L'angelo Gabriele fu mandato da Dio
8-12-2008
1) La medesima Grazia di Dio, in azione nella vita di Maria, è la medesima Grazia di Dio che Dio dona a chiunque faccia come ha fatto lei: ascolta la parola del Signore e la mette in pratica
2) Quindi si mettono insieme l'azione di Dio e la risposta dell'uomo. Dio la riempie di grazia e lei corrisponde così totalmente da restare costantemente piena
3) Dunque, mi pare che, il messaggio possa essere molto chiaro: l'adesione al suggerimento della grazia non è un pensiero, sono delle azioni
4) "Eccomi. Sono la serva del Signore". Cosa significa essere la serva del Signore?
5) Ma per l'uomo che vive nella fede e che vede quello che crede
6) "Avvenga di me quello che hai detto". Non dice mica: avvenga di me quello che io ho capito
7) Mi basta sapere che è la volontà di Dio. E questo dovrebbe essere veramente il criterio che ci spinge in ogni nostra scelta. Ora se lo ha fatto lei perché non possiamo farlo noi?
8) Beati quindi tutti quelli che fanno come lei: ascolta la parola di Dio e la mette in pratica. E allora questo stesso saluto sia offerto a ciascuno di noi
Dal Vangelo secondo Luca. ( Lc 1,26-38 )
"L'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazaret……."
Omelia
Ogni anno ci ritroviamo in questa solenne celebrazione, in cui tutta la Chiesa esulta per l'opera del Signore, che risplende e si rispecchia sul volto di quella giovane creatura che è Maria di Nazaret.
E nonostante la sua giovinezza ci rendiamo conto di come la profondità del suo pensiero non avesse età, infatti l'angelo la saluta dicendole: "Tu sei la piena di grazia", e per quanto questo possa suonarci insolito, persino quasi stravagante, vale la pena di riflettere sul motivo di questo saluto, la cui importanza e la cui rilevanza è intoccabile, ed è anche innegabile, tuttavia è un'occasione per riflettere anche su ciò che ci riguarda direttamente.
Perché quando Dio fa in modo di rivelare al mondo intero, attraverso la Scrittura, che Maria è la kecaritomene, cioè colei che è stata riempita dalla grazia di Dio e rimane costantemente ripiena, vuole additare a noi un esempio ma non irraggiungibile; perché la medesima Grazia di Dio che è in azione nella vita di Maria è la medesima Grazia di Dio che Dio dona e mette a disposizione di chiunque faccia come ha fatto lei: ascolta la parola del Signore e la mette in pratica.
In effetti Maria è la prima tra le redente, e oggi la contempliamo nel dogma dell'Immacolata Concezione, la cui esplicitazione nella stessa Bolla d'Indizione ad opera del Papa Pio IX, nel 1854, ci rivela chiaramente che in previsione dei meriti del figlio Gesù, l'opera della redenzione in Maria è diventata efficace nello stesso istante in cui lei fu concepita.
Questo ci fa capire che c'è sempre un'opera di Dio all'origine della storia della salvezza, non solo dell'umanità ma di ogni singolo, ciascuno di noi c'è Dio in azione per rendere efficace e potente la Sua grazia di salvezza.
Quindi c'è un'opera di Dio che accomuna la storia personale di Maria, la nostra storia personale, la storia di ogni uomo che si affaccia alla vita su questa terra, sia che si affacci per pochi istanti, o che rimanga qui sulla terra per molti anni, c'è un'opera di Dio che rende efficace l'opera della salvezza.
Certo a ogni opera di Dio dovrebbe corrispondere una risposta di ciascuno di noi, ed è appositamente per questo, che in questo brano del Vangelo di Luca, viene riportato il saluto dell'angelo.
