La catechesi agli anziani |
B194-A6
Il decreto « Christus Dominus » sull'ufficio pastorale dei Vescovi dichiara che l'istruzione catechistica dev'essere fatta ad ogni categoria di fedeli e fa obbligo ai Vescovi di vigilare « affinché con premuroso zelo, non solo ai fanciulli e al giovani, ma anche agli adulti sia insegnato il catechismo, che ha lo scopo di ravvivare tra gli uomini la fede e di renderla cosciente ed operosa, per mezzo di una opportuna istruzione ».
Al dovere dei Vescovi di insegnare corrisponde evidentemente quello dei fedeli di istruirsi; ma qui sorge la difficoltà principale.
I ragazzi si possono avere al catechismo perché le famiglie in genere ci tengono ancora che i loro figli ricevano la cresima e la prima comunione, e poi durante il periodo scolastico c'è pure la lezione di religione.
Ma agli adulti non si può arrivare che con difficoltà e in certe occasioni, come quella dell'amministrazione degli altri sacramenti, particolarmente del battesimo e del matrimonio.
Ecco allora i colloqui con i genitori dei bimbi da battezzare, per renderli consapevoli dell'impegno cristiano e della loro missione educativa, fino al punto di rifiutare il battesimo qualora manchi nei genitori ogni impegno di vita cristiana; ed ecco i corsi di preparazione per i fidanzati e gli sposi, ecco il tentativo di formare delle élites presso ogni parrocchia, ecc.
In questo sforzo della Chiesa di raggiungere gli adulti non ha molto rilievo, a quanto ci risulta, la categoria degli anziani, appunto perché, non avendo più questi ordinariamente delle particolari responsabilità sociali, manca l'occasione di aggancio.
Comunque non c'è una catechesi specifica per loro, come lo vorrebbe il Decreto del Concilio sopra citato, il quale dice: « l'insegnamento sia fatto secondo un ordine e un metodo che si addica … alla mentalità, alle capacità all'età e al genere di vita degli uditori » ( art. 14, a ).
Ci sia consentito qui di sottolineare i motivi per cui la catechesi degli anziani avrebbe invece una particolare importanza:
1) Anzitutto chi sono gli anziani? Sono considerati tali quegli uomini e quelle donne che hanno superato la sessantina e che normalmente hanno concluso la loro carriera professionale, se uomini, oppure hanno ceduto il governo della casa alle figlie o alle nuore, se donne, e non hanno più un lavoro fisso, cioè sono in riposo.
La loro condizione dovrebbe essere lieta, ma nella più parte dei casi lo è poco, o non lo è affatto, e l'occupazione del tempo libero diventa un problema.
Qui sorvoliamo totalmente sugli aspetti economici e su tutto ciò che non interessa direttamente la catechesi, anche se indirettamente, tutte le circostanze della vita umana vi possono influire.
2) Gli anziani sono prossimi alla conclusione della loro vita: « la notte è avanzata e il giorno si avvicina ».
La terza età è quindi il momento più decisivo della vita, la preparazione prossima al rendiconto finale, e dovrebbe essere caratterizzata da una intensificazione dei preparativi, come si fa dagli studenti alla vigilia degli esami: riordinare ogni cosa alla luce dell'eternità, rimediare agli eventuali errori, portare a compimento il proprio capolavoro spirituale.
È proprio nell'ultimo tratto della vita che l'uomo raggiunge la vetta della sua personale perfezione.
La terza età dovrebbe quindi essere caratterizzata da una intensa vita spirituale: è questo il compito specifico e la sua missione nella società, alla quale porta la ricchezza della sua esperienza e della sua saggezza.
Per qual motivo, se non per questo, la Provvidenza di Dio mantiene l'uomo in questo mondo e ne ritarda l'ingresso nell'eternità, quando, d'ordinario, non avrebbe più alcun compito temporale da espletare, né familiare, né professionale, né civile?
Perciò chi era lontano è insistentemente richiamato; chi era già santo è esortato a santificarsi di più.
La voce di Dio si fa più forte.
È vero che ad una certa età è più difficile cambiare idea, ma è vero solo in parte.
Dio chiama a tutte le ore e porge un soccorso adeguato: non è questo il senso della parabola degli operai della vigna? ( Mt 20,1-16 ).
Ecco dunque un terreno fertile, che attende il seme della parola di Dio.
