Insegnamento

21-9-2008

Don Mauro Agreste

Indice

1) La celebrazione del Battesimo nei primi secoli, aveva una strutturazione molto solida
2) Lo stesso significato permane nelle altre celebrazioni liturgiche
3) L'abito vecchio da deporre viene descritto con cinque parole: malizia, frode, ipocrisia, gelosia e maldicenze
4) La vita nuova che si è abbracciata ci inserisce a pieno titolo nel cuore della Chiesa
5) Questo tipo di consacrazione, a cui molti di voi sono già entrati, coinvolge dal punto di vista individuale ma anche comunitario
6) Tenendo presente, però, che come consacrati, o come facenti un cammino che porta alla consacrazione, vi è necessariamente la necessità di fare delle scelte
7) La vita definitiva, la vita che abbracciamo è una vita che ha lo stesso programma che Dio ha nella Sua mente per tutti i suoi figli: una vita di perfezione
8) Quindi si ricollega agli esercizi spirituali di questa estate, sul valore della Croce, sul significato della Croce, significato che deve essere tradotto in atti concreti in quello che noi siamo
9) La consacrazione ha dei punti di forza
10) Il cammino di formazione non è un cammino culturale
11) Non fate dei propositi troppo alti
12) L'ascolto autentico della voce dello Spirito fa sempre una comunità ricca di comunione, nella carità
13) Dovunque si vuole edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa; arriverà il divisore
14) La malizia è un atteggiamento, diabolico, che alimenta e sostiene la gelosia e l'invidia
15) S. Paolo dice: "Gareggiate nello stimarvi a vicenda"
16) La frode può essere di carattere materiale, di carattere economico, di carattere psicologico
17) L'ipocrisia, è una prosecuzione della frode
18) Le gelosie sono tipiche in ogni vita di relazione
19) Dalle gelosie, come conseguenza, viene la maldicenza
20) I santi non erano persone senza difetti o senza fragilità, ma erano persone che combattevano contro i loro stessi difetti
21) Io sono così, ma con la Grazia del Signore cambierò. Se uno il coraggio non ce l'ha lo può chiedere, ed è sicuro che l'ottiene

1) La celebrazione del Battesimo nei primi secoli, aveva una strutturazione molto solida. All'interno la celebrazione prevedeva dei momenti significativi

Immagino che Leandro vi avrà presentato quello che è il tema, non solo di questo incontro, ma sarà la prosecuzione, nei prossimi mesi, di qualche cosa che ci deve coinvolgere non semplicemente dal punto di vista razionale intellettuale, ma sopratutto come cambiamento di vita.

Infatti lo scopo dei ritiri non è quello di ascoltare delle cose più o meno interessanti è quello, piuttosto, di poter approfondire la nostra verifica sull'adesione autentica, o non autentica, nei confronti di ciò che il Signore ci propone.

Tutta la nostra adesione al Signore ci proviene ovviamente dal Battesimo.

Il Battesimo, soprattutto nei tempi passati, nei primi secoli della Chiesa, era vissuto e celebrato in un modo così evidente da rendere per tutti chiara l'impostazione che, accedendo al Battesimo, si entrava di fatto in una vita nuova.

Vi ricorderò che la celebrazione del Battesimo nei primi secoli, in ogni caso dopo il periodo delle persecuzioni, aveva una strutturazione molto solida, che con il passare del tempo è stata un po' semplificata per ragioni molto pratiche, ma che pur tuttavia continua a permanere nel significato di quello che si compie.

Se siete riusciti ad andare a visitare, nelle settimane passate, qualche antico battistero nelle chiese antiche, vi renderete conto che erano studiate in un modo particolare, proprio per favorire il cambiamento di vita.

Il battistero di solito, lo ricorderete per le grandi basiliche tipo quella di Pisa, o altre grandi basiliche, Cremona ecc… staccato dalla chiesa.

Solitamente di forma ottagonale, perché deve richiamare l'ottava dies, cioè l'ottavo giorno quello della risurrezione.

Entrare nel battistero di forma ottagonale significava dire: entro nel giorno della risurrezione, cioè la mia vita prende un nuovo impulso dal giorno della risurrezione.

Quindi all'interno, specie nei primi secoli, la celebrazione prevedeva dei momenti significativi, con la presenza del Vescovo, del Presbiterio, quelli che dovevano diventare cristiani e che si chiamavano i candidati perché li aspettava una veste bianca, cioè candida, e si recavano nel battistero, che era costituito da una grande vasca centrale, con tre gradoni.

Ad aspettarli in fondo alla vasca c'era il Diacono, che come servizio aveva anche quello, e coloro che entravano nella vasca venivano immersi per tre volte in quest'acqua che gli giungeva fino alla vita, proprio a indicare l'immersione nella vita nuova, l'immersione in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.

Ma anche richiamava i tre giorni che intercorrono tra la morte di Gesù e la sua Risurrezione.

Dall'altra parte del vascone vi erano altri tre gradoni, dai quali si permetteva l'uscita e uscendo il neo-battezzato diventava candidato, cioè era rivestito della veste candida.

Ancora oggi il senso e il significato della veste candida rimane; avete visto che nei battesimi dei bambini ad un dato momento della celebrazione si consegna loro una piccola vestina, particolarmente semplice, di colore bianco.

