Il mistero dell'Incarnazione
11-1-2009
1) Il mistero dell'Incarnazione non lo possiamo capire, lo possiamo intuire, ma lo possiamo senz'altro contemplare
2) Sappiamo che Dio esiste da sempre; ci è stato rivelato che Dio è amore
3) Dio fa esistere gli uomini con un progetto ben preciso: voglio farli esistere, ma non come delle semplici creature
4) Il Cristianesimo - unica religione nel mondo - dichiara che è possibile che Dio si faccia uomo senza smettere di essere Dio.
5) Ma Lucifero cominciò ad insinuare nel cuore, ma soprattutto nella mente di Adamo ed Eva la diffidenza, il dubbio
6) Nel frattempo Adamo ed Eva hanno cominciato a colonizzare la terra, poi arriviamo ai grandi eventi
7) Continuano a passare i secoli, quando finalmente a Nazaret, un angelo viene inviato a una ragazzina di 15/16 anni
8) Allora il Verbo di Dio che si fa uomo, dice: " Non è sufficiente prendere il corpo dell'uomo per salvare l'uomo, bisogna prendere anche la situazione".
9) Ora il mistero dell'Incarnazione qui raggiunge il suo apice.
10) Allora le conseguenze del mistero dell'Incarnazione ci coinvolgono. Da quel momento le conseguenze sono evidenti
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo Giovanni predicava: « Dopo di me viene uno che è più forte di me …….»
Omelia
Bene avete sentito, come avevo già accennato all'inizio della celebrazione Eucaristica, che con oggi si conclude il tempo di Natale e, quindi, noi ci aspetteremo ancora di meditare sul piccolo bimbo Gesù, tant'è vero che ancora abbiamo la statua di Gesù bambino che ce ne rammenta la sua venuta al mondo.
Ma il fatto che lui sia venuto al mondo fa parte di un disegno più ampio e che ha un nome importante, si chiama il mistero dell'Incarnazione.
Il fatto che Gesù sia venuto al mondo fa parte di questo mistero però non lo conclude, non semplicemente per il fatto che Gesù è nato, è diventato un piccolo bimbo, per dire: ecco l'Incarnazione è compiuta.
E no, l'Incarnazione ha avuto una lunga preparazione e ha delle lunghissime conseguenze; tant'è vero che le conseguenze vanno da Adamo ed Eva fino alla fine del mondo, sono abbastanza?
C'è n'è abbastanza di conseguenze?
Ma che cosa diciamo noi a proposito dell'Incarnazione?
Va bene l'Incarnazione è un mistero, non possiamo dire che lo possiamo capire, però lo possiamo contemplare, tutto ciò che non ci sta dentro l'intelligenza ci sta fuori, sta fuori dall'intelligenza quindi vuol dire che la possiamo guardare.
Magari non lo possiamo contenere perché capire deriva da capere, prendere, tenere stretto come il nodo scorsoio che si chiama cappio, è un nodo che ti tiene stretto, tu più cerchi di divincolarti più ti stringe.
Capire vuol dire questo: prendere un argomento e tenerlo stretto, possederlo, non ti sfugge più.
Allora, attenzione, il mistero dell'Incarnazione non lo possiamo capire, lo possiamo intuire, ma lo possiamo senz'altro contemplare.
E questo mistero dell'Incarnazione parte sicuramente da quando ancora gli angeli non esistevano, perché sapete Dio non è uno che improvvisa le cose, Dio è l'Onnipotente e l'Onnisciente, questo vuol dire che qualunque cosa che Dio fa ha un motivo, ma ha anche uno scopo; ha un motivo e uno scopo.
Sappiamo che Dio esiste da sempre; ci è stato rivelato che Dio è amore; se Dio è amore vuol dire che è donazione, tant'è vero che il Padre si dona al Figlio, il Figlio si dona al Padre, lo Spirito Santo è il dono reciproco ma anch'esso si dona continuamente al Padre e al Figlio, e quindi in questo circolo di amore che è una donazione, ad un dato momento Dio dice: « É troppo poco che solo noi possiamo goderci la felicità dell'amore - vuol dire un dono completo - dobbiamo far esistere delle creature, degli esseri che possano ricevere quanto vogliamo donare loro, cioè la felicità massima, la beatitudine ».