3) Gli anziani sono per lo più in crisi e quindi bisognosi di luce e di conforto.
Le cause sono molte: la decadenza fisica e gli acciacchi della vecchiaia, che tendono a deprimere l'animo;
la solitudine, retaggio fatale dei vecchi, cui la morte ha rapito tante persone care e privato di tanti affetti;
il cambiamento di usi, di costumi, di mentalità, così rapido oggi, che rende gli anziani quasi estranei alle nuove generazioni e li emargina fatalmente, considerandoli dei sorpassati;
la mancanza di un lavoro importante e responsabile, magari dopo una vita di intensa attività e di prestigio, che li condanna all'inazione, al senso della propria inutilità, rendendo vane tante capacità e una ricca esperienza, di cui i giovani non sanno che farsene;
i traumi psicologici frequenti, dovuti a tante circostanze, e magari i rimpianti, il ricordo umiliante di sbagli commessi, ecc.
Certo non è detto che così sia la sorte di tutti, ma probabilmente è il quadro normale.
I vecchi poi hanno anche i loro difetti, o specifici della vecchiaia, o trascinati dietro tutta la vita, che li rendono pesanti.
Non sempre i giovani hanno tutti i torti …
4) Gli anziani di oggi appartengono ad una generazione agnostica e sono in genere ignorantissimi in materia religiosa, data la situazione storica in cui sono vissuti.
Il dominio della massoneria, prima, e quello del fascismo, poi, hanno inceppato la Chiesa nella sua missione evangelizzatrice.
Si volle una scuola agnostica, informata al materialismo, e anche quando il Concordato tra l'Italia e la S. Sede aprì le scuole pubbliche alla lezioncina settimanale di religione, fu più l'affermazione di un principio che l'attuazione effettiva di un serio insegnamento religioso.
L'ambiente scolastico rimase non molto diverso da prima: quante riserve si potrebbero fare circa la religione nelle scuole pubbliche, senza tuttavia negare il bene che c'è!
Le scuole private, in mano ai religiosi, rappresentano purtroppo una frazione assai piccola del mondo scolastico.
Manca poi l'insegnamento religioso a livello universitario, non essendoci nelle università italiane la cattedra di teologia, che c'è invece in quelle straniere.
Il popolo italiano è assai ignorante in materia religiosa, ed è naturale che lo siano gli anziani.
5) La durata della vita media si è notevolmente allungata ed è quindi aumentato il numero degli anziani, sia in numero assoluto, sia come percentuale.
Gli anziani costituiscono una frazione cospicua della popolazione ed hanno un peso sull'opinione pubblica.
Molti sono anche in posti di grande responsabilità nella vita politica, economica, intellettuale, recando il contributo di un giudizio maturo e di una rara competenza.
Tutto ciò è naturale ed è provvidenziale.
Nel clima turbolento dell'Italia di oggi c'è da augurarsi che gli anziani buttino molto olio sulle onde.
Ma la Chiesa non ha forse un grande interesse a godere il favore di questa parte dell'opinione pubblica?
A proposito della durata media della vita, c'è anche chi non si rallegra affatto dell'aumento degli anziani, considerandoli un peso per l'economia e un intralcio per l'evoluzione.
In un congresso di medici a Eastbourne, qualche anno fa, ci fu chi propose di fissare un limite, oltre il quale i sanitari non siano più tenuti a fare il possibile per tenere in vita una persona.
Insomma, dopo una certa età bisogna avere il buon gusto di togliersi dai piedi.
È la stessa mentalità che oggi patrocina l'aborto e l'eutanasia.
Quando si negano i diritti di Dio, si compromettono subito quelli della persona umana, nonostante le solenni proclamazioni dei diritti dell'uomo alle Nazioni Unite.
La catechesi degli anziani presuppone il superamento di due difficoltà:
1) come raggiungere l'uditorio, cioè come ottenere la frequenza alle istruzioni;
2) come presentare la dottrina, quale linguaggio tenere, quali prospettive presentare.
La prima difficoltà si supera con l'organizzazione, che dev'essere tanto più efficiente quanto più è vasto il raggio d'azione che ci si propone.
In Francia questa organizzazione esiste, ed è analoga a quella della gioventù cattolica italiana ai tempi di Pio XI, cioè si appoggia alla stessa organizzazione della Chiesa, con gruppi parrocchiali riuniti per Diocesi e federati su scala nazionale.
