Amore Sorreggente e Dirigente |
B43-A5
Siamo lieti di poter pubblicare l'autorevole e paterna parola che il Rev.mo F. Candido, Assistente: del Superiore Generale dei Fratelli delle S. C., ci, ha fatto pervenire per incoraggiamento del nostro lavoro, e che riveste il carattere di approvazione del programma dell'Unione.
Presentiamo pertanto all'amato Superiore i nostri vivi ringraziamenti e riaffermiamo il nostro pieno e incondizionato attaccamento all'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, del quale ci sentiamo e professiamo affezionati figlioli.
Invochiamo dal SS. Crocifisso ogni grazia più eletta ai Superiori e a tutti i singoli Fratelli, promettendo di volerci rendere ognor più degni del loro patrocinio.
I Catechisti
Cari Giovani del SS. Crocifisso Pervenne a questo Superiorato una relazione sulle opere di apostolato che voi, cari giovani, esercitate.
La lettura di tale relazione ci ha commossi, e ha attirato la nostra ammirazione sul vostro zelo e sul bene che fate alla cara gioventù.
Quanto fu buono con voi Iddio che vi ha scelti a suoi coadiutori nella redenzione delle anime! quanto è ammirabile l'opera che voi esercitate!
Gli angeli vi invidiano e vi ammirano!
Voi esercitate il medesimo ministero che esercitava Gesù, e che esercitarono gli apostoli, addottrinati da Gesù! che si può fare di più e di meglio?
Voi avete reso possibile la continuazione delle scuole serali, che da tanto occupano il primo posto in Torino, sia per primato di iniziativa ( 1845 ), sia per i buoni risultamenti che sempre hanno dato.
Senza di voi si sarebbe forse dovuto cessare una opera così proficua a tanti giovani, che avrebbero dovuto andare a cercar la loro educazione in scuole, dove non si parla mai di Dio e dove, talvolta, si sente la parola dell'empietà!
Chi può dire la consolazione che voi recate al Cuor di Gesù, con le Comunioni che, per vostro eccitamento, fanno i giovani che voi istruite? le preghiere che fate fare? la fede che inculcate loro con le vostre istruzioni religiose? quanti forse si ritraggono da una mala via, in cui si erano incamminati! quanti dovranno a voi la loro eterna salute!
E ciò fate senza interesse, senza speranza di ricompensa in questo mondo! oh! quanto è sublime la vostra opera!
Se ne trovano che lavorano per il prossimo, ma sempre per interesse; voi, invece, fate senza speranza di guadagni temporali!
Oh! avete, veramente scelto bene! avete scelto la ricompensa che Dio ha promesso a chi lavora per Lui, e che ricompensa!
Siate certi che Dio non si lascerà vincere in generosità!
Però non v'aspettate, come cosa sicura, ricompensa in questa vita, sia pure da Dio.
Dio non ha promesso la ricompensa quaggiù, ma in Cielo.
Perciò, non vi meravigliate, se, nonostante quanto voi fate per il prossimo, non sempre siate prosperati su questa terra; anzi non lo desiderate nemmeno, perché così avrete più diritto a una abbondante ricompensa nell'eternità.
Quando Dio premia su questa terra con beni temporali, con felici riuscite negli affari, si è indotti a pensare che voglia ricompensare su questa terra, invece che in Cielo.
Per contro, quando, dopo aver servito il Signore, come Tobia, ancora ci capita qualche disgrazia, allora benediciamo il Signore; è segno che gli è molto gradita l'opera nostra e vuol serbarci tutta la ricompensa in Paradiso.
Come è bello vedere giovani che, dopo le fatiche della giornata, si raccolgono, non per godere geniali sollazzi o per riposarsi dalle fatiche, ma per fare del bene e senza compenso! è uno spettacolo degno dell'ammirazione del cielo e della terra.
Ed anche quelli a cui dedicate le vostre cure, siate certi che non possono non ammirarvi.
E ciò farà molto bene al loro cuore e impareranno in pratica il distacco dai beni della terrà, per cercare innanzi tutto il Regno dei Cieli, come vuole il Vangelo.
