13 Aprile 1977
Essere cristiani: che cosa significa?
Il significato primo, nel tempo e nell'importanza, è dato dal fatto che siamo fatti degni di portare questo nome, non come una semplice qualifica sociologica ( Cfr. At 11,26 ), ma come un rapporto vitale con Cristo, un ingresso nel regno di Dio.
Gesù stesso lo ha insegnato ad un primo « notabile » timido, ma poi fedele aderente alla sua predicazione e al suo influsso messianico, Nicodemo: « nessuno può entrare nel regno di Dio se non è rinato nell'acqua e nello Spirito santo » ( Gv 3,5 ).
È stato così preannunciato questo innovatore segno sacramentale, il battesimo.
Sarà poi questo il primo atto esteriore, non senza l'espressione interiore di sentimenti di fede e di penitenza, richiesto e conferito ai primi seguaci della predicazione apostolica immediatamente dopo la discesa dello Spirito Santo, dopo la Pentecoste ( At 2,38; At 3,19-4,4 ); e subito questo rito indispensabile e caratteristico è dichiarato essere collegato con la Passione del Signore, con la sua Pasqua ( Rm 6,3; etc. ).
La prima, essenziale, salvatrice relazione della nostra vita con Cristo, morto e risuscitato per noi, è stabilita mediante il battesimo: « Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! », esclama San Paolo, quasi riaffermando il canone fondamentale della religione, che appunto da Gesù Cristo prende origine e nome.
Questo fatto ha tale rilievo nel campo della nostra fede che noi faremo bene a dedicarvi particolare riflessione, se vogliamo che la Pasqua testé celebrata non passi come ogni altro giorno, come altra festa senza emergenza nel nostro modo di concepire la vita cristiana.
Noi ci limitiamo ora a ricordare il duplice simbolismo del rito battesimale, il cui significato ci introduce nel significato teologico, cioè essenziale del sacramento.
Primo: il battesimo è un lavacro.
Come mai un neonato, anzi ogni umana creatura ha bisogno d'essere purificata per essere ammessa al regno di Dio?
per essere chiamata cristiana?
E qui si presenta la grande storia del peccato originale, un peccato che tale propriamente fu in Adamo, e che passò in triste eredità a tutto il genere umano, non come colpa personale, ma come stato personale e proprio d'ogni figlio di Adamo, impotente a redimersi da sé dalle conseguenze fatali del peccato del primo uomo ( Cfr. S. Ignatii Antiochxni Ad Romanos, 5: Denz.-Schön. 621 ).
Questo è un punto capitale nel piano religioso del cristianesimo e dell'intera umanità, dal quale si desume e la necessità della Redenzione e la fortuna massima a noi concessa mediante la purificazione battesimale.
E secondo simbolismo del battesimo: la partecipazione mistica alla morte e alla risurrezione del Signore.
Rileggiamo San Paolo: « Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, noi siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo infatti siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Se infatti siamo stati completamente uniti a Lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la risurrezione » ( Rm 6,3-5 ).
S. Cirillo, Vescovo di Gerusalemme, nel IV secolo ( 313-387 ) spiega la dottrina anche più diffusamente, mirabile pioniere della catechesi ecclesiastica sistematica, che del resto già anteriormente aveva avuto i suoi maestri ( Cfr. F. Prat, Théol. de St Paul, II, 306 ss. ).
Non possiamo tacere S. Ambrogio specialmente ( S. Ambrosi De Sacramentis et De Mysteriis: O. Faller, 1955 ).
Questo per dire come una concezione cristiana della vita non possa prescindere dall'essere imbevuta dell'insegnamento della nostra fede circa la nostra Pasqua ch'e Cristo immolato per noi, e che a noi e cominciata dal Sacramento rigeneratore, ch'e il nostro Battesimo.
Non dimentichiamolo mai.
Con la nostra Apostolica Benedizione.