22 Maggio 1966
1. Ho concluso, nella serata di domenica scorsa, il viaggio apostolico in Slovenia, che era iniziato venerdì 17 maggio.
Si è trattato, come già per la Croazia, di una visita molto attesa, la prima nella storia della Slovenia.
Rivolgo anzitutto un vivo ringraziamento alla Provvidenza divina, che mi ha concesso, durante il periodo pasquale, di effettuare questa visita, su invito dei Vescovi e delle Autorità della Repubblica Slovena.
Indirizzo i miei grati sentimenti a ciascuno di loro, come pure porgo un cordiale “grazie nel Signore” a tutti coloro che, in qualsiasi modo, hanno contribuito a che il mio pellegrinaggio apostolico potesse realizzarsi nelle migliori condizioni.
Passo dopo passo, sono stato testimone del grande sforzo organizzativo dispiegato dalla Chiesa e dalla Comunità civile per la preparazione e lo svolgimento della visita papale.
Ringrazio il Presidente della Repubblica, i rappresentanti del Governo, le Autorità statali e locali; ringrazio tutti coloro che, in gran numero e, si può dire, con entusiasmo, hanno preso parte ai vari momenti del mio soggiorno in Slovenia.
Per più motivi, pertanto, la gioia per questa Visita è stata grande.
Al mio arrivo il suono a distesa delle campane di tutto il Paese ha sottolineato il significato singolare di quest’avvenimento per la storia dell’intera Nazione: una Nazione, posta all’incrocio tra la martoriata regione balcanica e il resto dell’Europa, che ho voluto incoraggiare nel cammino della piena libertà e della pace.
2. La storia del Cristianesimo del popolo sloveno conta ormai 1250 anni.
La sua attuale configurazione di Stato risale a 5 anni or sono.
Dopo un periodo di formazione statale propria, Karantania, gli Sloveni facevano parte di altre entità statali ed in particolare della monarchia asburgica di Austro-Ungheria.
Dopo la prima Guerra mondiale si è costituito lo Stato degli Slavi del Sud.
Gli Sloveni vi sono entrati insieme, tra gli altri, ai Croati, ai Serbi, ai Montenegrini, alla Bosnia ed Erzegovina.
Hanno sperimentato anch’essi le sofferenze della seconda Guerra mondiale e, dopo il conflitto, si sono ritrovati con gli altri popoli nella Federazione Jugoslava soggiogati al potere del sistema comunista.
Soltanto con gli anni novanta quel legame federativo si è sciolto, ma a prezzo di una guerra civile, che ha causato non poche vittime, anche se per fortuna in terra slovena essa è durata meno che altrove.
3. Questi sono i più recenti avvenimenti politici, tuttavia la storia del popolo sloveno, sorto nei territori che prima appartenevano all’Impero Romano, è molto più lunga.
Grazie al Cristianesimo la Slovenia si è plasmata nella sua tipica identità culturale come, del resto, è avvenuto per numerose nazioni dell’Europa e del mondo.
La Chiesa in Slovenia ricorda ancora i nomi di coloro che le hanno portato la fede dai vicini centri di Salisburgo, di Aquileia e della Pannonia: sono i santi Vescovi Vigilio, Modesto, Paolino, ed i Santi Cirillo e Metodio.
Si può ben dire che lo sviluppo della cultura slovena ha conosciuto una stretta connessione con il Cristianesimo, a cominciare proprio dalla lingua presente in documenti scritti del decimo secolo, che racchiudono testi catechetici e omiletici.
Il Cristianesimo è giunto in Slovenia da Roma e nella cultura slovena la componente occidentale prevale su quella orientale.
Lo sottolineano i forti legami esistenti, fin dall’inizio del processo di formazione della vita ecclesiale e culturale, con i citati centri di Aquileia e Salisburgo.
