Trasfigurazione

8-3-2009

Don Mauro Agreste

Indice

1) C'è una parola che si ripete due volte. E la parola è: solo
2) Li porta su un monte alto, vuol dire che il Signore vuole che si stacchino da tutti i soliti impegni.
3) Come mai Gesù si è trasfigurato?
4) "Satana sta per vagliarvi, ma tu una volta superato questo periodo, conferma i tuoi fratelli"
5) Se Pietro, Giacomo e Giovanni, non fossero stati preparati prima, attraverso la Trasfigurazione del Signore, non avrebbero capito niente della croce
6) Chi vuol seguire Gesù Cristo non può, semplicemente, vivere le sue sofferenze
7) Prendiamo esempio dai grandi santi: Santa Teresina di Lisieux offriva a Dio le cose piccole
8) Allora la nostra saggezza potrebbe essere questa

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo Gesù prese con sé, Pietro, Giacomo e Giovanni, e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro ……

Omelia

1) C'è una parola che si ripete due volte. E la parola è: solo

C'è una parola che si ripete due volte in questo brano del Vangelo, che abbiamo appena ascoltato.

E la parola è: solo, oppure nel plurale soli.

La prima volta si riferisce ai tre apostoli, la seconda volta si riferisce a Gesù.

Come mai c'è questa sottolineatura della solitudine?

Non sarà forse, che dato nella Scrittura non c'è nulla per caso e quello che troviamo scritto non è messo così come viene, ma è tutto ispirato dallo Spirito Santo, questo vuole anche dire che la scelta di questa sottolineatura, ha qualche cosa da insegnare a ciascuno di noi.

Allora sentite un po' la descrizione: « Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli ».

Poi c'è tutta la trasfigurazione, e subito, guardandosi attorno, non videro più nessuno se non Gesù solo con loro.

Sicuramente questa descrizione, che è contenuta in queste due affermazioni, potremmo chiamarla due pilastri, ha qualche cosa da dirci.

Incontrare la presenza del Signore è una cosa possibile, ma bisogna essere soli.

E quando si dice soli, non si dice solo male accompagnati - meglio soli che male accompagnati - si dice la decisione di lasciare da parte tutto il resto.

Mica di disprezzarlo, però di avere il coraggio di metterlo da parte, infatti sentite: « Li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli ».

Allora il monte alto sappiamo essere il Monte Tabor.

Qualcuno di voi può essere stato in Terra Santa, magari anche essere salito sul Monte Tabor, ricorderete facilmente che per quei monti è un monte alto, tanto per intenderci il Monte Tabor sarà più o meno alto come Superga, che lo chiamiamo colle anche se supera i 600 metri, ed è già un monte.

2) Li porta su un monte alto, vuol dire che il Signore vuole che si stacchino da tutti i soliti impegni. Anche Dio quando s'incontra con te mette da parte tutto il resto

Allora dire che li porta in un luogo appartato, e li porta su un monte alto, vuol dire che il Signore vuole che si stacchino da tutti i soliti impegni, da tutte le cose in cui sono coinvolti quotidianamente.

Lui li prende e li porta con sé.

E quando li porta con sé fa in modo che siano distaccati da tutto ciò che, di solito, li impegna quotidianamente.

Poi Gesù manifesta lo splendore della sua gloria.

Insieme con Lui appaiono Mosè ed Elia - che rappresentano la Legge e i Profeti - e quando è finita questa teofania - cioè la manifestazione di Dio - di nuovo c'è questo: « non videro più nessuno se non Gesù solo con loro ».

Ma allora c'è il doppio movimento.

Anche Dio quando s'incontra con te mette da parte tutto il resto.

È una cosa particolare che noi non riusciamo ad intendere fino in fondo, perché Dio riesce a fare questa cosa, nello stesso istante, anche per sette miliardi di persone.

Dio è capace di mettere da parte la sua stessa gloria, per stare con noi da solo, il che vuol dire che tutta l'attenzione di Dio è rivolta a noi; tutta la volontà, tutta l'azione, tutta la provvidenza di Dio è rivolta, benevolmente, perché Dio è accolto.

