14 Dicembre 1977
La prossima festività del Natale attrae, com'è dovere, la nostra Aattenzione.
Qual è il significato religioso essenziale di questa festività?
Noi l'abbiamo già considerato sotto un duplice aspetto: il primo è l'aspetto commemorativo, storico: noi, cioè la Chiesa intende celebrare la nascita di Gesù Cristo, avvenuta a Betlem, 1977 anni fa;
il Natale è un ricordo, d'una importanza straordinaria, che ci riporta a rievocare la storia del mondo e dell'umanità anteriore al fatto commemorato che noi siamo soliti ad ammirare, dopo i secoli dell'attesa e della profezia,
nell'ammirabile scena del presepio durante la notte incantevole, che non finiremo mai di meditare, in ogni sua circostanza nella sua relazione con la storia religiosa che l'ha preceduta e che l'ha circondata:
l'estrema umiltà della scena evangelica e l'ineffabile canto degli angeli che l'ha esaltata con incomparabile, celeste solennità, rendono l'avvenimento attraente per tutta la storia del mondo, per ogni essere umano, che ha acquistato la fortuna d'avere un Fratello divino.
È questo l'aspetto più considerato, che impegna con la memoria abbagliata dal fatto contemplato, anche la fantasia esaltata dalla familiarità pastorale, di cui la scena è inesauribilmente feconda.
Un secondo aspetto vi ha scoperto la Chiesa, derivata dall'Avvento di Cristo nel mondo, ed è l'aspetto profetico, quello che sa e crede essere il Natale nell'umiltà del presepio un primo momento della presenza di Cristo nell'umanità, preludio e promessa d'un'altra e trionfale sua venuta a conclusione della presente vita storica degli uomini sulla terra.
Di questo Avvento futuro noi nulla sappiamo, tranne che esso avverrà nella gloria e nella potenza per un giudizio finale della storia del mondo; pensiero questo che deve penetrare le vostre coscienze per renderle più vigilanti e premurose nel compimento del Vangelo, che Cristo ci lasciò, non solo a suo ricordo, ma a suo responsabile comandamento.
L'Avvento, dicevamo altra volta, guarda al passato, al Natale che commemoriamo, e guarda al futuro, che contiene il segreto d'una futura venuta di Cristo, la quale deciderà del nostro eterno destino.
Ma questo duplice nostro rapporto con Cristo ne include un altro, al quale il Natale ci invita a pensare, ed è il Natale del presente.
Sì, Cristo ci ha lasciati: la sua presenza sensibile e personale non è a noi concessa ( lo fu, mediante eccezionali visioni: da ricordare S. Paolo ( At 9,7; etc. ) ed alcuni Santi per brevi e interiori episodi ).
Ma abbiamo noi memoria d'una presenza di Cristo nella nostra vita, che costituisce un suo « avvento » continuo tra noi?
Ricordiamo fugacemente; quale fu l'appellativo, con cui Isaia profeta dapprima, e poi l'Angelo a Giuseppe nel sogno, qualificò il Messia?
L'appellativo è « Emmanuel », che vuol dire « Dio con noi » ( Is 7,14; Mt 1,23 ).
Non comporta questo nome una permanenza nel mondo fra noi uomini?
e non disse Gesù stesso, all'atto di congedarsi dai suoi discepoli, prima di scomparire nel cielo con la sua Ascensione: « Ecco Io sono con voi ogni giorno fino alla fine del tempo »? ( Mt 28,20 )
E poi, e specialmente, non istituì il Signore il sacramento dell'Eucaristia, nel quale Egli vivo e vero realmente si trova?
Non è questo adorabile Sacramento una permanenza di Cristo con noi?
Non certo nelle sue sensibili sembianze, ma nella sua sacramentale realtà?
Tutti noi, per la nostra felicità e per il nostro conforto sappiamo e crediamo che di Cristo stesso, e non solo a Betlemme, ma in ogni punto del mondo, dove si celebra l'Eucaristia, e per ognuno di noi, orfani della sua sensibile presenza, la vera e reale presenza sacramentale ci è offerta, ed offerta come alimento sacrificale per il nostro presente pellegrinaggio verso la vita eterna.
Non è questo un perenne Natale?
Noi dobbiamo ravvivare, e proprio celebrando la grande festività del Natale, la nostra fede nella misteriosa e gioiosa presenza eucaristica fra noi.
E poi quanti e quali modi, mistici questi, rendono a noi possibile, a noi consueta la presenza vivificante e fin d'ora beatificante di Cristo fra noi! il suo Vangelo, la sua Chiesa, i suoi Poveri …
Ogni giorno può essere Natale per noi!
Con la nostra Benedizione Apostolica.