E quando Dio ha pensato di far esistere gli angeli, aveva già in mente che oltre agli angeli avrebbe anche fatto esistere l'universo materiale.
E uno potrebbe domandarsi: « Perché l'universo materiale? »
Certamente a Dio non serve l'universo, siete d'accordo con me?
Non vi vedo troppo convinti.
Perché Dio è più grande dell'universo, non ci sta neanche dentro.
L'universo sta dentro a Dio ma non Dio dentro l'universo, perché Dio è infinito l'universo no.
Allora se l'universo non serve a Dio, non serve neanche agli angeli perché il "luogo" in cui gli angeli vivono non è l'universo, è la gloria di Dio, il Regno dei Cieli.
Quindi gli angeli avevano bisogno dell'universo?
Hanno bisogno di mangiare, di bere, di dormire?
Quindi a loro l'universo non serviva, Dio ha bisogno di mangiare, bere, dormire?
A Lui non serve, perché ha fatto esistere l'universo?
Perché aveva già in mente di far esistere delle altre creature speciali, che nel Suo progetto, sarebbero state capaci di ricevere tutto l'amore.
E queste creature speciali noi le conosciamo sono gli uomini.
L'universo è tanto grande, e il mondo è tanto piccolo nei confronti dell'universo per quale motivo?
Perché i Cieli narrano la Gloria di Dio, e il firmamento ne annunzia la Sua opera, siete d'accordo?
Quindi i cieli e il firmamento ci dicono qualche cosa su Dio, Egli è infinito, è splendido, è perfetto, è maestoso, è misterioso, è incontenibile; semplicemente guardando il cielo stellato in una notte limpida.
Tutto questo lo può capire chiunque, non solo un cristiano, chiunque guarda il cielo e si rende conto delle perfezioni invisibili di Dio; guardando le perfezioni visibili vede quelle invisibili; è scritto così anche nella lettera ai Romani e nel libro della Sapienza.
Allora Dio fa esistere gli uomini con un progetto ben preciso: voglio farli esistere, ma non come delle semplici creature.
Nella mia idea - dice Dio - li voglio far partecipare alla mia vita divina, voglio che siano parte della mia famiglia; e quindi prima li farò esistere come creature e poi, dopo, eleverò, innalzerò alla mia altezza la loro fragilità, la loro debolezza, e li trasformerò da semplici creature diventeranno miei figli.
Come farò a fare tutto questo? Semplice, senza smettere di essere Dio mi farò uomo.
Questo è il concetto dell'Incarnazione, infatti tutti i cristiani, anche i protestanti e gli ortodossi, sanno, credono, dichiarano che l'Incarnazione vuol dire Dio senza smettere di essere Dio, si fa vero uomo.
E quindi c'è il mistero di Gesù il Cristo che è una persona con due nature. In Gesù Cristo c'è la natura divina?
Tutta la natura divina? Tutta!
Ma in Gesù Cristo c'è la natura umana, c'è il corpo, c'è la mente, c'è lo Spirito immortale.
Il mistero dell'Incarnazione fa sì che Dio si faccia uomo senza smettere di essere Dio, in più il Cristianesimo - unica religione nel mondo - dichiara che è possibile che Dio si faccia uomo senza smettere di essere Dio, e noi crediamo che Gesù Cristo sia Dio che si è fatto uomo.
Ora quando noi pensiamo all'Incarnazione dobbiamo vedere che c'è stata una lunga preparazione, perché Adamo ed Eva erano le prime creature con cui Dio stava legando, stava facendo un legame forte di affetto, ma anche gli angeli sono creature di Dio, siete d'accordo?
