Il Signore è vicino a chi lo cerca
21-9-2008
1) Il Signore è vicino a chi lo cerca ed è vicinissimo a chi non lo cerca
2) La maggioranza della vita di una persona la conosce solo Dio
3) Gesù Cristo è venuto per prendere su di sé la condizione degli uomini e trasformarli
4) Dio esige che questa natura nuova si veda, e questa è la trasfigurazione
5) L'opera della trasformazione non è finita
6) Lui ci ha fatti diventare realmente figli di Dio, il problema sta in noi, che non lo sappiamo
7) Dobbiamo imparare ad essere figli di Dio
8) Come è possibile che possa custodire dentro di me una dignità così vasta?
9) Vieni riedificato, diventi libero, puoi esprimere la presenza del Signore attraverso i doni che Lui stesso ti ha dato
10) In ogni vita, c'è il progetto di Dio nel quale Dio vuole diventare trasparente, visibile
11) Noi insegniamo a Dio come si fa ad essere Dio e non permettiamo a Dio d'insegnare a noi
12) Il nostro compito è la trasfigurazione
13) Il tuo compito è quello di testimoniare con la vita. Noi siamo chiamati a diventare la visibilità di Dio
Dal Vangelo secondo Matteo ( Mt 20,1.16 )
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: il regno dei cieli è simile ad un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna …."
Il Signore è vicino; a chi?
È vicino a chi lo cerca ed è vicinissimo a chi non lo cerca.
Perché nessuno è più attento di Lui nello sfruttare un solo istante di apertura di cuore.
Quello che noi vediamo all'esterno non è tutta la verità, è solo una piccolissima parte della verità, è come un iceberg.
Sapete cos'è un iceberg? È una montagna di ghiaccio che si trova a mollo nell'acqua di mare.
Voi sapete che l'acqua è l'unico elemento che quando va sottozero invece di restringersi nel suo volume, si ampia.
Per questo l'iceberg galleggia, perché la massa di acqua congelata occupa più volume di quello che pesa e quindi galleggia; con una proporzione ben precisa: 1/10 sta fuori dell'acqua, 9/10 stanno sotto.
Quindi la maggioranza dell'iceberg non si vede, ma c'è.
La maggioranza della vita di una persona non si vede, meglio, noi non la vediamo, la conosce solo Dio, perché Dio è accanto a noi anche quando noi dormiamo.
Tant'è vero che se avete sentito Paolo che scrive ai Filippesi, dice: "Io glorificherò il Signore sia che viva, sia che muoia" ed è per questo che Paolo continua a dire: "Ricordatevi che voi siete del Signore, sia che vegliate, sia che dormiate".
Siamo dunque del Signore, quando siamo padroni di noi stessi e quando non lo siamo, quando abbiamo tutta la facoltà della nostra mente, del nostro corpo, a nostra disposizione, e invece quando la malattia o la sventura vengono a toglierci l'intera padronanza di noi stessi.
Allora su questa considerazione che sta all'inizio di questa breve riflessione si inserisce quanto dice il Signore: "Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri".
Nel versetto precedente, parlando con Isaia, Dio dice questo: "Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie", e questo è assolutamente vero per Isaia e per tutti quelli che sono vissuti dal tempo di Abramo fino alla Pentecoste, perché il pensiero del Signore chi ha mai potuto conoscerlo?
Dice il salmo. "Chi ha potuto misurare con il palmo l'estensione della Terra?
O chi ha potuto misurare con la stadera la polvere delle montagne?" vi ricordate che il salmo dice così?
Chi possiede il pensiero del Signore dal poter dire sono Suo consigliere?"
E tutto questo è la verità.
Fino al tempo della Pentecoste, tutti gli uomini hanno ricevuto da Dio la verità sulle cose, ma poi Gesù Cristo è venuto per prendere su di sé la condizione degli uomini e trasformarli.
Anche quelli che non sanno che Gesù Cristo è esistito, anche quelli che non credono che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, si trovano con una natura umana trasformata.
Trasformata sì ma che aspetta di essere trasfigurata.