Allora c'è un duplice movimento, evidentemente il Signore dice: « Staccatevi dalle solite vostre occupazioni, che possono essere importanti o anche straordinarie, però per stare con me dovete avere il coraggio di mettere da parte le altre cose.

Innalzatevi, lasciate le cose di tutti i giorni a valle, voi salite la santa montagna e cercatevi un luogo appartato - vuol dire un luogo accogliente, un luogo riservato, un luogo tranquillo - dove tutta la vostra attenzione possa essere dedicata a me ».

E la risposta è: « Anch'io nella mia infinita gloria, che vi faccio assaggiare, vi testimonio che quando voi siete lì per me, io lascio tutto per voi ».

Dunque questo è il primo livello di linguaggio che il Signore usa, per farci capire quanto Lui tenga alla nostra confidenza.

Non ci pensiamo; noi pensiamo che la preghiera sia semplicemente òe formile ecc… ma le formule senza la confidenza interiore, sono nient'altro che delle filastrocche.

Dobbiamo prestare molta attenzione perché la nostra preghiera non si trasformi in una cantilena o in una filastrocca, siete d'accordo con me?

È tanto facile, tante persone, specie i giovani, ad un certo momento si scontrano con questa realtà, perché dentro di sé i giovani dicono: « Ma come l'incontro con il Signore deve essere un qualche cosa di autentico, cosa sono tutte queste parole bla, bla, bla… se io debbo parlare con il Signore gli voglio dire quello che ho io nella mia mente ».

Hanno ragione? Hanno ragione!

Però, lo svolgersi della vita, farà conoscere per tutti il gusto delle parole.

Non solo la possibilità di esprimere sé stessi, ma anche di trovare nelle parole che conosciamo una ricchezza di secoli, che riempie quelle parole di amore di ogni generazione.

Ebbene ognuno deve fare il suo itinerario, deve essere capace anche di rispettare i propri tempi di crescita, di maturazione e di esperienza.

3) Come mai Gesù si è trasfigurato? Sta molto a cuore al Signore che questi capiscano che si sta preparando un tempo difficile

C'è un altro aspetto da considerare, ed è questa domanda: come mai Gesù si è trasfigurato, mica glielo avevano chiesto?

In fondo Gesù aveva già chiesto ai suoi discepoli: « Ma la gente chi dice chi io sia? ».

E chi diceva Elia ecc… ecc… Pietro disse: « Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente » e il Signore gli da subito il mandato: « Io ti dico tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. E le porte degli inferi non prevarranno contro di essa, a te do le chiavi del Regno dei Cieli ».

Subito dopo Gesù dice: « Ecco, il Figlio dell'Uomo sta per essere imprigionato, sarà molto riprovato dagli anziani ecc… ecc… fino alla morte. Al terzo giorno risusciterà ».

Subito Pietro interviene e non si rende conto che in quel momento il nemico di Dio gli sta suggerendo delle cose sbagliate.

E Gesù sgrida non Pietro, come qualche predicatore superficiale dice, non sta sgridando Pietro, sta sgridando lo spirito diabolico che sta suggerendo a Pietro delle cose sbagliate e dice: « Vede retro Satana perché tu non pensi come Dio, pensi come il mondo ».

Non sta dunque umiliando Pietro, lo sta liberando da una vessazione diabolica, è una forma di esorcismo che Gesù fa in quel momento, in quell'istante.

Intanto Gesù aveva, dunque, annunciato in più occasioni, anche prima di questo brano di Vangelo di Marco, Gesù aveva già detto ali suoi discepoli che egli avrebbe dovuto molto soffrire.

Ma questa Sua affermazione non era stata capita, infatti non era neanche stata recepita; nessuno diceva niente, si facevano delle domande ma non riuscivano a capire.

Insomma vedevano Gesù che predicava, i ammalati guarivano, gli indemoniati venivano liberati; mica è possibile che con un successo di questo genere l'epilogo sarà la morte.

