Gesù disse che l'unico motivo valido per il divorzio era la fornicazione ( Mt 5,32; Mt 19,9 ), che in quel contesto è l'adulterio da parte del coniuge.
Paolo invece in 1 Cor 7,10 e la seconda parte di 1 Cor 7,11 dice di non separarsi né mandare via il coniuge.
Dobbiamo considerare questo un comando nelle circostanze normali, e che Paolo non sta parlando di quando c'è un motivo valido per la separazione.
Nello stesso modo, neanche Mc 10,2-9, un brano parallelo a Mt 19,9, menziona la possibilità di un divorzio giusto, perché non faceva parte di quello che Marco voleva insegnare in quel brano.
Paolo prosegue in 1 Corinzi 7 parlando della situazione di un Cristiano ( maschio o femmina ) spostato con un non Cristiano ( femmina o maschio ).
Se il non Cristiano non vuole separarsi, il Cristiano deve rimanere con lui o lei ( 1 Cor 7,12-13 ); infatti il non Cristiano, e i figli, mentre sono nella famiglia con il Cristiano, sono "santificati" in qualche modo ( 1 Cor 7,14 ), probabilmente ricevendo delle benedizioni addizionali da Dio, fra cui la testimonianza e il buon comportamento del Cristiano ( 1 Cor 7,16; 1 Pt 3,1-2 ).
Anche se il non Cristiano lascia il Cristiano, il divorzio non è possibile per il Cristiano.
Non è obbligato a stare con il non Cristiano ( 1 Cor 7,15 ), ma non può neanche risposarsi ( 1 Cor 7,11 ).
Almeno fino a quando il non Cristiano muore ( 1 Cor 7,39-40 ) oppure ( secondo l'insegnamento di Gesù ) fino a quando il non Cristiano si risposa o c'è altra chiara evidenza dell'adulterio da parte del non Cristiano.