3 Dicembre 1969
Diletti Figli e Figlie!
Noi vorremmo guardare per un momento dentro i vostri animi.
Noi vi supponiamo tutti buoni e fedeli, e desiderosi d'incontrare il volto della Chiesa vera; un volto giovane e vivo, un volto bello, come un volto di sposa, la sposa di Cristo, « senza alcuna macchia, senza difetti, santa e immacolata » ( cfr. Ef 5,27 ), come dice San Paolo, e come il Concilio ci aveva lasciato sperare.
Invece pare a Noi d'intravedere nei vostri cuori un doloroso stupore: dov'è la Chiesa, che noi amiamo, che noi desideriamo?
quella di ieri era forse migliore di quella d'oggi?
e quella di domani, quale sarà?
un senso di confusione sembra diffondersi anche nelle file dei migliori figli della Chiesa, talora anche fra i più studiosi e fra i più autorevoli.
Si parla tanto di autenticità; ma dove la possiamo trovare, mentre tante cose caratteristiche, alcune anche essenziali, sono messe in questione?
Si parla tanto di unità: e molti cercano d'andare per conto proprio.
Di apostolato: e dove sono gli apostoli generosi e entusiasti, mentre le vocazioni diminuiscono, e fra il Laicato cattolico stesso si affievolisce la coesione e lo spirito di conquista?
Si parla tanto di carità, e si respira in certi ambienti stessi ecclesiali un fiato critico ed amaro, che non può essere quello del vento di Pentecoste.
E che dire della marea avversaria alla religione, alla Chiesa, che sale intorno a noi?
Un senso d'incertezza percorre, come un brivido febbrile, il corpo ecclesiale; è mai possibile che questo paralizzi nella Chiesa cattolica il suo carisma caratteristico, quello della sicurezza e del vigore?
Carissimi Figli! quale lungo discorso meriterebbe un tema come questo, cioè sulla diagnosi spirituale, morale e psicologica del popolo cattolico in quest'ora forte e burrascosa per il mondo intero!
Come già altre volte, e com'è Nostra abitudine in questo breve trattenimento settimanale, Noi vi accenniamo appena, solo perché sappiate che anche il Papa vi pensa, e che anche voi dovete pensarvi.
Vi diremo innanzi tutto che non bisogna lasciarsi troppo impressionare, né tanto meno impaurire.
Anche se i fenomeni preoccupanti assumono misure di gravità, bisogna pur rilevare che spesso nascono da minoranze numericamente piccole, e da fonti molto spesso punto autorevoli: i mezzi moderni di diffusione pubblicitaria invadono oggi con strepitosa facilità l'opinione pubblica, e dànno a fatti minimi effetti sproporzionati.
Resta ancora un'immensa maggioranza di gente sana, buona e fedele a cui possiamo far credito; anzi a questa Noi ci rivolgiamo con la Nostra fiducia, e la invitiamo con la Nostra esortazione a rimanere salda e a farsi più cosciente ed operosa: il Popolo cristiano deve da sé immunizzarsi e affermarsi; silenziosamente, ma sicuramente.
La diffusione della parola vera e sana - della predicazione sacra, della scuola fondata su principii cristiani, della stampa improntata al nome cattolico, o relativa al magistero della Chiesa - può essere l'antidoto opportuno alla vertigine delle troppe voci rumorose, che riempiono oggi le correnti della pubblica opinione.
La quale tende oggi a prodursi anche con un metodo, che possiamo chiamare nuovo, quello dell'inchiesta sociologica.
È di moda; e si presenta con la severità del metodo, che pare del tutto positivo e scientifico, e con l'autorità del numero; così che il risultato d'un'inchiesta tende a diventare decisivo, non solo nell'osservazione d'un fatto collettivo, ma nell'indicazione d'una norma da adeguare al risultato stesso.
Il fatto diventa legge.
Potrebbe essere un fatto negativo, e l'inchiesta tende egualmente a giustificarlo come normativo.
Senza tener conto che l'oggetto d'un'inchiesta è, di solito, parziale e quasi isolato dal contesto sociale e morale, in cui è inserito, e che riguarda spesso l'aspetto soltanto soggettivo, cioè quello dell'interesse privato o psicologico, del fatto osservato; non quello dell'interesse generale e d'una legge da compiere.
L'inchiesta allora può generare un'incertezza morale, socialmente assai pericolosa.
Sarà sempre utile come analisi d'una situazione particolare; ma per noi, seguaci del regno di Dio, essa dovrà sottoporre i suoi risultati a criteri diversi e superiori, come quelli delle esigenze dottrinali della Fede e della guida pastorale sui sentieri del Vangelo.
Questo ci fa riflettere se i malanni, dei quali soffre oggi nel suo interno la Chiesa, non siano principalmente dovuti alla contestazione, tacita o palese, della sua autorità, cioè della fiducia, dell'unità, dell'armonia, della compagine nella verità e nella carità, secondo la quale Cristo l'ha concepita e istituita, e la tradizione per noi l'ha sviluppata e trasmessa.
E allora Noi vorremmo che la vostra venuta, pia e fiduciosa, alla tomba dell'Apostolo, su cui il Signore ha fondato la sua Chiesa, premiasse i vostri passi con la visione, sì, ideale e celeste della Chiesa, della Chiesa una e santa, cattolica ed apostolica, e con la visione altresì terrestre della Chiesa reale, umana e sempre imperfetta, ma tesa, oggi specialmente, in un mirabile sforzo, doloroso e gioioso insieme, d'adeguarsi al pensiero di Cristo irradiandone la Parola e la luce e facendo propri tutti i doni, tutti i bisogni, tutti i dolori del mondo presente.
Pietro non cambia; e ciò vi possa dare il conforto del quale i vostri cuori hanno ora segreta necessità, quello della sicurezza; e Pietro è sempre vivo; vivo di quel Cristo che passa dall'avvento di Betlemme all'avvento dell'ultimo giorno nei secoli, nella storia nostra, sempre eguale e crescente appunto come un albero vivo, che dal piccolo seme germoglia ad ogni stagione nuova vegetazione.
È un antico maestro ( quello che ci ha dato la formula dottrinale della tradizione ecclesiastica autentica, formula, fatta propria dal Concilio Vaticano I [ cfr. Denzinger 3020 ], la quale dice: « Nella Chiesa cattolica si deve essere assai premurosi a conservare ciò che dappertutto, ciò che sempre, ciò che da tutti è stato creduto » ), è S. Vincenzo Lirinese un Padre della Chiesa, un dotto monaco del quinto secolo, che ci offre altresì la formula dell'incremento dottrinale del cristianesimo: « … la dottrina della religione cristiana, egli insegna … con gli anni si consolidi, col tempo si sviluppi, con l'età s'innalzi … hoc idem floreat et maturescat, … proficiat et perficiatur » ( Commonitorium, P.L. 50, 668 ).
È la formula che non ammette i cambiamenti sostanziali, ma spiega gli sviluppi vitali della dottrina e della norma ecclesiastica; è la formula che il Newman farà propria e che lo condurrà alla Chiesa romana.
La potremo meditare anche noi per comprendere certe importanti novità nella Chiesa d'oggi, le quali escludono ogni flessione dalla sua incorrotta ortodossia, e ne documentano la perenne e fiorente vitalità.
Con la Nostra Benedizione Apostolica.