Quindi le hanno sentite queste parole ma non le avevano ascoltate.

E allora perché Gesù si trasfigura davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni?

In fondo Lui aveva già annunziato che sarebbe morto

L'ultima frase di questo brano del Vangelo riprende lo stesso concetto.

Evidentemente sta molto a Cuore al Signore che questi capiscano che si sta preparando un tempo difficile.

« Essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti ».

Infatti Gesù aveva detto di non raccontare a nessuno quello che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'Uomo fosse risuscitato dai morti.

Quindi Gesù dice: « Guardate che io devo morire, e devo morire prima di voi; tant'è vero che questa cosa, che avete visto oggi, non la dovrete dire a nessuno fin dopo la risurrezione dai morti.

Io morirò prima di voi e voi ci sarete ancora, e dovrete dirlo quello che avete visto; ma non prima della risurrezione ».

Quindi Gesù capisce molto bene che sta facendo di tutto, per preparare i Suoi apostoli a un momento terribile, che loro neanche sospettano.

In realtà sappiamo molto bene come tempo dopo, Gesù sarà imprigionato, sarà flagellato e sarà crocifisso.

E Gesù continua la Sua opera di preparazione, gli eventi, man mano, si spostano, si muovono, e gli apostoli e i discepoli si rendono conto che c'è dell'avversione nei confronti di Gesù, però non si rendono conto fino a questo punto, fino a quale punto tutto questo sta avvenendo.

Gesù entra in Gerusalemme a dorso di asino e tutti gli fanno osanna, quindi erano ben lontani da pensare a quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni.

4) "Satana sta per vagliarvi, ma tu una volta superato questo periodo, conferma i tuoi fratelli"

Ma Gesù li sta preparando.

A Pietro, poco prima, dirà: « Satana sta per vagliarvi, ma tu una volta superato questo periodo, conferma i tuoi fratelli ».

Gli sta dando un altro compito, che è il compito tipico di Pietro e di tutti i successori di Pietro, cioè quello di custodire la rettitudine della fede.

Il compito di Pietro, il Potere delle Chiavi vuol dire questo: custodisco la rettitudine della fede; a tutti i miei confratelli vescovi confermo il cammino, e gli dico che questo è giusto, quello non è giusto.

Gesù li stava preparando e glielo ha detto: « Satana sta per vagliarvi ».

Poco tempo dopo Gesù viene imprigionato.

Pietro terrorizzato, di fronte a una serva dice: « No, no, non conosco ».

Giacomo, parente del Signore, sarà il primo vescovo di Gerusalemme, e anche lui dovrà dare la sua suprema testimonianza, anche lui fu tragicamente ucciso perché seguace di quel Gesù di Nazaret.

Giovanni è l'unico dei tre, anzi dei dodici, che non sarà chiamato a versare il suo sangue ma a versare il suo tempo, dopo anche aver conosciuto l'esilio e la prigionia; a dover assistere al passaggio di un'epoca.

Non è sempre facile, me lo dicono in tanti, quando una persona vive lungamente al termine della sua esistenza dice: « Io mi trovo a vivere un'epoca che non è più la mia, perché tutte le persone che ho conosciuto, sono già dall'altra parte.

Che ci sto a fare io qui? Quindi mi trovo a cavallo tra le due realtà, tutto il mio futuro è già dall'altra parte, tutto il mio passato è già dall'altra parte, e io sono ancora qui nel presente, carico di ricordi, ma senza più nessun aggancio alla realtà ».

É vero che può succedere? L'avete sentito dire anche voi?

Quindi Giovanni ha dovuto offrire questo tipo di testimonianza: la perseveranza, la capacità di essere presente e fedele.

Pietro si trova a dover confermare il collegio degli apostoli, dopo la Passione, è stato qualcosa di terrificante, è stato qualche cosa di così spaventoso che essi si sono dileguati tutti, uno è andato addirittura a togliersi la vita - quello che l'aveva tradito - tale era stato lo sconvolgimento di quello di cui stavano assistendo.