Questa veste bianca rappresenta la condizione nuova del redento che custodisce dentro di sé una vita nuova, una vita piena di luce, una vita bianca, candida.

2) Lo stesso significato permane nelle altre celebrazioni liturgiche

Lo stesso significato permane nelle altre celebrazioni liturgiche.

Vi renderete conto che il sacerdote spesso indossa la veste candida, non perché è bella, ma perché richiama il Battesimo, cioè l'appartenenza a Cristo.

Così pure in alcuni momenti significativi della vita del cristiano, un po' per tradizione, un po' per abitudine era invalso l'uso della veste bianca.

I bambini alla prima comunione usavano, specie le bambine, la veste bianca, a volte si vestivano un po' da meringhette non importa, l'importante che fosse bianca; e i bambini avevano un fiocco bianco, sul braccio, per indicare il rinnovo della grazia del sacramento.

In tempi passati si faceva la Cresima nello stesso giorno della Comunione, molti di voi avranno fatto così, per cui nella stessa celebrazione, o in due celebrazioni differenti, si usava lo stesso la veste candida.

La stessa veste nuziale era bianca per questo motivo.

Però vorrei sottolineare un aspetto: l'uso dell'abito bianco completo, per la sposa, è molto recente, nell'Ottocento non era così, però si usava il velo bianco, perché simbolo delle nozze era il velo; sin dall'epoca romana, nutialia era il velo che copriva la sposa e lo sposo, perché fossero una cosa sola.

Allora questo sì di solito era bianco, per indicare il legame e l'appartenenza al Battesimo.

Negli altri sacramenti questo uso della veste bianca era riservato al Ministro, mi viene in mente la Confessione oppure gli oli santi ecc… ma tutto per richiamare sempre la veste candida.

Ora il Candidato veniva accolto dal Vescovo e, subito, veniva unto con il Sacro Crisma, cioè riceveva la Cresima.

Da quel momento per tutto il tempo che seguiva la Pasqua fino a Pentecoste, restava in Presbiterio, con i Presbiteri, a vivere un tempo di formazione spirituale e teologica per cinquanta giorni.

Dopo di che ritornava nell'assemblea, come tutti gli altri, perché era iniziata la vita nuova, quindi Battesimo, Cresima, la notte di Pasqua, la partecipazione all'Eucaristia, poi la formazione di un congruo periodo di tempo che solitamente andava fino alla Pentecoste, dopo di che la loro missione iniziava nel mondo.

Erano rivestiti della potenza di Dio e quindi avevano, in qualche modo, iniziato una vita nuova.

Questa stessa vita nuova è quella che ci viene proposta in ogni occasione in cui noi ci troviamo riflettendo sui più diversi temi, non siamo chiamati semplicemente a dire: "Oh, guarda che cosa interessante, non ci avevo pensato", il ritiro è il tempo in cui noi ci distacchiamo da tutte le altre cose, tutte le altre realtà, tutte le altre abitudini per restare in compagnia con il Signore, che ci ha chiamati, ci ha fatti parte della Sua presenza, e ci richiama a stare con sé.

Ecco perché il tempo del ritiro deve essere fruttuoso perché è un tempo in cui abbiamo il coraggio di mettere in discussione tutto quello che siamo, non necessariamente per cambiarlo, però per approfondirlo e per migliorarlo è molto facile.

3) L'abito vecchio da deporre viene descritto con cinque parole: malizia, frode, ipocrisia, gelosia e maldicenze

Ora l'abito vecchio da deporre viene descritto con cinque parole: malizia, frode, ipocrisia, gelosia e maldicenze.

Guardate che nei primi secoli c'era nella descrizione di come doveva essere eseguito il Battesimo una estrema particolarità, si era molto precisi su come bisognava fare e addirittura sul tipo di abbigliamento che bisognava avere o non bisognava avere.

Tutto questo aveva dei significati, non semplicemente estetici, ma dei significati di carattere spirituale.

Le persone che si accostavano per chiedere il Battesimo, dovevano avere una consapevolezza molto chiara di quello che stavano facendo, in modo tale che accadesse sempre meno, che le persone fossero trascinate da quello che facevano gli altri, oppure dalle consuetudini.

Questa stessa motivazione è quella che ci deve animare come singoli battezzati, e ancora di più per coloro che hanno fatto, o stanno facendo, il cammino della consacrazione, verificare con attenzione, con diligenza, con scrupolo questo tipo di abitus, questa vita nuova che si è abbracciata.

4) La vita nuova che si è abbracciata ci inserisce a pieno titolo nel cuore della Chiesa

La vita nuova che si è abbracciata ci inserisce a pieno titolo nel cuore della Chiesa, in un modo tutto particolare.

Qui vorrei fare una piccola parentesi per poi riprenderla anche negli incontri prossimi, perché ritengo che questa sia un tema molto importante, non si tratta in questo cammino di una consacrazione individuale o devozionale, come talvolta accade; l'affidamento a questo Santo, a quell'altro Santo, a un particolare aspetto alla devozione alla Beata Vergine Maria, e così via dicendo.

Che sono tutte consacrazione che hanno buon diritto di esistere all'interno della Chiesa Cattolica, ma sono vissute in un modo individuale e che ti coinvolgono personalmente come tua scelta di aderire ad un cammino, sulla scia dell'esempio dei santi, della Madonna ecc… ma che è un cammino che tu svolgi in modo individuale.

