"Che dovrò fare per te Efraim?"
8-6-2008
1) "Che dovrò fare per te Efraim?" Il Signore sta condividendo il suo animo, i suoi pensieri, forse la sua amarezza
2) Sappiamo che vi sono delle persone che come carattere sono ipersensibili, debbono stare molto attente a non lasciarsi condizionare dai sentimenti
3) "Tutto ciò che non fu assunto, non fu neanche redento"
4) Noi siamo inseriti in questo mistero che si chiama: "Divina Trinità"
5) L'essere umano è costituito di tre dimensioni: lo spirito, la mente e il corpo
6) Dio ti ha salvato e ti ha offerto tutto quello che ti è necessario per prolungare la tua salvezza
7) Dio si rivolge agli abitanti di quella regione e dice: "dov'è finito il vostro cuore? Dov'è il vostro amore?"
8) Allora la redenzione che il Signore vuole operare dentro di noi, è proprio estendere la Sua presenza, la Sua incarnazione dentro di noi
9) Il nostro corpo sarà trasfigurato perché Lui è risorto
10) Se il tuo cuore è arido, non è una scusa per dire: "Eh ma io sono fatto così"
11) Ma se il cuore vuole restare di pietra è un cuore che diventa lontano da ogni tipo di carità
12) La sua venuta è sicura, ma non sappiamo quando. Verrà a noi, come la pioggia di autunno. Perché si parla della pioggia d'autunno?
13) Dice Gesù: "Come mai entro in questa città e c'è questo fico che non produce frutti?"
14) Quel fico è la continuazione della visione che aveva Ezechiele, dell'acqua che esce dal tempio
15) Vuol dire che non hai la mia mentalità, che cosa vedi tu quando vedi il mondo? Un'opportunità di sfruttamento oppure vedi il Regno di Dio che si estende?"
16) Ci dice proprio: "Mi aspetto molto da voi"
17) Finché non siamo spaccati non sapremo mai se dentro di noi c'è la vita o c'è la morte. Se siamo di Cristo o se siamo del mondo
18) Signore concedici la saggezza di potere rapidamente dissolvere queste nebbie mattutine
"Che dovrò fare per te Efraim, che dovrò fare per te Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce".
Così, come abbiamo sentito nella prima lettura, il Signore sta condividendo il suo animo, i suoi pensieri, forse la sua amarezza.
Certo, tutto quello che vi dico è per analogia, perché Dio nella Sua perfezione non è certamente turbato dai sentimenti, dall'amarezza, ma quello che Lui comunica a noi è perché entriamo nel Suo modo di essere. Si abbassa al nostro livello per farci percepire il senso delle cose; comunica a ciascuno di noi quello che un essere umano potrebbe provare se si sentisse svalutato, se si sentisse emarginato, se constatasse di non essere considerato nella sua dignità.
Certo sappiamo che Dio nella perfezione della beatitudine e nella pienezza della gloria, non è condizionato da questo.
Ma poiché Lui ci tiene molto che noi entriamo nel suo cuore, nella sua famiglia, allora cerca di formare tutti quelli che lo ascoltano, a un tipo di attenzione che potrebbe anche non essere subito naturale.
Sappiamo che vi sono delle persone che come carattere sono ipersensibili, queste persone debbono stare molto attente a non lasciarsi condizionare dai sentimenti.
Una persona ipersensibile è facile agli entusiasmi, ma è anche facile alle delusioni.
Allora una persona ipersensibile deve verificare che le emozioni, e i sentimenti, non condizionino la sua relazione con Dio.
D'altro canto vi sono delle persone che per carattere, o per formazione, o per molti altri motivi, rischiano di essere rudi.
Rudi non vuol dire per forza scontrosi, vuol dire anche persone che non danno importanza ai sentimenti, specie quelli degli altri; anche queste persone debbono stare attente al loro carattere perché una mancanza di sensibilità produce il cuore di pietra, e quando c'è il cuore di pietra vivere la carità è molto difficile, perché una persona con il cuore di pietra non si mette mai nei panni degli altri, l'avete notato?
Una persona con il cuore di pietra, che beninteso non pensa di avere il cuore di pietra, pensa di essere una persona onesta,equilibrata, veritiera ecc… il che può anche essere vero, però manca qualche cosa.
