza tutti i credenti alla presenza di Gesù vivo e risorto.
Tant'è vero che solo nel tardo Medio Evo si è cominciato a raffigurare Gesù in croce; le prime raffigurazioni di Gesù sono di Gesù vittorioso sul trono della gloria e tutti i credenti erano soliti inneggiare alla vittoria di Gesù Cristo, il vivente.
Lo si chiamava, come è scritto nell'Apocalisse, dicendo Maranathà, vieni Signore Gesù.
Ora si chiama, si invoca, si desidera una persona che si aspetta e con la quale c'è un legame affettivo di amicizia molto forte.
Allora il cammino dell'adorazione della Croce è un cammino proprio che ci deve portare questo stato di vita, una consapevolezza della sua presenza come risorto, come vivente, che per amore ha su di sé il sigillo della sua appartenenza all'umanità.
Lui si è donato a noi e sul suo corpo ci sono i sigilli, che sono le piaghe; sono piaghe luminose perché egli è risorto, ma sono sigilli indelebili della volontà di Dio di essere legato all'umanità intera.
Dunque Dio non ricusa l'umanità, è l'umanità che ricusa Dio, che si allontana da Dio.
Lo abbiamo sentito molto bene nella prima lettura dal profeta Baruc, dove il Signore usa delle parole molto severe, che purtroppo dobbiamo ammettere oggi hanno la loro attualità, sembra quasi si stiano ripetendo.
Mi colpisce infatti, ma credo che molti di voi siano strati colpiti da questo: "Avete provocato lo sdegno di Dio, avete irritato il vostro creatore sacrificando ai demoni e non a Dio".
Ora non credo che sia un mistero per nessuno riconoscere come la nostra generazione è una generazione che sta assistendo a una rinascita dei culti extra cristiani, pre-cristiani, culti idolatrici, culti delle forze della natura, culti degli spiriti, che vengono manifestati sotto termini diversi, sotto forme diverse.
Allora qui il profeta Baruc che viene pronunciato oggi nella liturgia di tutte le chiese ci annuncia proprio che un atteggiamento di questo genere irrita lo splendore di Dio, irrita il Creatore.
Avete provocato lo sdegno di Dio, avete dimenticato il Dio eterno e avete afflitto colei che vi ha nutriti, la Santa Chiesa.
Questo è l'atteggiamento e la cultura nella quale siamo inseriti.
Dunque il cammino di catechismo che si sta compiendo, sia per quelli che si iscrivono per il primo anno, sia per gli altri ha un significato notevole.
Chi vuole approfondire per se stesso, quindi sta facendo un cammino di catechismo per gli adulti, lo fa sicuramente per essere sicuro della dottrina che ha ricevuto, per consolidare questa dottrina per approfondire, in modo tale che le teorie controverse e nebulose a cui spesso andiamo incontro, purtroppo anche da parte di grandi personaggi.
E mi viene in mente un esempio per tutti, le scemenze che sono state dette da Veronesi a proposito del referendum, di fronte a tutta l'Italia che assisteva attraverso la televisione, lui che sarà un esperto in oncologia, ma sicuramente non lo è in teologia, si permette di esprimere delle verità di fede di cui lui probabilmente è totalmente estraneo: "ci sarebbe un esubero di anime se dovessimo accettare semplicemente la teoria naturale, perché già in natura molti embrioni che sono concepiti vengono eliminati naturalmente, quindi il limbo non esiste più dove vanno a finire tutte queste anime?"
Questo discorso pseudo religioso, voi capite che ha il tentativo di confondere le idee non dei credenti solidi, ma dei credenti che non conoscono bene quale sia la dottrina.
La teoria del limbo è sempre stata una teoria mai una verità di fede, tant'è vero che il Concilio ha ribadito che la teoria del limbo non è da considerare una verità di fede.
Inoltre abbiamo visto molte volte l'anno scorso, che nell'istante stesso che vi è un concepimento, Dio crea un'anima.
Dove vanno a finire le nostre anime, quando saremo morti?
Vanno a Dio, poi ci sarà il giudizio.
Se la nostra anima vive sulla terra per 80 anni che differenza ha da un'anima che è vissuta per cinque minuti? È sempre un'anima di Dio! ma dato che non è battezzato che cosa succederà?
E tutti quelli che sono nati prima di Cristo?
Non possiamo conoscere come la grazia di Dio agisce in una situazione che non dipende dalla nostra libera scelta; dove noi non siamo liberi interviene Dio con la sua potenza e la sua autorità.
Quindi attenzione, è importante che il corso ci aiuti a consolidare la nostra fede per essere in grado in qualunque momento, in qualunque occasione di dare ragione della speranza che è dentro di noi.
Ci troviamo di fronte a una cultura e un ambiente e una gran quantità di persone che sono educate sin dalla più tenera età ad accettare il mondo dell'occulto come una forma di normalità.
Ricordatevi che i vostri nipoti, i vostri figli, i bambini che avrete a catechismo, ma anche i ragazzi e tanti giovani, sono nutriti continuamente attraverso i mezzi di comunicazione di massa, di concetti che sono contrari all'insegnamento cristiano; dunque tutti i termini e tutto ciò che noi tentiamo di comunicare come esperienza di fede, risulta per loro estremamente estraneo.
Non ne hanno l'esperienza, da qui l'importanza e ribadisco per l'ennesima volta, della esperienza dell'avere in noi stessi i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù.
Coltivare dunque dentro di noi questa intimità, perché se l'abbiamo in noi potremo comunicarla agli altri, insegnare agli altri a fare questa esperienza di intimità, perché il compito principale del catechista, non è quello di rivelare le verità, ma è quella di comunicare una vita.
Non siamo più in un ambiente cristiano, siamo in un ambiente post cristiano e il compito del catechista è sempre più assimilabile a quello dell'evangelizzatore, cioè a colui che comunica agli altri un'esperienza di vita totale e totalizzante.
All'inizio di questo corso invochiamo davvero l'intercessione di Maria Santissima che è madre della Chiesa, che ci spinge con la sua maternità a seguire le orme di Gesù.
Continuamente Lei ci ripeterà: fate quello che vi dirà.
Ed è un avvertimento profetico, perché per fare quello che Lui ci dirà è necessario che noi stiamo in ascolto, è necessario che noi ci accostiamo lì dove Lui è, con il cuore aperto, con la mente pronta a recepire i suoi suggerimenti e questo atteggiamento si verifica, si manifesta nella nostra vita tutte le volte che noi cominciamo a entrare nel grande e meraviglioso camino dell'adorazione.
Portare alla nostra bocca ciò che Dio ha nascosto nel nostro cuore.
Molte altre cose in questo anno il Signore ci comunicherà attraverso gli incontri che avremo, noi disponiamo la nostra attenzione, perché lo spirito di Dio possa consolidare tutto ciò che la sapienza del Padre in Cristo Gesù ci vorranno donare.