5) Questo tipo di consacrazione, a cui molti di voi sono già entrati, coinvolge dal punto di vista individuale ma anche comunitario. Come primo aspetto di riflessione, credo che sia importante ricordare, l'aspetto dell'appartenenza

Un punto forte, su cui riflettere, è questo e cioè che questo tipo di consacrazione, a cui molti di voi sono già entrati, altri si stanno preparando, coinvolge dal punto di vista individuale ma anche comunitario e questo tema è un tema sul quale bisogna essere più rigorosi di quanto non lo siamo stati fino adesso, perché l'aspetto comunitario è un aspetto, oserei dire, tra i più fondamentali del cammino ecclesiale nel quale siamo coinvolti come consacrazione, come cammino nella Unione Catechisti del Crocifisso e di Maria Santissima Immacolata.

Perché se non teniamo presente la dimensione comunionale, direi quasi comunitaria, anche se sappiamo che come istituto secolare va vissuto in un modo diverso.

Vale tuttavia la pena, e credo sia giunto il tempo di essere rigorosi su questo punto, di valutare in che modo noi ci sentiamo veramente coinvolti in questa forma di consacrazione.

Chi si prepara a una consacrazione, e chi già la abbracciata, deve avere la consapevolezza di una forma di appartenenza, che non è esclusiva, ma che è importantissima, perché vi è una consacrazione che viene fatta all'interno di un istituto secolare riconosciuto nella Chiesa, e dalla Chiesa.

Quindi è una vera e propria consacrazione che ti inserisce nella vita della Chiesa con una figura, oserei dire, giuridica ben definita, chiara, inconfondibile.

Dunque come primo aspetto di riflessione, credo che sia importante ricordare, primo l'aspetto dell'appartenenza, con tutte le sue conseguenze, perché tra gli abiti che dobbiamo considerare se custodire oppure cambiare, c'è anche il modo di appartenere a un cammino che abbiamo capito fosse quello a cui il Signore ci chiamava, e nel quale sentiamo di doverci muovere.

Credo di non dover essere più specifico per questa prima volta, anche perché penso che sia stato sufficientemente chiaro tutto quello che sto dicendo.

Quindi attenzione, l'abitus, la vita nuova che abbiamo abbracciato non è un escludere tutto il resto che si vive nell'universo cattolico, cioè tutta quanta la spiritualità che fa parte della Chiesa Cattolica, lo sappiamo tutti molto bene: tutto ciò che esiste nella Chiesa Cattolica noi lo possiamo usare, perché siamo figli di Dio.

Il Corpo di Cristo che è la Chiesa siamo noi, e tutto ciò che circola legittimamente nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, è a nostra disposizione, è per la nostra santificazione; però se dovessi parafrasare un discorso di San Paolo, direi anche che l'occhio non è la mano, e il gomito non è il piede, questo vuol dire che nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, vi sono diversità di ministeri, diversità di carismi, diversità di compiti, per l'unico corpo, per l'edificazione dell'unico corpo di Cristo che è la Chiesa, ed è necessario che questa chiarezza cominci a farsi strada nella nostra esperienza che vuol dire: non butto a mare tutto quello che è stato prima o quello che mi interessa adesso, perché io ho fatto questa consacrazione; tutto il contrario.

Proprio perché sono legato, più direttamente, alla vita della Chiesa faccio confluire nella mia esperienza, secondo quello che è giusto ed è buono ed è lecito, nella mia consacrazione tutte le altre mie esperienze, come direbbe San Paolo: "Custodendo e conservando tutto ciò che è buono, mettendo da parte ciò che non è utile per la vita comunitaria."

6) Tenendo presente, però, che come consacrati, o come facenti un cammino che porta alla consacrazione, vi è necessariamente la necessità di fare delle scelte

Tenendo presente, però, che come consacrati, o come facenti un cammino che porta alla consacrazione, vi è necessariamente la necessità di fare delle scelte.

Delle scelte che si orientano sulla chiamata specifica che abbiamo ricevuto.

Diversamente sarebbe un tradimento, una leggerezza nei confronti della vocazione.

Chi ha ricevuto una vocazione deve sapere che la sua santificazione si realizza in quella vocazione.

Quindi prescindere da quelli che sono gli impegni, i tempi forti, i momenti d'incontro, in vista di altre cose pur buone e pur sante, non è ubbidienza al senso della vocazione, perché è una non chiarezza in noi stessi delle priorità a cui dobbiamo fare fronte.

Ora, naturalmente, ritornando al discorso di prima, chiudo quella parentesi, dopo la consacrazione si pensa che l'individuo debba vivere una vita nuova, e da parte di Dio, sappiamo molto bene, che la grazia che ci viene assicurata, ci permette di affrontare una vita nuova.

Riassumo per tutti che il termine nuovo, nel linguaggio biblico, non vuol dire diverso, una novità, ma nuovo vuol dire definitivo, vuol dire perfetto, vuol dire nella pienezza.

7) La vita definitiva, la vita che abbracciamo è una vita che ha lo stesso programma che Dio ha nella Sua mente per tutti i suoi figli: una vita di perfezione

Quindi la vita nella pienezza, la vita definitiva significa dire che finalmente la vita che abbracciamo è una vita che ha lo stesso programma che Dio ha nella Sua mente per tutti i suoi figli: una vita di perfezione.