Trasfigurata vuol dire la trasformazione che è arrivata alla sua pienezza.
Perché nel progetto di Dio non esiste solo il fatto che la natura umana sia trasformata, e che da semplici creature siamo diventati figli di Dio, ma esige che questa natura nuova ( cioè l'essere diventati figli di Dio ) si veda, e questa è la trasfigurazione.
Ricordate Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte Tabor?
Sul monte Tabor era sempre Gesù? Sì, però ha lasciato vedere una piccolissima parte della verità che c'era ma non si poteva vedere semplicemente con gli occhi della carne.
Allora guardate, per quanto ci possa sembrare strano, addirittura assurdo, possa addirittura spaventarci, la verità che ci riguarda ha molto riferimento al monte Tabor, alla nostra trasfigurazione, perché se è vero, ed è vero, che con il Battesimo noi siamo trasformati a immagine e somiglianza di Gesù Cristo per il potere dello Spirito Santo.
È altrettanto vero che l'opera della trasformazione non è finita, fino al momento in cui l'immagine di Gesù Cristo diventa trasparente, visibile nella nostra vita, nelle nostre azioni, nel nostro modo di pensare.
Ora è vero che al tempo di Isaia nessuno poteva conoscere le vie del Signore, siamo ancora 750 anni prima di Gesù, nessuno poteva immaginarsi il progetto straordinario di Dio di fare parte a tutti gli uomini del Suo infinito onnipotente spirito.
Ma questo è il progetto di Dio.
Lui vuole che le Sue vie diventino le nostre vie; che i Suoi pensieri diventino i nostri pensieri.
Lui non ha bisogno di esecutori, non ha bisogno di servi, Lui sta cercando figli.
E mentre nella realtà, perché la realtà è questa, Lui ci ha fatti diventare realmente figli di Dio, il problema non sta in Lui, il problema sta in noi, che non lo sappiamo.
Con le parole diciamo: "figli di Dio, figli di Dio" poi nella concretezza come si traduce questo essere figli di Dio?
Significa acquisire dentro di noi la mentalità di Dio.
Per quanto possa sembrarci strano o troppo elevato, noi su questa terra nel pochissimo tempo che abbiamo a nostra disposizione, perché alcuni decenni sono veramente pochi, ma fossero anche 8 o 9 decenni da vivere qui sulla terra, sono niente di fronte a tutto quello che è Dio; ebbene in tutto questo poco tempo Dio ci dice: "Ricordati io ho fatto di te mio figlio.
E se tu sei mio figlio, vuol dire che se hai capito che cosa vuol dire questo vuol dire che nel poco tempo che hai a disposizione tu stai imparando a essere mio figlio, perché tutto quello che ti serve per imparare ad essere mio figlio io te l'ho dato".
È vero che al tempo del salmista nessuno poteva dire: "Chi conosce il pensiero del Signore da essere suo consigliere?"
Ma adesso noi veniamo dopo.
Lo Spirito di Dio, dice San Palo, è stato effuso nei nostri cuori.
Quindi la sapienza di Dio ha preso dimora? Dove? In quale tempio? Nel nostro tempio.
Noi siamo il tempio della sapienza di Dio.
La forza di Dio, la luce di Dio, la verità di Dio; Colui che è Signore e da la vita ha preso dimora? Dove? In noi.
Questo significa che se tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere figli di Dio ci è stato dato, ne consegue che noi dobbiamo imparare ad usarlo.
Tu puoi ricevere in dono una Ferrari, ma se non sai usarla ti serve a niente.
Allora noi abbiamo ricevuto in dono tutto ciò che ci è necessario, anzi sovrabbondante, però dobbiamo imparare ad essere figli di Dio, ed è strano però si tratta, tutto sommato, d'imparare a ragionare come Dio, ad amare come Dio, a fare tutto quello che ci riguarda come lo fa Dio, perché?
La verità è questa: noi siamo stati trasformati.
Quando il Verbo di Dio si è fatto carne, senza smettere di essere Dio si è fatto veramente uomo, questo ha delle conseguenze per tutta l'umanità? Hai voglia che ne ha.