Perché se per Maria fosse stata una cosa del tutto naturale essere "la ripiena di grazia" non ci sarebbe stata la necessità di farlo rilevare, ma essendo il suo essere ripiena di grazia una risposta che lei ha dato al suggerimento, alla mozione dello Spirito Santo, era giusto che nella parola di Dio, in questo brano del Vangelo di Luca, ci fosse fatto conoscere che lei è "la piena di grazia", ma non solo perché Dio l'ha riempita, anche perché lei collabora con questa grazia di Dio e fa in modo di essere costantemente piena di questa grazia.
Quindi si mettono insieme l'azione di Dio e la risposta dell'uomo.
Dio la riempie di grazia e lei corrisponde così totalmente e così docilmente a questo soffio della grazia di Dio da restare costantemente piena.
Se per lei fosse stata una condizione naturale non ci sarebbe stato il caso di sottolinearlo, invece utilizzando quel verbo greco - perché Luca scriveva in greco - il significato è abbastanza esplicito, e cioè a dire: certo Dio l'ha riempita di grazia, ma è anche vero che lei ha corrisposto così totalmente al soffio dello Spirito, da essere totalmente piena di questa grazia.
A questo punto può succedere, per bontà, per amore nei confronti di Maria, che talvolta si pensi in un modo troppo sottolineato a questo aspetto, e si dimenticano altre rivelazioni bibliche che abbiamo proprio nel Vangelo, si finisce quasi col pensare che la vicenda di Maria sia così totalmente alta e straordinaria da farne una vicenda unica, quasi che tutto dipendesse solamente dalla grazia di Dio.
Dimentichiamo l'azione di Maria costante? Il suo sì costantemente confermato giorno per giorno?
Se dimentichiamo l'impegno che Maria ha messo nel corrispondere alla grazia di Dio, allora facciamo di lei una creatura che non fa parte del genere umano, è vero o no? E non le facciamo onore.
Riconoscendo invece che la grazia di Dio che ha soffiato dentro di lei, trova in lei una piena corrispondenza e una piena risposta di azione, noi restiamo ancora più affascinati dalla sua prontezza nel dare un sì completo e totale alla guida di Dio.
Allora l'angelo che va a salutare Maria, fa sapere a lei e a tutti noi, che quella è la strada giusta.
Nella Scrittura tante volte abbiamo sentito questo stesso itinerario di riflessione, basta pensare, ad esempio, a due settimane fa: la casa costruita sulla roccia, la casa costruita sulla sabbia.
Vi ricordate come inizia questo brano di Vangelo?
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, ma chi fa, chi fa la volontà del Signore"!
Mi viene in mente, per esempio, le nozze di Cana, quando Maria stessa che da tutta una vita ha plasmato il suo proprio modo di essere, di ragionare su questa linea, si trova a presentare agli altri la presenza, l'azione trasformante, di suo figlio; e cosa dice ai servi? "Fate quello che Lui vi dirà" quindi siamo ancora sulla stessa linea.
Tante volte nella stessa vicenda di Gesù egli dice chiaramente: "Non faccio nulla da me stesso, faccio quello che vuole il Padre".
Dunque, mi pare che, il messaggio possa essere molto chiaro: l'adesione al suggerimento della grazia non è un pensiero, non sono delle parole, sono delle azioni.
Agire in modo conforme a quello che è il progetto di Dio, il disegno di Dio, se volete il sogno di Dio.
Allora noi vediamo qui Maria che si trova ad essere colei che viene toccata dal progetto di Dio, le viene comunicato questo progetto Dio, e non è necessario che questo progetto di Dio sia completamente capito, basta che sia contemplato.
Voglio ricordare a tutti, anche a me, che quello che noi, il verbo italiano, usiamo con l'accezione capire naturalmente viene dal latino che ha una radice che è capere, che vuol dire nello stesso tempo intendere ma vuol anche dire prendere e tenere stretto.
Ora chi di noi può avere la presunzione di poter contenere, tenere stretto, quindi vuol dire avere sotto il proprio dominio, il mistero di Dio? Nessuno.
Il mistero di Dio continua ad essere un mistero, ed è una verità che non si oppone alla nostra razionalità, ma è talmente vasta questa verità che non la possiamo contenere dentro di noi.
