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B187-A3
Gesù, parlando con Nicodemo dello Spirito di Dio, disse: « Il vento soffia dove vuole; tu senti la sua voce, ma non sai da quale parte venga e dove vada.
Così è di ognuno che è nato dallo Spirito » ( Gv 3,8 ).
Durante la festa delle Capanne, insegnando nel tempio alla folla che vi era radunata « Gesù disse ad alta voce: "Se qualcuno ha sete venga a me e beva.
Chi crede in me, come ha detto la Scrittura: Fiumi d'acqua viva scorreranno dal suo seno".
Questo disse dello Spirito che dovevano ricevere i credenti in lui ». ( Gv 7,37-39 ).
Sfogliando il diario di Fra Leopoldo noi possiamo constatare questa azione dello Spirito su di lui e gustare la freschezza di quest'acqua sgorgante dal suo seno, che è veramente per ognuno di noi « "fonte d'acqua zampillante per la vita eterna" ». ( Gv 4,14 ).
Ne danno testimonianza le Opere volute dal Signore in questo messaggio e sorte a dimostrarne l'autenticità e la validità; infatti « "se non credete alle mie parole, credete almeno alle mie opere" ». ( Gv 10 )
Lo stesso insegnamento del Vangelo ritroviamo in queste affermazioni del diario:
« Mio Dio, per quest'opera hai scelto me che sono così ignorante.
Gesù mi rispose: " … Tutto quello che ti ho fatto scrivere è in nome del tuo Gesù Crocifisso".1
E chi crederà a queste cose tanto sublimi e a tanta intimità, mentre io sono piccolo e peccatore?
Maria SS. rispose: "Ci crederanno, e ciò che farà credere sarà l'Opera e la Potenza di Dio".2
E più avanti, quando finalmente queste Opere cominciano ad essere una realtà ed il messaggio si diffonde per mezzo dell'Adorazione a Gesù Crocifisso, possiamo ancora leggere: « "Quelli che non credono ai miei detti, crederanno bene alle mie Opere" ».3
Noi sappiamo che lo Spirito agisce nell'uomo rispettando la sua libertà, non si sostituisce al suo grado di cultura e tanto meno alla sua personalità.
Qui ci troviamo di fronte a pagine scritte con molta semplicità e senza pretese letterarie, ma chi le sa leggere con quella semplicità di animo che Gesù ripetutamente ci chiede di avere,4 le trova dense di insegnamenti e può ricavarne pure una luce particolare per intendere gli insegnamenti della Sacra Scrittura secondo lo Spirito di Dio che è Amore.
Fra Leopoldo è docile alla grazia che agisce sempre più nel profondo della sua anima, comprende come Gesù Crocifisso sia l'Amabilissimo suo Signore che lo ama infinitamente, fino a consegnarsi volontariamente alla morte ed alla morte di croce pur di ottenergli dal Padre la pienezza della sua gioia in questa vita e per ottenergli la felicità della salvezza eterna: « "Padre, quelli che mi hai dato, voglio che dove sono io siano anch'essi con me, affinché contemplino la mia gloria" » ( Gv 17,24 ).
Guidato da questa luce, Fra Leopoldo, contempla il suo Gesù che è sulla Croce, inchiodato con le braccia aperte per manifestare a noi la sua ansia di attrarre a sé ancora oggi tutta l'umanità redenta, di abbracciarla e stringerla affettuosamente al suo Cuore trafitto: « " Nessuno ha maggior amore di questo: che dia la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici … " » ( Gv 15,13-14 ).
Di fronte a questa dimostrazione di amore infinito egli sente pressante il bisogno di corrispondervi.
Tanta benevolenza lo commuove, desidera amare più intensamente il suo Signore ed è convinto di ricambiarlo in modo inadeguato, a suo giudizio non c'è in lui tutto quello slancio che dovrebbe esserci.
Le numerose difficoltà che incontra nella vita del convento e gli ostacoli che continuamente altri gli pongono lo intralciano, ha la sensazione di non vivere pienamente il primo, il massimo comandamento:
« "Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza" » ( Mc 12,29-30 ).
Poiché il peccato è sempre una mancanza di amore verso l'Amabilissimo, Fra Leopoldo si sente sinceramente peccatore, il più peccatore, perché più di altri riconosce di essere stato tanto amato.
Tutto questo lo stimola ad essere più umile e lo spinge a confidare nell'aiuto del suo Crocifisso Gesù.
