Casa di Carità Arti e Mestieri

B150-A5

Lavori di ampliamento

La nuova costruzione, terminata, nelle sue linee essenziali, nel mese di dicembre 1958, ha continuato a perfezionarsi durante il primo trimestre del 1959 modificando assai la prima prospettiva della Casa di Carità.

Guardando da occidente si vede, affiancato a sinistra del precedente edificio, un corpo nuovo che colpisce per una serie di tratteggi verticali, giganti, di color chiaro, tratteggi che manovrati dall'interno, ombreggiano od illuminano i nuovi locali di tutti i quattro piani, dando alla costruzione una specie di mobilità.

All'interno, installate porte e finestre, intonacate le pareti, piazzati e levigati i pavimenti, sistemati gli impianti di illuminazione, e riscaldamento, si sono immediatamente occupati i nuovi laboratori.

Il Reparto Addestramento è salito senza indugio al primo piano con tutte le sue attrezzature, i macchinari, i mobili, gli utensili, le scope, gli scopetti, gli stracci, preziose dotazioni di un reparto in cui gli allievi fanno la conoscenza con i lubrificanti, con il ferro e con la tuta e devono pure mantenersi puliti per le lezioni di teoria.

Mentre gli allievi procedevano svelti alla sistemazione dei loro posti, una potente gru sollevava, dalla strada, i torni e facendoli passare dal balcone li scodellava al primo piano per essere inoltrati nel laboratorio.

Ora, sotto una pioggia di luce sapientemente distribuita, ogni particolare delle varie lavorazioni viene messo in risalto e adeguatamente eseguito.

Il locale ampio e ben disposto può ospitare 72 morse e una dozzina di macchine varie che vengono già utilizzate per i corsi diurni e per quelli preserali.

La Scuola per Disegnatori con i tavoli, gli armadi, i tecnigrafi e i rotoli, si è trasferita al secondo piano in un salone inondato di luce.

In lunghe file, i tecnigrafi allineati, vedono già curvi sui piani inclinati, i futuri disegnatori e progettisti, impegnati in una paziente, precisa, calcolata azione di rilievo dal vero o dal complessivo, oppure preparano i bozzetti dei modelli da eseguirsi nelle officine.

All'ultimo piano la Cappella è stata allestita appena in tempo per essere inaugurata, nientemeno che dal Fratello Teodoreto il 27 febbraio u. s.

Il vasto locale, ad unica navata, con sole quattro colonne, ospita, con una certa comodità, la popolazione scolastica.

Traslazione del Fr. Teodoreto

Il termine dei lavori per i nuovi locali era vivamente desiderato, specialmente per la cappella: essa doveva assolutamente essere pronta per il 27 Febbraio u. s., onde ricevere la salma del Fr. Teodoreto che lasciava il cimitero di Torino per rimanere definitivamente con i suoi catechisti ed i suoi giovani.

Per fortuna ci siamo riusciti e la nuova cappella, anche se priva di ogni decorazione, e perfino da imbiancare, il 27 febbraio era pronta e veniva consacrata dalla presenza del nostro Fondatore.

I drappi neri alle pareti, livrea ufficiale di lutto, non erano certo sentiti da nessuno come espressione di lutto, ma solo come addobbo.

E nessuno recitava con convinzione le preghiere di suffragio per il Fr. Teodoreto, ma piuttosto pensava di offrirgliele come omaggio, affinché le destinasse a chi ne aveva bisogno.

Anche i giovani mostravano di sentire la presenza del padre comune: come avrebbero potuto essere più sentite e più pie quelle due funzioni con S. Messa e comunione generale, celebrate rispettivamente per i corsi diurni e per i corsi serali?

Non solo i Catechisti ed i Fratelli, ma anche tutti i presenti sentivano quell'ondata indefinibile di letizia spirituale che s'accompagnava al ritorno del nostro Padre, che evidentemente era tra noi non solo con le sue spoglie mortali, ma anche con il suo spirito.

Questo grande dono fatto alla Casa di Carità è motivo di grande fiducia per i catechisti, e di grande riconoscenza ai Fratelli delle Scuole Cristiane, ai quali esprimono il più vivo ringraziamento.

Pellegrinaggio annuale alla tomba di Fra Leopoldo

Mercoledì 27 gennaio u. s., anniversario della morte di Fra Leopoldo, Allievi ed Insegnanti dei Corsi Diurni hanno compiuto il pellegrinaggio ormai tradizionale al Santuario di Nostra Signora del Sacro Cuore, ed alla tomba del santo francescano.

L'inizio del nuovo anno, le cure della scuola, le preoccupazioni per i nuovi locali e relative attrezzature, sono stati consegnati all'intercessione della Madonna presso il SS. Crocifisso ed al suo Segretario fedele.

