9 Giugno 1965
Diletti Figli e Figlie!
La festa di Pentecoste, che abbiamo celebrato la scorsa domenica, riempie ancora di sé il Nostro spirito, e Ci fa pensare come nessun altro luogo al mondo sembra più indicato di questa basilica alla rievocazione del grande prodigio, che diede vita, mediante la discesa dello Spirito Santo, alla Chiesa, al Corpo mistico di Cristo.
Gesù aveva già radunato e fondamentalmente organizzato il primo nucleo, da cui la Chiesa risultò e si sviluppò; ma fu la venuta del Paraclito, cioè dello Spirito Santo, a infondere in quel nucleo l'animazione nuova, la carità, la grazia, che gli diede respiro soprannaturale e lo iniziò alla grande missione dell'evangelizzazione e della salute dell'umanità.
Perché questa basilica Ci ricorda il Cenacolo, dove avvenne l'accensione della fiamma vitale, di cui vive la Chiesa?
Il ricordo nasce, possiamo dire, dallo stimolo dell'arte del Bernini, che ha saputo mettere al posto d'onore, di maggiore evidenza, nell'abside della basilica, i due simboli, congiuntamente, che più d'ogni altro si riferiscono al mistero di Pentecoste:
la colomba, figura biblica dello Spirito Santo, fiammeggiante nella luce dell'abside stessa, come punto terminale di tutto il sacro edificio;
e la cattedra monumentale, posta sotto quella luce, quasi ne fosse al tempo stesso la sede, che per prima la riflette.
La figurazione plastica, che unisce questi due simboli: dello Spirito Santo e della Gerarchia apostolica, offre un'esatta e profonda concezione teologica: quella dell'azione destinata a continuare, a perpetuare l'opera di Cristo nel mondo, mediante i due fattori, agenti per la salvezza dell'umanità, ben diversi l'uno dall'altro, ma cospiranti al medesimo fine; perché appunto mediante l'azione vivificante e santificante della grazia, primo effetto dello Spirito Santo nelle anime, e mediante il ministero pastorale degli Apostoli e dei loro Successori si compie la salute portata da Cristo sulla terra.
Le due « testimonianze », quella dello Spirito e quella dell'apostolato, hanno qui non solo una loro monumentale rappresentazione, ma hanno altresì la loro espressione più caratteristica e più autorevole, perché la tomba qui venerata del Principe degli Apostoli, San Pietro, il protagonista, si può dire, dell'avvenimento inaugurale della vita della Chiesa, Ci fa pensare alla Pentecoste di quel giorno fatidico e alla sua continuità.
Pensare è poco: trovare, dobbiamo dire; trovare nella sua perenne e misteriosa realtà, velata, e pur troppo non sempre felicemente, dalle apparenze umane e storiche con cui si presenta, ma qui, sulla pietra che non trema, fedelmente sempre.
Come oggi, nell'umiltà di Chi vi parla, ma nella verità del Suo messaggio cristiano.
Perciò, figli carissimi, migliore esortazione oggi per voi non abbiamo che quella di raccogliere l'invito, che pare emanare da questa aula santissima, al culto dello Spirito Santo; alla sua invocazione caratteristica: « Vieni, o Spirito Creatore; vieni, o Spirito Santo »; alla sua ascoltazione; parla lo Spirito nel fondo delle anime, che sanno offrirgli il silenzio per la sua voce dolce e forte, inconfondibile; alla sua ospitalità, cioè alla gelosa custodia della sua presenza nelle anime nostre, quando sono in stato di grazia; alla sua professione, nell'omaggio vissuto e coraggioso alla verità e alla bontà.
Questo culto dello Spirito Santo, essenziale alla vita cristiana, come esige, così dimostra un rapporto con la sorgente che ce lo predica e che ce lo rende possibile, mediante il ministero della parola e della grazia; un rapporto cioè con la Chiesa gerarchica, strumento per la santificazione e per la guida di quel Popolo di Dio, a cui tutti vogliamo appartenere ed a cui è data la fortuna dell'animazione ineffabile dello Spirito Santo.
E perciò il riconoscimento, l'adesione, l'amore alla santa Chiesa esprime ed alimenta quel culto sovrano.
E sarà appunto in questo luogo benedetto ed in questo momento singolare che voi tutti vorrete confermare la vostra devozione allo Spirito Santo e la vostra fedeltà alla Chiesa, per sentirvi colmi della letizia e della sicurezza d'essere perfettamente cristiani.
La Nostra Benedizione Apostolica chiama sopra di voi questi doni celesti!