Continuiamo il nostro cammino già nel 2003.
II nostro programma procede bene ma l'interesse suscitato dall'argomento famiglia cattolica dimostra che , anche in ambiente di praticanti per bene, si tende ad essere attratti da aspetti meno coinvolgenti.
La paura di essere minoranza va superata, e bisogna perdere l'abitudine di proteggersi nel formalismo che agli occhi della gente fa sembrare buona una certa indifferente omissione, riempie doverosamente di nomi e parole i programmi e negli annali fa stupire a posteriori ... .
II bisogno di andare controcorrente e difendere la proposta evangelica non è ancora radicalmente sentito.
Molti pensano ancora che il futuro dei nostri figli non dipenda dal valore dell'impegno di ognuno, dalla nostra buona e mite battaglia, ma che la "bontà mediatici", neo?provvidenza , ci salverà.
Non sembra che valga la pena di porsi con la "sola" forza dell'impegno e della coerenza evangelica e della preghiera a difesa della famiglia come la intendiamo noi.
Come la viviamo e la manifestiamo e raccontiamo in base alla nostra esperienza nei nostri incontri da ormai 40 anni.
Ma affidandoci alla Consolata, Madonna della Fiducia e dell'Equilibrio, anche oggi ci facciamo forza e continuiamo fedelmente ad addestrarci a questa "buona battaglia" partendo da una riflessione su un sussidio riguardante la pedagogia di Gesù , lo stile del "Pastore buono" , per poi accogliere a cuore aperto le indicazioni di un Pastore a noi caro.
Cerchiamo di capire bene e mettere la parola dì Gesù Crocifisso Risorto in rapporto alla nostra quotidiana abitudine ad essere meno di quello che possiamo essere per Lui.
Lo stile del Pastore buono ( Gv 10,11 )
Gesù ha adottato, nei suoi incontri con le persone, modi molto diversi.
Egli si adattava di volta in volta all'interlocutore, alla sua condizione e alle sue disposizioni interiori.
Ha così creata una pedagogia che continua a illuminare il nostro lavoro apostolico.
Ecco alcune indicazioni ai riguardo, con l'avvertenza che solo la lettura e rilettura personali del Vangelo daranno a ciascuno la mai finita conoscenza del Pastore e Maestro da imitare.
1° Appoggio e incoraggiamento: dialogo con Nicodemo ( Gv 3,1-21 ), lo scriba ( Mc 12,28-34 ).
Gesù parte dal positivo dell'altro, lo riconosce,
stimola.
2° Interpretazione innovatrice: dialogo con la donna samaritana ( Gv 4, 7-26 ), con il giovane
ricco ( Mt 19,16-22 ).
Gesù aiuta l'altro a capirsi e scegliersi nel
profondo per
un destino ulteriore. Si noti come si esponga a insuccesso.
3° Ammirazione e congratulazione: dialogo con Natanaele ( Gv 1,45-51 ) o con il centurione
di Cafarnao ( Mt 8,5-10 ).
Gesù è cordiale, non lésina lode.
4° Invito fiduciale e promozionale: chiamata di Simone ( Gv 1,40-42 ), apertura agli
"esclusi":
Levi ( Mc 2,13-17 ), Zaccheo ( Lc 19,1-10 ), il "buon ladro ne"
( Lc 23,39-42 );
elezione di Giuda Iscariota ( Mc 3,16-19 ).
Gesù insiste nella ricerca e proposta del bene dell'altro
in modo
altamente gratificante.
5° Beneficio e avvertimento. guarigione del paralitico ( Mt 9,2-7 ), il perdono
all'adultera ( Gv 8,3-11 ),
la guarigione dell'infermo alla piscina di Betzaetà ( Gv 5,5-9.14 ).
Gesù non nega mai il beneficio chiesto e non tra scura mai di
sottolineare che il bene vero, la Vita, trascende ogni beneficio.
1° Rampogna: i "Guai!" evangelici: contro (incredulità ( Lc 10,13-16 ), lo scandalo ( Lc 17,1-2 ) l'ipocrisia ( Lc 11,42-52 ), l'amore alla ricchezza ( Lc 6,24 ), la sazietà mondana ( Lc 6,25 ), il tradimento ( Mt 26,24 ).
Gesù non intende lasciarci nell'illusione: l'uomo costruito da noi è "sbagliato", Egli lo dice.
2° Riforma e radicalità: gli impulsi del "Ma io vi dico!" sul "non uccidere"( Mt 5,21 ), "non commettere adulterio"( Mt 5,28 ), "chi ripudia..." ( Mt 5,32 ), "non spergiurare"( Mt 5,34 ), "occhio per occhio..." ( Mt 5,39 ), "ama il tuo prossimo e odia..."( Mt 5,44 ). Gesù si rivela vero risanatore e definitore dei "valori".