S. Giovanni Grisostomo, parlando in un'epoca in cui c'erano delle difficoltà di carattere dottrinale, - c'era confusione sulla figura di Gesù: sarà veramente uomo, o solo apparentemente uomo ecc… ecc… le famose epoche delle eresie cristologiche - aveva, insieme a tutti gli altri padri, si era giunti a questa definizione, molto sintetica ma molto chiara: "Tutto ciò che non fu assunto, non fu neanche redento".
Noi sappiamo con certezza che il Verbo di Dio si è fatto veramente uomo.
Ci siamo fino a qui? Totalmente uomo, senza smettere di essere totalmente Dio.
Certo che se si è fatto totalmente uomo allora vuol dire che tutto ciò che fa parte dell'essere umano è stato assunto da Gesù, ma è anche stato redento.
Se queste cose sono state redente, vuol dire che nel nostro cammino, in cui è necessario assumere la mentalità di Cristo dentro di noi, siamo chiamati anche a verificare questi lati del nostro essere: il cuore di pietra che conduce all'insensibilità, e che produce il legalismo, faccio solo quello che è giusto, quello che è secondo la legge, ma il cristiano può essere uno che si limita ai doveri?
No, perché il cristiano, poiché è inserito in Cristo, è incorporato in Cristo, che cosa vuol dire?
Ha lo stesso pensiero di Gesù Cristo.
Perché Gesù Cristo si è offerto sulla croce? Perché Lui ama Dio Padre.
E dato che ama Dio Padre, ama tutto ciò che Dio Padre ama, che cosa ama Dio Padre? Le sue creature.
Quindi il Figlio salva tutti gli uomini perché ama il Padre; ama tutti gli uomini perché tutti gli uomini sono amati dal Padre.
Li prende tutti su di sé, perché tutti amino il Padre come Lui lo ama.
Come lo ama Lui? In un modo totale.
Il Verbo di Dio ama il Padre creatore in un modo totale. Il Verbo di Dio che si fa carne ama il Padre in un modo totale e lo ama come Verbo di Dio, ma anche come uomo, totalmente uomo senza smettere di essere totalmente Dio.
Quindi l'amore del Verbo di Dio che si è fatto carne, è un amore totale che si rende visibile, constatabile, sulla croce.
Perché è evidente che Lui ha messo l'amore verso il Padre prima di qualunque altra cosa; prima del proprio spirito, prima della propria mente, prima del proprio corpo.
Questo è l'amore a cui siamo stati introdotti mediante un'offerta totale, di cui questa è la visibilità, ma questa offerta non è nata qui, non è nata sulla croce.
La croce è la visibilità estrema di questo amore, ora questo amore totale del Verbo di Dio nei confronti del Padre, da dove pensate che venga? Dallo Spirito Santo.
Ora in tutto questo, vi rendete conto come noi siamo inseriti in questo mistero incontenibile che si chiama: "Divina Trinità".
Perché il Figlio di Dio, il Verbo che si è fatto carne e che come uomo ha preso il nome di Gesù, ha assunto nell'incarnazione tutta l'umanità - non tutta l'umanità come singoli individui, certo anche questo, ma questo è avvenuto al Giordano - l'umanità nel senso di stato di essere umano, ha assunto tutto ciò che è proprio dell'essere umano, tutti i pregi e le capacità dell'essere umano, tutti i limiti e tutto ciò che costituisce l'essere umano.
Dunque l'essere umano è costituito di tre dimensioni: lo spirito, la mente e il corpo.
Tutte queste tre dimensioni sono state assunte dal Verbo di Dio che si è fatto carne?
Sì, quindi sono state redente, ma la redenzione è come un programma di computer che tu metti dentro e fa tutto da solo? No.
Dio ha fatto la sua parte ora tocca a noi.
La redenzione si deve poter estendere a tutti gli aspetti della persona umana, perché se non riesce ad estendersi, è come il Titanic, la nave affonda, c'è la scialuppa di salvataggio per te, ma se tu non ci sali sopra, morirai anche tu.
