Dic. per l'eliminazione della fame e della malnutrizione
La Conferenza mondiale dell'alimentazione convocata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed incaricata di definire i mezzi attraverso i quali la comunità internazionale, nel suo insieme, potrebbe intraprendere un'azione specifica per risolvere il problema alimentare mondiale nel contesto più generale dello sviluppo e della cooperazione economica internazionale,
Adotta la seguente Dichiarazione:
Riconosciuto che:
a) La grave crisi alimentare, che colpisce i popoli dei paesi in via di sviluppo in cui vivono la maggior parte di quanti soffrono la fame e sono sottoalimentati e in cui oltre due terzi della popolazione mondiale producono un terzo circa delle risorse alimentari mondiali squilibrio che minaccia di aggravarsi ulteriormente nel corso dei prossimi dieci anni ha non solo gravi ripercussioni economiche e sociali, ma minaccia altresì profondamente i principi ed i valori più essenziali che s'incarnano nel diritto alla vita e alla dignità umana, quale risulta consacrato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;
b) L'eliminazione della fame e della malnutrizione, che figura tra gli obiettivi della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul Progresso e lo Sviluppo nel campo Sociale, e l'eliminazione delle cause responsabili di questa situazione costituiscono gli obiettivi comuni di tutte le nazioni;
c) La situazione dei popoli che soffrono la fame e la sottoalimentazione ha per origine circostanze storiche e in particolare ineguaglianze sociali, nonché spesso, la dominazione straniera e coloniale, l'occupazione straniera, la discriminazione razziale, l'apartheid e il neocolonialismo in ogni sua forma, e resta uno dei principali ostacoli alla piena emancipazione e al progresso dei paesi in via di sviluppo e di tutti i popoli in causa;
d) La situazione si è ulteriormente aggravata in questi ultimi anni, a seguito di una serie di crisi che hanno colpito l'economia mondiale, in particolare
il deterioramento del sistema monetario internazionale,
le spinte inflazionistiche dei prodotti d'importazione,
il pesante fardello dell'indebitamento estero che grava sulla bilancia dei pagamenti di numerosi paesi in via di sviluppo,
l'aumento della domanda alimentare attribuibile in parte alla pressione demografica, alla speculazione, ed infine alla penuria e al costo crescente dei fattori essenziali della produzione agricola;
e) Questi fenomeni dovrebbero essere considerati nel contesto dei negoziati in corso sulla Carta dei diritti e dei doveri economici degli Stati, ed esortando l'Assemblea Generale a concludere un accordo unanime su una carta che contribuisca efficacemente all'instaurazione di nuove relazioni economiche internazionali fondate su principi d'equità e di giustizia e ad adottarla;
f) Tutti i paesi, grandi e piccoli, ricchi o poveri, sono eguali.
Tutti i paesi hanno il pieno diritto di partecipare alle decisioni concernenti il problema alimentare;
g) Il benessere dei popoli dipende in larga misura dalla produzione e dalla distribuzione di derrate alimentari in quantità sufficiente nonché dall'istituzione di un sistema di sicurezza alimentare mondiale che garantisca in qualsiasi momento adeguate disponibilità alimentari a prezzi ragionevoli, quali che siano le fluttuazioni periodiche e i capricci del tempo e al di fuori di qualunque pressione politica ed economica, facilitando così tra l'altro, il processo di sviluppo dei paesi del terzo mondo;
h) La pace e la giustizia comportano una dimensione economica che contribuisca alla soluzione dei problemi economici mondiali, e alla liquidazione del sottosviluppo, che offra una soluzione definitiva al problema alimentare per tutti i popoli e che garantisca a tutti gli Stati il diritto di tradurre liberamente ed efficacemente in atto i loro programmi di sviluppo.
A tale riguardo, occorre eliminare le minacce e il ricorso alla forza, promuovere la cooperazione pacifica tra gli Stati nella massima misura possibile, applicare i principi della noningerenza, del rispetto dell'indipendenza e della sovranità nazionali, nonché promuovere la cooperazione pacifica tra gli stati, a prescindere dai loro sistemi politici, sociali ed economici.
Il miglioramento delle relazioni internazionali favorirà l'instaurazione di migliori condizioni di collaborazione internazionale in tutti i campi, il che dovrebbe consentire la possibilità di destinare importanti risorse finanziarie e materiali soprattutto allo sviluppo della produzione agricola e al sensibile miglioramento della sicurezza alimentare mondiale;
i) Ai fini di una soluzione definitiva del problema alimentare, occorre non risparmiare alcuno sforzo per colmare il divario sempre più ampio che attualmente divide i paesi sviluppati dai paesi in via di sviluppo, ed instaurare un nuovo ordine economico internazionale.
Dovrebbe essere resa possibile, a tutti i paesi, l'attività ed efficace partecipazione a nuove relazioni economiche internazionali, tramite l'eventuale creazione di adeguati dispositivi internazionali suscettibili di tradurre in atto le misure necessarie all'istituzione di relazioni giuste ed eque nel campo della cooperazione economica internazionale;
j) I paesi in via di sviluppo riaffermano la loro convinzione che spetta innanzitutto ad essi garantire il proprio sviluppo.
