La « Divozione a Gesù Crocifisso »

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Sua origine e suo scopo

Da pochi anni aveva vestito la divisa dei figli di S. Francesco un Frate Converso e gli era stata assegnata un'umile mansione, quella di cuoco del Convento di S. Tommaso in Torino.

Fra Leopoldo Maria Musso, privilegiato dal Signore, si nascondeva così agli occhi indiscreti del mondo e aveva sempre più facile occasione di vivere in intimità col suo Dio.

La fiamma del divino amore già l'accendeva nel secolo, oramai gli avvampava nel petto e lo spingeva, alle lunghe ore di adorazione e ai continui sospiri verso l'amato suo Bene.

Il Padre Guardiano gli aveva dato per la sua cella, un Crocifisso che prima, veniva esposto all'adorazione dei fedeli nel Venerdì Santo.

E proprio dinanzi a questa divota immagine Fra Leopoldo trascorreva le sue ore più belle e riceveva i messaggi del divino amore per l'umanità folleggiante verso le chimere del secolo.

E scrisse molto l'umile fraticello e piccolo Segretario dell'Amore, sebbene alla scuola rurale della sua ridente Terruggia Monferrato non avesse imparato che i primi rudimenti del sapere; iniziò così il poema d'amore di Gesù Crocifisso.

Dopo pochi mesi un modesto foglietto incominciava a diffondersi nel mondo per la conquista delle anime a Gesù.

Le prime copie venivano scritte a mano da pie persone che illuminate da viva fede e spinte da ardente carità costituirono le prime Zelatrici, della nostra Divozione; poi se ne stampò il primo migliaio, frutto di privazioni e di risparmi.

Intanto Iddio, che prepara uomini e cose per le opere sue, conduceva mirabilmente il Direttore dei Fratelli delle S. C. della Comunità di S. Pelagia in Torino da Fra Leopoldo, che sentito dallo stesso il progetto di fare un'associazione di giovani ferventi, ispirato dall'amato suo Crocifisso e di Maria SS. Immacolata avente per primo scopo la diffusione della Divozione alle cinque Piaghe.

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Ma la mirabile divozione, che Fra Leopoldo scrisse guidato da Gesù ha nel suo frontespizio l'enunciazione del suo scopo, scopo che è nella semplicità d'una sapienza tutta divina, dacché rispecchia in sintesi le necessità dei nostri giorni: cioè la riparazione, l'amore a Gesù e la vita cristiana nelle famiglie, nonché la buona educazione della gioventù.

Quante riflessioni possiamo fare nel vedere il mondo così lontano da Gesù Crocifisso e confrontandolo col suddetto scopo della Divozione.

Nelle stesse persone pie, o che si illudono di essere tali, si trova ben di rado l'abitudine di andare al Crocifisso, di guardarlo sovente, di metterlo in onore nelle case, di amarlo e di farlo amare.

Vi sono bensì molte altre divozioni, buone in se stesse, ma sterili se non ci portano all'imitazione di Gesù.

Oh! se noi conoscessimo il dono di Dio! Il Crocifisso diverrebbe allora la fornace dove il nostro cuore si accenderebbe di santo affetto, il modello nel quale potremmo ispirarci per acquistare lo spirito di riconoscenza e di riparazione, il condottiero nella santa conquista delle anime, col quale saremmo sicuri di vincere il mondo.

Stringiamoci quindi compatti ai piedi della Croce, amiamo la bella « Divozione » che ci venne dall'alto, essa diventi la nostra pratica quotidiana, diffondiamola fra i nostri amici e conoscenti e, se le possibilità ci sono favorevoli, iniziamo i gruppi parrocchiali degli ascritti e zelatori dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.