Fa paura questa parola perfezione, vero? La vita di perfezione è quella di Gesù Cristo.

In quanto battezzati noi facciamo parte di quella che è la vita di Gesù Cristo, non solo perché siamo diventati una cosa sola con Lui, ma anche perché la vita che circola in Lui è stata innestata in noi; come si chiama la vita che circola in Lui?

Lo Spirito Santo che è Signore e da la vita.

Quindi lo Spirito del Signore è stato immesso, e noi l'abbiamo accolto, questo vuol dire che lo stesso Spirito che circola in Gesù Cristo, circola in tutto il suo corpo mistico che è la Chiesa, e noi facciamo parte della Chiesa.

Siamo membri singoli, attivi, inseriti in questa comunione con Gesù Cristo, per Gesù Cristo e in Gesù Cristo, che ci assicura la vita di Gesù Cristo.

Essendo di Gesù Cristo ed essendo in Gesù Cristo, è evidente che restando in questa situazione per noi è pronto il Paradiso, perché tutti lo accolgono.

Però la caparra dello Spirito va custodita, e custodire il dono dello Spirito, il dono della Grazia, lo sappiamo tutti bene, esige la nostra collaborazione.

La nostra collaborazione non è uguale, identica per tutti.

Proprio perché si tratta di un istituto secolare vuol dire che è inserito nel secolo, che cos'è il secolo?

Il secolo sono le cose del mondo, sono le strutture in cui gli uomini, inseriti in una società, vivono, si esprimono e lavorano.

Allora come istituto secolare vuol dire che un qualche cosa di istituito, di costruito, in seguito a una ispirazione dello Spirito Santo, non è questo il luogo e il momento di affrontare tutta la storia che ha condotto alla erezione di questo istituto, però essendone entrati a vario titolo, in modo diverso, vuol dire che siamo in un edificio spirituale che ha la sua funzione, la sua finalità.

La sua funzione è quella di essere lievito nel mondo.

Questo vuol dire che tutte le vostre qualità, come esseri umani, come professionalità, come competenza di vario genere, non sono il fine ma sono il mezzo per evangelizzare, cioè per portare il profumo di Cristo lì dove operate.

Quindi l'istituto secolare non viene a togliere gli impegni personali, particolari, che ognuno ha perché vive nel mondo del proprio lavoro ecc… e se poi nel mondo opera in modi diversi.

Il tempo libero può essere impegnato in modi diversi, chi si occupa della cultura, chi si occupa dell'arte, chi si occupa della socialità; in modi diversi la fantasia dello Spirito ci rende capaci di mettere a disposizione di Dio tutte le nostre facoltà, tutti i nostri talenti, ma è proprio quello il campo di azione in cui Dio mette tutti i Suoi figli specialmente coloro che fanno parte di questo istituto secolare, nel quale si porta il profumo della redenzione di Dio operata mediante la Passione, Morte, Resurrezione.

8) Quindi si ricollega agli esercizi spirituali di questa estate, sul valore della Croce, sul significato della Croce, significato che deve essere tradotto in atti concreti in quello che noi siamo

Quindi si ricollega un po' a quel discorso che abbiamo fatto durante gli esercizi spirituali di questa estate, sul valore della Croce, sul significato della Croce, significato che deve essere tradotto in atti concreti in quello che noi siamo.

È troppo poco pensare a una professionalità semplicemente onesta ed equilibrata, perché da un consacrato ci si aspetta di più.

Non solo una professionalità indubitabile, non solo un'onestà cristallina, ma una testimonianza di vita cristiana, vissuta nel concreto nel proprio stato di vita, che sia indubitabile e che sia anche propositiva.

Vuol dire che deve essere una sorta di provocazione, non semplicemente una vita cristiana vissuta nell'anonimato,"non fa male a una mosca", ma non ha fatto neanche bene a un moscerino però, non è sufficiente non far male a una mosca bisogna almeno far bene a un moscerino.

Allora una vita cristiana indefettibile, ma una testimonianza forte, perché se non c'è il chiodo fisso della testimonianza attraverso il luogo e la situazione che occupiamo nella nostra vita quotidiana, vuol dire che stiamo smentendo quella che è il significato della consacrazione.

9) La consacrazione ha dei punti di forza

Naturalmente la consacrazione ha dei punti di forza che sono i tempi e i luoghi in cui questa consacrazione deve riprendere vigore dalla carità di Cristo e dalla comunione fraterna.

Se mancano questi tempi forti, devono esserci delle motivazioni molto più forti perché uno possa sentirsi esonerato dalla partecipazione ai tempi forti della propria formazione, del proprio cammino di consacrazione, perché delle motivazioni deboli indicano che la consacrazione è stata vissuta con una debolezza di mente, vuol dire che la consacrazione non è entrata nel suo vero significato all'interno del nostro pensiero.

Quindi è evidente, quando il tema proposto ci parla principalmente del Battesimo, però noi non possiamo limitare la questione nell'ambito del Battesimo, perché si presume che siamo tutti battezzati, è così?

