1933/43 decennio dei Catechisti alla Messa del Povero |
B102-A2
In tutte le città del mondo vi sono mendicanti e per quante provvidenze siano state attuate, dai privati o dalle autorità pubbliche, lo spettacolo triste della loro miseria non poté mai essere tolto completamente.
Essi errano ovunque, talora più numerosi proprio là dove fanno sfoggio i patrimoni più opulenti e dove la maggior ricchezza sociale farebbe legittimamente supporre l'assenza di ogni miseria.
E i più poveri tra i poveri sono i mendicanti giacché spesso alla loro indigenza s'unisce una spaventevole miseria morale, conseguenza talvolta di sorte avversa di cui essi furono vittime.
Il mondo sempre li abbandona ed alza loro in faccia una barriera che non devono oltrepassare: i loro cenci non possono essere tollerati fra la gente per bene.
Ma sopra dei poveri, e con tanta maggior sollecitudine quanto più miseri, si è sempre chinata la carità di Cristo e tutta la storia cristiana narra le imprese instancabili di questa carità, tanto più attiva ed ingegnosa quanto maggiori e più urgenti i bisogni da soccorrere.
Tra le innumerevoli opere piccole e grandi che la carità cristiana seppe far sorgere, in ogni tempo ed in ogni luogo, in favore dei diseredati, si deve annoverare anche la « Messa del Povero ».
A Torino nel 1928 la Reverenda Sr. Luisa Beltramo, Superiora di quelle che vengono denominate col titolo glorioso e programmatico di « Figlie della Carità », preoccupata della solitudine e dell'abbandono spirituale non meno che della indigenza materiale dei mendicanti che venivano a lei in cerca di soccorso, e consigliata e sostenuta dal Rev.mo Canonico Stefano Bertola, del Duomo di Torino, incominciò a raccoglierli nei giorni festivi in un locale sotterraneo dell'Opera Pia Lotteri in Torino, Via Villa della Regina 21, per ascoltare la S. Messa e qualche parola di conforto.
Il locale si addiceva alla condizione degli ospiti, non al desiderio della buona Suora e tanto meno all'Augusto Sacrificio che in esso si offriva, tanto più che dopo la funzione religiosa bisognava, nello stesso locale, distribuire minestra e pane, ma la ristrettezza della casa non poteva consentire di meglio.
I clienti crebbero ben presto di numero, fin verso il centinaio e le difficoltà si moltiplicarono.
La buona Suora chiamò in aiuto le sue consorelle tra cui si distinsero Suor Caterina Perego e Suor Luisa Montaldo, ma le sole risorse della casa non potevano bastare a tanta gente e bisognava far appello alla beneficenza pubblica.
Inoltre sorgeva la questione disciplinare e formativa: come avrebbero potuto le buone Suore guidare un centinaio di uomini e svolgere su di essi una efficace azione educativa?
Si imponeva la presenza di uomini e furono quindi chiamati in aiuto i Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Imm. fondati dai Fratelli delle S. C.
I Catechisti vennero: un gruppetto di Catechisti Anziani, già esperti nel trattare coi poveri per un lungo esercizio nelle Conferenze di S. Vincenzo.
Essi poterono sviluppare e completare l'opera con varie iniziative che li misero in maggior contatto con gli assistiti e permisero di aiutarli più efficacemente in tutte le loro necessità sia materiali che spirituali.
Inoltre poterono aprire una nuova Sezione in Via Saccarelli n. 2, presso la Casa di Misericordia, aumentando il numero degli assistiti da un centinaio ad oltre duecento.
Talora anzi il numero dei presenti alla Messa raggiunge i trecento.
In entrambe le Sezioni i poveri assistono alla S. Messa, ricevono l'istruzione religiosa e, quando è possibile una abbondante refezione calda.
Poi i Catechisti si trasformano in barbieri e prestano servizio di barba e capelli a questa gente, d'ordinario irsuta e trascurata, cosicché dopo qualche tempo hanno un aspetto più ordinato e decente.
Intanto mentre i Catechisti barbieri lavorano e parlano coi loro clienti, ascoltano le confidenze, che la circostanza favorisce, altri apprestano un servizio di farmacia per medicare le ferite che spesso affliggono i poveri.
C'è poi chi rammenda scarpe e abiti, quest'ultimi col valido aiuto di alcune Zelatrici dell'Unione SS.mo Crocifisso, e chi svolge l'opera di segretario, prendendo nota di qualsivoglia richiesta, come ricerca di lavoro o di ricovero, provvista di documenti, ecc., per cercare poi di soddisfarvi.
Nei casi più segnalati l'assistenza si prolunga anche fuori della riunione festiva.
Gli infermi sono visitati e in punto di morte sono assistiti da una compagnia appositamente costituita, alla quale partecipano gli stessi poveri, istruiti al soccorso vicendevole.
Ultimamente, allo scopo di soccorrere tutti i mendicanti della città, i Catechisti pensarono di portare la loro opera anche al rifugio municipale di Via Moncrivello che è come una minuscola città dei poveri e dove si trova il maggior numero dei mendicanti di Torino.
Quel rifugio, forse unico nel suo genere in tutta Italia, rappresenta una magnifica provvidenza per gli accattoni e onora certamente la nostra città, che in fatto di beneficenza non è seconda a nessun'altra, anzi è all'avanguardia e vanta degli incontestabili primati.
Però mancava in esso l'assistenza religiosa ed è quello che i Catechisti desideravano portare, giacché « non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio ». ( Lc 4,4 ).
Le autorità municipali accolsero volentieri la richiesta e oggi l'assistenza religiosa agli ospiti del rifugio cittadino « Arnaldo Mussolini » è un fatto compiuto.