La pagina del suo diario qui riportata ci manifesta quanto fosse grande in lui questa confidenza, che, alimentata dalla sua profonda umiltà, lo rende meritevole di tutta la nostra attenzione: veramente ci può essere di esempio.
Dal diario di Fra Leopoldo del 26 e 27 agosto 1908.
- 26 agosto 1908 - « Adorazione » ( mattino ).
Gesù Croc.: « Nessuno sa ciò che si celebra in questa cella in questi momenti: il mio spirito col tuo si unisce in gloria ».
Nessuno può immaginare ciò che passò fra Gesù e questo suo servo che presentemente scrive.
Gesù Croc.: « Come sei celeste! Nessuno fuorché Dio può fare di un uomo quello che ora sei tu ».
A dire la verità, il mio Gesù sa che mi vergogno di scrivere tutto questo in mio favore, poiché non sono meritevole di tanto bene, ma piuttosto di castigo; è il mio Gesù che me lo fece scrivere.
Gesù Croc.: « È inutile, io non resisto più se non sono sempre al tuo fianco e tu devi fare lo stesso nel lavoro, in ogni luogo in cui ti trovi.
Figlio mio, senti distintamente la mia voce interna? ».
Fra Leop.: « Sì, o Signore, la sento ».
Gesù Croc.: « Non dubitare mai, scrivi subito, in avvenire sarà più celeste che terreno ».
Esitavo a scrivere ciò, ma poi mi arresi alla volontà di Dio.
Ho promesso ubbidienza anche nelle cose più piccole, per la sua misericordia lo spirito del Signore sia sempre con me.
- 26 agosto 1908 - mattina ore 4 « Adorazione ».
Fra Leop.: « Signore, siano pur lunghe le ore, ma stando con te, mio Crocifisso, passano in un istante ».
Gesù Croc.: « In Paradiso, cento anni passano in un attimo ».
Fra Leop.: « Dio mio, per arrivare dove sei tu, cioè al gaudio celeste, a quante croci, a quante spine si va incontro, quante vie piene di amarezze bisogna percorrere!
A quante miserie va soggetto questo povero corpo impastato di creta! ».
Eppure, nonostante tutte queste sofferenze, malattie, affanni e tutta la sequela di contrarietà, tutto passa e resta il gaudio anche su questa terra per chi ama Gesù con la preghiera fervorosa a Lui e con l'umiltà e carità dovuta a Dio Crocifisso.
Fra Leop.: Per la tua croce e per la tua misericordia infinita, o mio Signore, fa' che un giorno tutti arriviamo là dove sei tu, a godere la pace dei giusti ».
Gesù Croc.: « Molto ti farò scrivere, non solo per tè ma per confermare con tanta fede a tutto il mondo la più alta misericordia di un Dio Creatore ».
« Quando ti comando di scrivere, fallo subito e se io ti dò tanto amore, appunto in quei momenti scrivi quello che io ti dico: uno scritto di fuoco che manifesta la più immensa carità e misericordia di un Dio ».
« Da questo momento ti confermo la santità della vita, sarai sempre con me, segnerai anche le cose più piccole ».
« Io sono tutto tuo come vuoi tu: e tu, sei tutto mio come voglio io? ».
« Quando vieni a fare la "Adorazione" in ringraziamento alla S. Comunione, e ti faccio scrivere non occorre che adori le mie sacre cinque Piaghe: sia lo scrivere il modo di fare adorazione nel poco tempo che hai ».
E aggiunse che, per il servizio che gli faccio, vuole che gli chieda quale seggio desidero in Paradiso; io gli risposi: Fra Leop.: « O mio bei Gesù, è già una bella grazia che tu mi salvi! ».
Gesù Croc.: « Non dirlo mai più! Ebbene saprò io come accontentarti per conservarti tutto celeste e tu hai da fare come ti ho già fatto segnare antecedentemente ».
( Non ricordo il numero della pagina dove l'ho già segnato ).5
Sono le ore 9 del mattino, corro di tutta fretta a far cucina; ho sempre accanto il mio Gesù.
( Continua )
C. Brusa
1 Dal diario di Fra Leopoldo del 12 agosto 1908.
2 Dal diario di Fra Leopoldo dell'8 dicembre 1914.
3 Dal diario di Fra Leopoldo del 16 ottobre 1920.
4 Vedere ad esempio: Mt 10,16; Lc 10,21-24; Gv 10,22-39.
5 L'insegnamento di Gesù "già segnato" è scritto sei pagine prima, a pag. 142 del quaderno-diario, ed è quello riportato sopra, alla data del 27 agosto 1908.