Poi approfondiremo la grazia del sacramento, tutto quello che produce dentro di noi, però è interessante, ed è importante che noi abbiamo le idee chiare su quello che noi adesso siamo.

Poi durante tutto l'anno potremmo approfondire i vari temi in modo diverso, però ci tengo fortemente a ricordare che il nostro battesimo si concretizza e si esprime, in una storia concreta.

La storia della salvezza passa attraverso la nostra storia concreta, attraverso la concretezza di tutti i giorni, quello che noi facciamo, quello che noi siamo, quello che sappiamo, quello che sentiamo, e su questo punto un'altra cosa da sottolineare: non è sufficiente accontentarsi di quello che sappiamo, di quello che siamo, di quello che sentiamo; perché il cammino di formazione non finisce mai.

10) Il cammino di formazione non è un cammino culturale

Il cammino di formazione non è un cammino culturale, sbaglia colui che pensa che il ritiro o gli esercizi spirituali, siano un tempo culturale.

Non stiamo facendo delle conferenze per approfondire teologicamente i temi, possono anche essere visti sotto degli aspetti teologici, ma quello che ci preme, più di ogni altra cosa, è che i tempi forti, non siano forti per il cervello, ma siano forti per il cuore.

Per questo in ogni occasione troviamo il modo per riflettere sulla Parola di Dio, sui Misteri della Chiesa, sui Sacramenti che sono le colonne su cui vive la vita del cristiano, ma non semplicemente come informazione, per poi avere il tempo della meditazione personale che deve, deve scaturire nei cambiamenti; non nei propositi, i propositi è già nel Credo che debbono esserci, invece quello che non è molto chiaro è che il proposito deve tradursi in un cambiamento.

11) Non fate dei propositi troppo alti

Il mio piccolo suggerimento è questo: non fate dei propositi troppo alti; fate dei propositi piccoli, in modo che siete più sicuri di riuscire a farli, però su quella scelta che avete deciso di fare dovete essere fedeli, in questo modo sapete che fortificate la vostra forza di volontà, e anche la vostra spiritualità a una meta che si pone.

Quindi se, per esempio, nella riflessione proposta ci sono almeno cinque cose che vengono chiamati l'abito da deporre, che non devono far parte della vita nuova del cristiano, cioè la vita definitiva, che vuol dire come l'essere umano dovrebbe essere secondo lo sguardo di Dio.

Allora noi su queste non dobbiamo assolutamente transigere, però dobbiamo anche considerare se vi sono delle sottospecie di queste cose deleterie che ancora sussistono, delle muffe che aspettano solo il tempo e la situazione adatta per crescere come un fungo; ecco allora, su questo punto, qui entra in gioco la vostra capacità di discernere, la vostra preghiera personale, la vostra capacità di ascolto autentico della voce dello Spirito.

12) L'ascolto autentico della voce dello Spirito fa sempre una comunità ricca di comunione, nella carità

E attenzione: l'ascolto autentico della voce dello Spirito non fa mai dei liberi battitori, ma fa sempre una comunità ricca di comunione, nella carità.

Per cui se l'ascolto che io penso di avere avuto della voce dello Spirito, mi fa pensare che è meglio che io mi devo mettere da parte, perché è meglio che io segua questa strada che ho intuito mentre io sono in una consacrazione, vuol dire che la voce che ho sentito, non è quella dello Spirito.

Non è quella dello Spirito. Perché? Perché invece di creare unità e comunione, crea divisione.

Come può lo Spirito creare divisione, se Lui è chiamato per edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa?

Non i corpi di Cristo, il Corpo di Cristo.

Quindi se si crea divisione, o se nel mio discernimento penso che devo fare una cosa a me stante, come talvolta capita in certe sette protestanti, che dalla sera alla mattina decidono di formare una nuova Chiesa, separandosi da altre esperienze di comunità ecclesiali, questo fa capire esattamente che lo Spirito che si sta seguendo non è quello di Dio.

E lo spirito personale, i gusti personali, la voglia di emergere, la voglia di autonomia, la voglia di sentirsi non legati a tutto il resto e a tutti gli altri.

Ora attenzione nel discernimento, il tempo della preghiera personale, silenziosa, che ci sarà dopo, è il tempo dell'ascolto di Dio.

Io lancio tante provocazioni, spesso sono pungenti, vene siete accorti?

Le provocazioni non servono solo a voi, quello che dico a voi prima lo pensato io, questo vuol dire che la provocazione serve perché ci teniamo talmente tanto che il Corpo di Cristo che è la Chiesa, sia edificato in sanità, che vuol dire santità, che dobbiamo essere assolutamente attenti in quel che facciamo, vi ricordate cosa dice il proverbio: la chioccia pietosa fa i pulcini ciechi.

13) Dovunque si vuole edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa; arriverà il divisore

Allora è inutile dire: "Quanto siamo belli, quanto siamo bravi" se invece poi ci sono delle realtà sulle quali bisogna poi essere particolarmente attenti.

Perché ricordatevi: dovunque si vuole edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa; arriverà il divisore, perché lui non vuole che il Corpo di Cristo trionfi, lui vuole che il Corpo di Cristo sia dilaniato, sia squartato; ha tentato di farlo sulla Croce, il risultato è stato la nascita della Chiesa.