3° Liberazione: la questione del sabato, ricorrente nei vangeli( Mc 2,23-28; Lc 6,5; Gv 9,16 ).
Gesù non viola il sabato spinto da qualche sentimento di contestazione, ma per restituirgli il senso santo voluto da Dio.
4° Conforto e promessa: l'economia della "salvezza di ciò ch'è ingiusto o malato o perduto" ( Lc 19,10; Lc 15,4-32 ).
Gesù penetra nella rovina con efficacia e forza rinnovatrice sovrumane.
5° Risurrezione dei morti: i fatti evangelici indicativi ( figlia di Giàiro, Mc 5,21-24.35-42; il giovinetto di Nain, Lc 7,11-15; Lazzaro Gv 11,38-44 ); e l'evento pasquale di Gesù risorto ( Mt 28,6; Lc 24,34; Gv 20,17 ).
Gesù risolve con potenza la "condizione" umana, e il suo stile parlato?vissuto rimane quello della vittoria, non vittoria d'uomo (da ricordarsi, per noi!) ma "Vittoria del Verbo" ( Ap 19,11-21 ).
li confronto del nostro stile d'evangelizzazione con il Suo si impone, e fonda, la nostra moralità di educatori.
1. Una questione antica come l'uomo ma oggi di nuovo incandescente dinanzi alla domanda realistica:, educare persone o riprodurne cloni.
2. Voce della Chiesa: Cod. Dirit. Can. can.1055 §1: "Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla loro creazione educazione della prole "
I due termini sono inscindibili: è deleterio dare l'esistenza ma non il senso dell'esistenza.
Per ogni persona umana questo senso, rivelato da Dio Dio in Gesù
Cristo, sta
nel poter esserci saper esserSl voler esserLO
... dal sopravvivere allo "stare benissimo sotto ogni aspetto
materiale"
... dalla coscienza di sé, alla libera e responsabile
autoprogettazione, alla
socialità
... dalla adesione alla identificazione con l'Uomo divino
Questa triplice promozione della persona raccoglie in sé tutte le fatiche dei vari tipi di educazione (corporea, affettiva, intellettuale, ludico-estetica, etica,sociale, interculturale, religiosa...) nei quali padri, madri, e altri si destreggiano per "generare personalità". !!!
Attenzione: l'arte educativa consiste nel "dosaggio" gerarchico equilibrato fra i vari tipi tutti necessari...
a. Non meravigliatevi che i figli adottino spesso I"'opposizione" per diventare se stessi.
Si cresce anche per contrasto: vi renderete conto di quanto li amate se lo fate mentre sono così, e questa carità sa "non vantarsi (della propria esperienza, per esempio), non mancare di rispetto (violenza verbale, rimprovero offensivo), non cercare il proprio interesse (la riuscita educativa secondo i i progetti, ad ogni costo), non adirarsi (per delusione e risentimento), non tener conto dei male ricevuto (offese, ingratitudine)" e rimanere "paziente e benigna, tutto coprendo (il perdono...), tutto credendo, sperando, sopportando (senza disperazione e rinuncia)" ( 1 Cor 13,4-7 )
Non si tratta di carità debole, ma eroica.
Nessuno come chi educa esercita la progetti, ad ogni costo), non adirarsi (per delusione e risentimento), non tener conto dei male ricevuto (offese, ingratitudine)" e rimanere "paziente e benigna, tutto coprendo (il perdono...), tutto credendo, sperando, sopportando (senza disperazione e rinuncia)" ( 1 Cor 13,4-7 ) Non si tratta di carità debole, ma eroica.
Nessuno come chi educa esercita la carità in tale grado.
b. Seguite i figli sul loro terreno (le loro idee, ì loro problemi, !e loro soluzioni, i loro errori) con ascolto e fedeltà appassionate: sono il vostro (e dì Dio!) tesoro.
Siate per loro "dimora della fiducia, della domanda, della scoperta". Allora i figli seguiranno voi sul vostro, e vi diventeranno amici. * Questo è un risultato!
c. Regalate volentieri ai figli delle possibilità, indicate motivazioni, valori, responsabilità nel loro stesso cuore, partendo da come sono, dal bene che patente o latente, sicuramente c'è in loro.
d. Ricordate soprattutto che i figli sono di Dio, fidatevi di lui.
E non dimenticate che dovrete "partorirli nel dolore (offrendo per loro le vostre sofferenze, prime quelle che !oro stessi i procurano)" ( Gal 4,19 ) e nella preghiera, fino all'ultimo istante della vita.
Non fermatevi prima, perché la vostra fecondità in Cristo non finirà mai, né in terra né in cielo