Finezza divina |
B79-A1
Giuda aveva pattuito con il Sinedrio il prezzo del tradimento di Gesù e indicato il segno per riconoscerlo.
Trenta danari, il prezzo d'uno schiavo; « quegli che io bacerò è desso; prendetelo con risolutezza e non lasciatelo sfuggire ».
Vile e sacrilego mercato!
Gesù, il Verbo eterno dell'eterno Padre, il Padrone dell'universo, il Re dei troni e dei regni; l'amabilissimo, generoso e disinteressato benefattore del popolo, che spese la vita facendo il bene; che aveva risanato infermi, liberato ossessi, risuscitato morti, perdonato a peccatori; che aveva predicato la parola della verità e dell'amore e praticato penitenza austera, eccolo valutato come uno schiavo e, oggetto di mercato, come l'aveva previsto il profeta.
A notte inoltrata Giuda a capo della turba armata entra nell'orto degli oliveti.
Gesù attende calmo, rassegnato, anelante di presto compiere la volontà del Padre, e il riscatto umano.
Già aveva vinto la prova, ed era completa in Lui la disposizione a bere l'amaro calice della passione dalla prima all'ultima stilla, dal nefando bacio traditore al plateale insulto dei carnefici: « Ha salvato gli altri, salvi se stesso ».
Ed ecco l'incontro fatale: Gesù e Giuda; il Maestro innocente e buono e il discepolo ladro, traditore, perfido.
Questi con uno sforzo immane si avvicina a Gesù che l'attende calmo, con sguardo affabile e penetrante come per infondere nell'animo del perverso sentimenti di ravvedimento.
Inutilmente! e Giuda accostando le immonde labbra al volto del Divino Agnello e abbracciandolo con simulata affezione lo bacia dicendo: « Salve, o Maestro! ».
Bacio tremendo, sacrilego e diabolico; il massimo segno dell'affetto viene tramutato nel più obbrobrioso degli attentati! per cui S. Tommaso sentenzia: « Il segno dell'amicizia è divenuto il segno proditorio ».
Gesù a quel contatto, non indietreggia; non fugge, non respinge, non inveisce; ma proferisce parole di soavissima dolcezza, di affettuosità divina, di infinita delicatezza, di incontenibile amore, di insinuante richiamo: « Giuda, amico mio carissimo, rifletti a quello che fai, tu con questo bacio tradisci il Figliuolo dell'uomo ».
E voleva aggiungere: Non importa per me, per la mia passione, per la mia morte; importa che ti ravveda, e che il mio perdono scenda nell'anima tua recandole santità e pace.
Ma Giuda investito da quello sguardo scrutatore, percosso da quella ineffabile voce, confuso e irritato dalla dolce mitezza e bontà del ricambiato saluto, non sente, non si ravvede, non depone il suo peccato in quel Cuore misericordioso; si svincola dall'abbraccio, fugge disperato al capestro.
Giuda ha fatto scuola! Purtroppo sono molti i suoi imitatori che per amore al danaro e la soddisfazione di ree passioni, abbandonano Gesù e lo vilipendono nel suo nome, nella sua dottrina, nella sua legge, nei mezzi di salute, nella sua chiesa.
Le anime ripiene di amore a Gesù Crocifisso, che sentono tutta la delicata fragranza che emana dalle sue piaghe, nella recita quotidiana della divozione abbiano l'intenzione di riparare ai sacrileghi baci dei peccatori e ottenere il loro ravvedimento.
Fr. G.