La chiesa gremita di giovani in atteggiamento di sincera devozione, la S. Messa celebrata dal P. Curato, che al Vangelo fece un bellissimo discorso, la visita alla tomba di Fra Leopoldo, con i commenti del Direttore, hanno fatto impressione sull'animo di tutti i presenti, specialmente dei giovani stessi, che si vedevano oggetto di tante particolari predilezioni.

Venga presto il Tuo Regno, o Signore, e ritornino presto a Te tutte le povere masse operaie, troppo a lungo disorientate ed ingannate, e per la cui salvezza ed elevazione tanto ti pregava e si adoperava il tuo Servo Leopoldo.

Prima S. Messa alla Casa di Carità

Domenica 15 marzo 1959, alle ore 9, con l'assistenza del Padre Callisto, il novello sacerdote, Ernesto Franco Cocco dell'Istituto Missioni Consolata e fratello del nostro catechista, ing. Tullio Cocco, ha celebrata la sua prima Messa alla Casa di Carità.

Ordinato sacerdote il giorno precedente, sabato 14 marzo, presso la Casa Madre in Corso Ferrucci, Egli ha voluto dedicare alla mamma, al fratello ing. Tullio, ed ai Catechisti il suo primissimo sacrificio eucaristico, celebrandolo nella nostra piccola cappella.

Lieti per il graditissimo favore, formuliamo auguri ed innalziamo preghiere per una feconda attività a beneficio delle anime a cui il missionario ha dedicato la vita, mentre alla mamma ed al fratello presentiamo le nostre più vive congratulazioni.

Giornata del Crocifisso e funzioni Pasquali

Come adeguata preparazione al precetto pasquale per gli allievi dei Corsi Diurni, la giornata di martedì 24 marzo u. s. è stata dedicata al SS. Crocifisso.

Il Padre Alessandro da Era, cappuccino, in una prima predica ha esortato ad essere solleciti nell'accogliere l'ammonimento di N. S. : « … chi non mangia la mia carne … » e in una seconda predica, trattando della Confessione e della Comunione, ha richiamato alcune importanti disposizioni che consentono ai due grandi sacramenti di produrre tutta la loro efficacia.

Nel pomeriggio furono erette le stazioni della Via Crucis nella nuova cappella e tutta la scolaresca prese parte al pio esercizio che per la prima volta veniva compiuto nei nuovi locali.

L'indomani, 25 marzo, mercoledì santo, alle ore 11, ebbe luogo la funzione della Comunione Pasquale; tutti gli allievi, con i loro Insegnanti ed Istruttori, si sono presentati alla Mensa Eucaristica.

Le ordinate file, i chierichetti in tuta, le preghiere a tutto coro, i canti di circostanza, hanno dato alla funzione un carattere solenne, gradito e lieto, che ha messo nel cuore di tutti la pace promessa da N. S.

Il Giovedì, Venerdì e Sabato Santo furono celebrate solennemente le funzioni della Settimana Santa per i catechisti: piccolo gruppo, ma così ben unito e armonizzato.

Mercoledì 1/4 e Giovedì 2/4 della settimana in Albis, furono dedicati alla preparazione degli allievi dei corsi preserali e serali alla Comunione pasquale.

Il Parroco di Sassi, Don Vota, ed il Missionario Salesiano, Don Cignatta, sono stati gli oratori ascoltatissimi ed efficaci di un uditorio che ha seguito le istruzioni sulla Confessione e sulla Comunione, presentate con chiarezza, con praticità e con esempi illuminanti.

Le esortazioni ad accogliere la grazia del Signore, si sono concretate il venerdì successivo, in cui si sono abbinate le due funzioni: Comunione pasquale e primo venerdì del mese.

Alle 19,30 la grande maggioranza dei giovani dei Corsi Pre-Serali si sono accostati alla Sacra Mensa.

Alle 21,30 anche i Corsi Serali hanno concluso il triduo con un buon numero di partecipanti alla S. Comunione, nonostante la difficoltà dell'ora, poco propizia al digiuno prescritto.

Il Missionario, Don Cignatta, ha diretto la funzione ricordando le promesse di vita e di gloria fatte da N. Signore a quanti saranno fedeli ai suoi insegnamenti, ed ha incoraggiato gli uditori a perseverare nella attuazione pratica dei principi morali richiamati dalla frequenza alla Casa di Carità.

La Domenica in Albis. è la data ormai consueta per la Pasqua degli ex allievi.

Quindi il 5 Aprile li attendevamo ed abbiamo avuto la soddisfazione di vederne circa duecento.

