Omelia
17-12-2006
1) Siamo entrati nella terza settimana, ho trovato una casula colore rosa
2) C'è una parola che si ripete: "Gioisci figlia di Sion, esulta Israele"
3) Il Signore sta facendo di tutto per farci capire che il Suo desiderio per noi è che la gioia ci raggiunga
4) Il Dio della gioia viene a noi per portarci se stesso. È Lui il dono dei doni
5) Questo nostro scambiarci i doni, in questo periodo, è un riflesso di questo, dovrebbe essere un'esperienza spirituale, fatta anche di cose concrete
6) Dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi: "Fratelli rallegratevi nel Signore sempre, ve lo ripeto ancora: rallegratevi"
7) "Non di solo pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
8) Allora tu, in quanto battezzato, sei come la cassa di risonanza
9) Il vero credente si ciba di ogni parola che esce dalla bocca di Dio
10) Ora la parola che la liturgia oggi ci offre, è il Dio della gioia, gioite ecc…
11) La gioia e la felicità passano attraverso di te ma lasciano una traccia in te, ti lasciano nella serenità e nella pace
12) Il Signore ci dice questo: rallegratevi è un comando
13) Come facciamo ad avere la gioia? Si decide di prendere sul serio quello che Dio dice
14) Nel figlio Gesù noi siamo figli di Dio Padre, e lo siamo realmente
15) Abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio, il quale ci trasforma, di giorno in giorno, per diventare simili a Gesù Cristo
16) Ora quando arriva il nemico di Dio, per farti vedere il tuo passato, tu fagli vedere il suo futuro
Dal Vangelo secondo Luca ( Lc 3,10-18 )
In quel tempo le folle interrogavano Giovanni, dicendo: "Che cosa dobbiamo fare?"
Con questa domenica abbiamo superato il punto di non ritorno nel nostro cammino verso la celebrazione del compleanno del Signore: la celebrazione del Natale.
Siamo entrati nella terza settimana e non mi sono sbagliato, non ho trovato una casula sbiadita, è proprio il colore giusto; il colore rosa che si usa solo due volte all'anno.
Si usa quando si è oltrepassata la metà dell'Avvento e quando si è oltrepassato la metà della Quaresima, tempi in cui i sacerdoti indossano il colore viola.
Il colore viola è il tempo dell'attesa e della preparazione, non certo il colore che indica le cose lugubri o le cose tristi.
Il colore viola è il colore che ci invita all'attesa e alla preparazione di questa attesa.
Ecco dunque, che in questa domenica, c'è una parola che si ripete varie volte, e spero che ne abbiate fatto caso almeno nelle prime due letture, e la parola è questa, dal libro del profeta Sofonia: "Gioisci figlia di Sion, esulta Israele." ( Sof 3,14 )
Non so quanti di noi ci ricordiamo che tutte le volte che troviamo questa espressione: figlia di Sion, Israele, Città Santa, Popolo della mia dimora, mio tempio ecc…
Tutte le volte che noi troviamo nella Scrittura queste espressioni, nella nostra preghiera personale possono essere sostituite con il nostro nome. Quindi, per esempio, questa frase qui: "Gioisci figlia di Sion, esulta Israele."
Come potrebbe diventare? Gioisci, ( il nostro nome ) esulta ( di nuovo il nostro nome ) rallegrati con tutto il cuore, ( di nuovo il nostro nome ).
Quindi il Signore sta facendo di tutto per farci capire che il Suo desiderio per noi è che la gioia ci raggiunga.
La gioia è già partita dalla Sua bocca, dalle Sue intenzioni, da tutte le Sue azioni, la gioia è già partita; questa domenica infatti si chiama: domenica in gaudece, la domenica della gioia, per questo si indossa il colore rosa, per dire: è il tempo della felicità, perché il Messia che è stato promesso, ha realizzato le Sue promesse.
Giunga dunque a voi la gioia.
E la gioia per ogni credente non può essere altro che lo stare con Colui che è l'origine della tua gioia.
