La gioia della pensione

1. Finestra sul quotidiano

"Dopo trentacinque anni, oggi, per la prima volta, non mi devo alzare alle sei!

Ieri abbiamo fatto una bella festa in azienda con applausi e auguri.

Sono ormai alcune ore che mi aggiro per la casa come un'anima in pena.

Chissà cosa farà il ragioniere?

E il magazzino, sarà a posto? è proprio vero: sono in pensione!

Per la prima volta mi sento "vecchio".

Però è da tempo che ho lasciato diversi sogni nel cassetto.

Dicevo: quando andrò in pensione…

Adesso ci sono e posso assaporare la gioia di un tempo ritrovato e di tante possibilità.

Sempre che la salute regga". (Antonio, neo pensionato).

Il grande scrittore Montaigne sosteneva che il gioco dovrebbe essere considerato l'attività più seria dell'infanzia.

Qualcuno potrebbe aggiungere "non solo", visto che il gioco è sinonimo di gratuità, di relazione, di capacità di vivere così come si è, senza maschere.

La vita può essere un gioco nella misura in cui è vissuta con amore per la vita stessa, per l'altro, per le cose che ci circondano.

Gioco, ma non scherzo.

L'età della pensione libera tempo ed energie e ci invita anche a saper godere delle gioie e delle possibilità.

Una partita a carte, una gara a bocce, una bella chiacchierata con le amiche, un cinema, un teatro, una gita, un periodo di relax al mare: tutte occasioni di gioia che fanno parte della vita dell'anziano.

Passatempi? Forse. Ma soprattutto occasioni di crescita.

2. La Bibbia

"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.

Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.

Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi.

Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.

Io sono la vite, voi i tralci.

Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.

In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". ( Gv 15,1-11 )

3. Per riflettere

3.1 Un punto di partenza

Forse anche noi abbiamo in mente una figura di Gesù seria, di uomo che non ride e che non sprizza gioia.

E così pensiamo che essere cristiani significhi solo cospargersi il capo di cenere, tenere gli occhi bassi, rinunciare a qualsiasi cosa che possa arrecare serenità e gioia.

Pensando così, siamo un po' figli di dottrine filosofiche antiche, che non hanno nulla a che vedere con il cristianesimo.

L'annuncio del Vangelo è tutto cosparso di gioia.

Fin dall'inizio, quando gli angeli annunciano ai pastori della valle di Betlemme una grande gioia.

Lo stesso Gesù voleva che i discepoli non fossero tristi, perché non lo si può essere quando lo sposo è in mezzo agli invitati.

Oggi gli uomini si affannano alla ricerca della gioia, o meglio di ciò che mi diverte.

Un'esperienza è ritenuta bella e arricchente se nel viverla mi sono divertito.

Spesso pare che si rincorra una gioia superficiale, fatta di risate e battute.

Certo, ciò è un po' meno facile per persone più avanti negli anni.

La gioia vera, però, viene dal profondo, dal sentirsi amati da qualcuno e capaci di amare gli altri in profondità.

Con la pensione finalmente ci si libera il tempo e possiamo dedicarci ad attività che ci accrescono il gusto delle cose belle.

Come il gioco. Quante volte i più giovani associano noi anziani alle bocce, alle partite a carte, alle belle chiacchierate tra amiche.

Sì, è vero: giochiamo. Un gioco che non è solo passatempo, ma è espressione di un gusto di vivere ancorato nella certezza di non essere dimenticati.

Anche questo è un dono: perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

3.2 Qualche domanda

- La mia vita di anziano non è sempre facile.

A volte mi lamento o rimpiango i giorni in cui felice correvo di qua e di là.

Come posso accrescere l'ottimismo sulla mia vita, a partire dalle gioie e dalle occasioni di felicità che mi sono riservate?

- Dove vado ad ancorare la mia gioia?

Mi bastano le cose passeggere, quelle più leggere, o cerco di fondarla su qualcosa in cui credere, per cui lottare, verso cui sperare?

- Sono un testimone di gioia o faccio della lamentazione il mio sfogo abituale?

So sfruttare le occasioni di divertimento e di svago per rendermi più ottimista, o le vivo solo come passatempo per coprire la mia infelicità?

3.3 Duemila anni di storia insegnano

Dopo la risurrezione di Gesù, le prime comunità cristiane hanno dovuto subito affrontare situazioni difficili.

Prima i tribunali ebrei, poi le persecuzioni in Palestina, poi le atrocità di alcuni imperatori romani.

I cristiani erano diventati "carne da macello", come scrivono alcuni scrittori antichi.

C'era poco da stare allegri.

Ma invece di scappare e di rifugiarsi in un'altra fede meno esigente, quei cristiani si sono mostrati al mondo pieni di pace e di gioia profonda.

Stefano, il diacono, ad esempio. Come era - e come è - possibile?

Con una certezza: la vittoria è del bene, Cristo vincerà.

È una convinzione ben descritta nel libro dell'Apocalisse che, nonostante il nome per noi evocatore di disastri e lutti, è un grande inno alla gioia.

Se siamo ottimisti, scriveva un sacerdote colpito da leucemia mortale, è perché Cristo è risorto.

Tante vicende umane sembrano senza senso.

La risurrezione di Gesù dà senso ad ogni cosa.

Tutto il mondo è votato alla risurrezione.

Anche questo nostro corpo, che oggi ci è un po' di peso.

Tutti noi ritorneremo vivi, dopo la morte.

Con una vita che non si chiuderà più. Diversa da quella di oggi, ma vera.

La nostra gioia si radica nella certezza della vittoria di Cristo sul male e sulla morte, nella fiducia costante che lui è vicino a noi per sempre, che non siamo soli nel cammino della vita.

Sappiamo che la pienezza della gioia sarà nell'essere vicini alla presenza del Signore.

La stessa immagine che definisce la vita eterna - quella del Paradiso - è una incarnazione della gioia.

Il Paradiso è come un giardino, una situazione in cui solo la pace inonderà la nostra esistenza.

Il cristiano è certo di tutto questo. E vive nella gioia.

4. Per pregare

Signore, vieni a mettere qualcosa di nuovo in me,

al posto di quanto a poco a poco

viene meno con il passare degli anni.

Metti in me un amore più grande,

una semplicità più serena,

una delicatezza più profonda.

Al posto dell'entusiasmo,

metti in me un sorriso di bontà per tutti.

Aiutami a comprendere il prossimo,

ad interessarmi dei suoi problemi e

a non essere mai una nuvola nera che rattrista,

ma una luce discreta che rallegra.

Fa' che la memoria mi permetta di ricordare

le cose più belle e più buone che ci sono nella vita,

così da farne parte agli altri e godere

della loro gioia.

Fa', Signore, che la mia volontà si pieghi

amorevolmente ai giusti desideri di coloro

che mi stanno intorno, che la mia fede

umilmente e discretamente s'irradi

con la testimonianza e non venga meno.

Fa', Signore, che la mia intelligenza

accetti con umiltà di sentirsi meno attiva,

brillante e rapida; fa' però che si applichi sempre

a cercarti e a conoscerti, così che possa

comprendere meglio la vita eterna

in cui spero ardentemente.

Amen.