Omelia S. Messa
30-8-2006
1. Dal vangelo di Matteo
Mt 23, 27-32
2. Stare attenti all'ipocrisia
3. La persona ipocrita fa di tutto per apparire in un modo diverso da come si sente
4. La schiettezza nella carità
5. Togliere da noi tutto ciò che si è sclerotizzato che ci impedisce di essere sciolti, pronti a seguire il Signore
6. Favorirci l'un l'altro nel tempo del silenzio che sembra vuoto, ma è un tempo di pieno
7. Chiedere allo Spirito Santo quei tagli per la purificazione e darci le spinte spirituali
In quel tempo Gesù parlò dicendo: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati, essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi scribi e farisei ipocriti, ecc. ecc.
Come sempre sono solito fare nei corsi di esercizi spirituali, se non in occasioni eccezionali, mantengo le letture della liturgia del giorno, perché sono convinto e vedrete anche voi che accade così, che il Signore ha per noi una parola specifica che ci serve per questo cammino ed è già contenuta nella liturgia del giorno.
In effetti, carissimi, dobbiamo ammettere che il Signore ha preparato questi giorni da non so quante migliaia di anni e quindi ha sicuramente fatto in modo che noi fossimo qui in questo tempo per cogliere la sua parola che ci sia lampada sul nostro cammino.
Ed ecco che subito giungono a noi delle parole molto chiare, sa che non abbiamo tantissimo tempo a disposizione, sa che il nostro corso di esercizi è un corso condensato e quindi subito ci viene a richiamare alcune cose fondamentali; come se il Signore ci dicesse: "volete che questo tempo sia florido per voi, ma non solo questi giorni anche nei giorni susseguenti?
Bene, allora facciamo piazza pulita di tutte le pre-comprensioni, liberiamoci di tutte le cose che possono in qualche modo impedire un cammino schietto.
E tra le prime cose che ci vengono dette dal Signore oggi è: stare attenti all'ipocrisia.
Ora qui il Signore sta parlando agli scribi e i Farisei, per cui noi che viviamo molti secoli dopo ci sembra di identificare negli Scribi e nei Farisei l'ipocrisia.
In realtà dobbiamo ammettere che non tutti gli Scribi e non tutti i Farisei erano così.
Gesù certo fu condannato dal Sinedrio, ma non tutti quelli del Sinedrio erano d'accordo con Anna e Caifa, che erano i due sommi sacerdoti vicini ora (?) nel tempio.
Ricordiamo anzi Nicodemo nei primi capitoli del Vangelo di Giovanni come spesse volte si recasse da Gesù anche di notte, perché sentiva che quello che Gesù insegnava gli serviva per approfondire la verità di tutti gli insegnamenti biblici di Mosé, dei profeti ecc.
Questo ci fa capire che il Signore non si sta scagliando contro gli Scribi e contro i Farisei, ma contro gli ipocriti sì.
Ed è esattamente contro l'ipocrisia che noi abbiamo bisogno di lottare e vedremo in questi giorni prossimi in che modo diventare sempre più autenticamente aderenti al progetto che Dio ha su ciascuno di noi.
Lui disse: facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza e noi vogliamo capire che cosa significhi, vogliamo allontanarci da tutte le idee già costituite che ci hanno accompagnato nel corso degli anni e vogliamo essere uno specchio capace di riflettere il progetto di Dio.
In fondo l'ipocrisia che cos'è? Una falsità, una menzogna, è soggiacere alla tentazione dell'orgoglio e della vanità.
Perché la persona ipocrita sta facendo di tutto per apparire di fronte agli altri in un modo diverso da come si sente.
In questo modo accade che la persona recita per tutta la sua vita e non riesce mai a trovare una situazione che le permette di fare quel salto di qualità spirituale che distingue le persone insipide da quelle che valgono.
Quando noi siamo abituati a vivere nell'ipocrisia siamo abituati a usare il ma, il però e a trovare tantissime giustificazioni che ci permettono di continuare quello che abbiamo fatto, quello che stiamo pensando e quello che stiamo facendo.
Il Signore è venuto oggi con una spada, con la spada dello Spirito per tagliare, tagliare questo cordone ombelicale, tagliare questa radice che continuamente con la sua linfa viene a nutrire dentro di noi un senso sbagliato di amor proprio.
Il Signore vuole che noi amiamo noi stessi, ma nel modo giusto e quindi questo dare incenso alla vanità, all'orgoglio che si manifestano, per esempio, con l'ipocrisia, è quello che fa male a noi stessi ed è sotto un certo aspetto odio di noi stessi, perché ci facciamo del male.
