Paolo dice, citando Lv 18,5, che chi fa le cose scritte nella legge di Mosè vivrà per esse.
Però altrove dice
che nessuno mediante la legge è giustificato davanti a Dio ( Gal 3,11; Rm 3,20 ),
che la legge non è capace di produrre la vita ( Gal 3,21 ),
e che la legge lo condannava a morte ( Rm 7,10 ).
La risoluzione è che Rm 10,5 sta parlando in modo ipotetico.
In teoria, se qualcuno riuscisse ad osservare tutta la legge perfettamente, avrebbe avuto la vita per essere giustificato e salvato.
Ma Paolo ha già detto in Rm 2 che nessuno osserva perfettamente tutta la legge ( Rm 3,23; Gc 2,10 ).
Così, la realtà è che nessuno è salvato per la legge, e la legge porta solo la condanna ( perché non la osserviamo ) e la morte.