L'Assemblea generale dei Catechisti |
B185-A1
L'Assemblea Generale non è un fatto interno dei catechisti, ma interessa tutti coloro che in qualche modo partecipano attualmente o virtualmente al movimento spirituale suscitato da Dio attorno al SS. Crocifisso ed a Maria SS. Immacolata per mezzo dei Servi di Dio Fr. Teodoreto f.s.c. e Fra Leopoldo o.f.m.: i Fratelli delle Scuole Cristiane, gli Zelatori, gli Ascritti, tutti i simpatizzanti, ecc.
Infatti durante l'Assemblea furono studiati e discussi tutti gli argomenti che riguardano la natura, il programma, lo sviluppo, gli interessi del movimento stesso, le sue attuazioni passate e i suoi progetti per il futuro.
Ciò che fu compiuto per il passato fu compiuto con il concorso di tutti e gli sviluppi futuri richiedono il concorso di tutti.
L'Assemblea costituisce un contributo ed un impulso a quel rinnovamento generale a cui ha invitato il Concilio Vaticano II ed a cui la Chiesa sollecita tutti i suoi membri e, le sue istituzioni.
Tale rinnovamento richiede sforzo e spirito di sacrificio.
La vita cristiana non è una vita comoda e alla buona, ma è una lotta continua contro il male ed uno sforzo ininterrotto di superamento.
La sua legge fondamentale è la tendenza alla perfezione, che riguarda tutti i cristiani e che è un impegno particolare di tutti i consacrati, a qualunque istituto appartengano e a qualunque regola siano astretti.
Ciò che differenzia gli uni dagli altri è solamente la qualità dei mezzi usati.
Gesù non ha mai presentato il suo Vangelo come una cosa facile, anzi ha detto espressamente il contrario: "Quanto è stretta la porta e angusta la via che mena alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" ( Mt 7,14 ).
La natura non solo tende all'inerzia, ma è inclinata al male: pretendere di vivere rettamente senza sforzo è come voler far correre un treno senza locomotiva o far volare un aeroplano senza motore.
« Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e ampia la via che mena alla perdizione, e molti sono quelli che vi si incamminano" ( Mt 7,13 ).
Coloro che seguono la natura e in tutte le cose cercano la propria soddisfazione anziché il volere di Dio sono ciechi e male incamminati.
"La natura è scaltra, attrae, allaccia e inganna, e sempre ha per fine se stessa" ( Imitaz., Libr. IlI, cap LIV, 2 ).
Vi è oggi una tendenza assai diffusa a rigettare in blocco tutta la tradizione, a rivedere tutto, a rifare tutto, senza distinguere il buono dal meno buono, a confondere novità con verità, libertà con licenza.
Si rimprovera al passato di aver trascurato troppo i valori naturali.
Certo, è cosa difficilissima mantenere un perfetto equilibrio.
Ma non è possibile dimenticare che l'uomo nasce con il peccato originale, che "tutta la creazione è stata sottomessa alla vanità … e che al momento presente geme e soffre i dolori del parto" ( Rm 8,20-22 ).
E perciò il rinnovamento auspicato non può avvenire con la vita facile, scioperata e indisciplinata, che è entrata dovunque, perfino negli istituti religiosi; ma con la serietà dell'impegno morale, il senso del dovere e il sacrificio.
E cioè con Gesù Crocifisso.
È solo Lui che redime il mondo e che "fa nuove tutte le cose" ( Ap 21,5 ).
È Gesù Crocifisso "la potenza e sapienza di Dio" ( 1 Cor 1,24 ) è in Lui che tutto è ricapitolato ed è per questo che dice l'Apostolo, e noi ripetiamo con lui, di "non saper altro … all'infuori di Gesù Cristo e questo crocifisso" ( 1 Cor 2,2 ) traendo da Lui solo ogni norma per il giudicare e per l'agire.
Dove mai Dio ha manifestato la sua natura, che è amore, come sulla croce?
Dove mai come sul Calvario l'uomo ha potuto rendersi conto della gravita del suo peccato e della infinita misericordia di Dio?
Mai come sulla croce Gesù ha sconvolto la saggezza della carne e mostrato la potenza di Dio, che vince morendo e trionfa attraverso gli obbrobri.
Da nessuno come da Gesù Crocifisso l'uomo impara la fede, la fiducia e l'amore.