Sono creature, prima non esistevano, le ha fatte esistere Dio, e dato che sono delle creature personali, vuol dire che hanno anche loro una forma di libero arbitrio, che funziona diversamente che da noi, però anche loro hanno una possibilità di scelta, perché Dio non vuole che le sue creature siano degli schiavi, vuole che lo scelgano per amore, e così ha lasciato che anche gli angeli potessero scegliere se fidarsi di Lui o non fidarsi; non vuole coloro che le ubbidiscono per paura, vuole che lo seguano per amore, per fiducia.
Qui non lo sappiamo, però lo possiamo immaginare che Dio abbia fatto conoscere a tutti gli angeli qual'era il Suo progetto, e cioè: farò esistere gli uomini che sono delle creature personali come voi, però hanno anche il corpo e quindi sono limitati dal tempo, dallo spazio, dalle condizioni atmosferiche ecc… ecc…
E poi dirà: voglio che questi esseri partecipino della mia gloria, quindi li farò diventare miei figli, come il Figlio; Padre, Figlio e Spirito Santo, a tutti gli angeli sta dicendo questo Dio.
Miei figli come il Figlio, come farò a fare questo?
Semplice, mi incarnerò, senza smettere di essere Dio diventerò uno di loro, in questo modo innalzerò alla mia altezza tutte quelle creature deboli e fragili che sono gli esseri umani.
E quando Dio disse questo progetto a tutti gli angeli, ci fu silenzio in tutto il Paradiso, perché il progetto era non stravagante ma straordinariamente grande.
E la stragrande maggioranza degli angeli pur non capendo come sarebbe avvenuto questo, però avevano pensato di fidarsi di Dio.
Ma c'è ne fu uno che fu sconvolto da questo progetto di Dio, il più intelligente, il più luminoso, il più bello tra tutti gli arcangeli, che a un certo momento, accecato dalla sua intelligenza poiché aveva contemplato Dio e questa luce abbagliante e questa luce abbagliante aveva annebbiato la sua capacità di vedere le cose spirituali, cominciò a pensare: « Non posso accettare che la perfezione assoluta di Dio voglia mischiarsi alla debolezza e alla fragilità di quelle creature; perché Dio deve incarnarsi in quegli esseri?
Perché quegli esseri così deboli e così fragili, così limitati, così piccoli, con poca intelligenza, con poca furbizia ecc… devono avere questo privilegio di diventare Suoi figli?
Perché loro e non noi? Perché se Dio voleva proprio far parte di una creatura perché non ha scelto gli angeli?
Perché non ha scelto me? Non posso accettare un progetto che per me non è straordinariamente grande ma è solo stravagante, anzi non posso accettare un Dio che voglia fare una cosa così pazza; anzi non voglio avere nulla a che fare con questo Dio.
Io mi ritiro da un'altra parte; c'è qualcuno che la pensa come me? Venite con me! »
E così, alcuni, ingannati dai suoi sofismi - che vuol dire i ragionamenti contorti - si lasciarono condizionare da Lucifero, e si staccarono da Dio.
Da quel momento cominciò ad esistere l'Inferno; che non lo ha creato Dio, se lo sono fatti loro, han detto: « Qui comandiamo noi, non dipendiamo più da Lui ».
Ma Dio nonostante questo gran rifiuto, ha pensato di portare avanti lo stesso il suo progetto, d'altronde Dio voleva lasciare libere le Sue creature, che sono gli angeli, liberi di sceglierlo o di non sceglierlo.
Ad un dato momento cominciò ad esistere l'universo, poi secondo tutto quello che il progetto di Dio, si arriva al momento in cui crea l'uomo e la donna.
Con loro intesse dei legami di amicizia, di comunione ecc… ecc… e li pone nella situazione di fare il salto della fiducia, quello che Lucifero non aveva fatto: "Vi fidate di me?"
