Siete figli di Dio
7-6-2009
1) Ci troviamo, in questa domenica, in cui il Signore vuole rivelare a ciascuno di noi veramente chi siamo
2) Voi avete ricevuto uno spirito da figlio di Dio, per adozione siete figli di Dio.
3) « Non lasciatevi scoraggiare, perché con me siete già nel trono della gloria, e quindi nell'itinerario che prevede fatiche, ma prevede sicuramente il successo, perché io ho ogni potere »
4) Questo vuol dire che tutto quello che è in noi, se collabora con lo Spirito Santo, ci permetterà di vivere in questa situazione da figli di Dio, che ha innumerevoli conseguenze.
5) Dunque Gesù Cristo ha impresso questa nuova realtà, e se noi siamo consapevoli di quello che siamo allora cerchiamo di chiarire dentro di noi che cosa significhi essere figli di Dio
6) « Ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole »
7) Abbiamo mica pensato che l'evangelizzazione, quindi la salvezza dei popoli, dipendesse dall'efficienza degli evangelizzatori?
8) Il sacramento del Battesimo è importante. Però va preparato, è la preparazione del clima spirituale che avvolge le persone che faranno questo cammino
9) Poter percepire la paternità di Dio può essere vissuta dall'essere umano solo quando fa l'esperienza di essere figlio di Dio
10) Dunque è lo Spirito che ci fa percepire la paternità di Dio, perché ci fa vivere, ci fa entrare nell'esperienza spirituale di essere figli, è una relazione che Gesù stesso ha cercato d'insegnare a tutti noi
11) Cosa siamo noi nei confronti della Trinità? Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio
12) Prendiamocelo questo potere, non si tratta di fare una rivoluzione, si tratta di prendere l'autorità di Cristo e di trasfigurare il mondo, perché è questo che Dio vuole
13) Riflessione su Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Matteo ( Mt 28,16-20 )
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato …
Omelia
Ci troviamo, in questa domenica, per far confluire i molti motivi di gioia che ci vedono riuniti, vari cammini che si stanno intersecando: quello della scuola, quello dei gruppi, i consacrati ecc… in una domenica importantissima.
La domenica in cui il Signore vuole rivelare a ciascuno di noi veramente chi siamo, non solo che cosa siamo.
Sappiamo di essere creature, sappiamo di essere degli esseri umani, ma avere il vero senso di cos'è un essere umano non può che rivelarcelo Dio stesso.
Infatti vediamo, intorno a noi, tutti personaggi che pensano di essere molto sapienti che non fanno altro che sentenziare su quella che è, secondo loro, la dignità dell'essere umano.
Che cos'è dunque il senso dell'essere umano?
Al di fuori di Colui che ha inventato il genere umano è difficile intuire la vera portata, e badate bene anche per noi non è poi una cosa così semplice, e così scontata, il capire che cosa significhi, per noi, essere figlio di Dio.
Nei brani, che abbiamo ascoltato oggi, abbiamo molti motivi di riflessione, e oggi ci viene proposto di contemplare il modello affinché riusciamo a intuire qualche cosa di più di quello che noi siamo, delle realizzazioni pratiche però limitate, delle realizzazioni che non sono come dovrebbero essere, siamo delle realizzazioni da parte di Dio che continuiamo a camminare nel quotidiano tra molte fatiche, e non sempre avendo chiaro di fronte a noi qual é lo scopo della nostra esistenza, il fine del nostro esistere, chi siamo veramente.
Non come quella trasmissione: « Il senso della vita », il senso dell'esistenza, di chi siamo veramente noi.
Allora mi colpivano queste parole del brano di Vangelo di Matteo, dove Gesù sta per congedare i suoi apostoli, e nel salutarli dice delle cose che apparentemente non sembrano molto collegate tra di loro.
In realtà Gesù sta parlando in previsione della discesa dello Spirito Santo che aiuterà gli apostoli, e i discepoli, a entrare nel mistero di quello che noi siamo, e di quello che Lui è.
Infatti Gesù si avvicina e dice loro: « Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra, dunque voi andate! ».
Sembra un po' come si diceva, tempo fa: armiamoci e partite.
Allora sembra una cosa del genere, non vi ha dato questa impressione?