Tenterà di farlo con tutti quelli che cercano di seguire Colui che ci ha redenti dall'alto della croce; cercherà d'insinuare divisioni, invidie, gelosie, fazioni, ma se il nostro discernimento è autentico, ci renderemo conto dove è il punto pericoloso e non lo seguiremo.

Quindi tra le cose che erano, come dire, sottolineate per l'abito vecchio da deporre ci sono questi grandi filoni: la malizia; la frode; l'ipocrisia; le gelosie e la maldicenza.

Voi capite sono dei grandi filoni, che possono avere tanti affluenti che vuol dire tante motivazioni diverse, per cui una persona diventa maliziosa, oppure è incline alla frode, all'ipocrisia, una persona gelosa di un'altra, una persona gioisce nel parlare male di un'altra, possono esserci tante motivazioni, possono esserci delle frustrazioni, possono esserci delle ferite personali, dei ricordi, possono esserci stati dei maltrattamenti a causa dei quali io cerco di emendarmi oppure di fare esattamente il contrario per dimostrare a tutti che il giudizio che mi è stato dato contro era un giudizio falso.

Dunque non stiamo adesso, perché non è il tempo, esaminare quali possono essere le motivazioni, le cause di questi grandi filoni; questo fa parte della preghiera personale che significa, mi metto davanti al Signore, e Gli chiedo: "Perché? Mi rendo conto che mi piace parlare male degli altri?

Perché quando ho l'occasione di dire qualche cosa di salato nei confronti degli altri lo faccio volentieri, e invece se devo dire qualche cosa di buono lo taccio?

Non ci sarà mica un po' di radice di gelosia? Non ci sarà mica un po' d'invidia?"

Ecco questi sono i grandi filoni.

Poi perché questa invidia è nata, questa gelosia è nata bisogna riconoscere nella nostra vita che ci sono delle situazioni che hanno prodotto tutto questo.

Presentare al Signore queste situazioni, chiedere perdono, e chiedere che il Suo sangue prezioso venga a guarire le nostre ferite.

Si chiama cammino di guarigione, che è più complesso di quello che vi dico adesso, ma tanto perché ognuno abbia un orientamento per sapere come fare quando dice: "Eh già, a me piace dire menzogne; sono un po' geloso; ipocrita; voglio apparire di fronte agli altri quello che in realtà non sono."

Quindi il discernimento a monte è personale, ed è assolutamente necessario, perché non siamo delle persone che vivono per conto loro, siamo inseriti in una società e ancor di più in una sorta particolare di comunità che si chiama istituto.

Questo vuol dire che la mia santificazione coinvolge la santificazione degli altri, la mia superficialità nel cammino spirituale coinvolge il cammino spirituale degli altri.

Non viviamo isolati, c'era un canto, un po', buffo una volta: non si va in cielo.

Non si va in cielo da soli ma non si va neanche all'inferno da soli.

Quindi a chi è stato dato molto sarà chiesto molto di più.

A noi è stato dato veramente molto, perché il Signore ci ha fatti parte di un suo progetto particolare, ne vediamo solo una piccola parte, non ne vediamo la soluzione, non ne vediamo gli esiti, perché gli esiti sono nel cuore di Dio.

Lui sa che cosa produrrà a livello personale la consacrazione, ma sa anche che cosa produrrà a livello ecclesiale la vostra consacrazione.

Quali sono i risvolti e le conseguenze, qual è questo vasetto di olio profumato, il nardo, preziosissimo che può essere custodito integro, oppure deve essere spezzato perché tutto il Corpo di Cristo sia ripieno di profumo; però bisogna che il profumo di Cristo ci sia dentro, e perché ci sia il profumo di Cristo verificare: la malizia, la frode, l'ipocrisia, le gelosie, la maldicenza.

14) La malizia è un atteggiamento, diabolico, che alimenta e sostiene la gelosia e l'invidia. Sicuramente dovunque si vuol fare comunione, subito arrivano i divisori

La malizia è un atteggiamento, direi proprio diabolico, che alimenta e sostiene la gelosia e l'invidia, perché nella malizia siamo portati a interpretare in senso negativo tutto quello che vediamo, sentiamo o constatiamo quello che gli altri stanno facendo.

Quindi attenzione: è meglio apparire ingenui di fronte a Dio piuttosto che essere troppo sospettosi, ed essere tra quelli che vedono sempre delle difficoltà, che trovano sempre dei motivi per creare delle divisioni, perché agire in questo modo è mettersi al servizio del Divisore.

In greco diaballein vuol dire dividere, da cui il Divisore si dice diabolos.

Allora contribuire nell'opera della divisione significa essere del partito di quelli che dividono.

Chi sono quelli che dividono? I diavoli.

Adesso estremizziamo, però stiamo attenti perché in un cammino comunitario sicuramente dovunque si vuol fare comunione, subito arrivano i divisori che si servono delle debolezze personali di ciascuno.

È innegabile ognuno ha debolezze e fragilità, nessuno si deve spaventare di questo, ci si deve spaventare se ci si rassegna ad avere debolezza e fragilità: "Eh ma tanto non ci posso fare niente."

E no miei cari, perché la rassegnazione da il campo libero a colui che vuole devastare; invece il combattimento spirituale significa non permettere al nemico di usurpare ciò che non gli appartiene.

La malizia è la disposizione dell'animo a vedere le cose non con gli occhi di Dio, ma con gli occhi del Devastatore.