Ma Lucifero voleva dimostrare, a tutti i costi, di avere ragione lui, e quindi cominciò ad insinuare nel cuore, ma soprattutto nella mente di Adamo ed Eva la diffidenza, il dubbio, e con il dubbio è nata la divisione, la paura, la vergogna.
Adamo ed Eva si nascondono, dopo non essersi fidati di Dio; « Come, Lui non vuole che ci cibiamo dell'albero della conoscenza del bene e del male?
Perché? Allora sarà vero quello che dice il serpente; forse Lui ci vuole tenere succubi, forse Lui vuole continuare a dominarci, vuole far fare a noi quello che vuole Lui, non vuole veramente che noi facciamo parte della Sua vita, vuole solo dominarci. Ah sì?
Allora noi non ci fidiamo di uno che ci vuole ingannare, lo prendiamo l'albero della conoscenza del bene e del male ».
La diffidenza ha prodotto la divisione.
Si nascondono, e Dio li cerca: « Dove siete, vi siete nascosti? », continua a offrire loro la possibilità di ricostruire di nuovo la fiducia, ma essi invece di riconoscere si danno la colpa vicendevole: É stata lei… è stato il serpente » fatto sta, lo sapete molto bene, che Dio decide: « Questo non è più posto per voi, perché questo era il luogo della comunione, ma non c'è più comunione, c'è un baratro tra voi e me, perché ho cercato di ricostruire la pace, non l'avete accettata.
Quindi è meglio che andiate via da questo che è il luogo della comunione, perché non vi capiti anche di rubare dell'albero della vita. Però manderò a voi il salvatore ».
Questo salvatore, che poi noi sappiamo benissimo chi era, sicuramente si sarebbe incarnato lo stesso anche se Adamo ed Eva non avessero fatto il peccato originale, perché?
Perché se il progetto di Dio era quello di avere dei figli, l'unico modo perché l'umanità fosse figlia di Dio era che Dio si facesse uomo.
In questo modo l'uomo diventava capace di accogliere tutto l'amore di Dio, perché entrava nell'uomo la natura divina.
Il progetto di Dio non è stato abbandonato, però ha avuto degli sviluppi che hanno prolungato e sviluppato in maniera diversa l'andamento delle cose, perché nel frattempo Adamo ed Eva hanno cominciato a colonizzare la terra, ci sono stati i grandi Patriarchi, e poi arriviamo ai grandi eventi: la Torre di Babele in cui gli uomini imparano: non siamo noi che arriviamo verso Dio, ma è Dio che si china verso di noi.
E poi abbiamo le ribellioni che provocano i disastri, ecco il Diluvio universale, e dopo ne passano ancora di secoli prima che arrivi Abramo, e dopo Isacco, e dopo Giacobbe, tutti i figli di Giacobbe il cui ultimo figlio Giuseppe viene venduto come schiavo, va in Egitto, dopo molte vicende diventa vice-re, e poi dopo fa sì che i suoi fratelli con le loro famiglie possano trasferirsi in Egitto, passano ancora 400 anni; e in quei 400 anni le situazioni cambiano, gli ebrei diventano schiavi, finalmente arriva Mosè « il salvato dalle acque ».
Mosè, con tutte le sue vicende, finalmente riesce a portare via il popolo.
Dio concede le Sue leggi; comincia a dire: « Beh adesso cominciamo a mettere in ordine le cose: io sono Dio e voi no, perché finche voi non sapete che non siete Dio, continuerete a pensare di essere Dio, quindi io non potrò mai venire ad abitare dentro di voi, perché tanto voi non mi fareste posto.
Io sono Dio e voi no, e queste sono le regole che ci permetteranno di andare d'accordo: non avrai altri dei di fronte a me ecc… ecc… ».
Vitello d'oro, ribellione, dopo 40 anni finalmente rientrano nella terra promessa.
Sembra che tutto stia andando per il verso giusto e invece ancora Dio non si fa uomo.
