Anselmo Galliano Cotti

B60-A14

1903 - 1924

Per dire degnamente di Anselmo Galliano Cotti, occorrerebbero centinaia di pagine; ma per la sua indimenticabile memoria metteremo per ora in iscritto soltanto poche note, facendo voti che qualche amico ritragga in ampia monografia la figura di questo degnissimo defunto, la cui vita può servire di modello, per tanti rispetti, ai nostri associati.

Verso il suo quindicesimo anno egli ebbe la grande fortuna - come diceva dipoi - d'inscriversi all'Unione Catechisti.

I ritiri mensili prescritti dallo Statuto dell'Associazione, furono occasione scelta dal SS. Crocifisso per largire a quell'anima tesori di grazie e di virtù.

Studiare la nostra santa religione e comunicarla mediante l'insegnamento del Catechismo, era la sua brama.

Aveva per il SS. Prigioniero del Tabernacolo un'attrattiva ineffabile: si doveva sovente usare verso di lui dolce violenza per allontanarlo dalla Cappella, affinché egli potesse svagare l'animo un po' altrove.

Un cuore tutto di cielo non poteva più a lungo rimanere sulla terra.

Ebbe il presentimento, anzi si direbbe il preavviso della morte vicina, e la grazia singolare del distacco dal mondo e di un ascendere costante verso la patria celeste.

Il male che già da qualche tempo minava la sua giovane esistenza, ebbe nell'Aprile un subito incrudimento.

Fu osservato che alla vigilia della sua morte non distolse un solo istante gli occhi dal Cielo, né mai lasciò di pregare.

La mattina del martedì dopo Pasqua rimase assopito; riavutosi si riunì per l'ultima volta con il suo caro Gesù, nella S. Comunione; qualche ora dopo fece un sorriso, un movimento come di uno che va incontro a persona amata … e spirò.

Erano le ore 11 del 22 aprile 1924.