E la conseguenza più evidente è quella che da quel momento tutta l'umanità ha fatto un salto di qualità, che nessuno poteva fare al posto Suo, non è uno sforzo dell'uomo che può raggiungere Dio, è un dono di Dio che si comunica a tutto l'uomo.
Solo il Verbo di Dio senza smettere di essere Dio facendosi uomo è capace di portarci all'altezza di Dio.
Certo possiamo stare alla stessa mensa di Dio guardandolo negli occhi, ma potremmo essere degli ebeti di fronte a Lui, oppure possiamo imparare a ragionare come faceva Lui.
Questo è il cammino della trasfigurazione, affinché le Sue vie diventino le nostre vie, i suoi pensieri i nostri pensieri.
Si tratta di fare il cammino della fede che ci permette di accettare non solo quello che capiamo, ma anche quello che ci viene donato.
Questo ci permette di fare un salto di qualità, dalla nostra povertà di natura umana debole e fragile, alla capacità di acquisire sempre di più quello che siamo, cioè i figli di Dio.
Quindi il Signore è vicino a chi lo cerca.
Certo chi lo cerca vuol dire che è colui che ha intuito, non dico mica che questo debba essere un concetto chiaro, è sufficiente un'intuizione.
È sufficiente che una persona, dentro di sé, cominci vagamente a intravedere un itinerario, e cominci a dire: "Ma, veramente questa prospettiva è grandiosa.
Come è possibile che io nella mia piccolezza, debolezza, fragilità, vergognosità ecc… ecc… possa custodire dentro di me una dignità così vasta?"
Allora accogliendo questa rivelazione la prima cosa che accade è che si ricevono molte guarigioni, perché una persona ferita dalla vita, dalle incomprensioni, da qualsiasi tipo di difficoltà, quando sente e intuisce che c'è l'amore di Dio e c'è la persona reale infinita di Dio, che ci tiene a te, la prima cosa che ti accade è che tu sei guarito dalla frustrazione, e sei guarito dalla solitudine, perché ti rendi conto che se anche per il mondo intero, tu non valessi nulla, c'è qualcuno per cui tu vali molto, più di qualunque altra cosa.
E allora le ferite della vita, i dispiaceri, le sconfitte, le incomprensioni, le calunnie, non che svaniscano ma diventano inconsistenti; te le ricordi tutte, ti ricordi anche delle persone che non ti vogliono bene, ma tutto questo non riesce più a toglierti la pace.
Prima ti toglieva la pace fino al punto che tu non eri più capace di fare niente perché ti sentivi giudicato, incapace, indegno e tutto quello che può conseguire; dopo quando accogli, vagamente, questa comunicazione del progetto di Dio, ti rendi conto che dentro di te sta succedendo qualche cosa.
Non diventi sfacciato, non diventi spavaldo, non diventi arrogante, conservando la tua umiltà vieni riedificato; diventi libero, puoi esprimere la presenza del Signore attraverso i doni che Lui stesso ti ha dato perché ti rendi conto di questa verità: se io sono stato trasformato e sono diventato figlio di Dio, che cosa mi potrà allontanare dal Suo amore?
C'è forse qualche cosa che è in grado di farmi perdere l'amicizia di Dio?
Io solo posso perderla questa amicizia, ma niente altro, né la morte, né la vita, né il presente, né l'avvenire, né l'altezza, né la profondità, né alcuna altra creatura mi potrà togliere questo tesoro prezioso; gli altri non lo capiscono?
Non è che me ne venga qualcosa di meno se non il dispiacere per il fatto che gli altri non lo capiscono.
Ma posso provare il dispiacere per questi, ma non provo la disperazione, non provo la disgregazione della mia persona, perché adesso so chi sono, e so che cosa Dio ha fatto di me.
Cercare Dio con cuore sincero significa avere trovato il senso di noi stessi, avere scoperto il segreto della nostra vita, nessuna vita è troppo piccola per cui al Signore non interessi.
In ogni vita, dalla più appariscente, dalla più spumeggiante e brillante, alla più nascosta e solitaria, c'è il progetto di Dio nel quale Dio vuole diventare trasparente, visibile, comunicabile, questa è la nostra trasfigurazione.