A me è stato dato ogni potere quindi voi andate, io me ne sto seduto sul trono, con lo scettro in mano, e voi andate a lavorare.
Sì, sotto un certo aspetto, sembrerebbe così ma, evidentemente, qui c'è nascosta una verità che solo lo Spirito di Dio rivela a tutti coloro che la desiderano conoscere; perché sappiamo che la grazia di Dio opera sempre, però mai al posto della creatura.
Qui dice: « Voi avete ricevuto uno spirito da figlio di Dio, per adozione siete figli di Dio, e lo spirito grida Abbà, Padre, dentro di voi. »
Ma l'essere figli di Dio è un qualche cosa che dal punto di vista di Dio è istantaneo, nel momento che Dio lo ha voluto, dal punto di vista nostro prevede un itinerario, un cammino, un percorso di crescita, perché si impara a fare tutto, e si impara anche a essere figli di Dio.
Si impara nella vita normale, naturale, a essere uomini e donne con l'educazione, con l'esempio, con i modelli a cui ci si ispira attraverso l'educazione ecc… quindi a maggior ragione si impara, ancora di più qualche cosa che è più profondo: ad essere veramente figli di Dio.
Gesù dunque dice a me è stato dato ogni potere in cielo e in terra, come conseguenza voi andate.
Ma allora qui c'è nascosto qualche cosa.
Se Lui che è il Figlio e che ha preso su di sé tutta la natura umana nella sua condizione e nella sua situazione concreta è morto, tra indicibili sofferenze, continuando a offrire a Dio Padre; è sceso agli inferi, ha liberato tutte le anime che erano in attesa; è risorto; asceso al Cielo e rimane nella gloria di Dio; mica, facendo tutto questo, ha detto: « io vi porto su di me solo finche sono sulla croce. »
Gesù Cristo ha continuato a tenere su di sé tutti gli uomini, di tutti i tempi, dal momento del battesimo sul Giordano fino adesso.
Questo vuol dire, per ciascuno di noi, che dove si trova Gesù Cristo assiso nella gloria, si trova anche tutto il Suo corpo mistico, che siamo noi.
Certo che è un mistero.
É un mistero che qui viene prefigurato e che esige, da parte nostra, un avventurarsi in punta di piedi per lasciarci trascinare in questa verità.
La verità è questa: che noi siamo qui ma è come se non fossimo qui; che noi siamo ancora inseriti nel tempo, nello spazio, tra mille fatiche, dolori e sofferenze, ma è come se non fossimo già più qui, perché i nostri nomi sono già scritti nei cieli, perché in Gesù Cristo morto e risorto, anche noi siamo morti e risorti, siamo con Lui assisi nella gloria; e l'apostolo Paolo ci ricorda, nelle sue lettere: « Se dunque siete morti alle cose di questo mondo, pensate alle cose di lassù dove è assiso Cristo nella gloria dei cieli ».
Allora tutto questo ragionamento viene riassunto in questo sottointeso e cioè: a me è stato dato ogni potere; ma lo dice solo Gesù Cristo o lo dice Gesù il Cristo?
Chi lo dice? Gesù il Cristo, che vuol dire Gesù e tutto il Suo corpo mistico.
Quindi se Lui è seduto nella gloria dei cieli sta dicendo a noi: « Non lasciatevi scoraggiare, perché con me siete già nel trono della gloria, e quindi nell'itinerario che prevede fatiche, ma prevede sicuramente il successo, perché io ho ogni potere ».
Quando noi non abbiamo chiara la nostra identità finiamo per pensare di essere qualche cosa altro, e allora il nostro modello diventa il modello che ci presenta il mondo: l'uomo comune, alla ricerca del successo, della salute, del denaro, e pensiamo che quella sia la nostra essenza, dimenticando quello che Lui ha detto.
Se Lui dice: io sono seduto nella gloria e ho ogni potere, vuol dire che tutti coloro che sono con Lui, in Lui e per Lui, dicono: « Io sono seduto alla destra del Padre, perché Gesù Cristo, ha preso tutte le mie miserie, le ha distrutte e mi ha portato con sé dove Lui è, affinché io sia con Lui; senza aspettare di essere morto, lo sono già adesso.
Allora quello che io vivo adesso è semplicemente una situazione transitoria ».