Nel frattempo ci sono i re, ci sono i profeti che dicono: « Popolo che cosa stai facendo, non vedi che Mosè ti ha dato le sue leggi, tu non obbedisci a Dio »; cominciano le guerre, cominciano i disastri, le invasioni, la cattività Babilonese, la deportazione ecc… ecc… e i profeti, giudici, i personaggi spirituali importanti dicono: « Ecco popolo tutto questo ti accade perché tu non sei fedele alla promessa di Dio ».
Continuano a passare i secoli, quando finalmente una volta, in un piccolo villaggio del nord a Nazaret, un angelo viene inviato a una ragazzina di 15/16 anni, a cui dice: « Accetti? » e lei risponde: « Chi sono io per impedire il progetto di Dio? A me basta sapere che è il Suo progetto. Avvenga di me secondo la tua parola ».
L'angelo partì da lei e il Verbo si fece carne, in quell'istante.
Poi ci ritroviamo, qualche mese dopo, a Betlemme e vediamo qui la rappresentazione di Gesù bambino nato che è vero Dio e vero uomo.
Qualcuno direbbe: « Ecco il mistero dell'Incarnazione ».
Un attimo; non avere tanta fretta, perché il mistero dell'Incarnazione è più grande di semplicemente il fatto che Gesù sia venuto al mondo, perché se il progetto era di portare l'umanità all'altezza di Dio, non è sufficiente prendere un corpo umano per portare l'umanità all'altezza di Dio, siete d'accordo con me?
Perché la persona umana non era più come Dio l'aveva creata, ma si trovava in una condizione e una situazione diversa.
Quando Dio ha creato l'uomo esso si trovava in una certa condizione nei confronti di Dio: in comunione con Dio.
Tant'è vero che Dio passeggiava nel giardino dell'Eden e chiacchierava con Adamo ed Eva - secondo un'immagine poetica che è consueta nella spiritualità biblica dell' A.T - non c'era divisione tra Dio e uomo, Dio comunicava all'uomo, e l'uomo comunicava a Dio, ma poi c'è stata la diffidenza, il peccato originale, una grande ribellioni, e quindi la condizione dell'essere umano non era più la condizione dell'essere umano appena creato, era la condizione dell'essere umano schiacciato dalla diffidenza, schiacciato dal peccato; quindi la condizione è quella di schiacciato sotto il peso del peccato, la situazione di distaccato da Dio.
Allora il Verbo di Dio che si fa uomo, giustamente, dice: « Non è sufficiente prendere il corpo dell'uomo per salvare l'uomo, bisogna prendere anche la situazione e la condizione » Giusto?
Dice Gesù: « Come faccio a prendere la situazione degli uomini?
Io non mi ribello mica a Dio Padre, gli voglio bene, quindi io non faccio peccati.
Come faccio io ad essere nella condizione di distaccato da Dio, che invece io non sto distaccato da Dio mio Padre, perché parlo con Lui, gli voglio bene ecc… ecc…?
Allora dato che io non posso peccare per sentirmi parte dell'umanità, non farò dei peccati miei ma prendo i peccati di tutti gli uomini.
Non sono i miei, prendo quelli degli altri. Li prendo tutti su di me.
E così prendendo tutti i loro peccati mi prendo anche tutti gli uomini.
In più io non mi distaccherò mai da Dio, piuttosto morirò, ma da Lui non mi distaccherò mai.
E quindi se io resterò attaccato a Dio, anche tutti gli uomini che ho preso con me prendendo tutti i loro peccati, non si staccheranno più da Dio.
Come potrò farlo? Semplice, c'è il mio parente Giovanni, che al Giordano sta battezzando, e che cosa sta dicendo? »
Giovanni dice a tutta la gente: « Razza di vipere, come osate pensare di essere fedeli a Dio voi che avete tradito tutte le Sue aspettative.
Dio che ha fatto delle Alleanze, che si aspetta tante cose da voi, che vi ha protetti in ogni caso, voi con la vostra vita non fate altro che far vedere che di tutte le alleanze di Dio a voi non interessa niente ».