In tutti i giorni festivi si celebra la Santa Messa appositamente per i poveri in un salone del rifugio.
Il celebrante non manca mai di rivolgere un discorso appropriato al folto uditorio di circa 300 persone molte delle quali si accostano ai Santi Sacramenti.
Speciale cura si ha dei bambini, molti dei quali furono preparati alla Prima Comunione.
Il bene che si opera nella « Messa del Povero » non si può certamente valutare giacche il bene non fa rumore e si compie nel segreto dei cuori.
Però gli indizi esteriori sono più che mai incoraggianti e se nella più parte si manifestano in piccole cose rilevate solamente da un occhio osservatore, non mancano i casi di poveretti i quali già ridotti in miserrime condizioni materiali e morali si rialzarono completamente, mercé l'assistenza dei Catechisti e furono rimessi all'onore di questo mondo.
Anzi non mancò neppure chi sentì alla « Messa del Povero » la vocazione ad uno stato superiore e si ritirò a vita religiosa e vi continua da vari anni con grande fervore.
La « Messa del Povero » è una scuola di sapienza, per coloro stessi che vi lavorano, ai quali insegna con molta più efficacia di qualsiasi discorso la riconoscenza per i benefici di Dio, il valore e la pratica delle virtù e sopratutto l'inapprezzabile eccellenza della carità di Gesù Cristo.
Voglia dunque il Signore prosperare quest'opera che conforta tanti tribolati e solleva tante miserie « traendo dal fango i Suoi poveri per farne dei principi del Suo popolo »,
Sarebbe assai utile l'opera di volonterosi, uomini e donne, in aiuto ai Catechisti ed alle Suore, per l'assistenza dei poveri, per il servizio di parrucchiere e infermiere e sopratutto per aggiustare calzature, lavare e rattoppare abiti.
E ancor più utile il soccorso in danaro, cibarie e oggetti di vestiario oggi più che mai necessari e più che mai difficili a procurarsi dai nostri poveri.
Per questo facciamo appello a quanti sanno vedere un loro fratello anche nel mendico più lacero ed abbietto e li preghiamo di concorrere con ogni loro possibilità a dare un pane a chi ha fame, un conforto a chi è senza speranza ed una fede a chi si è smarrito.
Questo appello sarà certamente accolto; l'esperienza del passato è per i Catechisti incoraggiamento a proseguire fidenti.
I poveri contano tra i loro Benefattori molti amici generosi.
Basta rivedere la corrispondenza, che giunse in questo decennio per farsene un'idea.
Tutti i poveri, tutti i ceti di persone vi sono rappresentati: il nobile e il borghese, l'operaio e la persona di servizio, il vecchio e il giovane, l'abbiente e chi vive del suo lavoro: tutti hanno dato prove di apprezzare ed amare la « Messa del Povero » col loro piccolo o grande contributo finanziario.
Giovani! Non sprecate le vostre ore di libertà nell'inedia o nei vacui ed insignificanti svaghi che sovente il mondo può offrirvi.
Uomini! Volgete uno sguardo su quanti meno fortunati di voi sono caduti; non erigetevi a giudici, ma siate per essi amorevoli fratelli.
Dedicatele invece alle sante opere di apostolato e di carità cristiana!
E chiunque avrà dato da bere un solo bicchiere di acqua fresca a uno di questi più piccoli, purché a titolo di discepolo, in verità vi dico, non perderà la sua ricompensa. ( Mt 10,42 ).
Chi ha due vesti, ne dia a chi non ne ha; e il simile faccia chi ha dei commestibili. ( Lc 3,11 ).
Fatevi degli amici per mezzo delle inique ricchezze; affinché, quando veniate a mancare, vi diano ricetto nei tabernacoli eterni. ( Lc 16,9 ).
Chi è pari al Signore, Dio nostro, che troneggia sì alto e abbassa lo sguardo sul cielo e sulla terra?
Lui, che solleva dal fango il misero, e dal letame rialza il povero, per dargli posto fra i nobili, fra i più nobili del popolo suo. ( Sal 62 ).
È maggior ventura il dare, che il ricevere. ( At 15,35 ).
Chi avrà dei beni di questo mondo, e vedrà il suo fratello in necessità, e chiuderà le sue viscere alla compassione di lui; come mai è in costui la carità di Dio? ( Gv 3,17 ).
Non ci è possibile dare con esattezza la cifra delle spese sostenute in questi dieci anni di attività dei Catechisti alla « Messa del Povero », sia perché molte spese furono sostenute dalle ottime Figlie della Carità, sotto il sigillo del silenzio, e sia perché molto si è ricevuto e distribuito direttamente tanto in denaro che in natura.
« Non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra » è norma dell'Istituzione che non segue le forme così dette burocratiche.
Del resto ciò è sempre stato fatto anche dai Santi e dalle anime pie.
Tuttavia non sono sfuggiti i seguenti dati di cassa:
Spese dal 1° luglio 1935 al 30 giugno 1942,
per Minestre | L. 49.486,30 |
per Sussidi e vestiario | L.. 15.806,85 |
per Servizi Sussidiari | L. 12.763,55 |
per Funzioni e Varie | L. 3.695,10 |
Totale: |
L. 81.751,80 |
Non meno eloquente è la statistica delle presenze dei poveri al nostro « convegno della carità » che negli anni 1938 - 1942 ha funzionato in due sezioni con i risultati seguenti:
Presenze | Riunioni | Frequentanti | |
1938-39 | 8.986 | 47 | 989 |
1939-40 | 11.907 | 51 | 1008 |
1940-41 | 17.931 | 47 | 1206 |
1941-42 | 14.570 | 46 | 974 |