Quindi il Signore vuole che la gioia ci raggiunga, ma perché questa gioia ci raggiunga è necessario che noi gli apriamo la porta, che gli apriamo il cuore.
Nel Salmo, preso dal libro del profeta Isaia, abbiamo pregato nello stesso modo: "Ecco, Dio è la mia salvezza; non temerò mai, mia forza e mio canto è il Signore: egli è stato la mia salvezza." ( Is 12,2 )
E il ritornello era: "Viene in mezzo a noi il Dio della gioia."
Ma guarda: il Dio della gioia, non il Dio delle pretese, non il Dio che esige a sé, ma il Dio che dà; perché la gioia è un'esperienza umana ma che proviene dall'esterno, Dio ti dà qualche cosa d'inaspettato, di straordinario, di grande, che costituisce per te una sorpresa che supera tutte le tue migliori aspettative.
La gioia che proviene da Dio è una sorpresa non meritata che supera le nostre aspettative, che supera le nostre capacità d'immaginare.
Il Dio della gioia viene a noi per portarci se stesso.
È Lui il dono dei doni. Dio Padre ha voluto fare a noi questo regalo, e non ha aspettato che noi fossimo buoni per meritarlo.
Questo regalo che noi abbiamo ricevuto è un vero dono, gratuito, lo abbiamo perché Lui è buono non perché noi siamo stati buoni.
Lo so anch'io che in una ottica pedagogica, in questo tempo è molto facile per dei genitori dire: ecco se stai buono arriveranno dei regalini.
Importante è questo: il fatto che noi ci scambiamo dei doni non è nient'altro che l'aver concepito dentro di noi che Dio stesso ci ha fatto un dono, il dono più grande che noi mai avessimo potuto immaginare: ci ha fatti partecipare a ciò che Lui stesso è.
Allora questo nostro scambiarci i doni, in questo periodo, è un riflesso di questo, dovrebbe essere un'esperienza spirituale, fatta anche di cose concrete, ma è un'esperienza spirituale.
Lo sapete vero che nessuno è più concreto di una persona spirituale, lo sapete.
Nessuno è più concreto di una persona veramente spirituale.
Perché la persona spirituale vuol dire che riceve dentro il proprio spirito la guida dello Spirito di Dio. Giusto?
E lo Spirito di Dio si occupa solo delle cose dai tetti in su? Si occupa anche dai tetti in giù.
Tutto ciò che compete e necessita alla vita piena dell'uomo è un affare dello Spirito?
Allora chi si lascia guidare dallo Spirito Santo sarà una persona stravagante, vanerella, superficiale, o una persona estremamente concreta?
Non per niente l'Europa è nata dall'esperienza monastica; perché quando l'impero romano è crollato, se non ci fossero stati i monasteri, cioè dei centri di spiritualità forte, non ci sarebbero state le popolazioni, non ci sarebbe più stata ne l'agricoltura, ne una qualche forma di medicina.
Se l'Europa adesso esiste deve dire grazie all'esperienza cristiana, e ai centri d'irradiazione di spiritualità che prima del Medioevo con la caduta dell'impero romano, erano i monasteri.
Dunque vedete più le persone vivono in contatto con Dio, più sono estremamente concrete, non materiali, ma che si occupano del Creato, non dell'ambiente; l'ambiente è una cosa, il Creato è una relazione tra ciò che esiste e Dio.
Molto bene, il Signore vuole che siamo raggiunti da questa gioia, ci arriva addirittura dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi: "Fratelli rallegratevi nel Signore sempre, ve lo ripeto ancora: rallegratevi".
E che sarà mai tutto questo insistere sul rallegrarsi?
Perché il Signore sa molto bene che la nostra natura umana si lascia trascinare da tutto ciò che la fa soffrire.
La natura umana, dopo il peccato originale, è sfregiata dalla paura del peccato, da tutto ciò che il peccato ha prodotto.
Che cosa ha prodotto il peccato? Non ha prodotto schiavitù?