E la gente diceva: « Però, è vero, ha ragione, cosa dobbiamo fare Giovanni? »
« Pentitevi, poi immergetevi in quest'acqua del Giordano; il significato è questo: siete zozzi, siete pieni di sudiciume, il peccato, la ribellione nei confronti della legge di Dio è il vostro sudiciume.
Immergetevi in quest'acqua per dire: non voglio più essere partecipe del peccato, mi lavo, lo lascio andare via.
Uscirete fuori puliti pronti per ricominciare una vita fedele a Dio ».
E tutta la gente convinta « Sì. Faremo proprio così » e vengono a farsi battezzare da tutto Israele.
Ma un giorno arriva Gesù. E Giovanni sapeva, era suo parente: « Come tu qui? » e Gesù: « Lascia, deve compiersi ogni giustizia » cioè: è giusto fare questo perché attraverso questo arriverà la salvezza, la giustificazione a tutti gli uomini.
E così l'Agnello immacolato, candido più della neve, s'immerge nel sudiciume del fiume Giordano dove ognuno aveva lasciato i propri peccati, simboleggiando tutti gli uomini da Adamo ed Eva fino alla fine del mondo.
L'Agnello immacolato s'immerge, e quando ne esce fuori, lui è pieno del peccato ma l'acqua è tornata limpida, se l'è preso tutto su di sé.
Non c'è tempo neanche di dire una parola che subito lo Spirito Santo scende, con la Sua consacrazione e trasforma tutto.
Lo Spirito Santo agisce, scende su di Lui in forma di colomba.
Perché colomba? Perché dopo il Diluvio universale è stata una colomba ad annunciare che Dio aveva fatto la pace con l'uomo, e quindi era chiaro, il messaggio era evidente, lo Spirito si manifesta come colomba per dire: Dio sta facendo la pace con te o uomo.
Subito dopo quando lo Spirito scende con la Sua potenza ha fatto qualche cosa, ha trasformato qualche cosa, perché Gesù che ha preso su di sé tutti gli uomini da Adamo ed Eva fino alla fino del mondo, unto di Spirito Santo sente Dio Padre che dice: « Tu sei il figlio mio prediletto », non eletto - questo lo dirà sul monte Tabor per dire che è l'unico - qui invece dice prediletto ovvero colui al quale io ho pensato da prima che tu esistessi; quindi è chiaro che si sta rivolgendo all'umanità, e sta dicendo a Gesù il vero uomo, quello perfetto, e a tutti coloro che Lui si era preso su di sé, immergendosi nel Giordano, sta dicendo: « Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato. Mi compiaccio di vedere, che finalmente, il mio progetto si sta realizzando ».
Ora il mistero dell'Incarnazione qui raggiunge il punto più alto, perché tutto quello che Dio doveva fare per l'Incarnazione raggiunge il suo apice.
Da quel momento inizia il Nuovo Testamento e la Redenzione.
Dio si è fatto uomo, dicono i Padri della Chiesa - mi pare S. Giovanni Crisostomo - perché l'uomo possa partecipare alla divinità.
E da quel momento ci sono le conseguenze. Le conseguenze nelle quali tu e io, siamo interpellati.
Conseguenze che durano fino alla fine del mondo, perché quello che Dio doveva fare l'ha fatto per portarci al Suo livello, ora tocca a noi rispondere a Lui per vedere se stiamo ricevendo questo Suo livello.
Ora la riflessione è tanto semplice, che sembra banale, se Dio per la potenza dello Spirito Santo ci ha fatti essere Suoi figli, e lo siamo realmente dice la Scrittura nel N.T., cosa vuol dire che se noi siamo Suoi figli Lui è nostro padre; se dunque è nostro padre ci sono delle relazioni che intercorrono tra padre e figlio, che tipo di relazioni ci sono, ossia che cosa, giustamente, un figlio può aspettarsi da un padre o da una madre?
Ci possiamo aspettare comprensione, vicinanza, affetto, guida, luce, protezione e via di seguito.
