Nella chiamata di Isaia, Dio gli disse di andare a predicare ai Giudei, per dire loro che ascoltavano ma non capivano.
Così facendo, Isaia avrebbe resi duri gli orecchi dei Giudei affinché non udissero e non si convertissero.
Il brano non è difficile da capire, ma potrebbe essere difficile da accettare per alcuni.
Ma la realtà è che la predicazione della Parola di Dio ha due effetti: porta vita a chi crede, ma rende ancora più colpevoli quelli che non credono, perché rifiutano ancora una volta la possibilità di avere la vita da Dio.
Paolo parlò dello stesso doppio effetto nel suo ministero ( e quindi di tutti i Cristiani che parlano di Gesù ) in 2 Cor 2,14-16.
Nel caso di Isaia, i Giudei erano già colpevoli di aver sentito Dio senza badare a quello che disse ( Is 6,9 ).
Quindi Dio mandò Isaia per renderli anche più insensibili, affinché ricevessero la giusta punizione per la loro ribellione perché non si sarebbero convertiti ( Is 6,10 ).
Infatti, Isaia doveva continuare a predicare fino a quando la punizione era completa con la distruzione del paese ( Is 6,11-13 ).
Ma Dio avrebbe comunque lasciato una speranza per il futuro ( la seconda parte di Is 6,13 ).
Questo brano è citato diverse volte da Gesù ( Gv 12,40 ) e Paolo ( At 28,26-27; Rm 11,8 ) per descrivere gli Ebrei increduli a cui parlarono.
Gesù citò il brano anche per spiegare perché parlava in parabole (
Mt 13,14-15;
Mc 4,12;
Lc 8,10 )
- vedi il
commento su Matteo 13,13-15.