Ora essere delle persone sincere e schiette, sembra a prima vista che abbia solo lati positivi, ma attenzione anche su questo aspetto dobbiamo usare discernimento.
Una sana critica nel nostro cammino ci fa fuggire la falsità e la menzogna che ci conduce all'ipocrisia e ci fa cercare la schiettezza, ma non la schiettezza cruda, la schiettezza immediata.
La schiettezza nella carità, perché talvolta accade che le persone si vantino di avere un certo tipo di carattere, un certo tipo di formazione, un certo tipo di cultura e se ne fanno scudo per manifestare le verità della loro vita di fronte a tutti gli altri.
È come se dicessero: ah! io sono così, perché io sono una persona schietta, perché io non sono una persona doppia, perché io non sono una persona falsa e ipocrita, quello che penso lo dico.
Mi sta bene che quello che tu pensi lo dici, ma non mi sta bene che tu lo dica senza carità.
E nello stesso modo manifestare se stessi per non essere ipocriti, ma in un modo, direi quasi violento, certamente ti pone non sul piano dell'ipocrisia, ma su quello dell'arroganza, si.
Ecco, il Signore viene veramente per metterci in chiaro da che cosa si parte, persino nella prima lettura avete sentito che san Paolo scrive ai fedeli di Tessalonica e dice le cose come stanno: "… poiché qualcuno ha la testa nelle nuvole e già si immagina il ritorno del Signore, ha già deciso di non fare niente, perché il Signore tornerà, ecco usate questa regola, chi non lavora neppure mangi".
Ora siamo in questo tempo di esercizi spirituali e significa un lavorio interiore per togliere da noi tutto ciò che si è sclerotizzato, indurito; quindi siamo qui per fare discernimento su noi stessi, non per cadere nella introspezione psicologica, siamo qui per metterci di fronte alla luce del Signore e verificare che cosa si è indurito nella nostra vita, qualche cosa che si è sclerotizzato e che ci impedisce di essere sciolti, di essere pronti a seguire il Signore, ma non con il collo torto, invece con il sorriso, pur anche nei momenti di fatica.
C'è qualcuno che non ha i periodi di difficoltà? Ne avete tutti?
Allora tutti facciamo fatica in certi momenti, tutti diciamo eeeh! però il Signore è accanto a noi.
Noi abbiamo bisogno di fissare la nostra attenzione interiore sulla sua presenza e quindi in questi giorni attraverso gli insegnamenti riprenderemo la costituzione della persona umana, come Dio ha pensato l'uomo e come facciamo per passare da una situazione di uomo materiale alla situazione di uomo spirituale.
Questo è un po' il progetto a grandi linee che sta dinanzi a noi in questi giorni, che diremo allo Spirito Santo di guidare il tempo delle meditazioni e delle riflessioni e vi chiederei di essere molto attenti, molto nella carità per vivere attentamente e fruttuosamente questi giorni che avremo da stare insieme.
Quindi cercando di favorirci l'un l'altro nel tempo del silenzio, che non è un tempo obbligatorio, ma è un tempo non di vuoto, è un tempo di pieno.
Il silenzio come si intende nel corso degli esercizi spirituali non è la penitenza di tacere, non è un esercizio di penitenza, è invece un esercizio di attenzione, cioè un dialogo continuo con Colui che è più importante di qualunque altra cosa.
Naturalmente questo non ci giustifica di essere maleducati o irrispettosi nei confronti degli altri; si può comunicare con gli altri con un sorriso, con una gentilezza, limitando il più possibile le parole inutili, in vista di qualche cosa di più importante.
Quindi evitiamo di trovarci semplicemente per scambiarci due parole, avremo spazio a disposizione e tempo per chiedere allo Spirito di Dio che venga a operare dentro di noi tutti quei tagli, quelle guarigioni, quelle purificazioni e darci tutte quelle spinte spirituali interiori che ci serviranno per essere di ritorno alle nostre case persone pienamente rinnovate.
Con queste premesse e con le parole che il Signore ci lascia in questo cammino, dovremo sentire dentro di noi l'interesse e quasi l'entusiasmo, forse anche il timore per dire: mah!
Ce la faremo? Bene, anche questo è una buona cosa, perché quando uno sente questo timore significa che vuole fare le cose in modo serio.
Il Signore ci stupirà con la sua generosità, nessuno è più grande e più prodigo di Lui nel darci la sua grazia affinché questi giorni possano essere fruttuosi per il nostro cammino.