Quanti di voi hanno visto il film The Passion, che parla delle ultime ore di vita del Signore, al di là dei commenti, a volte anche fuori luogo delle persone che dicono: è troppo crudo.

È troppo crudo finché vuoi, però ricordati che è quello che è successo, e quindi non è che lo spettacolo a cui la Madonna, Maria di Magdala, Giovanni, e tutti gli altri discepoli e anche apostoli, sparsi in giro, guardavano da lontano; quello che era appeso sulla croce non era mica un Gesù così sereno, come lo vedete in questo Crocifisso e in altri, sembra che sia felice di stare lì, l'avete visto?

Ma questa è solo una rappresentazione fatta apposta per suscitare sentimenti di fiducia; la realtà è ben altra, molto più terrificante.

In realtà il Signore Gesù nella Sua suprema testimonianza, non era così, era un pezzo di carne viva maciullata e appesa sulla croce. Posso contare tutte le mie ossa, diceva Isaia.

Ed era vero perché il flagello che usavano i Romani era fatto apposta per strappare via la carne dal corpo, quindi le ossa si vedevano e si contavano.

5) Se Pietro, Giacomo e Giovanni, non fossero stati preparati prima, attraverso la Trasfigurazione del Signore, non avrebbero capito niente della croce

Se Pietro, Giacomo e Giovanni, non fossero stati preparati prima, attraverso la Trasfigurazione del Signore, non avrebbero capito niente della croce.

Quindi una chiave d'interpretazione della Trasfigurazione potrebbe anche essere questa:il Signore prepara i Suoi discepoli e apostoli, al supremo momento della prova, perché la croce senza la luce della Resurrezione diventa fine a sé stessa, incomprensibile, non comunica più niente.

La croce non è la fine di tutto, è il mezzo della vittoria.

La croce è la manifestazione dell'amore del Signore; non è solo riparare i cocci rotti a causa della ribellione del peccato originale, la croce da sola spaventa e annienta, tant'è vero che alcune persone un po' superstiziose dicono il Signore mi ha dato una croce, tanto per dire una cosa opprimente e che chiunque rifiuterebbe.

È evidente, se ci fermassimo alla croce avrebbe avuto ragione quel musulmano provocatore che diceva dei Cristiani: « Adoratori di quel cadaverino appeso sulla croce ».

Ve lo ricordate? Ma noi non stiamo adorando un cadaverino appeso sulla croce, noi stiamo adorando Colui che per quella croce ci ha resi liberi, e ha distrutto, su quella croce, il potere della morte, perché ha imprigionato la morte e se l'è trascinata giù agli inferi, e l'ha lasciata lì, e Lui è uscito fuori vittorioso.

Senza la resurrezione di Cristo, dice ancora San Paolo, la nostra fede sarebbe vana.

Senza la resurrezione di Cristo la croce sarebbe incomprensibile e non sarebbe neanche redenzione ma solo oblazione, perché la Redenzione non è solo oblazione e vittoria, la vittoria sul peccato e sulla morte; allo stesso modo poiché non esiste nessuna persona, sul globo terrestre, che sia esente dalla sofferenza, allora questo itinerario si può applicare anche a ciascuno di noi, cioè a dire, anch'io vivo dei tempi di sofferenza, delle situazioni di sofferenza, chiamiamole le croci, infatti Gesù le ha chiamate così: « Prendete su di voi la vostra croce. Chi non rinnega sé stesso e non prende la propria croce e viene dietro di me non è degno del Regno dei Cieli ».

Quindi il Signore ci dice: « Prendete la vostra croce».

La croce è la nostra situazione di persone che vivono sulla terra, dove il peccato la fa da padrone, con tutte le sue conseguenze: gelosie, invidie che producono risentimenti ecc… ma anche malattie, morte, peccati ecc…

Ora tutto questo ci spinge a questa riflessione: il Signore ha portato sulla croce tutti i peccati, di tutti gli uomini, di tutti i tempi, è ha distrutto il potere del peccato che è la morte, « Dov'è o morte il tuo pungiglione? », ve lo ricordate?