E la schiavitù non produce la paura? Ma chi incontra Dio è ormai libero dalla paura perché nell'amore non c'è timore; direbbe S. Giovanni nella sua lettera.
Ora tutte queste parole non sono solo delle pie esortazioni: su fate i bravi se potete.
Non è questo, non questo, è una dichiarazione.
Nel libro dell'Esodo, e anche nel Deuteronomio si dice chiaramente ciò che poi Gesù confermerà nel Vangelo.
"Non di solo pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
Perché? Perché noi nutriamo la nostra intelligenza con questa parola? No, perché dalla Parola del Signore furono fatti i cieli.
Questo vuol dire che ogni cosa che Dio dice si realizza, succede realmente: come catechisti, noi che facciamo un cammino di formazione cristiana per essere catechisti nelle più diverse situazioni, dalla propria famiglia all'impegno apostolico nelle comunità parrocchiali, perché catechisti a 360°.
Vi ricordo che catechista ha assunto solo in questo secolo una connotazione di questo tipo, ( connotazione vuol dire significato ) cioè di fare catechismo con una classe davanti, ma il verbo catecheo, che è un verbo greco, vuol dire far risuonare come l'eco, cat-echeo, far riecheggiare; riecheggiare che cosa? Quello che Dio ha detto a te.
Ora se tu sei la cassa di risonanza allora rimbomba, prende significato.
Se tu prendi una corda di una chitarra e la tendi, e la pizzichi, si sente un suono?
Flebile, flebile, ma se quella medesima corda tu la monti dove c'è l'imboccatura della cassa di risonanza, quel medesimo suono flebile, flebile è uguale a prima?
Diventa profondo, diventa ricco, si colora, diventa pastoso, diventa lungo, diventa godibile, perché si è colorato di tutto quello che la cassa di risonanza gli ha permesso di far riecheggiare.
Allora tu, in quanto battezzato, in quanto catechista in ogni situazione che ho accennato prima, sei come la cassa di risonanza.
Cosa vuol dire tutto questo? Che la parola del Signore prima dev'essere pronunciata dal Signore, ed è pronunciata, ma poi deve trovare a sua disposizione un luogo, il tuo cuore, in cui questa parola del Signore possa rimbombare, possa ricolmarsi, possa riverberarsi, impreziosirsi, colorarsi.
Tutto quello che accade in un semplice strumento musicale, è solo una pallida, pallidissima idea, di quello che Dio vorrebbe che succedesse nella vita di ogni credente.
Il vero credente si ciba di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, perché se vuole imparare a ragionare come Dio, dovrà conoscere i pensieri di Dio?
Dovrà parlare come parla Dio. Ora quello che Dio dice è contenuto nella Bibbia, ma se noi non abbiamo mai "mangiato" la Bibbia, come è possibile che noi riusciamo a far riecheggiare, cosa riecheggerà dentro di noi?
La voce del Signore che passa attraverso la nostra vita, che rimbomba nel nostro cuore come se fosse una cassa di risonanza?
Oppure riecheggerà semplicemente i rumori del mondo?
A seconda di quello che ci cibiamo, noi saremo capaci di riverberare.
Ora la parola che la liturgia oggi ci offre, è ripetuta molte volte: rallegratevi, restate nella gioia, è il Dio della gioia, gioite ecc…
Che cosa significherà tutto questo per noi? In che modo si concretizzerà?
Siamo delle persone spirituali o delle persone materiali? Si può anche essere stanchi fisicamente, ma si può essere nella gioia; e si può comunicare la gioia, la felicità, anche se non sei pieno di energie, è vero o no?
Per di più se la gioia e la felicità non sono quelle tue, allora passano attraverso di te ma lasciano una traccia in te, ti lasciano nella serenità e nella pace.
Perché ciò che il Signore ti affida come cassa di risonanza, fa vibrare anche te.
Quello strumento musicale, quando vengono pizzicate le corde, vibra anche lui in modo impercettibile, entra in sintonia, e solo per questo motivo la cassa di risonanza permette che il suono sia amplificato.