Ciò pero non desti nel vostro cuore un sentimento di superbia; i santi hanno fatto ben più di questo e Gesù ci insegna che, quando abbiamo fatto tutto quello che potevamo, dobbiamo dire: Siamo servi inutili! abbiamo fatto quello che era nostro dovere.
Sì, è dovere aiutare il prossimo nei limiti del nostro possibile e secondo che Dio ci ispira.
Molti sono colpevoli, perché non seguono le sante ispirazioni di Dio, e passano la loro vita in un ozio vacuo; mentre Dio avrebbe dato loro dei talenti da far fruttare.
Dio domanderà conto a ciascuno dei talenti che gli ha dato e ricompenserà o punirà, secondo che ciascheduno avrà fatto o no fruttare i talenti ricevuti.
Voi fortunati che avete ascoltato la voce del Signore che vi chiamava all'apostolato!
Sotto la guida dei vostri cari antichi maestri, voi date ad altri ciò che avete ricevuto.
E così fate fruttare i talenti ricevuti e avete diritto alla ricompensa che Dio ha promesso al servo buono e fedele.
Una cosa ho rilevato nella vostra relazione e che mi ha fatto molto piacere: mentre gli uni fanno il catechismo, gli altri pregano per il buon successo dell'insegnamento.
È precisamente quello che fanno i nostri buoni Fratelli anziani, nelle Case di vecchi, poiché ogni giorno, all'ora in cui nelle classi si fa il catechismo vanno in Cappella, e per mezz'ora pregano per quelli che in quel momento insegnano la religione ai fanciulli.
Questo è sublime, cari giovani, questo respira il soprannaturale.
Voi avete così capito bene che la forza del ministero catechistico viene da Dio.
Non basta il sapere. Dio solo può rendere fecondo l'insegnamento.
Uno può essere eloquente, dotto quanto si vuole, ma se Dio non dà la sua grazia, a nulla giova la scienza e l'eloquenza per far del bene alle anime; Dio solo fa fruttare là parola.
Un'altra cosa che sono certo voi non tralasciate, e che è condizione di fecondità nelle anime, è la mortificazione.
Dio ha salvato il mondo con la sofferenza, con le privazioni e vuole che le anime si salvino mediante la sofferenza, la privazione, la mortificazione, il sacrificio.
Il Sacrificio è la base di ogni apostolato. Senza sacrificio poco o nulla si riesce nella salute delle anime.
Gesù si è sacrificato, e San Paolo dice chiaro: Non vi è remissione senza effusione di sangue; dunque, sacrificio, uniti a Gesù, per riuscire a salvare anime, a rendere veramente fecondo il vostro apostolato.
Dio non resiste al sacrificio. Dio cede a un'anima che si sacrifica per il prossimo.
Un'altra cosa dovete curare, se volete che il vostro apostolato riesca veramente fecondo: la unione a Dio!
« Senza di me non potete far nulla ».
Siamo i luogotenenti di Dio, dobbiamo curare i suoi interessi; siamo suoi fattori, che amministriamo i suoi tesori; dobbiamo dunque intenderci con Lui, stare bene uniti a Lui e domandare a Lui che cosa vuole che facciamo per Lui.
Il fattore ogni giorno si intende col padrone che cosa deve fare nella giornata.
Ebbene, noi pure dobbiamo ogni giorno consultare Dio per sapere che cosa vuole da noi; perciò coltivare la unione con Dio e parlare sovente con Lui, per essere certi di fare ciò che a Lui piace.
Coraggio, cari giovani, anime elette da Dio a propagare il suo regno nelle anime; lavorate a questo grande apostolato; un giorno, al tribunale di Dio, la vostra causa sarà giudicata favorevolmente; Dio ha promesso che quelli che avranno istruito gli altri, brilleranno come stelle nel firmamento per tutta l'eternità.
Se ha promesso di ricompensare un bicchiere d'acqua dato in suo nome, che sarà di voi che avete insegnato a tanti la via del Cielo, e avrete dato a tanti, non un bicchiere d'acqua, ma il mezzo di vivere onestamente?
Dio vi benedica e vi conforti nel vostro sublime ministero, e lo renda fecondo di buoni frutti nelle anime.
In unione di preghiere e con affetto devot.mo
f. F. Candido