Però anch'io vivo la mia quotidianità, la mia dose di fatica, di sofferenza, di pensiero, di preoccupazioni, di malattia ecc… che cosa fare?

Se già Gesù ha preannunciato la vittoria affinché Pietro, Giacomo e Giovanni fossero forti nell'ora della prova, e gli ha fatto capire che quella croce non sarebbe stata la fine di tutto, ma sarebbe stato il passaggio obbligatorio; allora la stessa cosa vale per chiunque dica di voler seguire Gesù Cristo.

6) Chi vuol seguire Gesù Cristo non può, semplicemente, vivere le sue sofferenze, ma deve viverle già con l'occhio della vittoria. Bisogna imparare ad offrirle.

Chi vuol seguire Gesù Cristo non può, semplicemente, vivere le sue sofferenze, ma deve viverle già con l'occhio della vittoria; come?

In maniera molto semplice: tutte quelle che sono le tue sofferenze, le tue privazioni ecc… non basta sopportarle.

Bisogna imparare ad offrirle.

Perché di fronte alla sofferenza ci sono almeno due reazioni:

1) subirle, e quindi ribellarsi;

2) accettarle, e dunque offrirle.

Mi sembra quasi superfluo dirlo ma è evidente che il Signore si aspetta da ciascuno di noi, che accetti la propria situazione e sia capace di offrirla, solo in quel caso diventa una cosa preziosa, se no è sprecata.

Allora, io ti dico: sii furbo, sii saggio, è inutile non perdere tempo per andare davanti al Signore quando c'è qualche cosa che non va, ha dirgli: « Perché? », non andare a perdere tempo per chiedergli spiegazioni, se no il Signore potrebbe anche apparirti di fronte, come si trovava dopo la flagellazione, senza dirti altro ti direbbe: « Perché? Mica avevo colpa io. »

Allora è una perdita di tempo ed è pericoloso andare davanti a Dio, e puntargli il dito dicendo: perché?

Ed è anche una stupidaggine perché sprechi tutte le occasioni che hai.

La situazione più saggia è quella di accettare, non vuol dire subire, non vuol dire andare a cercare la sofferenza, non vuol dire crogiolarsi nel dolore, e non vuol dire debba essere una situazione in cui uno non cerca altro che procurarsi delle sofferenze.

No, ma vuol dire, concretamente, nella situazione quotidiana, essere capaci di vivere quello che siamo, con un animo sufficientemente distaccato da noi stessi.

Non sempre io, io, io, io là, io su, io giù, io sono buono, io non me lo merito …

No basta, distaccati un po' da te stesso, e quello che ti opprime rendilo prezioso; raccoglilo, mettilo in uno scrigno prezioso e poi di al Signore: « Ti offro questo, te lo do. Queste privazioni, questa sofferenza, poteva essere un motivo di ribellione, invece ne voglio fare un'offerta ».

7) Prendiamo esempio dai grandi santi: Santa Teresina di Lisieux offriva a Dio le cose piccole

Prendiamo esempio dai grandi santi, mi viene in mente la Santa Teresina di Lisieux, la quale non era capace di fare delle grandi offerte al Signore, come invece facevano le sue consorelle che il quel monastero di clausura seguivano una spiritualità giansenista, cioè una spiritualità che vedeva Dio più giudice che non padre amorevole, e quindi bisognava fare di tutto per placare l'ira di Dio.

E tutte facevano grandi penitenze ecc… perché Dio doveva essere placato.

Lei ci provava, ma non ci riusciva; e allora offriva a Dio le cose piccole, quelle piccolissime.

E poi scoprì che proprio questo era il segreto per una grande strada di santità, e allora nel colmo dell'estate, quando c'era tanto caldo, lei si avvicinava alla fontanella, lei aveva molta sete, magari metteva il dito sotto l'acqua fresca, sentiva che era invitante e piacevole: « Non bevo! Bevo fra mezz'ora. E nello stesso tempo ti offro, o Signore, questa sete per un missionario, in qualche parte del mondo, che sta patendo la sete in questo momento ».

