Giuda |
All'inizio di questa breve lettera, l'autore si dichiara costretto a scriverla per esortare tutti i credenti alla fedeltà ( v. 3 ).
Nella comunità, infatti, si sono introdotti alcuni falsi maestri, che non riconoscono l'universale signoria di Cristo e osano giustificare l'immoralità, specialmente in campo sessuale.
I cristiani dovranno ordinare la propria vita secondo la verità del Vangelo, l'amore salvifico di Dio Padre, la misericordia di Gesù Cristo.
Indirizzo, saluto e scopo della lettera ( 1-4 )
Contro i falsi maestri ( 5-16 )
Esortazioni ai fedeli ( 17-23 )
Preghiera di lode a Dio ( 24-25 ).
In forma di lettera, questo breve scritto ci offre una omelia, come quelle allora in uso negli ambienti del giudaismo ellenistico.
Esprimendosi con un linguaggio popolare, l'autore utilizza anche racconti che ritiene noti ai suoi lettori e che appartengono a tradizioni esterne alla Bibbia.
La lettera di Giuda manifesta una stretta vicinanza con 2 Pt ( in particolare: 2 Pt 2,1-19 e Gd 3-13; 2 Pt 3,1-3 e Gd 17-19 ), tanto che diversi studiosi pensano a una dipendenza di una lettera dall'altra, oppure di tutte e due da una fonte comune.
L'autore di questa breve lettera si presenta come "Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo" ( v. 1 ).
Il NT ci fa conoscere diversi personaggi col nome di Giuda.
Oltre Giuda l'Iscariota, il traditore di Gesù, vengono nominati:
"Giuda figlio di Giacomo" ( Lc 6,16; At 1,13 ),
"Giuda, non l'Iscariota" ( Gv 14,22 ),
Giuda "fratello" di Gesù ( Mt 13,55; Mc 6,3 ),
"Giuda, chiamato Barsabba" ( At 15,22 ).
Secondo alcuni, l'autore della lettera va ricercato nella cerchia dei "fratelli", cioè dei parenti, di Gesù.
Secondo altri, invece, si tratterebbe di un anonimo cristiano, vissuto sul finire del I sec., che avrebbe raccolto e tramandato insegnamenti di Giuda, "fratello" del Signore.
Destinatari della lettera furono, con ogni probabilità, quei giudeo-cristiani della diaspora, ai quali è indirizzata anche la seconda lettera di Pietro.
È difficile identificare con certezza l'autore e i destinatari di questa lettera.
Il mittente dice il suo nome: « Giuda », e si presenta come « servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo ».
Molto probabilmente si tratta dall'apostolo Taddeo ( Lc 6,16 ), fratello di Giacomo il minore e parente di Gesù ( Mc 6,3; Mt 13,55 ), di cui peraltro sappiamo ben poco.
I destinatari non sono meglio precisati.
Sia l'indirizzo che la conclusione della lettera sono redatti in termini generali: nessun nome di Chiesa o di individui particolari è menzionato; alcuni perciò hanno pensato ad una lettera ecumenica con destinazione più o meno universale.
D'altra parte il tenore dello scritto riguarda circostanze ben precise e non può convenire a tutte le comunità.
Per i destinatari si può pensare allora con una certa verosimiglianza a quelli che già ricevettero lo scritto di Giacomo, cioè ai giudeo-cristiani viventi nella diaspora.
Una conferma verrebbe dal fatto che Giuda suppone note ai lettori, oltre alla S. Scrittura, anche alcune tradizioni giudaiche.
Se si ammette questa ipotesi, è logico supporre che la data più attendibile cada negli anni 62-67 d. C., ossia dopo la morte di Giacomo e prima di quella di Pietro.
Anche una redazione tra gli anni 70 e 80 risponderebbe bene ai dati della lettera e sarebbe del tutto conciliabile con l'autenticità.
La lettera di Giuda è uno degli scritti cosiddetti deuterocanonici del N.T., per quanto la sua canonicità sia stata meno contrastata di quella della seconda lettera di Pietro, con cui mostra affinità innegabili.
Il dubbio nacque dal fatto che essa sembrava accreditare il libro apocrifo di Enoch ( v. 14 ).
Lo stile e rude, ma vivace, vigoroso, ricco di immagini.
È interessante notare il gusto per gli elenchi di termini, esempi ed espressioni che vanno a tre a tre.
La lettera, per quanto brevissima, è ricca di molti insegnamenti dottrinali, « tutta penetrata - come dice Origene - di sapienza divina ».
Don Federico Tartaglia
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