Dio ti ha salvato e ti ha offerto tutto quello che ti è necessario per custodire e prolungare la tua salvezza, ti ha dato la scialuppa di salvataggio; se tu sali sulla scialuppa sei salvo e prolunghi la tua salvezza, perché continui a vivere.
Se ti da la scialuppa e tu non ci sali sopra perché dici: "Ah ma tanto sono salvo", il gelo ti congelerà, e se non muori per annegamento, muori per assiderazione.
Ora la vita cristiana comprende tutto questo, "Ciò che fu assunto, fu anche redento", noi siamo chiamati a collaborare con questa redenzione.
Vedete qui con il profeta Osea, Dio si sfoga, in un certo senso scuote il cuore perché smetta di essere un cuore di ghiaccio - il ghiaccio è duro come una pietra - quindi deve scaldare questo cuore per farlo rivivere; se è un cuore assiderato, se è un cuore surgelato che non batte più, il Signore lo scuote, gli dice: "Ma come Efraim, come Manasse", ma chi erano Efraim, Manasse, e chi era Giuda?
Certo erano i figli di Giacobbe, quelli che hanno dato origine alle 12 tribù d'Israele; però al tempo del profeta Osea, come è qui nella lettura, ormai c'erano i discendenti di questa tribù, che avevano occupato delle zone in Israele, che avevano preso il nome dal capostipite di ogni tribù.
Erano, e sono ancora oggi, delle regioni, per cui Dio si rivolge agli abitanti di quella regione, ai discendenti di quelle persone e dice: "dov'è finito il vostro cuore?
Dov'è il vostro amore? Ditemi che cosa debbo fare per voi?
Perché siete diventati flebili, inconsistenti come la nebbia mattutina".
Ora ricordatevi che là sono altre zone, se una nebbia mattutina a Dicembre da noi, magari dura fino a mezzogiorno, e non è flebile la nebbia invernale, la nebbia di cui parla è quella foschia che si verifica nei tempi estivi, negli avallamenti; di questo parla di una nebbia inconsistente che appena sorge il sole evapora.
Oppure come la rugiada che svanisce molto rapidamente.
Allora la redenzione che il Signore vuole operare dentro di noi, è proprio estendere la Sua presenza, la Sua incarnazione dentro di noi.
Se noi siamo stati assunti nella Sua umanità, vuol dire che la Sua umanità viene a colmare i vuoti e i limiti della nostra umanità.
Dove noi siamo deboli, Lui è forte.
Dove noi siamo limitati Lui è infinito, dove noi siamo senza forze Lui è onnipotente.
Quindi l'incarnazione ha fatto confluire, dentro di noi, delle cose che come natura sono rovinate, e come sopranatura non potevamo avere.
Quindi la potenza della redenzione di Gesù Cristo, viene a dimorare dentro di noi, fino a prepararci a trasformare tutta la nostra vita perché sia capace di poter vivere nella gloria eterna, infatti risorgeremo con il corpo.
Il nostro corpo sarà trasfigurato perché Lui è risorto, è il Suo corpo, che dimorando dentro di noi, trasfigura il nostro e lo rende un corpo naturale che però vive solo delle leggi dello Spirito Santo, dello spirito non delle leggi della natura.
Un corpo trasfigurato, come il corpo di Cristo, che adesso è lo stesso corpo della nascita, però trasfigurato dalla risurrezione.
Il corpo di Gesù che passa attraverso i muri, che si sposta da Emmaus a Gerusalemme in un secondo, e sono circa 11 chilometri, e il corpo di Gesù che si trova poco dopo, sul lago di Genezaret, e quello stesso corpo di Gesù che ha dato prova di che cosa sia un corpo che non vive più sotto le leggi della natura, ma sopra le leggi della natura camminando sopra le acque.
Tutto questo è quello che è preparato per noi.
Qui, il Signore si lamentava con il profeta Osea, perché si scuotesse e cominciasse a dire: "Allora io non ho mai pensato a questi aspetti", perché il profeta Osea era un tipo un po' rude, era un pastore, ma i pastori di allora non immaginateli mica come i pastorelli del presepe, i pastori di allora dovevano essere abbastanza rudi perché c'erano gli animali selvatici che aggredivano il gregge, e quindi dovevano essere in grado, anche, di cacciare via i lupi ecc… e Osea era uno di questi, senza mezzi termini, senza parole tanto eleganti.