Lui vede un'opportunità di devastare ed è contento quando riesce a capirla.

La mentalità del Devastatore, la mentalità maliziosa è: quando un tuo confratello, una tua consorella del cammino di consacrazione, o altri, nella parrocchia ecc… vedi che ha un insuccesso, e dentro di te ne gioisci, allora inorridisci anche però, non solo gioiscine perché gioia è una gioia semplicemente diabolica, invece sii anche capace di inorridire per tutto questo, perché vuol dire che il veleno del male ha preso grande spazio nel tuo cuore, perché tu sei contento che quella persona, nel fare il bene, abbia avuto insuccesso, e questo è un atteggiamento diabolico.

15) S. Paolo dice: "Gareggiate nello stimarvi a vicenda"

Se Paolo dice: "Gareggiate nello stimarvi a vicenda" credo che sia fondamentale il considerare se questo pensiero è presente dentro di noi.

Ma un gareggiare nello stimarsi autentico, non semplicemente vedere i difetti degli altri, ma soprattutto vedere le virtù e i pregi degli altri, fare leva su questi, prendere esempio da queste cose e dimenticare tutto ciò che crea ruggine e crea divisione.

16) La frode può essere di carattere materiale, di carattere economico, di carattere psicologico

La frode e l'inganno perpetrato a proprio vantaggio e tornaconto, è talmente una cosa materiale ed è evidente che penso non sia neanche il caso di sottolineare, è tutto legato agli interessi, specie quelli materiali.

La frode diventa grave quando lede la credibilità e la dignità delle altre persone, in questi casi può addirittura diventare calunnia.

Quindi attenzione: ci sono persone che non si fanno scrupolo di usare la calunnia per il proprio tornaconto e vantaggio.

Quindi la frode può essere di carattere materiale, di carattere economico, può anche essere di carattere psicologico: "ledo la buona fama di un'altra persona per il mio vantaggio personale, perché così se quella persona, che mi fa ombra, io riesco a denigrarla, allora tutti onoreranno me e denigreranno quella.

Io avrò un vantaggio personale che mi sono guadagnato sulle ceneri della vita di quell'altra persona".

Non pensate che queste cose, siano solo cose che mi sono inventato io, credo che voi sappiate molto bene come questo atteggiamento può essere più che diffuso, molto diffuso, negli ambienti di lavoro si usa dire fare le scarpe, è uno scarpificio, quindi sapete che questo atteggiamento, purtroppo è diffuso.

L'Istituto Secolare è chiamato anche a distruggere questa industria di scarpe, nel senso che l'onestà deve essere cristallina, la giustizia uguale e si tratta di giustizia non di tolleranza, perché la tolleranza si occupa di altre cose.

La giustizia, ci dice San Tommaso: "unusquisque sun" dà a ciascuno ciò che è suo, e non gli porta via niente.

Vado veloce perché sono temi che ho già trattato in altre occasioni.

17) L'ipocrisia, è una prosecuzione della frode

L'ipocrisia, è una prosecuzione della frode, consiste nell'assumere una maschera per apparire ciò che non si è, si ha un interesse a farsi vedere diversi.

L'interesse evidentemente non è quello della carità, ma è quello dell'adulazione personale, del sentirsi più importanti, da applicare nei diversi campi.

18) Le gelosie sono tipiche in ogni vita di relazione

Le gelosie sono tipiche in ogni vita di relazione, ma sono particolarmente diffuse e pericolose nei nostri ambienti religiosi.

È una vergogna! Però dobbiamo dircelo.

Bisogna stare attenti che la gelosia non abbia diritto di cittadinanza nelle esperienze ecclesiali.

Nessuno ammetterà mai di essere geloso, perché la gelosia è un qualche cosa di talmente meschino, che chi si sente dare del geloso si sente fortemente umiliato.

Il geloso è una persona talmente meschina e gretta, che non è contenta di vedere attorno a sé delle persone che sono buone, magari che sono anche migliori di lei, e quindi o tacciono i pregi, oppure per rabbia cercano di denigrare l'altra persona.

Quindi attenzione la gelosia è pericolosa perché è un tarlo rovinoso, è un cancro delle comunità.

Dove c'è gelosia vuol dire che non esiste comunità, esiste un gruppo di persone che si sono radunate insieme per magiare la pizza, ma non è una comunità, ognuno va per conto suo e guai se qualcuno tocca il mio campo d'azione, perché questo è il mio orticello, guai a chi lo tocca.

Questa è la distruzione della comunità.

Sono geloso della mia opera, tu devi essere geloso di una cosa sola: che l'opera di Dio sia rovinata.

Allora quando una comunità è forte?

Quando tutti hanno lo stesso scopo e cioè, come diceva Giovanni il Battista: "Che Lui cresca e che io diminuisca."

Se non c'è questa ottica, ogni comunità può avere le mete più ampie da raggiungere, le più auliche, ma se c'è questa sorta di controllo reciproco: chi fa più bella figura, chi ne fa di meno, io penso che.

Invece io sono di Paolo, io sono di Apollo, ecco attenzione questo è il cancro che distrugge ogni tipo di comunità, e non è una cosa nuova nella storia della Chiesa, ci sono stati ordini religiosi che sono cresciuti a dismisura e ora si sono spenti; le cause sono anche queste, quando la finalità non è la comunione con Cristo, allora qualunque altra cosa può prendere il posto di questa comunione.