Essi si dichiarano pertanto pronti a continuare ad intensificare i loro sforzi individuali e collettivi tesi ad ampliare la loro cooperazione nel campo dello sviluppo agricolo e della produzione alimentare, e soprattutto dell'eliminazione definitiva della fame e della malnutrizione;
k) Dato che, per diverse ragioni, numerosi paesi in via di sviluppo non sono sempre in grado di soddisfare i loro bisogni alimentari con i propri mezzi, deve essere urgentemente intrapresa un'azione internazionale per aiutarli, senza alcuna pressione politica.
In armonia con i fini e gli obiettivi della Dichiarazione relativa all'instaurazione di un nuovo ordine economico internazionale, e al Programma d'azione adottato dall'Assemblea Generale nella sua sesta sessione speciale.
La Conferenza proclama solennemente:
1) Ogni uomo, donna e bambino ha il diritto inalienabile di essere liberato dalla fame e dalla malnutrizione al fine di potersi pienamente sviluppare e di conservare le proprie facoltà fisiche e mentali.
La società d'oggi possiede già risorse, capacità organizzative e tecnologiche sufficienti e, pertanto, i mezzi per realizzare tale obiettivo.
Di conseguenza, l'eliminazione definitiva della fame costituisce un obiettivo comune di tutti i paesi della collettività internazionale, soprattutto dei paesi sviluppati e degli altri Stati in grado di fornire un aiuto.
2) Spetta ai governi il compito fondamentale di collaborare all'incremento della produzione alimentare e al conseguimento di una più equa e più efficace ripartizione dei prodotti alimentari tra i diversi paesi e in seno ad essi.
I governi dovrebbero sferrare immediatamente un attacco concertato di più vaste proporzioni contro la malnutrizione cronica e le malattie ad essa connesse che colpiscono i gruppi vulnerabili e a basso reddito.
Al fine di garantire una nutrizione adeguata per tutti, i governi dovrebbero formulare politiche alimentari e nutrizionali adeguate e integrarle nei piani globali di sviluppo socioeconomico ed agricolo sulla base di conoscenze sufficienti sulle risorse alimentari disponibili e potenziali.
A tale riguardo dovrebbe essere sottolineata l'importanza del latte materno sul piano nutrizionale.
3) Occorre sottolineare gli aspetti umanitari dei problemi alimentari in occasione della loro disamina all'atto della preparazione e della realizzazione dei piani e dei programmi nazionali di sviluppo economico e sociale.
4) Spetta ad ogni Stato interessato, in conformità ai suoi diritti sovrani e alla sua legislazione interna, eliminare gli ostacoli che minano la produzione alimentare e fornire sufficienti incoraggiamenti ai produttori agricoli.
Per realizzare tali obiettivi, è essenziale adottare efficaci misure di trasformazione socioeconomica incentrate sulla riforma agraria, la fiscalità, le politiche creditizie e gli investimenti, e riorganizzare le strutture rurali ( riforma delle condizioni di proprietà, incoraggiamento delle cooperative di produzione e di consumo, mobilitazione del pieno potenziale delle risorse umane, per gli uomini come per le donne, nei paesi in via di sviluppo ), ai fini di uno sviluppo rurale integrato e della partecipazione dei piccoli coltivatori, dei braccianti agricoli alle attività miranti a realizzare gli obiettivi necessari in materia di produzione alimentare e d'impiego.
Inoltre è necessario riconoscere il ruolo chiave delle donne nella produzione agricola e nell'economia rurale di numerosi paesi, e garantire alle donne l'uguaglianza con gli uomini, l'accesso all'insegnamento, ai programmi di divulgazione ed ai mezzi di finanziamento.
5) Oggi, più che mai, l'utilizzo delle risorse del mare e delle acque interne è in procinto di divenire un importante fonte di alimenti e di benessere economico.
Occorre pertanto promuovere e garantire lo sfruttamento razionale di queste risorse, preferibilmente ai fini di un consumo umano diretto, per contribuire al soddisfacimento dei bisogni alimentari di tutti i popoli.
6) Nel quadro degli sforzi tesi ad accrescere la produzione alimentare, occorre prevenire con ogni mezzo gli sprechi di prodotti alimentari sotto qualsiasi forma.
7) Per stimolare la produzione alimentare nei paesi in via di sviluppo e in particolare in quelli meno progrediti e quelli più gravemente colpiti, occorrerebbe che i paesi sviluppati, nonché gli altri Stati in grado di farlo, intraprendessero urgentemente un'azione internazionale efficace mirante a fornire alle altre nazioni un aiuto supplementare sostenuto, sia tecnico che finanziario, a condizioni di favore e in quantità commisurata ai loro bisogni, sulla base di intese bilaterali e multilaterali.
Questo aiuto deve prescindere da qualsiasi considerazione suscettibile di recare pregiudizio agli Stati che ne siano beneficiari.