In fondo, pensateci un po', Gesù non si è mica trasfigurato di fronte a una folla di centomila persone ma poche, pochissime persone, scelte individualmente, di fronte alle quali Dio ha permesso d'intuire vagamente che c'era qualche cosa di molto più grande dietro alla dignità di questa persona.
Ora se dicessi che dietro la dignità della nostra persona c'è qualche cosa di molto più grande, ora diventa qualche cosa di più comprensibile, a patto che questa intuizione non ci metta nella disposizione di autosufficienza e di autocelebrazione.
Sapere che siamo figli di Dio non deve alimentare, dentro di noi, una sorta di orgoglio per dire: sono un arrivato.
Sapere di essere figli di Dio, come ho detto prima, s'impegna in un cammino di verità, come diceva il detto latino: medice cura te ipse, conosci te stesso, cura te stesso.
Ora sai chi sei, di più sai che cosa sei, la natura umana non è più solo umana perché è stata trasformata dall'Incarnazione, a maggior ragione per i battezzati.
Tu non sei più solo essere umano, sei essere umano in comunione stretta, senza confusione, con Dio, per cui sei figlio di Dio in Gesù Cristo per partecipazione; impara ad essere Dio per favore!
Abbiamo la pretesa d'insegnare a Dio come si fa ad essere Dio, per cui gli diciamo devi fare questo, devi fare quello, non so perché Dio mi ha dato questa sofferenza, quindi abbiamo la pretesa assurda di sgridare Dio se siamo toccati da qualche sofferenza, è vero che succede?
Avete sentito delle persone che la pensano così?
È una pretesa assurda, noi insegniamo a Dio come si fa ad essere Dio e non permettiamo a Dio d'insegnare a noi come si fa ad essere figli di Dio.
Quindi noi abbiamo bisogno d'imparare a vivere nella dignità che Dio stesso ci ha dato, non sapendo ancora farlo, spesso, abbiamo la presunzione d'insegnare a Dio come si fa ad essere Dio.
Oggi il Signore viene incontro a noi presentandoci questa possibilità: è vicino a tutti coloro che lo cercano, perché quelli che lo cercano hanno il cuore aperto, e Lui può entrare per depositare la verità di quello che noi siamo e di quello che Lui è.
Accogliamo dunque con fiducia queste provocazioni perché ritornando alle nostre case, nella quotidianità dei nostri impegni e delle nostre occupazioni, possiamo capire in che modo possa diventare sempre più trasparente la presenza di Dio dentro di noi.
Siamo chiamati a trasfigurarci, tutto Dio Padre, tutto Dio Figlio, tutto Dio Spirito Santo dimorano dentro di noi al punto che ci hanno fatto diventare figli di Dio.
Il nostro compito è la trasfigurazione, permettere a Dio Padre, a Dio Figlio e a Dio Spirito Santo, che questa presenza attraverso di noi e quello che noi siamo, diventi trasparente e possa essere percepita da quelli che sono intorno a noi.
Un fascino ricco di carità, di gioia, e di pace.
Quelli che incontrano te dovunque tu sia, qualunque cosa tu faccia, devono andar via da questo incontro pensando dentro di sé: "Ho fatto un'esperienza della presenza di Dio.
Che cosa c'è in quella persona di così particolare che io sento la presenza di Dio in quella persona?
Magari non saranno delle prediche, per le quali non sei nato, non è il tuo compito quello di predicare, il tuo compito è quello di testimoniare con la vita, con le azioni, e anche con le parole, la tua adesione e il tuo legame a Gesù Cristo.
Magari non saranno neanche le parole, saranno i tuoi gesti, i tuoi atteggiamenti, il tuo modo di gestire la realtà quotidiana in cui sei inserito; questo è il modo concreto in cui la presenza di Gesù, del Padre e dello Spirito deve rendersi trasparente e visibile.
Noi siamo chiamati a diventare la visibilità di Dio perché siamo suoi figli.
Sia lodato Gesù Cristo.