Isaia era un Sommo Sacerdote, abituato a parlare nella corte del Re e nel Tempio di Gerusalemme, alle grandi funzioni, quindi con un linguaggio molto solenne e mistico; Osea nò era uno rude, e il Signore parla con lui in questo modo, per scuoterlo dalla sua rudezza.
Se il tuo cuore è arido, se il tuo cuore è rude, non è una scusa per dire: "Eh ma io sono fatto così" perché il Signore si lamenta anche con lui: "Che ho da fare con te?".
Quasi come una madre, o un padre, sconsolati che con il figlio che non vuole capire alcuna ragione gli aprono il cuore e dicono: "Non so più che cosa fare con te.
Ho fatto questo, ho detto quell'altro … adesso dimmi tu che cosa fare, perché sono disarmato, non ho più capacità di affrontare questa situazione".
È l'ultima carta che si gioca, perché si pensa che la persona che ascolta, resti colpita e cominci a riflettere.
In tanti casi accade così.
Ma se il cuore vuole restare di pietra è un cuore che può restare di pietra se non si vuole scaldare al sole di Cristo.
E il cuore di pietra, dicevo prima, è un cuore che diventa lontano da ogni tipo di carità, perché pensa solo a sé stesso, e magari agisce nella giustizia, nell'equità, ma non nella carità; perché nella carità ognuno è spinto a fare più per gli altri che per sé stesso; invece nella giustizia a ciascuno è dato il suo e niente di più.
Non sto parlando della giustizia nel senso di San Paolo che è tutta un'altra cosa, sto parlando della giustizia di questo mondo, l'equilibrio, l'equanimità.
Quindi quello che è importante che noi capiamo è questo, il Signore dice: "affrettiamo a conoscere il Signore.
La sua venuta è sicura come l'aurora, ma non sappiamo quando, verrà a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra".
Perché si parla della pioggia d'autunno?
Quando noi enumeriamo le stagioni iniziamo dalla Primavera, e perché qui dice dalla pioggia d'autunno?
Non lo trovate insolito questo? Sarà solo un modo di dire degli orientali? È per quello?
No, non è per quello, noi non siamo più di questa cultura perché noi siamo moderni, ma un tempo si sapeva bene, che le piogge d'autunno preparavano i campi per la Primavera, nell'autunno il campo s'imbibiva di acqua, e permetteva ai semi di poter germogliare al tempo giusto, le piogge di Primavera facevano crescere rapidamente le piante, la semente gettata, in modo tale che, al tempo opportuno, il Sole forte facesse maturare ciò che era cresciuto.
Quindi dire la pioggia d'autunno e poi dire la pioggia di primavera vuol dire: la preparazione per la mietitura.
Allora qui vuol dire: la Sua venuta è sicura, e prima che Lui venga, manderà le piogge d'autunno, cioè vi preparerà, e poi vi manderà le piogge di primavera, cioè vi farà crescere rapidamente, forti, non con siccità o magrezza, sicuri, solidi, perché ci sono le piogge di primavera, e poi ci sarà il Sole che trasfigura e accende, che porta alla pienezza quanto è seminato, che porta alla pienezza quanto è stato assunto e trasfigurato; e poi ci sarà la mietitura.
Ora: "Che ho da fare con te Giuda?".
Giuda, la regione centrale, dove c'è Gerusalemme, dove c'è il tempio del Signore, dice Gesù: "Come mai entro in questa città e c'è questo fico che non produce frutti?".
Ma non era il tempo dei frutti, come mai se li aspettava?
Come mai Gesù ha sgridato quel fico e gli ha detto: "Nessuno possa più cibarsi più di te"?
Perché quel fico cresceva in Giuda, cioè nel luogo dove c'è la presenza di Dio; in Gerusalemme dove Dio risiede, dove Dio si aspetta frutti zuccherini e nutrienti.
"Come tu vivi costantemente alla mia presenza, e non produci frutti costanti che nutrono, che salvano la vita di quelli che muoiono? Allora nessuno possa più cibarsi di te".