Vi è un assistente ecclesiastico per ogni gruppo, uno per tutti i gruppi della diocesi e uno per tutta la Francia, che è un Vescovo.
Vi è pure un foglio periodico nazionale intitolato « La vie montante ».
I gruppi organizzano convegni regionali e nazionali, pellegrinaggi, opere di assistenza e attività varie.
Nel 1973 ( non abbiamo ancora le cifre per l'anno 1974 ) erano presenti al Congresso di Rennes 550 anziani, rappresentanti di 80 gruppi; a Lavai erano 700; a Lille 1300.
Circa i pellegrinaggi si hanno queste cifre: a Lisieux 2500, a Chartres 1600, a Fourvières 3500.
A Lourdes addirittura non si possono più contare, tanto sono frequenti e numerosi.
E in Italia? Vi sono alcune iniziative, ma limitate e sporadiche.
Il movimento è ancora tutto da organizzare e c'è da augurarsi che la Gerarchia ne faccia oggetto di particolare attenzione.
La seconda difficoltà si supera con una catechesi specializzata.
Anzitutto bisognerà costituire dei gruppi omogenei per cultura, mentalità e vita spirituale.
La troppa disparità in questi requisiti non consentirebbe un lavoro serio.
Poi bisognerà tener presente la situazione di fatto degli anziani, che presenta fattori positivi e fattori negativi.
Sono fattori positivi la maggiore disponibilità di tempo, il silenzio delle passioni giovanili, l'esperienza della vita, che fa emergere i valori veri dell'esistenza e dimostra l'inconsistenza di tante illusioni dietro cui corrono i giovani, e quindi una maggiore apertura degli anziani ai valori religiosi.
Sono fattori negativi la minore duttilità della mente, la labilità della memoria, i preconcetti duri da muovere, gli acciacchi dell'età e un certo fondo di scetticismo o di pessimismo.
La catechesi degli anziani dovrà in genere essere semplice ed essenziale, cioè insistere sulle verità fondamentali e sicure ed evitare le sottigliezze e le inutili speculazioni; dovrà essere concreta e pratica, cioè essere ben agganciata alla vita, esponendo bene tutto ciò che ciascuno deve sapere e fare per salvarsi e per vivere bene, una teologia che comprende anche l'ascetica e non tema di presentare anche la vita perfetta; dovrà essere autorevole e biblica, cioè appoggiarsi chiaramente alla tradizione della Chiesa ed alla S. Scrittura.
Inoltre occorrerà insistere più sugli aspetti positivi della vita spirituale ( amore, grazia, misericordia ) che su quelli negativi, in modo da alimentare la speranza e la consolazione.
Non è la vita una vigilia di attesa?
Ebbene ecco che l'attesa sta per finire e arrivare già di lontano il rumore dello sposo che viene: la catechesi dev'essere un invito a corrergli incontro.
All'Unione Catechisti la catechesi degli anziani si realizza con la Messa del Povero e con il gruppo degli Zelatori e Zelatrici, dove non ci sono esclusivamente degli anziani, ma dove questi sono in maggioranza.
Per gli Zelatori si approfondisce la dottrina riguardante Gesù Crocifisso.
Ma in modo specifico si svolge la catechesi ai pensionati, ogni mercoledì dell'anno, salvo le vacanze estive ed invernali.
In totale sono circa 30 lezioni annuali della durata di un'ora.
Gli iscritti, quasi tutti ex bancari, sono 34, ma le presenze raramente oltrepassano la ventina, non per poco interessamento, che anzi dimostrano molto interesse ( e del resto quale altro motivo avrebbero di intervenire? ) bensì per vari impedimenti di salute, di famiglia, ecc. non dipendenti da loro.
Vi assiste anche un Padre Gesuita, che periodicamente predica un breve ritiro.
Le riunioni sono incominciate nel 1968, dapprima con frequenza mensile e poi, assai presto, con ritmo settimanale e con un preciso programma catechistico, oppure biblico.
Un corso regolare di religione a livello medio - superiore occupò circa un triennio.
Si commentarono poi gli Atti degli Apostoli e quindi il S. Vangelo.
Attualmente è allo studio il Vangelo di S. Luca.
Lo studio non è mai accademico, ma mira sempre alla vita pratica.
Le adunanze sono aperte a tutti.