Sabato, 5 settembre 1959
Il Nostro cuore si apre ad un largo e paterno saluto nell'accogliervi a Castel Gandolfo, diletti figli e figlie dell'Associazione Italiana dei Maestri Cattolici, convenuti a Roma da tutte le regioni d'Italia per partecipare al vostro sesto Congresso Nazionale.
Vi diamo il Nostro benvenuto, e siamo lieti di esprimervi il Nostro vivo compiacimento nella presente occasione, proprio in queste giornate di settembre che già vi preannunziano l'inizio di un nuovo anno di fatiche e di meriti, nello svolgimento della missione educatrice che avete scelta come per una vocazione, e che esemplarmente svolgete per il bene della Chiesa e della civile società.
Seguendo il provvido sviluppo della vostra benemerita Associazione, conosciamo quale ricchezza di spirito interiore, e quale dignità di preparazione culturale e pedagogica abbiate ad essa portato, facendo sì che in pochi anni essa si estendesse in tutta Italia, raggiungendo il suo scopo di formare, assistere ed illuminare una schiera sempre più vasta di soci.
Voi Ci siete particolarmente cari per il vostro stesso appellativo di Maestri Cattolici, che vi torna insieme ad elevato onore e a stimolo generoso: due parole che chiaramente esprimono le vostre convinzioni, i vostri intenti, i vostri ideali.
Ma soprattutto cari perchè voi adempite un'alta e nobile missione, che vi rende strumenti preziosi nella educazione intellettuale, civica, morale e religiosa di coloro, che sono le speranze della Chiesa e della Patria; e perchè il più delle volte svolgete tale funzione nel silenzio, nel sacrificio, nella semplicità operosa che non chiede riconoscimenti, paga soltanto del buon testimonio della propria coscienza.
In questo momento una folla di pensieri si affaccia al Nostro ricordo, con le amabili immagini delle maestre, dei maestri che hanno speso tutta la vita per la scuola, che Noi, che voi avete conosciuti: figure serene e sorridenti, modeste ma piene di fermezza, curve con infinita pazienza presso i banchi di bambini, forse talora irrequieti, ma desiderosi di apprendere, di conoscere la natura, opera di Dio, e le sue bellezze, di attingere a larghi sorsi alla fonte della verità e della saggezza.
Diletti figli e figlie!
In questa occasione vogliamo lasciarvi alcuni ricordi, che vi siano di incoraggiamento e di sostegno nella vostra quotidiana fatica, affinché possiate proseguire il cammino intrapreso con rinnovata energia e fermo e costante proposito.
E vi raccomandiamo « in visceribus Iesu Christi » ( Fil 1,8 ) di avere sempre una profonda e gelosa stima della vostra missione, per poter compiere con santo fervore ciò che viene richiesto alla vostra buona volontà.
1) Voi formate anzitutto la mente dei vostri piccoli discepoli, il cui processo di sviluppo è vivacemente stimolato ed accelerato dai moderni metodi pedagogici, come dalla vasta efficacia della stampa e delle tecniche audio-visive.
Vi è necessario pertanto un continuo sforzo, per adeguare sempre di più la vostra specifica preparazione all'opera che svolgete, la quale richiede, e richiederà maggiormente in avvenire, il possesso di una sicura e profonda dottrina.
Già questa esigenza vi è stata opportunamente ricordata dal tema del Congresso: « L'istruzione inferiore nel piano della scuola ».
Sappiamo - e non possiamo che incoraggiare tutti i progetti e gli sforzi fatti in questo campo - che si studia il delicato e importante problema di completare la cultura elementare con una scuola formativa, adatta alle capacità ed alle esigenze dei giovanetti dai 10 ai 14 anni, la quale dia loro una più matura consapevolezza del proprio dovere, e renda possibile l'acquisto delle cognizioni necessarie al lavoro odierno, preparandoli alla frequenza degli istituti professionali o alla loro futura attività, senza precludere l'accesso agli studi superiori.
Tale prospettiva apre alla vostra benefica influenza educativa nuovi orizzonti, che esigono da voi una completa e soddisfacente preparazione tecnica: per questo paternamente vi esortiamo ad elevarvi e perfezionarvi continuamente nella cultura, affinché la vostra sfera d'azione si possa estendere in tali nuovi, difficili campi, ed inoltre possa andare in profondità, imponendosi per la vostra serietà e per il possesso dei necessari requisiti.
