Nessuno per chiacchierare |
Squilla il telefono. Corro. "Pronto, pronto".
All'altra parte del filo una flebile voce risponde: "Non attacchi, per favore, non attacchi, ho bisogno di parlare con qualcuno e non so con chi parlare.
Ho fatto un numero a caso ma ho paura che lei mi dica che ho sbagliato".
Rispondo che sono sola in casa e mi fa molto piacere ascoltare una voce così dolce come la sua.
Senza dirmi il nome comincia così a raccontarmi la sua vita fatta di stenti, di grandi sacrifici, di silenzio, di prove molto dolorose, di vedovanza.
Quel giorno era l'anniversario della morte di una persona cara, una persona che l'ha amata, che ha condiviso i pochi momenti felici e i tanti momenti tristi.
A poco a poco mi sono sentita parte di quella storia di una vita, ho rivissuto la disoccupazione, la crisi, la guerra, i bombardamenti, la tessera annonaria, l'ospedale, lo strappo dalle persone care.
Al termine della conversazione ho ringraziato quella cara sconosciuta, ringraziato perché ha avuto il coraggio di uscire da sé per andare verso un altro.
Ho sentito di amare quella sconosciuta, vorrei vederla, parlare ancora con lei.
Perché non mi cerca più? Anch'io ho bisogno di lei.
"Essendo poi salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.
Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.
Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!".
Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?".
Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.
I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbidiscono?"". ( Mt 8,23-27 )
L'umanità invecchia e gli anziani, sempre più numerosi nella società, richiedono grande attenzione.
La solitudine è un po' il male del nostro tempo.
Sono sempre di più le persone emarginate dalla società o che cercano rifugio nel chiudersi in se stessi perché incapaci di comunicare.
La persona si sente sola quando si sente confusa in un ambiente che non la sa capire o non le presta attenzione; nell'isolamento la persona vive con i ricordi del passato, idealizza persone e cose del suo passato, si autocompiange e si crea una vita che la rende malinconica, disillusa, scoraggiata.
Non cerca più la compagnia di altri, quello che cerca non è quello che trova e ciò l'allontana sempre più da tutti.
La solitudine dell'anziano poi è aggravata da tanta soggezione, dal dubbio di essere un peso, di non essere più di alcuna utilità.
Anche quando resta in famiglia o quando per circostanze diverse è ospitato in "case per anziani", sente il suo disagio che lo condurrà inevitabilmente alla chiusura, all'infelicità, all'umiliazione.
- Come ridestare la speranza in persone così sole?
- Come portare un po' di serenità nell'accostarci a persone infelici e umiliate?
- Come dire loro che sono persone amate e privilegiate da Dio?
Diciamo loro che tutti ci sentiamo in qualche modo soli e cerchiamo di comunicare con chi ci può capire.
Anche quando siamo in mezzo alla gente, spesso ci sentiamo soli.
Proviamo ad osservare la quantità di automobili che intasano le strade, la folla che si affanna al supermercato, la gente in coda dal medico, gente che si agita, che sospira.
Sono tutti insoddisfatti, frastornati. Vorrebbero cambiare e non sanno cosa.
Vorrebbero scappare via, ma da che cosa?
Dagli affanni, dai problemi, dagli amici, dalle situazioni difficili.
Quel che conta è amare, ma amare significa incontrarsi, e per incontrarsi bisogna accettare di uscire da sé per andare verso un altro.
Proprio come fa Gesù con noi.
La prima comunità di cristiani, dopo la morte di Gesù e la sua ascensione al cielo, si sentiva sola.
Gesù stesso, però, li aveva assicurati: "Io sarò con voi per sempre".
Questa è la grande certezza dei cristiani: non siamo mai soli
Perché? Dio stesso si è fatto conoscere come colui che si interessa degli uomini, che è presente vicino a noi, che non ci abbandona.
Non è un Dio che sta "sulle nuvole", come lo erano gli dèi greci.
La sua presenza, però, si vede solo se si hanno occhi di fede.
C'è stato un tempo in cui tale presenza era ben visibile: quando Gesù è venuto nel mondo.
Fatto storico e non leggenda
Questa visita di Dio, che noi chiamiamo Incarnazione, è difficile da spiegare ricorrendo ai ragionamenti, perché è un fatto di amore unico.
Proprio perché Dio ci ama tanto è venuto nel mondo per liberarci dal peccato e per dare un senso alla vita e alle vicende dell'umanità.
Dal momento della risurrezione Gesù continua a rimanere accanto a noi nel dono dello Spirito Santo che ci ricorda tutto del Salvatore.
E si serve anche di alcuni segni che ci aiutano a riconoscere tale presenza: la parola di Dio, i sacramenti, gli atti di amore che i fratelli compiono in nostro favore.
La lettura di Matteo ci dà il quadro del mare in tempesta.
Tutti noi siamo un poco come gli uomini sulla barca nel mare in tempesta del Vangelo.
Ma il mare in tempesta sono le nostre solitudini, le nostre paure, il bisogno di trovare qualcuno che valga la pena di incontrare.
Nel Vangelo troviamo quel qualcuno di cui fidarci, a cui abbandonarci, perché è la sicurezza, è colui che ci ama e che non ci lascerà mai affogare. Mai.
Chiediamo a Gesù di rasserenare il cielo, di far cessare il vento che ci affanna, di toglierci le paure.
Sentiamoci vicini a Gesù quando, abbandonato dagli amici, si trova solo e sta per percorrere la strada per il Calvario.
Non sei solo, Gesù, io ti sono vicino, io che conosco le sofferenze, le difficoltà, la debolezza, l'angoscia, il dolore, la solitudine!
Preghiamo anche per tutti quelli che sono soli, terribilmente soli, perché non hanno mai incontrato Cristo; con le loro umiliazioni, i rancori, la disperazione si sono chiusi nel terribile silenzio del loro cuore.
Preghiamo affinché riescano a passare dalla solitudine alla comunione.
Il Signore vuole che siamo tutti uniti, nonostante tante incomprensioni e soprattutto che ci sentiamo uniti a Gesù.
Ringraziamo per tutto quello che abbiamo visto, sentito, ricevuto, per il tempo che ci è stato dato, per la vita, per la grazia.
Ringraziamo per l'ascolto che Gesù ci dà, perché ci prende sul serio, perché sta con noi.
Che la tua porta sia aperta
a colui che viene.
Apri la tua porta,
spalanca fino in fondo te stesso,
perché egli veda
la ricchezza della tua semplicità,
la pace di cui sei ricco,
gli effetti sublimi della grazia.
Dilata il tuo cuore,
và incontro al sole della luce senza fine
che illumina ogni uomo.
Quella luce infatti brilla per tutti,
ma se qualcuno chiude la sua finestra
si priverà da sé di quello splendore incomparabile.
Se ti richiudi dentro te stesso,
Cristo rimarrà fuori.
Anche se nessuno potrebbe impedirgli di entrare,
egli non vuole introdursi in modo importuno,
non vuole costringere chi non vuole aprirgli.
Beato colui alla cui porta batte Cristo.
La nostra porta è la fede.
Se essa è forte, difende tutta la nostra casa.
Per questa porta entra Cristo.
( Preghiera di sant'Ambrogio )
Si può leggere la "Lettera del Papa agli anziani", che sottolinea molto bene il senso della vita e insegna a raggiungere la "sapienza del cuore" indicata dal libro della Sapienza: "… canizie per gli uomini è la saggezza ed età senile è una vita senza macchia".
La Lettera la si può trovare presso le librerie cattoliche.