Da Lui i martiri hanno attinto quella fede intrepida e quella ardente carità che li ha sostenuti nel rendergli testimonianza fino al sangue, come ha il dovere di fare ogni cristiano, presentandosene l'occasione.
È il Crocifisso che brilla su ogni altare, dove si rinnova incessantemente il memoriale perenne della sua passione ed è il Crocifisso che agli occhi di tutti i popoli viene innalzato dal missionario, figura della Chiesa nel suo perpetuo atteggiamento di trasmissione del messaggio divino della salvezza.
È per questo che l'Assemblea dei catechisti ha concentrato la sua attenzione su Gesù Crocifisso, auspicando che Egli sia al centro della vita della Chiesa e della catechesi, in modo da determinare veramente una revisione, un rinnovamento, un rinvigorimento generale.
Il rinnovamento è un'esigenza essenziale di ogni forma di vita, sia fisica, che intellettuale o spirituale: ciò che non si rinnova si fossilizza e muore.
Perciò S. Paolo esorta i cristiani: "rinnovate spiritualmente la vostra mente" ( Ef 4,23 ).
Ma il rinnovamento è accrescimento.
Come l'albero si rinnova affondando sempre più le sue radici nel terreno, espandendo la sua chioma al sole e crescendo di continuo con fronde, fiori e frutti, così l'uomo spirituale cresce nella conoscenza della verità e nella capacità di penetrazione della verità stessa, con una fine sensibilità per avvertire "l'errore; cresce in opere buone, con il gusto del bene, e cioè in sapienza, e nella facilità a fare il bene, e cioè in virtù e libertà.
"Chi con me non raccoglie, dissipa" ha detto il Signore ( Lc 11,23 ).
La vita interiore è la prima e più fondamentale esigenza perché l'apostolato sia fecondo, perché la vita della Chiesa cresce secondo una legge misteriosa che non è proporzionata alle opere esteriori, ma alla vitalità interiore: la vita procede dalla vita e non da attività esterne.
"Colui che rimane in me e io in lui porta abbondanti frutti; senza di me non potete fare nulla" ( Gv 15,5 ).
Ecco l'unica condizione che Gesù esige dai suoi apostoli per la fecondità della loro missione.
In questa condizione sono contenute tutte le altre: l'impegno, la prudenza, l'uso dei mezzi adeguati, ecc.
Nel clima di estrema tensione in cui vive l'uomo di oggi, innanzi a fenomeni impressionanti e mai visti al mondo, come l'ateismo generale, politicamente organizzato, imposto e diffuso dovunque come un'enorme macchia nera sul mondo, innanzi a ideologie insidiose e virulente, a incredibili manifestazioni di odio, di intolleranza, di violenza, di ribellione ad ogni norma morale; di fronte ad una Chiesa del silenzio che da oltre mezzo secolo subisce una implacabile persecuzione senza poter nemmeno far sentir i suoi gemiti, non è possibile un cristianesimo tiepido e fiacco.
La situazione d'oggi è un appello all'eroismo, perché la vita cristiana esige che si sia capaci di eroismo, e mai come oggi il cristiano deve esserne capace se veramente il mondo si deve rinnovare.
L'Assemblea Generale dei catechisti si è tenuta presso la Casa di Carità Arti e Mestieri in Torino.
Aperta il 1° Settembre ha continuato i suoi lavori durante tutto il mese nelle giornate che i catechisti avevano libere da impegni e vi parteciparono i catechisti congregati di Torino, uno venuto dalla Spagna e uno dal Perù; qualche catechista associato, d'Italia e di Spagna, il fratello Assessore Generale, tre fratelli Assessori del Distretto di Roma e uno di Spagna.
Nella prima settimana, dopo la relazione del Presidente Generale sull'attività del sessennio scaduto si procedette alle elezioni per il rinnovamento delle cariche e risultarono rieletti il Presidente e tutti i consiglieri del sessennio precedente.
Si iniziò quindi la discussione degli argomenti più fondamentali per la vita dell'Unione: Natura e spirito dell'Istituto, Devozione a Gesù Crocifisso, Apostolato catechistico, Relazioni con l'Istituto dei fratelli delle Scuole Cristiane, opere apostoliche, ecc.
Di alcuni diamo la relazione sul presente numero del Bollettino e di altri riferiremo sul numero seguente.