Nel corso della mia visita ho avuto modo di porre un accento particolare su tutto questo, specialmente durante l’incontro con il mondo della cultura e della scienza, a Maribor. Cultura antica è quella slovena, che sia nel campo delle scienze sia in quello delle tradizioni popolari riveste un evidente carattere occidentale.
Questo è apparso chiaro nelle celebrazioni liturgiche; è emerso, inoltre, con grande rilievo nell’indimenticabile incontro con la gioventù, a Postojna.
Eredi di questa cultura, i giovani sono chiamati a consegnarla alle generazioni del terzo millennio.
4. Dal punto di vista della struttura ecclesiale, il territorio della Slovenia comprende una Metropoli, quella di Lubiana, e due diocesi suffraganee: Maribor e Koper o Capodistria.
L’Episcopato conta attualmente sette vescovi.
Metropolita di Lubiana è l’Arcivescovo Alojzij Šuštar, che ancora una volta saluto con affetto assieme agli altri Presuli, ai presbiteri e a tutti i collaboratori.
I sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi sloveni vivono ancora nel ricordo e sotto l’influsso spirituale del grande Vescovo di Maribor Antonio Martino Slomšek che, nel XIX secolo, ha segnato profondamente non solo la vita della Chiesa e l’evangelizzazione, ma tutta la cultura slovena.
Di questo grande apostolo volge ormai felicemente a conclusione il processo di beatificazione e, di recente, è stata confermata l’eroicità delle virtù.
Ho voluto additare il suo esempio, unitamente a quello di altri pastori ed eroici testimoni della fede, come il servo di Dio Lojze Grozde, all’intera Comunità cristiana di Slovenia impegnata nell’opera urgente della nuova evangelizzazione.
La fede del popolo sloveno, duramente provata nel corso di questo secolo, è rimasta solida e di questo rendiamo grazie a Dio.
S’avverte ora la necessità d’un rinnovato slancio missionario, per il quale occorre sostegno spirituale, attenta vigilanza e profetico discernimento dei “segni dei tempi”, specialmente da parte delle persone che sono chiamate a consacrare tutta la loro esistenza al Vangelo.
In tale prospettiva, durante la solenne celebrazione vespertina di venerdì 17 maggio a Ljubljana, ho voluto incoraggiare i presbiteri a sentire sempre più profondamente la gioia e la responsabilità della loro missione di comunione e di servizio; i religiosi ad abbracciare senza alcun tentennamento le esigenze di un’esistenza “trasfigurata” secondo l’ideale evangelico; tutti i credenti a vivere generosamente l’impegno della nuova evangelizzazione, affidandosi a Maria, “Aiuto dei cristiani”.
5. Carissimi Fratelli e Sorelle! La visita in Slovenia è avvenuta nel periodo pasquale.
È iniziata il venerdì dopo l’Ascensione e si è conclusa domenica sera.
In questi giorni la Chiesa ricorda gli Apostoli radunati nel Cenacolo in preghiera con Maria, dopo l’Ascensione di Cristo, mentre attendono la venuta del Consolatore, lo Spirito di Verità.
La Chiesa intera vive così annualmente la grande novena allo Spirito Santo in preparazione al giorno della Pentecoste.
Rendo grazie a Dio perché quest’anno ho avuto la gioia di trascorrere almeno alcuni giorni di questa Novena nel Cenacolo della Chiesa che è in Slovenia.
Mentre ho ancora negli occhi le suggestive e talora commoventi immagini di quel bel Paese e del suo popolo, desidero nuovamente affidarne le speranze e le attese a Maria Santissima, affinché, per l’azione dello Spirito Santo, cammini generosamente verso il terzo millennio, divenendo sempre più terra di fede, di santità e di pace.
Vorrei aggiungere un’ultima parola di gratitudine verso i fratelli e le sorelle sloveni che si sono ricordati del giorno del mio compleanno.
Li ringrazio per le manifestazioni di benevolenza, e soprattutto per la preghiera, con cui hanno inteso esprimermi la loro affettuosa comunione.