Il saggio sa che non vi è contrapposizione tra mistero di Dio e razionalità umana, ci può essere collaborazione ma avendo con chiarezza la capacità d'intendere che cosa vuol dire accostarsi al mistero di Dio; non vuol dire possederlo, vuol dire esserne immersi.
Io posso andare in cima a una montagna e guardare un immerso e meraviglioso panorama, non possiedo questo panorama mi ci sto immergendo dentro, entra nel mio cuore ma in realtà sono io che sono entrato in quell'orizzonte, sono io che mi ci sono messo dentro.
Il mistero di Dio è come un infinito panorama di splendore e di maestà in cui Maria si sentiva a proprio agio.
In realtà Maria era molto intelligente, ed era così intelligente da avere una chiarezza su se stessa, tant'è vero lo capiamo dall'ultima frase del Vangelo, che dice: "Eccomi. Sono la serva del Signore", lei ha una chiarezza interiore ma anche concreta di chi è lei stessa, è una chiarezza spirituale: io sono la serva del Signore.
Cosa significa essere la serva del Signore?
Significa essere colei, o colui, che ad un dato momento si trova a tu per tu con il Signore, si sente toccare e diventa partecipe del Suo disegno.
Non è stato necessario, per Maria, capire fino in fondo, che cosa significasse il suo sì, e in realtà dobbiamo ammettere che nel nostro cammino di fede non è essenziale capire, ma è essenziale contemplare, perché quando tu contempli entri nel mistero, quando tu tenti di capire ne esci fuori e lo allontani da te per esaminarlo, per averlo nelle tue mani.
Allora la furbizia di Maria è stata molto semplice: la furbizia di accettare un mistero, un progetto che la sovrastava.
Da cosa viene questa furbizia? Da una conoscenza intima e profonda che lei aveva del Signore.
In tutta la sua vita lei ha plasmato il suo modo di ragionare per essere costantemente alla presenza di Dio, così quando Dio le si è fatta presente, lei lo ha riconosciuto.
Da questo brano del Vangelo di Luca si capisce bene che Maria ha chiesto l'intervento della ragione, ma la risposta che le è stata data sovrasta di gran lunga la capacità che abbiamo d'intendere e di volere, e così: "Come è possibile, non conosco uomo" e l'angelo, con una razionalità che è assolutamente superiore a quella degli uomini, le risponde: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, non c'è problema, su di te stenderà la sua ombra la potenza di Dio altissimo.
Ecco che cosa avverrà: nascerà perché la potenza di Dio scende su di te".
Certo per l'angelo che vede Dio costantemente è normale capire che succederà questo, ma per l'uomo che vive nella fede e che vede quello che crede, non che crede quello che vede, allora che cosa succede?
Che ad un cero momento di fronte a questo orizzonte che si può vedere solo con gli occhi della fede, deve decidere: accetto? Mi immergo in questo mistero?
Lo tengo a distanza perché lo voglio dominare, lo voglio analizzare, voglio cavillarci sopra?
Ebbene Maria ha fatto la scelta più furba.
Ed era anche la più naturale, perché tutta la sua vita era in tale consonanza con il Signore, da avere già approfittato del profumo della Sua presenza che le veniva proposta attraverso il saluto dell'angelo.
La risposta è molto chiara: chi sono io per mettermi a discutere con il Signore?
Anche Giobbe aveva tentato per molto tempo di discutere con il Signore e di accostarsi di fronte a dei problemi che sovrastano di gran lunga la capacità dell'uomo, di trovare una soluzione, perché il male?
Perché il dolore? Perché la morte? Quale è stata la causa scatenante?
E alla fine anche Giobbe aveva dovuto arrendersi nel contemplare la potenza di Dio "Sei tu che fai scaturire i venti? Da te scaturiscono le acque?" e allora Giobbe si arrende, e il momento in cui si arrende contempla la potenza di Dio e si lascia trascinare, immergere in questo splendore.