8) Tutti i paesi, e principalmente i paesi altamente industrializzati, dovrebbero promuovere lo sviluppo della tecnologia e della produzione alimentare e non risparmiare alcuno sforzo teso a favorire il trasferimento, l'adattamento e la diffusione della tecnologia appropriata in materia di produzione agricola, a beneficio dei paesi in via di sviluppo.
A tal fine, essi dovrebbero in particolare dispiegare ogni possibile sforzo per comunicare i risultati dei propri lavori di ricerca ai governi e alle istituzioni scientifiche dei paesi in via di sviluppo al fine di consentire loro di promuovere uno sviluppo agricolo sostenuto.
9) Per garantire la conservazione delle risorse naturali utilizzate e utilizzabili ai fini della produzione alimentare, tutti i paesi debbono collaborare alla promozione della tutela dell'ambiente ivi incluso l'ambiente marino.
10) Tutti i paesi sviluppati, nonché gli altri Stati in grado di farlo, dovrebbero collaborare su un duplice piano tecnico e finanziario con i paesi in via di sviluppo, nel quadro dei loro sforzi tesi ad accrescere le risorse ai fini della produzione agricola e garantire un rapido aumento delle disponibilità dei fattori di produzione agricola quali i fertilizzanti ed altri prodotti chimici, le semenze di qualità, i crediti, le tecnologie, a costi ragionevoli.
Occorre altresì, a tale riguardo, che i paesi in via di sviluppo collaborino tra di loro.
11) Tutti gli Stati dovrebbero sforzarsi, in ogni misura possibile, di promuovere all'occorrenza, un riaggiustamento delle loro politiche agricole in modo da accordare la priorità alla produzione alimentare, riconoscendo, in tale occasione, il rapporto che lega il problema alimentare mondiale e il commercio internazionale.
Per determinare il loro atteggiamento nei confronti dei programmi di sostegno agricolo in favore della produzione alimentare nazionale, i paesi sviluppati dovrebbero tener conto, nella misura del possibile, degli interessi dei paesi in via di sviluppo esportatori di prodotti alimentari, al fine di non recare pregiudizio alle esportazioni di questi ultimi.
Inoltre, tutti i paesi dovrebbero collaborare alla messa a punto di misure efficaci al fine di affrontare il problema della stabilizzazione dei mercati mondiali e della promozione di prezzi equi e remunerativi, in particolare, per mezzo di misure internazionali,
di migliorare l'accesso ai mercati tramite la riduzione e soppressione degli ostacoli di natura doganale e non doganale per i prodotti che rivestono un interesse per i paesi in via di sviluppo,
di contribuire alla diversificazione delle loro esportazioni
e di applicare ad essi, nei negoziati commerciali multilaterali, i principi della Dichiarazione di Tokyo, in particolare quello della nonreciprocità e del trattamento più favorevole.
12) Dato che tutti i paesi della comunità internazionale sono tenuti a garantire in qualunque momento un adeguato approvvigionamento mondiale di derrate alimentari di base, per mezzo di adeguate riserve, ivi incluse scorte d'emergenza, tutte le nazioni debbono collaborare all'istituzione di un efficace sistema di sicurezza alimentare mondiale:
partecipando e contribuendo al funzionamento del Sistema mondiale d'informazione e di rapido allertamento sulla situazione alimentare e agricola;
aderendo agli obiettivi, politiche e direttive che figurano nel Progetto internazionale d'impegno sulla sicurezza alimentare mondiale, approvato dalla Conferenza mondiale dell'alimentazione;
riservando, possibilmente, scorte e crediti per far fronte ai bisogni alimentari d'emergenza a livello internazionale, come è previsto nel progetto d'impegno sulla sicurezza alimentare mondiale, e mettendo a punto direttive internazionali suscettibili di garantire il coordinamento e l'utilizzo di queste riserve;
contribuendo a fornire un aiuto alimentare per far fronte alle situazioni critiche e ai bisogni nutrizionali, nonché per incentivare l'occupazione rurale per mezzo di progetti di sviluppo.
Tutti i paesi donatori dovrebbero accettare ed applicare il principio della pianificazione preventiva dell'aiuto alimentare e fare tutto ciò che è in loro potere per fornire, in natura e in denaro, l'assistenza richiesta per garantire sufficienti disponibilità di cereali e di altre derrate alimentari.
Il tempo stringe.
È vitale intraprendere d'urgenza un'azione sostenuta.
La Conferenza rivolge un pressante invito a tutti i popoli che esprimono il loro impegno a livello individuale e tramite i loro governi e le organizzazioni non governative a collaborare alla eliminazione dello spettro secolare della fame.
La Conferenza afferma
La determinazione degli Stati partecipanti ad avvalersi appieno del sistema delle Nazioni Unite per l'attuazione della presente Dichiarazione e delle decisioni adottate dalla Conferenza.
( Adottata il 16 novembre 1974 dalla Conferenza Mondiale dell'Alimentazione convocata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite in applicazione alla Risoluzione 3180 [XXVIII] dell'Assemblea Generale in data 17 dicembre 1973 e che l'Assemblea Generale ha fatto propria con la Risoluzione 3348 [XXIX] del 17 dicembre 1974 ).