Un cinquantenario in famiglia |
B196-A3
Non è certamente retorico, né esagerazione il dire che Fr. Teodoreto, vero servo fedele di Dio, rimase tutta la vita in ascolto del suo Signore, cogliendone con intelligenza ogni cenno ed uniformandovisi con una prontezza che non mancava di entusiasmo.
Fin da ragazzo egli intese la voce che lo chiamava alla vita religiosa nell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane e vi ubbidì risolutamente, nonostante le molte difficoltà.
Entrato in religione la stessa voce lo sollecitò a "tendere davvero alla perfezione"1 ) e oggi possiamo ben dire come fu generosamente fedele a questo impegno.
Durante il suo secondo noviziato ebbe l'ispirazione di prendere quella iniziativa che avrebbe fatto di lui un Fondatore, ma si trattava di un'idea in germe, la cui attuazione si presentava difficile e richiedeva una conferma, degli sviluppi e delle determinazioni.
Il Fr. Teodoreto rimase perciò come all'erta, in attesa dei segni della Provvidenza, la quale parla sempre, ma spesso così delicatamente che i disattenti non l'avvertono.
La conferma di "fare ciò che aveva in mente" gli venne in modo straordinario da Fra Leopoldo, in cui egli aveva scoperto il suo profeta ( e questa scoperta era già frutto della sua vigile attenzione ai segni di Dio ).
Le esplicitazioni e gli sviluppi di quell'idea avvennero di volta in volta attraverso indicazioni provvidenziali:
il titolo "Unione del SS. Crocifisso" fu completato con quello di Maria SS. Immacolata dietro suggerimento del cancelliere della Curia di Torino;
la determinazione "catechisti" per una maggiore caratterizzazione lasalliana fu suggerita dall'ambiente stesso in cui l'opera nasceva, ecc.
Intanto il Regolamento si andava determinando con l'assistenza di Fra Leopoldo e il suo progressivo arricchimento spirituale era continuo, riflettendo la tensione interiore del Fr. Teodoreto verso la perfezione e la generosa corrispondenza dei primi catechisti alle sue direttive, cosicché l'Unione Catechisti, pur essendo federata nella Gioventù Cattolica Italiana ( che il Papa Pio XI chiamava la pupilla dei suoi occhi ) rappresentava una forma di vita più vicina alla vita religiosa che all'Azione Cattolica.
Benché non si parlasse di voti vi era già nel suo Regolamento la sostanza dei consigli evangelici ed una propria caratterizzazione data dallo spirito di pietà, di riparazione e di zelo.
Nel 1925 era pronta l'ultima edizione del Regolamento, frutto di un lungo studio compiuto dal Fr. Teodoreto in collaborazione con i catechisti, affinché questi decidessero liberamente gli impegni a cui si vincolavano, ed era stata presentata al nuovo Arcivescovo di Torino, Mons. Giuseppe Gamba.
L'Arcivescovo approvò il Regolamento con queste parole: « Visto il suesteso Regolamento se ne ammira la bellezza e la perfezione e si approva ad esperimento ».
E da pastore sperimentato e pratico aggiunse subito: « Ricordate, però che non sia lettera morta, ma pratica di vita, che del resto la sua bellezza non vi darebbe che di danno.
Se lo osservate vi prometto il Paradiso, certamente ».
Ma egli nell'Unione Catechisti vedeva qualche cosa di più di una semplice associazione giovanile, e lo disse chiaramente al Fr. Teodoreto, e poi anche ai catechisti, che invitò in Arcivescovado e ricevette in quell'imponente salone sulle cui pareti sono i ritratti di tutti gli Arcivescovi torinesi.
Seduto in trono fra tutte quelle maestose figure egli espresse il suo pensiero: dal momento che già praticate sostanzialmente i consigli evangelici, perché non aggiungervi i voti religiosi, che impreziosirebbero la vostra Regola e vi stabilirebbero nello stato di perfezione?
I catechisti accettarono subito con entusiasmo la proposta dell'Arcivescovo, in cui scorgevano il compimento di una aspirazione interiore indistinta, ma forte.
Per essi l'Unione rappresentava già il fatto più importante della loro vita, dove si concretavano i loro ideali.
La voce dell'Arcivescovo dava loro una consapevolezza nuova, una sicurezza nuova, rivelava, per così dire, l'Unione Catechisti ad essi medesimi.
Il Fr. Teodoreto fu incaricato di preparare le nuove Regole, con l'inclusione dei voti di povertà, castità e ubbidienza, che l'Arcivescovo avrebbe poi inoltrate a Roma per l'approvazione.
Naturalmente non tutti gli attuali soci dell'Unione avevano la vocazione religiosa e difatti il Fr. Teodoreto ne aveva presentato soltanto una dozzina all'Arcivescovo, cioè quelli che egli riteneva orientali verso lo stato di perfezione.
Si prospettò quindi la formazione di due gruppi, che furono chiamati rispettivamente Catechisti Congregati ( coloro che accettavano la pratica dei voti ) e Catechisti Associati ( coloro che erano orientati verso una intensa vita cristiana nel matrimonio ).
L'Unione del SS. Crocifisso aveva raggiunto la sua pienezza di contenuto e il suo stato definitivo, quanto alla sostanza.
Rimaneva da sistemare tutto l'aspetto giuridico, è vero, e questo si raggiungerà solo nel 1948, dopo la promulgazione della Costituzione Apostolica "Provida Mater Ecclesia", ma tutti gli sviluppi futuri saranno come le fronde e i rami di un albero che cresce e fiorisce, ma non muta specie.
L'anno 1925 rappresenta quindi una tappa fondamentale nella storia dell'Unione Catechisti ed è giusto che ne celebriamo il giubileo, ricordando il Pastore buono che vi ci ha condotti, ringraziando il Signore e rinnovandoci nei propositi in questo Anno Santo, che per noi è doppiamente giubilare.
Anche il 1925 fu un anno giubilare e i catechisti si recarono in gruppo a Roma e parteciparono all'udienza generale concessa dal Papa Pio XI alla gioventù cattolica nel cortile del Belvedere, in un clima di indescrivibile entusiasmo.
Tre tappe principali segnano la storia dell'Unione Catechisti e ad esse presiedettero rispettivamente i tre Arcivescovi del tempo: il Card. Richelmy, che emanò il decreto di fondazione nel 1914; il Card. Gamba, che la promosse a stato di perfezione nel ] 925; il card. Fossati che ne ottenne l'approvazione definitiva come Istituto Secolare nel 1948.
E tre pontefici di nome Pio si succedettero in questo periodo, che ebbero un particolare interesse per il nostro Istituto:
Pio X, l'apostolo del catechismo;
Pio XI, che vi diede una prima approvazione, come lo consentivano i canoni di allora e che disse risolutamente al card. Fossati: « se sarà necessario ( per l'approvazione ) modificheremo anche i canoni;
Pio XII, che vi diede l'approvazione definitiva.
Per ottenere questa approvazione occorsero molti anni e lunghe pratiche, perché il Fr. Teodoreto era notevolmente in anticipo sui tempi.
La burocrazia è sempre in ritardo rispetto allo Spirito Santo.
Ma i sacri Pastori in Diocesi e i Sommi Pontefici a Roma lo compresero subito e lo sostennero sempre.
Ed è assai grato perciò ai catechisti il loro ricordo, che li conforta e li sprona a camminare avanti sulla via da loro indicata.
1 ) Espressione cara al Fr. Teodoreto e rivelatrice della sua psicologia.