Crocevia |
Ognuno di noi cerca in tutti i modi di vivere realmente e praticamente la miglior vita possibile.
E si impegna a modo suo, come può, con le proprie capacità, per farcela.
È un impegno, un tentativo, che inizia da ragazzi; scopriamo però, presto, che il nostro sogno, l'idea, il grande desiderio, il progetto giovanile che abbiamo pensato, da cui ci siamo sentiti attratti, si deve adattare - quasi di momento in momento - agli eventi, alle circostanze, ad una realtà esistenziale spesso imprevedibile.
È un adeguamento obbligatorio, a volte meravigliato, pieno di rinunce, rassegnato, spesso sofferto, provato, ma che non ci guasta in modo irreversibile, non ci impedisce di cercare comunque un adattamento "verso il più alto" possibile del nostro inconscio desiderio di beatitudine.
Siamo fatti così, delicati, sensibili, intelligenti, creativi, altro dagli animali che possiamo diventare.
Apparente certezza e reale incertezza oscillano, si sovrappongono, ci sentiamo sempre un po' squilibrati, in crisi, illusi, velleitari, inquieti.
Cerchiamo per nostra indole di non staccarci dalla vita, di "rilegarci" alla verità che personalmente crediamo.
Troviamo conferma della nostra costituzione nel fatto che la ragione più alta della dignità dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio.
Siamo in grado di capire l'eternità, amiamo le cose belle del cielo.
Fin dal nostro nascere, già nell'essere concepiti come nuove persone siamo posti dai nostri genitori in rapporto alla vita divina, invitati al dialogo con Dio.
Chi è padre e madre se pensa al proprio figlio pensa ad una vita nuova, bella serena, piena ... per sempre ... non pensa certo alla malattia e alla morte!
Nel corso della storia, e fino ai giorni nostri, in molteplici modi, l'uomo ha espresso il desiderio di cercare, di incontrare, di comunicare con Dio attraverso credenze comportamenti religiosi ( preghiere, sacrifici culti, meditazioni ).
Malgrado le ambiguità che possono presentare, tali forme di espressione sono così universali ( e sempre attuali, anche se oggi c'è una colpevole dissacrazione ) che l'uomo può essere definito un essere religioso.
Pensiamo al misterioso fatto dei "voti" così simili in ogni dimensione spirituale.35
Dice con radicalità, secondo le sue credenze, il maestro di fede induista Shri Ramakrishina":36
Nato invano colui che,
avendo avuto il raro privilegio di esser nato uomo,
è incapace di realivare Dio in questa vita".
Indice |
35 | SS Paolo VI, Incontro 3/92 p. 34: "La vostra povertà dice al mondo che si può vivere tra i beni temporali e si può usare dei mezzi della civiltà e del progresso senza essere schiavi di nessuno di essi; la vostra castità dice al mondo che si può amare con il disinteresse e l'inesauribilità che attinge al cuore di Dio, e ci si può dedicare gioiosamente a tutti senza legarsi a nessuno, avendo cura soprattutto dei più abbandonati; la vostra obbedienza dice al mondo che si può essere felici pure senza fermarsi in una comoda scelta personale, ma restando pienamente disponibili alla volontà di Dio, come appare nella vita quotidiana dai segni dei tempi e dalle esigenze di salvezza del mondo d'oggi" |
36 | Shri Ramakrishna, Alla ricerca di Dio, Ed. Astrolabio |