Però vale anche il discorso inverso: che cosa un padre o una madre si possono aspettare da un figlio?
Di essere ascoltati, accolti, interpellati, amati, rispettati, coinvolti ecc. ecc… ora la riflessione è tanto banale e tanto evidente, se noi riusciamo a capire che in una relazione normale tra genitori e figli dovrebbe esserci questa situazione, che cosa c'impedisce di pensare che la medesima situazione, facendo le debite proporzioni, non debba valere anche nei confronti di Dio?
Dio può aspettarsi dai suoi figli amore, rispetto, considerazione, ascolto ecc… ecc… può aspettarselo?
Ha diritto di aspettarselo? È giusto che se lo aspetti?
Allora le conseguenze del mistero dell'Incarnazione ci coinvolgono, in quanto noi siamo chiamati adesso a farci questa domanda: « Se ci hai fatti essere tuoi figli, noi nei tuoi confronti stiamo costruendo una relazione da figli? » perché se no l'Incarnazione per noi non produce gli effetti dell'Incarnazione; Dio continua ad essere là, noi continuiamo ad essere qua.
Allora al termine di questo lungo itinerario, che ci ha aiutato a gettare qualche debole sprazzo di luce su questo mistero sconvolgente, la Parola del Signore oggi ci invita proprio a questo: a considerare in che modo il nostro Battesimo è considerato per noi vero miracolo che ci ha fatti essere figli di Dio.
In che modo stiamo costruendo il nostro essere figli di Dio; in che modo stiamo permettendo a Dio di essere nostro Padre, perché da questo dipende tutto il resto.
La Redenzione poi, è questione di Gesù Cristo che per le Sue piaghe ci ha salvati, ha preso su di sé il peccato e ha detto: « Brutto peccato, adesso ti uccido e ti porto via, come farò ad ucciderti?
Muoio io, tanto poi risorgo, io sono la via, la verità e la vita.
Lascerò nel luogo della morte il peccato e risorgo, perché tutti quelli che sono con me saranno morti al peccato e risorti alla vita nuova ».
Capite che già tutto è accaduto, è già tutto accaduto.
È come se l'arcangelo Gabriele venisse anche di fronte a noi, a presentarci questo scenario incredibilmente vasto, che ho cercato con deboli forze di condividere con voi e dicesse: « Accetti? » come disse a Maria, e lei umilmente, ma saggiamente, disse: « Avvenga di me, non quello che io ho capito, ma quello che tu hai detto ».
Allora se noi siamo saggi non è importante dire a Dio avvenga di me quello che ho capito di tutto questo progetto straordinariamente grande, ma sull'esempio di Maria Immacolata vogliamo imparare a dire: « Avvenga di me quello che è il Tuo progetto. Chi sono io per impedire il Tuo progetto su di me? ».
Da quel momento le conseguenze sono evidenti, la fiducia si ristabilisce, la paura svanisce, e la vita viene affrontata con più serenità; non sarà priva di difficoltà perché la Creazione stessa geme come le doglie del parto, direbbe S. Paolo nella lettera ai Romani, e noi siamo inseriti in questa situazione, però siamo anche diversi; Dio da un gatto o da un canarino non si aspetta quello che si aspetta dai figli, vero?
Voi dai vostri figli vi aspettate molto di più di quello che vi aspettate dagli estranei, è giusto?
Perché per Dio non dovrebbe essere la stessa cosa?
Se siamo suoi figli ha stima di noi, e da noi si aspetta di più, perché sa che possiamo dare di più, possiamo essere di più, possiamo coinvolgerlo di più.
Signore ci hai fatto giungere nel profondo del nostro cuore la parola di tuo Padre, che oggi dice a noi: « Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto ».
Ti chiediamo di infondere in noi la potenza dello Spirito Santo affinché davvero il Padre, guardando il nostro volto, possa essere compiaciuto di ciascuno di noi.
Sia lodato Gesù Cristo.