15 Ottobre 1969
Diletti Figli e Figlie!
Come sapete, è adunato in questi giorni il Sinodo straordinario dei Vescovi.
Noi non vogliamo essere sospettati d'interferire nelle discussioni in corso del Sinodo stesso.
Non faremo perciò questa volta il solito familiare sermone, che abbiamo l'abitudine di rivolgere ai nostri visitatori durante l'udienza generale.
Rinunciamo anche ad esporvi le ragioni, del resto già note, della convocazione di questa assemblea di Vescovi, e a farvi la descrizione di una così singolare riunione, la quale, ancor più che per il suo aspetto esteriore, per forza di cose, abbastanza spettacolare, appare interessantissima per i suoi aspetti interiori, cioè per le questioni, che vi si trattano, e per le trasparenze, che vi si intravedono, del volto misterioso e meraviglioso della Chiesa una e cattolica, santa ed apostolica, corpo mistico di Cristo, continuatrice nel tempo e propagatrice nel mondo della presenza e della missione salvifica di Lui.
Ma non rinunciamo, a chiedere a voi, Figli carissimi, due cose in ordine a questo avvenimento che tutti ci riguarda e che può decidere di tante cose nella Chiesa e nel mondo.
La prima cosa è la serenità di giudizio circa tutto quanto riguarda questo stesso avvenimento.
Non deve dividere gli animi, ma unirli.
Non deve diminuire la fiducia nelle persone e nelle istituzioni della Chiesa, ma piuttosto educarci a ravvisarne i meriti e le buone tendenze.
Non deve eccitare in noi la psicologia, come si dice, dei « tifosi », che drammatizzano le cose ricorrendo a espressioni superficiali e convenzionali, ma piuttosto deve invitarci a considerare, come a tutti è possibile, le questioni in esame secondo verità, secondo il disegno di Dio, e non secondo la psicologia volubile e talora ostile dell'opinione pubblica.
Occorrerà forse compiere uno sforzo di serenità e di serietà.
Anche coloro che sono spettatori di questo momento storico della Chiesa, e noi pensiamo che lo siano tutti i suoi figli fedeli, devono circondarla di amore.
E allora una seconda cosa Noi vi chiediamo in questa occasione; la preghiera, una preghiera più intensa e filiale per la « Madre Chiesa ».
Gravi interessi suoi sono allo studio, come la precisazione di certi suoi elementi costituzionali, dalla quale può dipendere la sua tranquillità e la sua efficienza.
Questa è una di quelle ore nelle quali si avverte come l'azione umana, anche se bene intenzionata e volenterosa, è per se stessa insufficiente a raggiungere i fini che si propone, o che si deve proporre; occorre l'aiuto divino, occorre l'intercessione dei Santi.
E da parte nostra, come il Signore ebbe a dire una volta ai suoi discepoli, ai quali non era riuscito compiere un esorcisma miracoloso: occorre, in questo caso, orazione e digiuno ( cfr. Mc 9,28 ), noi dovremo invocare questo trascendente intervento; un'effusione dello Spirito Santo, intensificando l'invocazione a Lui rivolta, a Lui Paraclito, a Lui lume dei cuori, a Lui maestro di tutta la verità, a Lui vivificante, a Lui animatore della Chiesa.
I grandi Santi, colonne della Chiesa, la Madonna santissima specialmente, siano da noi chiamati in nostro soccorso.
Un'antichissima formula di preghiera per la Chiesa suona così: « Per la santa Chiesa cattolica ed apostolica, diffusa da confine a confine, preghiamo: affinché il Signore la conservi inconcussa, e non agitata dai flutti, e la difenda fino alla consumazione del secolo, fondata sopra la pietra » ( Const. Apost. VIII, 10, 4; Funk, p. 489 ).
Così preghiamo; e la Nostra benedizione sia con voi.