Il risultato è che Dio lo benedirà sette volte tanto.
Anche Maria, non commette l'errore di Giobbe, lei ha una presenza costante del Signore dentro di sé da conoscere sufficientemente qual è il suo modo di muoversi, e dice: "Io so chi sono e so chi è Lui: il Signore.
Dunque a me interessa una sola cosa: che questo progetto venga da Lui.
E se viene da Lui, non ho problema ad accettarlo perché Gli voglio bene.
Io voglio bene a Dio. Lui vuole bene a me, dov'è dunque il problema?
Devo assolutamente capire? O mi basta sapere che quello che mi chiede, me lo chiede uno che mi vuole bene?
E se me lo chiede Lui non è necessario capire fino in fondo.
È necessario solo capire che è Lui a chiedermelo".
Facevo questa mattina, nelle parrocchie, un esempio tanto banale quanto utile: qua dentro penso che la maggioranza di noi sappia guidare un'automobile, ma per saper guidare un'automobile non è necessario assolutamente conoscere tutti i principi fisici, meccanici, che mettono in moto il motore che gli permettono di far muovere le ruote e di dirigerci dove vogliamo.
Ci saranno sicuramente tra di noi persone estremamente competenti di meccanica e di tutto quello che comporta un veicolo a motore, tuttavia per guidare un'automobile non è necessario conoscere tutto questo, è sufficiente fare ciò che l'istruttore ci ha insegnato che dobbiamo fare affinché quel mezzo meccanico ci trasporti dove vogliamo noi.
Allora se noi siamo capaci di salire su un mezzo meccanico, frutto dell'intelligenza dell'uomo, quindi non è stato un mezzo che è piovuto dal cielo, dall'intelligenza di Dio, è frutto delle capacità umane; se abbiamo tanta fiducia da salire in qualche cosa che ci siamo costruiti noi, nella nostra debolezza e fragilità, e di eseguire certi movimenti che ci permettono di avere certi risultati anche se non conosciamo, fino in fondo, il dinamismo della meccanica, della fisica, dell'elettrodinamica… che ci permettono tutto questo; allora c'è forse qualche cosa che ci impedisca di fare le stesse cose che ha fatto Maria?
Maria infatti dice: "Avvenga di me quello che hai detto".
Guardate che è un capolavoro questa frase, perché non dice mica: avvenga di me quello che io ho capito.
Intelligente, furba, docile allo Spirito, totalmente nelle mani di Dio; ma se questo è il progetto di Dio, ma che problema c'è?
Se è il Suo progetto, io gli voglio bene, lui mi vuole bene, ma devo proprio capire tutto?
Apro le vele, lascio che il vento dello Spirito mi conduca, perché se io credo che lo Spirito di Dio ha i suoi progetti e vuole le sue realizzazioni, ma chi sono io per mettermi a cavillare con Lui?
Chi sono io per distinguere il capello in quattro, è la volontà di Dio?
Basta, la faccio, con semplicità, perché dice Maria: "Io non sono un giudice d'Israele, non sono un teologo, io sono la serva del Signore".
Chissà cosa dovremmo dire ciascuno di noi? Chi siamo noi.
Quando la volontà del Signore raggiunge anche la nostra vita, abbiamo nella nostra mente la dinamica che ha usato Maria nel rispondere all'interpellanza di Dio attraverso l'angelo?
Modello di semplicità e di radicalità, elementare! Lo vuole Dio, amo Dio, faccio quello che a Lui piace, non ho paura perché Lui ama me e mi chiede di fare quello che a Lui piace, lo capisco? Bene.
Non lo capisco? Non importa mi basta sapere che è la volontà di Dio.
E questo dovrebbe essere veramente il criterio che ci spinge in ogni nostra scelta.