2) Ma la vostra missione è qualcosa di più alto ancora: voi formate e plasmate l'anima dei vostri scolari.
La figura del maestro, quella che tutti chiudiamo in cuore come uno dei ricordi più cari della fanciullezza, è tutta in questa altissima funzione, che lo fa educatore di anime, con la parola, con gli esempi, con l'opera paziente svolta attraverso tante difficoltà e rinunce.
Con quali profonde parole, a voi ben note, San Giovanni Crisostomo tratteggia tale incomparabile missione: « Che cosa c'è di più grande che governare le anime, e plasmare i costumi degli adolescenti?
Io giudico senza dubbio più eccellente di tutti i pittori, di tutti gli scultori ed artisti colui che ben conosce l'arte di modellare l'animo dei giovani ».
Quest'arte non si impara sui libri, non si acquista con la pratica, ma si ottiene dalla grazia di Dio, dalla preghiera e da un lungo tirocinio di profonda vita cristiana, fin dagli anni fecondi dello studio e della scuola.
La grandezza di questa missione educatrice si giudica anche dalla responsabilità che le è collegata:
come abbiamo infatti accennato all'inizio, all'opera dei maestri sono affidate le sorti stesse del civile consorzio, perchè essi formano gli uomini di domani, instillando nel loro cuore, ancora tenero e duttile, insegnamenti ed impressioni che resteranno dominanti per tutta la vita;
inoltre i maestri stabiliscono con le famiglie degli alunni contatti fecondi, che possono andare al di la del semplice rapporto scolastico, per tendere ad un influsso benefico di convinta testimonianza cristiana.
È pertanto necessario che lo sforzo di ciascuno di voi tenda a rafforzare sempre più la propria fede, per un possesso sicuro della dottrina cattolica;
renda concreto il proprio impegno, anche professionale, nel possesso di una forte personalità cristiana;
sia sempre di esempio nell'adempimento coscienzioso del dovere, e generoso nell'apostolato sociale e nella presenza civica.
3) Un ultimo pensiero amiamo confidarvi, che vi sorregga nel compimento dei doveri accennati.
Ed è questo: educando la mente e formando l'anima dei vostri alunni, voi vi preparate per il Cielo una corona tra le più luminose.
Purtroppo talvolta sono posti in primo piano progetti e rivendicazioni, metodi e problemi che, pur utili e urgenti, non debbono far perdere di vista il fine a cui tutto deve tendere, per avere un significato.
Occorre vedere ogni cosa sub specie aeternitatis, come insegnano i veri maestri di tutti i tempi, nel suo valore eterno ed immutabile, che non le sarà mai tolto.
Ecco perchè vi incoraggiamo a compiere il vostro dovere con la fede più viva, con la speranza più ferma, con la carità più fervorosa: nell'attesa del Cielo, a cui tende il sospiro e l'ardore delle nostre anime.
Brilli sempre davanti al vostro sguardo la parola Biblica: « I sapienti rifulgeranno come lo splendore del firmamento: e quelli che insegnano a molti la giustizia brilleranno come stelle nell'eternità senza fine ».
(
Dn 12,3 )
Questo sia il vostro anelito segreto, il desiderio che troverà l'esaudimento nel possesso beato di Dio.
E quando le difficoltà della vita, la durezza dei doveri, le fatiche, le incomprensioni o le crisi potranno turbare la vostra serenità, il pensiero della gloria, che il Signore prepara in Cielo ai suoi servi buoni e fedeli, vi dia sempre forza e rinnovato coraggio.
Sono questi i voti che, in questa vigilia del Congresso Eucaristico Nazionale, affidiamo per voi al Divino Salvatore, con la preghiera che la sua grazia e la sua virtù vi accompagnino sempre nell'adempimento della vostra delicata e nobilissima opera.
E affinché più grande sia la vostra gioia, in questo amabile incontro di figli col Padre Comune, di cuore impartiamo a voi, ai vostri cari, ai vostri alunni, unitamente alla benemerita Presidente Centrale, ai Dirigenti ed agli Assistenti dell'Associazione Italiana dei Maestri Cattolici, la Nostra propiziatrice Benedizione Apostolica.