Sapete cosa vuol dire entrare in sintonia?
Entrare in sintonia è un principio fisico, secondo cui a una vibrazione un oggetto che è colpito da quella vibrazione comincia a vibrare anche lui, per questo motivo amplifica il suono.
È molto semplificato ma a noi serve in questo modo nella riflessione dell'omelia.
Bene questa sera il Signore ci dice questo: rallegratevi, ve lo ripeto ancora rallegratevi.
Non è un'esortazione, non è una speranza: oh spero che siate nella gioia, spero che siate felici.
Non è questo, è un comando. Un comando che Dio da alla gioia di entrare dentro di noi.
Allora accogliamola questa gioia.
Come facciamo ad accogliere la gioia del Signore? Dando importanza a quello che dice il Signore, non a quello che proviamo noi.
È un po' una cosa simile di quando c'era stato l'insegnamento sulla fede; come si fa ad avere fede?
Si decide di prendere sul serio ciò che Dio dice.
Come si fa ad avere il dubbio? Si decide di non prendere sul serio quello che Dio dice, è vero o no?
Se Dio dice: siate nella gioia, come facciamo ad avere la gioia?
Si decide di prendere sul serio quello che Dio dice.
Se Dio dice: siate nella gioia, vuol anche dire pensate alla vostra speranza, pensare a tutto quello che vi ho promesso, pensate alle cose belle che vi aspettano.
Se siete veramente morti con Cristo e risorti con Lui, pensate alle cose di lassù non a quelle di quaggiù.
Non lasciatevi trascinare dalle passioni ingannatrici che vi trascinano verso la tristezza, l'angoscia, la depressione; decidete voi a che cosa volete ancorare i vostri pensieri, e questa sera il Signore dice: ancorate i vostri pensieri alla gioia.
Che cos'è la gioia? "Quello che io vi prometto.
E la mia promessa per voi è che siate con me sempre, perché io vi ho fatti essere miei figli nel figlio che vi ho dato".
Nel figlio Gesù noi siamo figli di Dio Padre, e lo siamo realmente.
La nostra adozione non è come l'adozione legale; l'adozione legale fa di una persona appartenente a un'altra famiglia anche se biologicamente il tuo DNA non è quello, di fronte alla legge e agli affetti, tu sei di quella famiglia, giusto?
Ma l'adozione divina è qualcosa di diverso.
Con l'adozione divina tu diventi veramente, essenzialmente, facente parte della famiglia di Dio, per un dono gratuito di Dio.
Allora se questa è la promessa, se questo è ciò che si è realizzato, se noi siamo così perché siamo battezzati e abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio, il quale ci trasforma, di giorno in giorno, per diventare simili a Gesù Cristo; se tutto questo è il cammino che ci condurrà, un giorno, a stare per sempre con il Signore a godere della Sua gloria che è diventata anche la nostra gloria, che cos'è che ci può togliere la pace e la felicità?
Io sono convinto, diceva Paolo, che né presente, né passato, né avvenire, né altezza, né lunghezza, né profondità, né alcuna altra creatura, ci potranno mai separare dall'amore di Cristo.
Ora quando arriva il nemico di Dio per metterti la tristezza, per farti vedere il tuo passato, tu fagli vedere il suo futuro.
Il suo futuro si chiama: stagno di fuoco, il nostro futuro si chiama Paradiso.
E quando questo è nei nostri cuori come una convinzione potente, ferma, stabile, potrai vedere ogni delusione intorno a te, potrai constatare lo sfacelo di centinaia di cose, ma il tuo cuore resterà saldo perché costruito sulla roccia che non muta.
Grazie Signore che questa sera ci dici: siate nella gioia, anche se tutto quello che possiamo vedere intorno a noi, certo potrebbe non essere esaltante, quello che Tu ci dici lo è, e quindi cominciamo già a essere nella felicità, aspettando la realizzazione di quanto tu ci hai promesso.
Sia lodato Gesù Cristo.