C'è dunque di mezzo la nostra capacità di appropriarci della nostra identità, e questo è il compito che deve fare la natura umana, perché quello che Dio doveva fare l'ha fatto, ci ha redenti, ci ha salvati, ci ha consacrati.
Quello che è importante è che noi si collabori con la Grazia.
La Grazia non fa quello che deve fare la natura, però quando la si lascia agire porta a compimento quello che la natura deve fare.
Allora noi non siamo naturalmente figli di Dio, siamo diventati figli di Dio per adozione.
Per un'azione dello Spirito Santo, questo vuol dire che tutto quello che è in noi, se collabora con lo Spirito Santo, ci permetterà di vivere in questa situazione da figli di Dio, che ha innumerevoli conseguenze.
Non è mio il compito di dire quali sono le applicazioni di una persona che vive da figlio di Dio nel mondo, diversamente la Chiesa di Cristo diventerebbe un moralismo, una Chiesa che detta le regole - devi fare questo, non devi fare quell'altro - ma questa era l'esperienza dell'Antico Testamento; nel Nuovo Testamento se uno è di Cristo è una creatura nuova e le cose di prima?
Vecchie, perché ne sono nate di nuove, allora se sono cose nuove vuol dire che tu sei una creatura nuova, e se sei una creatura nuova vuol dire che il tuo approccio nel mondo è diverso da prima, non è che tu debba imparare dal mondo, tu devi trasfigurare il mondo; non lo devi rifiutare, non lo devi rinnegare perché Cristo Gesù pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro prezioso la sua uguaglianza con Dio, ma spoglio sé stesso facendosi ubbidiente; assunse la forma umana, apparso in forma umana umiliò sé stesso.
Dunque se questo è il Suo itinerario, questo è il nostro itinerario; ha esercitato la Sua vittoria percorrendo le strade della vita, ma imprimendo nelle abitudini umane, nel pensiero umano, nel ragionamento umano, persino nel modo di rivolgersi a Dio, qualche cosa di totalmente nuovo, nessuno, in quel periodo, né pagani, né ebrei si sarebbero mai immaginati di avere una tale confidenza con Dio fino al punto di chiamarlo Papà - perché Abbà vuol dire questo - quindi Lui ha impresso realmente un modo nuovo, cioè definitivo, oltre a questo non si può immaginare niente d'altro per tutto il genere umano, sia dal punto di vista del comportamento, della giustizia, dell'onestà ecc … ma ancora di più per quello che si riferisce alla vita spirituale di ogni essere umano.
Dunque Gesù Cristo ha impresso questa nuova realtà, e se noi siamo consapevoli di quello che siamo allora cerchiamo di chiarire dentro di noi che cosa significhi essere figli di Dio, cosa significhi il fatto che Dio dice sono il Padre, che cosa significhi il fatto che Dio dice è lo Spirito che vi trasfigura che vi fa dire Abbà Padre.
A questo punto, voi capite, non ho il tempo di approfondire questi temi perché richiederebbero molto tempo, vi sto solo gettando delle provocazioni, come si getta il sale sulla neve e subito si scioglie.
C'è un altro punto che mi preme sottolineare, perché qui dice: « Mi è stato dato ogni potere, quindi andate e ammaestrate tutte le nazioni » quindi la volontà è che l'autorità di Gesù Cristo si estenda su tutte le generazioni ammaestrandole, vuol dire insegnando loro, siete d'accodo fino a qui?
Ma ci suggerisce anche il metodo, e il metodo non è solo un metodo pedagogico, non è solo una metodologia di relazioni psicologiche - si fa così, si fa in quell'altro modo - perché è un metodo che passa dalla potenza dello Spirito.
« Ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole », che cosa vuol dire?
Che prima devo insegnare o prima devo battezzare?
È vero che sono problemi? Dobbiamo sacramentalizzare tutta l'umanità?
Cioè dobbiamo distribuire i sacramenti da tutte le parti oppure questa parola battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo vuol dire anche qualche cosa altro?
Parla solo di un sacramento, che è l'evidenza massima, o parla di un movimento spirituale che deve spingere tutti quelli che con Cristo, per Cristo e in Cristo sono una cosa sola?
Non sarà forse che qui il Signore ci sta dando un metodo di potenza?
Se dice a me è stato dato ogni potere, andate e ammaestrate battezzando, non ci sta dicendo quello che bisogna fare?
Oppure abbiamo pensato che l'evangelizzazione fosse determinata dalla capacità di essere comunicativi?
Abbiamo mica pensato che l'evangelizzazione, quindi la salvezza dei popoli, dipendesse dall'efficienza degli evangelizzatori?
Abbiamo pensato che l'evangelizzazione è un metodo pratico?
Facciamo gli ambulatori, facciamo gli ospedali così le terre di missione avremo la gente che viene da noi; perché viene da noi?
Perché gli dai la medicina o perché viene a conoscere Gesù Cristo?
E tutto questo lavoro, che non dico che sia negativo, va ripensato.
Faccio un esempio plateale ma poi ognuno nella sua situazione concreta lo deve meditare e riflettere: se quello che chiede il Signore è che tutti conoscano Dio come Padre e Figlio e Spirito Santo, e ci dice il modo in cui farlo, ci siamo mai premurati di pensare se lo stiamo facendo?
Questo battezzare - bantizomai è un verbo greco che vuol dire immergere - non sarà mica che questo immergere prima di essere semplicemente un sacramento, quindi la concretizzazione visibile dell'azione di Dio, sia qualche cosa che lo precede?
« Da tanto tempo ho desiderato celebrare questa Pasqua con voi » quindi vuol dire che Gesù Cristo l'ultima cena l'ha pensata, l'ha desiderata, l'ha sognata, l'ha progettata da tanto tempo, sì o no?
Ma l'ha realizzata una sola volta.
Allora questo battezzare nel nome del Padre vuol dire immergere nel nome del Padre tutte le nazioni, prima del semplicemente amministrare il sacramento del Battesimo.
Il sacramento del Battesimo è importante, fondamentale, sicuramente non ci piove su tutto questo.
Però non può neanche essere un fungo che nasce in mezzo a un prato.
Va preparato, la preparazione non è il catechismo che c'è prima, è la preparazione del clima spirituale che avvolge le persone che faranno questo cammino.
Se vogliamo essere un po' provocatori qui il Signore ci sta insegnando a usare la profezia dello Spirito, quella che c'è nel profeta Ezechiele, a cui viene detto: « Profetizza su questa valle di ossa aride; potranno di nuovo ricevere di nuovo la vita queste ossa? »
Profetizza allo Spirito, vieni spirito dai quattro venti; le ossa si unirono tra di loro, e furono ricoperti di muscoli e di pelle, però erano come dei morti viventi, perché in loro non c'era ancora lo Spirito, allora il Signore dice di nuovo a Ezechiele: « Profetizza lo Spirito » e così lo spirito scendendo su di loro fa un popolo nuovo.
Qui, non vedete che c'è una continuazione di questa profezia da Ezechiele a questa fine del Vangelo di Matteo?
Dove ci dice: battezzatele, cioè immergetele prima di fare qualunque altra cosa, nel vostro cuore, nella vostra preghiera, nella vostra intercessione, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo non solo le persone, ma le situazioni, le nazioni, la cultura, l'arte, qualunque situazione in cui l'uomo esprima sé stesso è qualche cosa in cui l'uomo può essere immerso in Dio, qual è lo scopo?
Di far emergere dall'umanità la verità, perché l'essere umano non è semplicemente il prodotto della cultura o delle congiunture economiche, come dicono alcune filosofie ottocentesche, l'essere umano è molto di più.
L'essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio, questo vuol dire che solo se Dio riempirà ogni singola fibra dell'essere umano questi potrà emergere in sé stesso, vero, autentico, come dovrebbe essere ogni essere umano.
E com'è ogni essere umano?
Ogni essere umano per essere autentico fa questa esperienza: l'esperienza del Padre, del Figlio nello Spirito Santo.
Quindi ogni essere umano per tirar fuori il meglio da sé stesso deve poter essere messo nella situazione di poter percepire la paternità di Dio, che è tutt'altra cosa della paternità che noi conosciamo.
La paternità di Dio è una paternità ricca di protezione, di autorità, di forza, di verità, di maestà, ma anche di tenerezza, di provvidenza, di vicinanza, di guida ecc… quindi è una paternità che tutti sognano e che nessun può mai raggiungere su questa terra.
Ma questa paternità può essere vissuta dall'essere umano solo quando fa l'esperienza di essere figlio, e non figlio semplicemente della natura biologica, ma proprio figlio di Dio.
Che cosa potrà volere dire, che cosa significava per Gesù Cristo, che cosa viveva dentro di sé quando passava le notti pensando al Padre?
Questa esperienza è quella che Dio vuole comunicare a tutti i suoi figli.
Ma non è una cosa che noi ci costruiamo con una tecnica di preghiera, oppure con una Lectio Divina, o seguendo i dettami del tal teologo, o quell'altro teologo, è un qualche cosa che il Signore stesso ci ha già indicato: « Non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura ».
Quindi la paura si manifesta anche con le tecniche per raggiungere la presenza di Dio, che ora sono molto in voga, tecniche delle meditazioni orientali di qualunque genere, perché devo raggiungere il Sé, quella scintilla di Dio che c'è dentro di me quindi facciamo delle fatiche tremende, facciamo delle ginnastiche che ci arrotolano le gambe da tutte le parti, perché così facciamo il nulla, il vuoto.
E quello sarebbe Dio? Dio non è il vuoto, Dio è il pieno.
Il vuoto è la bottiglia del latte che vado a restituire alla lattaia perché me ne dia una piena, quindi il vuoto non è un bene, è sempre un male, perché è una mancanza di qualcosa di pieno.
Non avete, dunque, ricevuto uno spirito da schiavi: devo fare questo, devo fare quell'altro, perché altrimenti non piaccio a Dio: tutt'altro, avete ricevuto uno spirito da figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo Abbà Padre.
Dunque è lo Spirito che ci fa percepire la paternità di Dio, perché ci fa vivere, ci fa entrare nell'esperienza spirituale di essere figli, figli di Dio.
Non è una cosa che si possa spiegare, e non è neanche una tecnica che si possa insegnare, perché è una relazione che Gesù stesso ha cercato d'insegnare a tutti noi; però noi l'abbiamo scambiata come una preghiera: « Padre nostro che sei nei Cieli …. » persino con le cantilene, questo vuol dire che nessuno ha capito niente.
Non è una preghiera, è uno stile di vita quello, che si esprime con dei concetti perché noi, purtroppo, ragioniamo con dei concetti, ma uno stile di vita non è una descrizione; posso leggere sul dizionario cos'è un marito, cos'è una moglie, ma è tutt'altra cosa quando questa realtà è vissuta in modo autentico e sostanziale; posso averne una descrizione.
Quando diversi anni fa avevamo sentito, per la prima volta parlare del Kiwi, non sapevamo come fosse fatto un Kiwi.
Ne abbiamo fatto l'esperienza e abbiamo capito che cos'è.
La stessa cosa Dio vuole con noi, non vuole che noi siamo dei freddi ragionatori, intellettualisti, che ad un certo momento si riferiscono alle cose spirituali con la mente, perché la mente non è fatta per le cose spirituali.
La mente è uno strumento di traduzione.
Dio ci da l'ispirazione nel nostro spirito, e il nostro spirito si serve della nostra mente per tradurre in maniera intellegibile le cose spirituali; dico cose strane?
No, perché i due discepoli di Emmaus, quando trovarono Gesù senza riconoscerlo, Gesù gli disse: « Come siete tonti, non avete capito niente » e aprì loro la mente alla intelligenza delle Scritture, intus ligere, leggere dentro, non solo leggere superficialmente.
Vuol dire che non è una lettura intellettuale, è una lettura spirituale.
E partendo da Mosè ai profeti spiegò loro tutto quello che si riferiva al Messia.
Concludendo, anche se voi capite che abbiamo appena semplicemente tolto la polvere sul concetto di cosa siamo noi nei confronti della Trinità, concludendo diciamo questo: lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
Dunque lo Spirito Santo agisce dentro di noi e sveglia il nostro spirito, e dice: « Sveglia, stai dormendo? Non hai capito chi sei? Te lo rivelo io: tu sei il figlio di Dio nel Figlio di Dio. »
Padri della Chiesa ci ricordano che il Verbo di Dio si è fatto uomo affinché l'uomo potesse partecipare alla natura divina.
Questa è una splendida realtà della quale non ci siamo ancora impossessati.
Diciamo; che bel pensiero, che bella realtà; poi quando siamo nella vita di tutti i giorni ci comportiamo come figli degli uomini, come figli del mondo, non come figli di Dio.
In tutto questo non si tratta né di una sgridata, né di una riflessione fatta apposta perché ci flagelliamo, ma si tratta semplicemente di aprire gli occhi sull'orizzonte, siamo anche aiutati dalla natura che ci circonda, qui noi abbiamo la possibilità di spaziare con lo sguardo, è come se oggi il Signore ci avesse aperto la finestra e ci dicesse: « Guarda chi sei veramente! Non quello che ti hanno fatto vedere gli altri nelle fotografie ».
Le fotografie riprendono un panorama, ma è morto, perché quel panorama nel frattempo può essere cambiato, e invece Dio apre la finestra sulla realtà e ti dice: « Ecco chi sei, tu sei mio figlio, quindi in me hai ogni potere in cielo e in terra ».
Questo vuol dire che la tua possibilità di rivolgerti a Dio può ottenere, ma realmente, e non sto dicendo delle fanaticherie, lo spostamento delle montagne, perché non è parola di Don Mauro è Gesù che dice: « Mi è stato dato ogni potere, in cielo e in terra ».
Questo vuol dire che se tu sei già in cielo, bene, dal cielo puoi fare tante cose sulla Terra, lo diceva anche Teresina di Lisieaux: « Lavorerò molto di più quando sarò in cielo che non adesso sulla Terra », e l'hanno detto anche altri santi.
Ma questo vuol dire se questo potere anche sulla Terra, vuol dire che tu puoi già, qui sulla Terra, influire attraverso la potenza del Cielo su tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Perché il regno del mondo dilaga? Perché tutti i cristiani non si ricordano chi sono, e non si ricordano di questa promessa di Gesù Cristo che dice: mi è stato dato ogni potere.
Questo mi è stato dato ogni potere, potrebbe anche essere tradotto così: ci è stato dato ogni potere, quindi andate e vincete, perché io ho ogni potere, fino alla fine del mondo.
Prendiamocelo questo potere, non si tratta di fare una rivoluzione, si tratta di prendere l'autorità di Cristo e di trasfigurare il mondo, perché è questo che Dio vuole, il lievito che trasfigura tutta la pasta, poco sale che dà sapore a tutto il resto del cibo.
E tutto questo è possibile non perché noi ci sforziamo, perché ci flagelliamo, perché ci inginocchiamo sui ceci secchi.
No! No è possibile perché lo Spirito Santo che agisce trasformando noi stessi, rende la nostra preghiera, il nostro spirito, le nostre azioni, quelle di Gesù Cristo; il che vuol dire Gesù Cristo e tutto il suo corpo mistico che si chiama Chiesa.
Solo che la Chiesa si trova un po' qui sulla Terra, un po' in Purgatorio e moltissima in Paradiso.
Quindi vuol dire che la maggioranza della Chiesa che agisce, perché Gesù Cristo ha potere, si trova già nella gloria, per questo abbiamo ogni potere; e non ce lo prendiamo, e lasciamo che questo potere sia lì sul soprammobile, ripieno di polvere, e cerchiamo di pensare che trasfigurare il mondo si debba fare mediante le tecniche della trasmissione - che ne so - la radio, la televisione, i giornalisti, dobbiamo fare cultura, facciamo le tavole rotonde in salotto televisivo dove parliamo di tutto e di tutti, meno dell'unica realtà che ha cambiato la Storia dell'Universo che si chiama Gesù Cristo.
Ecco, dunque, che cosa ci conduce questa breve, superficialissima, riflessione su Dio che è Padre, che è Figlio, che è Spirito Santo, e che dice a ciascuno di noi: « Ti ho fatto come me, non sei eterno, infinito, come me, ma sei anche tu un solo individuo in tre dimensioni: il tuo spirito, la tua mente, il tuo corpo.
Ti ho fatto come me, ti ho fatto per me.
Allora vivi in questo mondo nella situazione in cui tu sei, tenendo presente chi sei, e che cos'è tutto ciò che ti circonda.
È la possibilità di estendere il nostro regno e il nostro amore ».
Sia lodato Gesù Cristo.