19) Dalle gelosie, come conseguenza, viene la maldicenza

Dalle gelosie, come conseguenza, viene la maldicenza, è evidente, di tutti questi sembra essere l'aspetto meno grave, non direi che sia il meno grave, perché è una concretizzazione di tutto quello che rimane nel tuo cuore.

Allora io dico anche questa verità: può esserci una persona che dentro di sé scopre di avere la malizia, l'ipocrisia, la gelosia, può succedere che uno dica.

"Mi rendo conto che c'è questo dentro di me", vero che può succedere?

Può succedere che una persona, dentro di sé, scopra di avere questa debolezza, questa fragilità ecc… il grave è primo se non si esamina, secondo se lascia che il fiume vada per il suo corso, se seguiamo la corrente, perché poi ci sono le concretizzazioni, una delle concretizzazioni è la maldicenza, da cui viene anche la mal-facenza.

Dire male significa costruire una costruzione iniqua intorno a una persona, intorno a una situazione, intorno a un'opera.

Quindi la nostra verifica, il nostro discernimento deve essere attento, puntuale, sereno ma anche severo, perché non stiamo combattendo contro le creature fatte di carne e di sangue, stiamo combattendo contro colui che non vuole il Regno di Dio.

Noi invece vogliamo il Regno di Dio.

Se vogliamo il Regno di Dio dobbiamo essere consapevoli che ci sarà un combattimento dentro di noi.

Riconoscere le cose che non fanno parte del Regno di Dio e combattere contro di esse.

20) I santi non erano persone senza difetti o senza fragilità, ma erano persone che combattevano contro i loro stessi difetti.

Concludo con questa riflessione che ho già presentato nelle mie parrocchie in questi giorni, dicendo semplicemente questo: i santi non erano persone senza difetti o senza fragilità, ma erano persone che combattevano contro i loro stessi difetti e le loro stesse fragilità.

Il fatto che si avvertisse dentro di sé stessi di avere una fragilità, una debolezza ecc… non li ha messi nella situazione di subire: "Eh cosa volete, il mio carattere è questo" invece si sono impegnati per combattere quello che avevano riconosciuto come qualche cosa di deleterio, per poterlo vincere; in alcuni casi ci sono riusciti, in altri casi non ci sono riusciti, ma il Regno di Dio si è instaurato lo stesso, perché lì interviene Dio.

Quando tu combatti, Dio interviene perché Lui non guarda i risultati ma guarda l'impegno che ci metti.

Allora se il tuo impegno è onesto, è autentico, è vero, i tuoi risultati secondo te, e secondo gli altri, possono anche essere miseri o meschini, ma se tu sei sincero nell'opera di combattimento che fai nel superare i tuoi limiti, la tua natura, la tua cultura, il tuo carattere, le tue inclinazioni, il Signore non si spaventa né del nostro carattere, né della nostra cultura, né delle nostre inclinazioni, né delle nostre debolezze e fragilità, si spaventa se invece noi diciamo: "Eh c'è niente da fare" perché Lui dice: "Allora tu non hai letto il mio libro.

Nel mio libro io ho mandato i miei angeli a dire: nulla è impossibile a Dio."

Quindi se siamo coloro che costruiscono il Regno di Dio, vuol dire che crediamo a quello che Dio rivela, facciamo un discernimento onesto, sincero, chiaro, collaboriamo con la Grazia del Signore.

21) Io sono così, ma con la Grazia del Signore cambierò. Se uno il coraggio non ce l'ha lo può chiedere, ed è sicuro che l'ottiene

"Signore liberami dall'irascibilità."

La persona irascibile chiederà al Signore di essere liberata dall'irascibilità, ma nello stesso tempo si sforzerà, con degli atti concreti di virtù, per essere paziente, dolce, accogliente via di seguito.

Un'altra persona è timida o è pigra, uno può dire: io sono così.

Non mi va bene dire io sono così.

Io sono così, ma con la Grazia del Signore cambierò, quindi mi sforzerò di fare atti contrari, perché facendo gli atti contrari al vizio si costruisce la virtù; farò atti contrari non per imposizione ma per costruire la vita nuova dentro di me.

Se io devo portare Cristo in qualche modo mi dovrò sforzare di essere in grado di farlo, e quindi dovrò imporre a me stesso la forza per fare cose diverse.

L'ultima cosa, l'ho già detto in altre occasioni, è questa, mi piace dirlo perché un po' mi fa ridere, però è la verità.

Qualcuno dirà: ma allora è un cammino morale quello che ci proponi.

No, non è un cammino morale è un cammino spirituale, perché è vero che Don Abbondio si lamentava con sé stesso dicendo: ma se uno il coraggio non ce l'ha non può darselo.

Però è anche vero che se uno il coraggio non ce l'ha lo può anche chiedere, ed è sicuro che l'ottiene.

Se uno la pazienza non ce l'ha la può chiedere, e la ottiene, se uno la dolcezza non ce l'ha la può chiedere e la ottiene, e così via dicendo, secondo tutta la lista delle cose che ci rendiamo conto che non abbiamo e che invece sono utili all'estensione del Regno di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo.