La parola πειρασμòς, peirasmos in questo versetto può voler dire "prova", in un senso positivo, per migliorarci, o "tentazione", in un senso negativo, per farci cadere.
Per un approfondimento e due domande collegate, vedi il commento su Giacomo 1,13.
In ogni caso, c'è un problema.
Se vuol dire "prova", perché pregare che non succeda se la prova è per il nostro bene?
E se vuole dire "tentazione", perché pregare che non succeda se è impossibile che Dio ci tenti?
È comunque possibile prendere il sostantivo nel secondo senso, e interpretare la richiesta come "Non permettere che siamo tentati", perché ogni tentazione da Satana o da noi stessi è permessa da Dio.
Ma è probabilmente meglio prendere il sostantivo nel primo senso, ma non fare dicotomie per quanto riguardo la preghiera.
Per esempio, dobbiamo rallegrarci nella persecuzione ( Mt 5,10-12 ) ma dobbiamo fuggire dalla persecuzione ( Mt 10,23 ) e pregare che la fuga non sia troppo severa ( Mt 24,20 ).
Similmente, anche se la prova spesso ha effetti positivi, è sempre una prova che ci fa male, e possiamo pregare di non essere provati.
Ma quando vengono le prove, le dobbiamo considerare una grande gioia ( Gv 1,2 ).