È importante che noi si abbia l'opportunità di vivere con una certa solennità questo tempo, questo giorno speciale, in cui celebriamo la gloria del Signore che risplende nella vita nel sì di Maria, perché in questo giorno oltre a festeggiare insieme a tutta la Chiesa questa grande solennità, l'Istituto rinnova un momento fondamentale della sua stessa vita interna: il rinnovo dei voti, il procedere nel cammino delle consacrazioni, ciascuno nel suo ordine e grado, nelle sue tappe che lo contraddistinguono; proprio sotto la protezione di Maria, il cui sì è rassicurante per tutti.
Ora ce la sentiamo più vicina, straordinariamente grande e straordinariamente vicina, straordinariamente umana, perché il suo sì pieno di grazia è un sì voluto, deciso, consolidato.
È stata una decisione confermata giorno per giorno, anche ai piedi della croce.
Ora se lo ha fatto lei perché non possiamo farlo noi?
Lo stesso Spirito di Dio che soffiava nel suo cuore è lo stesso Spirito di Dio che abbiamo ricevuto noi con il Battesimo, con la Cresima, con l'Ordine; è lo stesso Spirito di Dio che riceviamo ogni volta che partecipiamo a un sacramento, è la stessa grazia di Dio che è in azione in tutti, e quindi vuol dire che lo stesso sì che ha detto Maria, lo possiamo dire noi.
E perché nessuno pensi che sono semplici deduzioni voglio ricordare le parole di Gesù quando una donna per fargli un complimento, gli ha presentato la figura di Sua mamma, come si usa fare solitamente, ai genitori fate un complimento per i loro figli vedrete come sono tutti contenti, è vero o no?
Ai figli fate un complimento per i loro genitori vedrete come sono tutti contenti.
Bene quella donna ha fatto così, ha fatto un complimento alla mamma di Gesù per fare un complimento a Gesù.
La risposa ci sembra, a prima vista, un pochino rude, ma è una risposta teologica ed è straordinariamente grande: "Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte", vi ricordate che una donna nella folla disse questo?
Gesù risponde: "Beati piuttosto - a noi suona male questo piuttosto, vero?
Ma piuttosto è un rafforzativo, non è un avversativo - beati quindi tutti quelli che fanno come lei".
Cosa ha fatto lei? Ascolta la parola di Dio e la mette in pratica.
Ditemi, in tutto questo c'è qualcosa che ci è precluso? No.
Se saremo semplici come lei - "sono la serva del Signore" - allora la strada è aperta, perché Gesù ha tracciato la strada maestra: ascoltate la volontà del Signore e fatela.
"Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Signore".
"Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica", dunque il sì di Maria, che c'era stato ben prima che arrivasse l'angelo, il sentir dire a Maria: "tu sei la piena di grazia" è un incoraggiamento per ciascuno di noi, affinché custodendo i suggerimenti dello Spirito Santo dentro di noi,un giorno, quando il Signore ci chiamerà a casa, e noi chiuderemo gli occhi sulla scena di questo mondo e vedremo, probabilmente, per la prima volta il nostro angelo custode che ci accompagnerà di fronte al trono dell'Altissimo, possiamo sentire dire dal nostro angelo custode: "Salve o pieno di grazia, ti porto davanti al Signore che è sempre stato con te"
E allora questo stesso saluto che è stato offerto a Maria, sia offerto a ciascuno di noi; non dipende dal nostro angelo il dirlo, dipende solo da noi.
Sapere custodire il soffio dello Spirito e saper mettere in pratica l'insegnamento di Dio nella nostra vita, sia nelle scelte grandiose che in quelle quotidiane che spesso sono le più logoranti, perché sono piccole, perché non si vedono, perché le conosce solo Dio, e sono invece quelle le gemme più preziose che orneranno la corona di gloria che Dio ha promesso per tutti i suoi figli, come è scritto nel libro dell'Apocalisse.
Il Signore ci conceda di essere così docili alla guida dello Spirito da poter godere dell'amicizia di Dio e di poter sentire il sostegno di Maria.
Santa Maria, madre di Dio, prega per noi ora e nell'ora della nostra morte, amen.
Sia lodato Gesù Cristo.