Anch'essi facevano la conoscenza della nuova cappella, ma non avevano certamente l'aria di chi entra in un luogo sconosciuto.

Furono ore di gioia: incontro con il Signore nella Comunione Pasquale, incontro degli insegnanti con i loro giovani, incontro dei giovani con i loro educatori in un clima di amicizia, incontro di tanti amici fra di loro.

Un interessante film ha concluso la mattinata.

Adunanze degli Allievi Catechisti

Chi sale all'ultimo piano al venerdì alle 18, dopo l'uscita degli allievi dalla Scuola, vede un gruppo di ragazzi, dei corsi diurni, che, in cappella, pregano meditando sulle cinque ferite, che i peccati dell'umanità hanno inferto nel Corpo Santissimo del Divin Redentore; e dopo la preghiera li vede raccogliersi in biblioteca per la conferenza.

Sono « allievi catechisti »; essi hanno accolto un invito, ed ora seguono, attentissimi, le istruzioni del Capo.

Il Regolamento dei Catechisti associati, opportunamente esposto e commentato, apre loro nuovi orizzonti spirituali.

L'amore riconoscente a Gesù Crocifisso, la possibilità e la necessità di stabilire contatti personali con Gesù, Amico delle anime, la preghiera, la Sacra Scrittura, la Liturgia, l'apostolato del buon esempio e del catechismo; sono i vari punti che vengono, settimana per settimana, svolti regolarmente.

Nei ritiri mensili, adattati alle loro possibilità, si rafforzano con meditazioni e propositi.

Già si sono effettuate alcune consacrazioni che, di solito, concludono il periodo scolastico, e formuliamo l'augurio che esse siano seguite da altre, sempre più numerose, per assicurare, con tale ossigeno, vita e sviluppo all'Unione ed alla Casa di Carità.

Adunanze Insegnanti

Nel primo trimestre del 1959 si sono tenute due adunanze di Insegnanti dei Corsi Diurni: mercoledì 11 febbraio e giovedì 26 marzo.

La prima riunione svolse i seguenti punti:

1) Nuove precisazioni ed accordi circa; le adunanze generali degli Insegnanti;

2) Il problema del coordinamento dei programmi e degli Insegnanti in vista dei risultati professionali ed educativi da conseguire;

3) Il problema del tempo libero.

Alcune utili attività:

a ) la lettura ( biblioteca, segnalazioni librarie, guida alle letture ),

b ) lo spettacolo ( guide e segnalazioni, partecipazione ),

c ) le visite istruttive,

d ) le associazioni di perseveranza;

4) Comunicazioni:

a ) il trasferimento della Salma del venerato Fr. Teodoreto alla Casa di Carità e inizio del processo diocesano informativo sulla eroicità delle sue virtù cristiane;

b ) nuovi corsi e sviluppi della Casa di Carità A. M.

5) Alcune eventuali varianti nell'organizzazione dell'anno scolastico;

6) Alcuni casi di disciplina: fumo, uso del dialetto.

La seconda riunione ha discusso il seguente ordine del giorno:

1) « Autonomia religiosa » piuttosto che « autonomia e religiosità » delle realtà culturali.

In altri termini, come l'essenziale riferirsi a Dio fondi, pervada e concluda la struttura entitativa e operativa delle realtà partecipate, e, come tale riferirsi, formalmente, si esplichi nell'uomo e per l'uomo;

2) Alcuni ulteriori chiarimenti circa la didattica dell'a apertura » e della a risposta »;

3) L'esame di qualifica;

4) Situazione scolastica e provvedimenti relativi ( profitto, disciplina, preparazione agli esami, ricreazioni, ecc. ).

La necessità ed i vantaggi di tali riunioni, guidate dal Direttore, emergono chiaramente dagli argomenti trattati, rivolti a unificare l'insegnamento facendo convergere le varie materie all'unico scopo: la formazione del giovane per i suoi problemi di domani.

"Giulietta" alla Casa di Carità

La provvidenziale distrazione di un visitatore del Salone dell'Auto, che gli ha impedito di accorgersi di aver vinto una « Giulietta », ne ha procurato il relativo dono alla Casa di Carità.

Il Presidente del Salone, conte R. Biscaretti di Ruffia, constatato che nessuno si era presentato a ritirare la macchina sorteggiata, la metteva a disposizione del Sindaco di Torino, e questi la assegnava alla nostra Scuola.

La consegna ci venne fatta in forma solenne, il pomeriggio del 9 gennaio u. s. col personale intervento del conte Biscaretti e del Sindaco, il quale, agli applausi della scolaresca riunita nell'atrio ed ai ringraziamenti del nostro Presidente per il cospicuo dono e per la preferenza fatta alla Casa di Carità, rispose con un bei discorso, nel quale mise in rilievo l'alto concetto e la benevolenza che le autorità cittadine nutrono per la nostra opera.

