L'identikit dell'animatore di un gruppo anziani |
a) Spirito di servizio, con cui dimostra di aver preso sul serio la massima del Vangelo "Amerai il tuo prossimo come te stesso", con predilezione per i più deboli come sono gli anziani, che hanno bisogno di aiuto e amicizia, dati loro con animo sereno e con atteggiamento di simpatia.
b) Disponibilità di tempo e di salute, in modo da organizzare il Gruppo con beneficio di tutti i componenti.
c) Capacità di trovare collaboratori e di condividere con loro gli impegni, l’organizzazione del gruppo.
d) Avere verso il Gruppo responsabilità allo stesso livello.
sensibilizzare, stimolare e responsabilizzare anche altri collaboratori; non pretendere di essere sempre protagonisti.
Avere il coraggio di passare la mano quando è opportuno, senza mai sbattere la porta.
Lasciare sempre spazio anche agli altri.
per facilitare la coesistenza tra: senili e giovani pensionati ( spazio e partecipazione di tutti alle iniziative interessanti: la riluttanza di giovani o di vecchi a entrare nel Gruppo si vince affidando ai vari iniziative che siano fatte a loro ); tra donne e uomini ( valgono le stesse osservazioni ); tra culture diverse ( idem ).
(avendo presenti la fisionomia del Gruppo e la disponibilità del locale).
Sempre richiedere la presenza attiva del parroco.
Anche se non in questo ordine, si propongono attività:
religiose inserite nella Comunità parrocchiale: Messa, funzioni, ogni mese o anche più spesso, catechesi, pellegrinaggi;
culturali sentire proposte dalla base dopo aver stimolato su temi di medicina, psicologia, arte, letteratura, attualità.
Concludere con un itinerario culturale presso una località artistica.
ricreative (pranzi, onomastici, festività, gite, ecc).
assistenziali per i soci ammalati o in difficoltà: ascoltare chi ha problemi.
Lavori per il Terzo Mondo.
I - Sensibilità
La sensibilità ci consente di entrare in sintonia con i nostri interlocutori, partendo dal presupposto che ognuno ha i suoi principi e le sue idee, le quali possono anche non collimare con quelle di chi sta seduto vicino e che quindi può anche non comprendere quello che invece il vicino ha compreso.
È necessario un atteggiamento sereno, persuasivo, amichevole, non bisogna generalizzare su argomenti che affrontano temi personali, prestare l'attenzione dovuta per non lasciare un'impressione di formalismo mentre invece è necessario aiutare l'interlocutore ad esprimersi, a manifestare i suoi problemi, se ve ne sono, per poterlo consigliare e aiutare a risolverli.
Noi operiamo con persone in cui i principi e le abitudini sono più che radicate per l'età raggiunta, e che bene o male hanno acquisito esperienza di vita e sono quindi in grado di recepire la nostra sensibilità, il nostro tatto, la nostra sincerità in quanto cerchiamo di trasmettere.
Dobbiamo avere la pazienza di attendere i risultati che alle volte tardano a venire, o non vengono (Parabola del seminatore).
II - L’umiltà
Non sentirsi mai superiori a nessuno, di non considerarci mai arrivati cercando, anzi, di migliorarci sempre analizzando con giudizio critico il nostro comportamento e valutando anche possibili errori commessi per evitare di ripeterli.
Ritengo pure molto utile e positivo programmare incontri periodici fra animatori allo scopo di scambiare esperienze ed idee, ed anche i tentativi non riusciti.
III - Carità
L'animatore, con carità, deve accettare e accogliere tutti indistintamente, senza lasciarsi influenzare da simpatie o allergie personali.
Certo è più facile e gratificante il dialogo con le persone in cui si è più in sintonia e che ci dimostrano subito la loro disponibilità, con un atteggiamento di apertura; ma è fondamentale, per la realizzazione ed il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo proposto non dimostrare preferenze e privilegi.
Dobbiamo superare le nostre inclinazioni e le tendenze del nostro carattere per poter essere disponibili verso tutti nel medesimo modo, se riusciamo in questo avremo la possibilità di poter dire d'aver superato un difficile ostacolo e potremo constatare che il nostro operare è utile in molti usi.
IV - Fede
La fede sostiene l'animatore in tutta la sua attività, se viene richiesta e invocata con perseveranza, e lo aiuta a superare i suoi limiti quando non basta il solo ragionamento.
È estremamente importante cercare sempre l’aiuto del Signore, perché l'aiuto del Signore ci è indispensabile come ci è indispensabile l'ossigeno per respirare, ed è particolarmente utile quando si provasse la sensazione che nell'ambito della nostra comunità, il lavoro che si cerca di fare e di portare avanti non sia né compreso, né considerato per la giusta importanza che ha.
Questo è un argomento delicato e certamente qualcuno di noi l’ha già dovuto o lo dovrà affrontare.
a) Nelle nostre comunità, alle volte esistono realtà che oltre a creare amarezza e disagio non si riescono a capire né tanto meno a spiegare.
Non è che queste situazioni, se si verificano, si debbano accettare supinamente, anzi, penso che bisognerebbe affrontarle il più presto possibile, per potersi spiegare, capire.
E se il dialogo viene fatto con uno spirito sinceramente cristiano ed in linea con gli insegnamenti del Vangelo ritengo che otterrà un esito senz'altro positivo.
b) Possiamo anche pensare che certi eventi, oserei dire certe prove ci vengono sottoposti per permettere di conoscerci e valutare meglio il nostro operato, per poter vedere quanto siamo coerenti fra quello che diciamo e quello che facciamo, perché è necessario essere testimoni di quello che diciamo.
c) Il nostro rapporto con la comunità non è occasionale e quindi dobbiamo meditare bene e considerare che col tempo questo rapporto ci dimostrerà se siamo animatori "animati" da sensibilità, umiltà, carità e fede.
La Preghiera, questa meravigliosa e portentosa chiave che apre tante porte, deve essere il nostro supporto in queste possibili circostanze, per aiutarci ad accettare anche quando non riusciamo a comprendere.