dal De Gratia et libero arbitrio di San Bernardo di Clairwaux . scritto intorno al 1134)
Nell' esperienza nasce una proposta responsabile.
Il valore di questo nostro incontro è , come sempre, nelle nostre mani , nella nostra "comprensione" e non solo nel valore dei relatori .
La nostra presenza, l'esperienza cristiana che ci distingue nel modo di essere, seppur giudicata da qualcuno modesta e superata , ha in sé tutti i contenuti migliori per continuare a proporsi come un sistema educativo capace di adeguarsi alla realtà del tempo presente e di porsi responsabilmente come insegnamento per il futuro.
La lettura del passo di San Bernardo ci richiama ,in un certo modo alla responsabilità che dobbiamo agli altri.
È importante cercare di comprendere cosa vuol dire essere responsabili dei mezzi necessari al fine del nostro impegno educativo.
E questo, per un cristiano, in una visione obbligata pedagogico-esistenziale (dire, fare, dare per crescere)
Abbiamo tutti incontrato o incontreremo persone che ti lasciano un ricordo indelebile e un vero sentimento di riconoscenza tanto forte da sperare di poter fare altrettanto… ma poi scopriamo che all'evenienza non siamo capaci di tanta generosità … di tanto amore gratuito
Credo siamo concordi nel ritenere che la vera capacità di vivere non sta nel prendersi delle soddisfazioni individuali , ma nel godere dello sforzo di soddisfare il bisogno degli altri , della gioia che ne deriva.
Non è come qualcuno potrebbe pensare il masochismo di chi adora ed espone come emblema un uomo crocifisso ma la Buona Novella alla luce dell'esperienza cristiana autentica.
Amarci è gioire insieme ,e per questo aiutarci a vincere la gravità della necessità , il buio spirituale, la fragilità e i bisogni di un bambino.
Possiamo davvero svoltare in Via Paradiso se riusciamo a crescere, cioè a vivere, con lo sguardo che va dal volto di un figlio a Gesù Crocifisso che , chiamandoci sale al cielo.
È bello essere troppo generosi. La generosità è lo spirito di una visione pedagogica della vita.
Nella vita siamo tutto quando aiutiamo chi può contare solo su di noi .
i sentiamo tutto quando siamo amati più di tutto.
E questo ci riporta a mamma e a papà, alla moglie e al marito che si amano.
In quante situazioni abbiamo riposto nell'altro ,fiduciosi di essere amati, tutta la nostra vita.
La fiducia è la logica del rapporto interpersonale, a tutti i livelli .
Quanto è grande la responsabilità di amare.
Quanto è grande l'impegno di avere per poter dare gratuitamente.
Siamo in una dimensione che umanamente ci appare contraddittoria .
Sembra il contrario dell'economia che si impegna ad avere per avere di più dove di gratuito non c'è più nulla, anche la pietà è morta davanti al denaro.
È la logica del dono che anima un vero processo economico degno della creatura umana salvata dall'Amore Crocifisso.
La generosità ci innesta nell'eternità come tempo vero dell'essere umano, ci apre e da spazio a Dio , chiamandoLo subito ad agire.
Ecco che acquisiamo da Lui la forza e la grazia necessaria e sufficiente per affrontare con impegno e fede una vita-cultura-mentalità pedagogica e quindi, in coscienza, personalmente e socialmente corresponsabile e non speculativa e individualista.
Gesù ci insegna l'amore e per questo si assume la responsabilità di tutte le nostre colpe e soffrendone ci chiama dall'alto della Croce. Padre perdona loro…
Quando pensiamo all'educazione pensiamo subito a un bambino o a un giovane senza soffermarci anche su noi stessi .
La stagione dell'educazione non finisce mai .
Comincia con l'infanzia ma è solo una preparazione alla vera educazione che si costruisce fino all'ultimo giorno.
Non siamo mai abbastanza adulti da dirci educati e per questo davvero responsabili.
Anche l'ultimo giorno di vita terrena ci riserverà insegnamenti e forse quelli più importanti per cui è valsa la pena di cercare di imparare a vivere.
L'umile apertura all'ascolto degli altri, della natura e l'accoglimento de loro insegnamento è un dono.
Diceva un vecchio monaco trappista che da decenni passava molte ore al giorno in confessionale : ".. quando due si incontrano, anche nel confessionale, non si sa mai chi dei due ne trarrà maggior vantaggio…"
L'umiltà , la modestia dell'ascolto fa apprendere più di quello che si crede di poter dare.
L'esperienza, positiva o negativa secondo il nostro giudizio,ma sempre seriamente vissuta (in questa serietà si può trovare il senso attuale della prudenza cristiana come virtù morale) , è maestra di vita se messa, sempre, in rapporto a Gesù Cristo.
Non è facile imparare e insegnare ad educare. L'umanità cresce e sulla base dell'esperienza fa crescere .
I momenti di regressione , come le guerre, passano ma hanno purtroppo il grande significato, forse cinica consolazione dei sopravvissuti ( sarebbe bello sentire l'opinione dei morti), di dimostrare la loro inutilità .
Possiamo aiutare a crescere solo mentre cresciamo, è la dinamica del nostro essere che è chiamato e chiamante… educare un figlio è educarsi , è diventare più responsabile.
Dobbiamo imparare a vivere, insegnare a vivere per Lui, con Lui e in Lui.
Questa è la base della responsabilità educativa di un cristiano.
L'educazione diventa così un patrimonio di piccole e grandi virtù indispensabili per superare i momenti difficili che ci possono far lasciare "Via Paradiso" .
La vita ci pone degli obiettivi esistenziali obbligatori che mettono alla prova tutti.
Pensiamo al dramma famigliare di tanti apparentemente benestanti…importanti… potenti…
Ecco perché abbiamo insistito tanto e ci siamo detti più volte che bisogna credere che la vita dei nostri figli dipende dal valore dell'impegno di ognuno, dalla nostra buona e mite battaglia quotidiana … e non dall'eredità economica che lasciamo.
È solo così che abbiamo davvero da dire, da dare e da fare per il maggior bene possibile da offrire come risposta alla Croce.