La Presidenza della Casa di Carità, sempre attenta ad ogni progresso, non solo tecnico, ma anche economico, trasformò subito la « Giulietta » in un tornio, deludendo chi già sognava qualche scorribanda sulla bella macchina, ma fornendo un nuovo posto di lavoro a chi vuol inoltrarsi nella vita con passo fermo ed orientamento sicuro.

Ai munifici donatori il nostro rinnovato grazie.

Dall'albo dei Visitatori

16 gennaio 1959

Très satisfai! de ma visite a la Maison de Charité je souhaite que cette oeuvre si meritante, trouve des imitations dans notre chère Franco, poùr l'expansion du Règne du Christ.

Fr. H. de Lyon en voyage au SN de Bordighera.

21 marzo 1959

Con ammirazione e santa invidia ho visto la realizzazione della Scuola Casa di Carità Arti e Mestieri.

Condivido la preoccupazione tecnico-didattica a cui avete dato soluzioni provvidenziali.

Lavoriamo nel nome di Dio e dei nostri Santi a migliorare l'educazione dell'operaio cristianizzandola.

Con augurio e preghiere cordialmente

Sac. R. Ziggiotti, Salesiano di D. Bosco

Sac. E. Giacomini.


Invito ai privati

per la Casa di Carità Arti e Mestieri

La Casa di Carità Arti e Mestieri deve guardare ancora e sempre alla beneficenza privata, come al suo moralmente più valido e più convinto sostegno.

I privati non possono non esserle i più vicini.

Godono infatti di un'esistenza più tranquilla, più regolare delle grandi amministrazioni pubbliche, di qualunque natura esse siano.

L'attenzione dei privati può affissarsi su un oggetto, su uno scopo con maggior continuità, con più assidui contatti; non solo con interesse, ma principalmente con affetto.

Sopra tutto su questo si deve poter contare.

Il numero dei privati che provano simpatia per la Casa di Carità Arti e Mestieri, è tutt'altro che indifferente.

Tuttavia, è opportuno, anzi necessario che aumenti d'intensità e di volume.

Lo si chiede col cuore alla mano, per un'Opera santa, amministrata con la più onesta oculatezza e con il più disinteressato amore.

Si pensi che la Scuola è gratuita e che il titolo di privilegio per l'ammissione dei giovani a questa Scuola, consiste nel loro grado di povertà.

La preferenza è per i più poveri.

Ogni simpatizzante si voglia dunque porre questo doppio quesito: potrei fare personalmente ancora di più?

Potrei incitare altri a fare, a dare?

Non si perda mai di mente che chi collabora con la Casa di Carità Arti e Mestieri,

sostiene innanzi tutto l'azione per l'elevazione economica, sociale, morale, spirituale dell'operaio;

agevola la penetrazione del Vangelo in una società che sempre più paganeggia in un egoismo crudelmente sordo, ciecamente insensato;

concorre a preparare le nuove generazioni del lavoro, dalle quali soltanto possono sorgere domani gli apostoli del mondo del lavoro, veramente e propriamente idonei a far da lievito ad una massa irrigidita, affrettando i tempi verso una durevole schiarita, verso una quanto mai necessaria armonia operante tra un ceto e l'altro;

aiuta a consolidare una premessa già attivamente viva di questo domani migliore, anelito d'ogni mente ben pensante, d'ogni cuore ben fatto.

Poiché la Casa di Carità Arti e Mestieri può ben a ragione essere considerata un organismo già attivamente vivo e vitale, dove in piccolo si vive già in concordia tra classe e classe; dove già convergono e convengono - come su ponte tra opposte rive - uomini di scuola e di pensiero con operai, e questi con imprenditori, con industriali, con governanti e pubblici amministratori.

E tutto ciò in quell'assoluta armonia serena che può essere unicamente propulsa dalla Carità di Cristo: Vita perfetta d'amore, in amore, per amore.

Senza carità, non si ottiene carità.

Anche il più piccolo, anche il più povero può dare carità.

Forse proprio perché è il più piccolo, proprio perché è il più povero.

Beato chi condivide questi pensieri, questi sentimenti, questi doveri, non mosso anche in parte da calcolo, ma semplicemente da sincero amore!


Sostenete la Casa di Carità

Arti e Mestieri sottoscrivendo:

1. I Buoni Scuola da L. 75.000 l'uno all'anno per allievo di corso diurno.

2. I Buoni Scuola da L. 25.000 l'uno all'anno per allievo di corso serale.

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