Morta dentro al monastero, mai uscita, dottore della Chiesa, Patrona delle Missioni.

Oppure che cosa dire, più vicino a noi di Santa Maria Mazzarello.

Anche lei da origine ad un laboratorio per l'educazione della giovani che vogliono consacrare sé stesse al servizio di Dio.

Poi, dopo, incontrerà Don Bosco, ma il suo stile non cambierà, e lei era solita offrire al Signore piccoli gesti di amore, fino al punto di dire alle sue sorelle: « Guardate anche una gugliata di ago può diventare un atto di amore per Dio; da donare a Lui. »

E allora, per coronare questa carrellata, non possiamo fuggire dall'intelligenza, dalla furbizia di Maria SS.

Ne ho parlato con qualcuno, non mi ricordo più con chi, però vorrei sottolineare questo fatto: la Madonna non solo era intelligente, era anche furba nel senso buono del termine, perché quando l'angelo andò da lei e le prospettò tutto quello che Dio si aspettava - « l'Altissimo ti coprirà con la Sua ombra » - ha dato una spiegazione teologica perfetta e assolutamente grandiosa, e non sappiamo che cosa Maria, in quel momento, abbia capito, però capiamo che non aveva capito tutto.

Aveva capito solo la cosa più importante: che quella era la volontà del Signore.

Allora l'intelligenza delle persone, talvolta, si manifesta anche con l'abbandono,con la fiducia e la furbizia.

Perché quando tu hai capito che quella è la strada del Signore, anche se non hai capito come funzionerà, la tua intelligenza, la tua fede e la tua furbizia, messi insieme ti fanno anche dire quel che ha detto la Madonna: « Chi sono io per impedire a Dio di fare il Suo progetto? Sono la serva del Signore.

Avvenga di me quello che Tu hai detto » che vuole anche dire: avvenga di me non quello che io ho capito, che è poco, avvenga quello che Tu hai detto.

Perché quello che Tu hai detto è il progetto di Dio, che è infinito ed è quindi molto più grande di quello che io sono in grado di capire.

8) Allora la nostra saggezza potrebbe essere questa: la croce di Cristo può turbare, le nostre croci possono essere pesanti, né quella, né le nostre possono essere capite senza la luce della vittoria di Cristo che è la Risurrezione

Allora la nostra saggezza potrebbe essere questa: la croce di Cristo può turbare, le nostre croci possono essere pesanti, né quella, né la nostra possono essere capite senza la luce della vittoria di Cristo che è la Risurrezione.

Come possiamo guardare a Colui che hanno trafitto, facendone lutto, come lutto di un figlio primogenito, e avendo orrore di quello che vediamo appeso sulla croce, così possiamo essere orripilanti e stufati dalle nostre croci quotidiane, magari ripetitive, magari opprimenti, magari logoranti; ma né quella né la vostra saranno mai accettate e offerte se non alla luce della risurrezione di Cristo, perché la risurrezione di Cristo vuol dire vita e vita in abbondanza; vuol dire vittoria e vittoria piena, persino vittoria su noi stessi.

Quindi tutto ciò che si oppone alla nostra serenità invece di essere uno scandalo, cioè un inciampo che ci spinge alla ribellione, può diventare una meravigliosa occasione per dimostrare che noi siamo già morti con Cristo, e siamo già risorti con Lui.

Questo è l'itinerario che ci è offerto, e che è offerto a chiunque.

La saggezza sta nell'avere occhi per vedere lontano.

Sono gli occhi con cui Dio guarda la storia degli uomini, sono gli occhi con cui Dio guarda noi stessi, sono gli occhi che Dio ci impresta perché noi possiamo vedere noi stessi nel Suo progetto che è un progetto di vittoria.

Sia lodato Gesù Cristo.