Quel fico è la continuazione della visione che aveva Ezechiele, dell'acqua che esce dal tempio, e diventa un fiume che nessuno può attraversare, lungo questo fiume ci sono le piante che producono frutti 12 volte l'anno, cioè sempre, e le cui foglie sono medicamentose, e quindi Gesù sta prendendo quella profezia e la sta verificando: "Come tu Giuda, invece di accogliere i tuoi profeti, li metti a morte, invece di produrre frutti zuccherini che diano la vita e la mantengono, tu sei sterile come quel fico, tu che ti pavoneggi all'esterno, solo foglie niente frutti.
Ma l'albero lo si conosce dai frutti, non dalle foglie, perché è un albero spirituale.
L'albero del mondo lo si riconosce dalle foglie, l'albero spirituale lo si riconosce dai frutti.
Bene, "Che ho da fare con te? Tu sei questo, come mai non ti credi di essere questo, come mai non pensi di essere questo?
Come mai, di fronte a te, una miriade di scuse per continuare a fare quello che vuoi tu?
Allora vuol dire che non hai la mia mentalità, non si è instaurata in te la mia mentalità, i miei sentimenti, i miei desideri, ma che cosa vedi tu quando vedi il mondo?
Vedi un'opportunità di sfruttamento oppure vedi il Regno di Dio che si estende?"
Questo il Signore sta dicendo a Efraim, lo sta dicendo a Giuda e lo sta dicendo a tutti coloro che sanno che sentir dire Giuda o Efraim vuol dire il nostro nome.
Il Signore dice questo a ciascuno di noi.
Ci dice proprio: "Mi aspetto molto da voi, perché voi siete in me e io sono in voi", quindi direbbe San Paolo: "È ormai tempo di svegliarci dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando siamo stati salvati".
Dunque viviamo nella quotidianità, tutti protesi, alla venuta del Signore che è sicura come l'aurora. Siamo stati arati, siamo stati seminati, stiamo facendo un cammino spirituale, che significa arare il campo cioè togliere le pietre, e quello che non c'entra niente con la terra; il Signore sta irrigando il nostro cuore con la grazia dello Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è stato effuso nei nostri cuori con abbondanza, quasi fosse la pioggia d'autunno; poi tutto tacerà per un certo periodo di tempo, quindi la tua vita spirituale sarà una vita ordinaria, che potrebbe essere logorante perché dici: "Ma come sempre le stesse cose, non ho più le visioni, non ho più le consolazioni ecc… non ho proprio l'aridità ma ho proprio l'ordinarietà normale".
Beh tutto cosi è come il seme che aspetta nel campo tutto l'inverno.
Poi arriveranno le piogge di primavera, e quanto Dio ha nascosto nel tuo cuore germoglierà, e diventerà forte e crescerà.
Il tempo della primavera è il tempo che si mette alla prova, è il tempo che si verifica tutto quello che Dio ha messo nel nostro cuore.
Potrebbe essere un tempo di difficoltà? Sì.
Potrebbe essere un tempo di malattia? Sì.
Perché quello è il tempo in cui si vede che quello che hai seminato sta crescendo.
In fondo il seme, per nascere, deve spaccare l'involucro in cui è contenuto.
Finché non siamo spaccati non sapremo mai se dentro di noi c'è la vita o c'è la morte.
Se siamo di Cristo o se siamo del mondo.
La pioggia della primavera farà crescere tutto questo, e rivelerà quella che è la verità.
In quella situazione l'unica tua sete, l'unico tuo desiderio è di stare di fronte al Sole di giustizia che trasfigura e accende; e il seme cresciuto maturerà, imbiondirà la tua vita fino al tempo in cui ci sarà la mietitura e la mietitura è l'abbraccio del Signore che viene e ti dice: "È ora di andare a casa".
E quello è il momento in cui ciò che è stato seminato produce il frutto per cui Dio aveva mandato.
Signore concedici la saggezza di potere rapidamente dissolvere queste nebbie mattutine, che non hanno alcuna consistenza, invece di rendere solido il nostro amore per te, il nostro amore in te, per il Padre, con la potenza dello Spirito Santo.
Questo è l'unico senso per cui noi esistiamo.
Sia lodato Gesù Cristo.