Messa del Povero |
B198-A5
Relazione delle attività svolte alla messa del povero durante l'anno 1974 - 75
Un povero bussa alla porta: è una realtà oggi scottante e urgente, come ieri e come domani.
Non la possiamo ignorare come cristiani e come uomini.
I poveri bussano alla porta: sono tanti e di tante diverse povertà: le povertà materiali, quelle morali, quelle sociali.
Gesù è venuto, ha sofferto tutte queste povertà e ha lasciato a noi a cui è affidato il compito di renderlo presente in questo momento della storia, l'esempio e il messaggio perché imparassimo e comprendessimo come comportarci nei confronti di tante diverse povertà.
Sì, perché ci sono vari modi di comportarsi col povero che bussa alla porta.
Lo si può scacciare con mal garbo, accusandolo di essere lui il responsabile della sua povertà: « Vai a lavorare … » con quel che segue.
Si può rispondergli, dal chiuso della propria casa, di andare dai pubblici poteri e di mettersi a contestare: « Tocca a loro pensarci … ».
Ancora si può riunire la famiglia e discutere sulla povertà con ampie citazioni evangeliche, del concilio … : stilare un bei documento sul come, perché e quando si deve aiutare il povero e poi aprire per fargli leggere il bel documento stilato: il povero se ne è già andato … e d'altra parte non sa che farsene dei nostri bei documenti.
Pellegrinaggio alla Melica
Si può anche aprirgli, dargli qualcosa e dirgli di andarsene e di non tornare più: e si resta con il cuore tranquillo: « Ai poveri ci ho pensato! ».
È possibile farsi raccontare le sue miserie, scrivere un bell'articolo, una mozione, un appello, una protesta, una dichiarazione e anche una lettera al giornale per … sensibilizzare la pubblica opinione sullo stato dei poveri!
Organizzare perfino una pubblica manifestazione con validi oratori che parlano delle miserie dei poveri, e poi tornarsene al tepore della propria casa, soddisfatti: io alle mie comodità, lui alla sua miseria!
Si può avvicinarlo, fargli sentire che lo si comprende, lo si ama, che anche lui è un fratello col quale si condivide quanto si può, non solo dei mezzi finanziari ( è poco e talvolta comodo per mettersi in pace ), ma del proprio tempo, delle proprie disponibilità e possibilità, aiutarlo ad uscire dalla sua miseria, quando e se è possibile ( perché non sempre lo è ), accettarlo così come è con le sue buone qualità e talvolta con le sue pretese indisponenti, stabilire con lui un rapporto reciproco di comprensione e di carità fraterna.
Anche il vivere con lui, abbandonando i propri comodi o invitarlo a vivere con noi rinunciando alla nostra libertà possono essere soluzioni; ma forse sono le soluzioni dell'eroismo dei santi.
E d'altronde l'esperienza insegna che non sempre sono possibili e attuabili tali soluzioni: sono tanto diversi i tipi di povertà, tanto diverse le situazioni, tanto contrastanti le posizioni e tanto limitate le possibilità.
Quale la risposta di oggi al povero che bussa alla porta?
Pur accanto ad iniziative vecchie e nuove che molto validamente operano nel campo della pastorale a favore dei poveri di ogni genere, forse si è passati oggi dalla "eresia dell'azione" di cui si parlava anni fa, alla "eresia del documento".
Ieri si costruivano ospedali, si creavano 'opere", si agiva: oggi si fanno documenti.
Certo non tutto quello che si faceva andava bene o era ben fatto … oggi bisogna analizzare, si dice, studiare prima di agire, rendersi conto delle situazioni socio-culturali … ecc.
D'accordo! Ma non sembra che i cristiani rischino oggi sempre più di perdere, nel labirinto delle parole, delle discussioni interminabili portate sino all'esasperazione, delle analisi e delle inchieste, le vie e le energie per agire?
Il Papa ha detto: « Oggi è tempo di fare, di agire: tempo di opere buone, di interessamento per il bene del prossimo, di interventi nelle questioni relative al benessere sociale … » ( Nostro tempo, 3-XI-74, Mario Visca ).
In altre parole è tempo di rimboccarsi le maniche per chi attende e per chi bussa alla porta.
Queste riflessioni personali, fatte ad alta voce, per i nostri amici e collaboratori, mi pare che bene ci introducano alla relazione annuale delle attività della Messa del Povero.
È stato un altro anno di servizio, secondo le finalità dell'Opera.
Ed è consolante constatare che all'Opera continua quella preziosa evangelica collaborazione di gruppi e di persone diverse, tutti uniti nella dedizione con l'apporto, ognuno della propria specifica missione.
Accanto ai Catechisti dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata si trovano giovani impegnati, accanto alle Figlie della Carità danno il loro contributo i Fratelli delle Scuole Cristiane, i Figli di Don Bosco, le Dame della Carità, medici e psicologi.
E poi c'è tutta l'ampia famiglia di chi contribuisce con generosità e, per quello che constatiamo, con vera partecipazione: ci pare di poter affermare che l'offerta non ci arriva mai disgiunta da un affettuoso interessamento e da una condivisa partecipazione allo spirito dell'Opera.
Il legame che tutti ci unisce è l'amore a Gesù Crocifisso e alla Vergine Immacolata.
In loro, tutti ci incon-triamo: non ci sono i poveri e quelli che li aiutano, ma c'è un'unica famiglia che mantiene il suo nome programmatico a cui ci tiene: Messa del Povero, proprio perché caratterizzante di un vincolo che, nel Sacrificio Eucaristico tutti ci unisce.
Non è una associazione, non è un gruppo: è una Messa partecipata e vissuta, è il sacrificio della Croce rinnovato, oggi nel 1976, nelle membra più povere del Corpo Mistico di Gesù sul Calvario, di cui la Vergine Immacolata è la prima e più grande offerente.
Questo spirito cerchiamo di tenere presente e di attuare nell'attività che è proseguita nei due centri di Via Colombini - presso l'Opera Pia Lotteri - e di Via Saccarelli, dal settembre 1974 al settembre 1975.
È stato un anno in cui l'attività è continuata nella via degli anni precedenti.
Lungo la strada dei giorni trascorsi abbiamo perso degli amici: amici tra i benefattori ( e voglio ricordare il catechista Pietro Salaroli, il Comm. Giuseppe Faccio, il catechista Umberto Ughetto ); amici tra i poveri: di questi ne abbiamo persi alcuni talvolta in circostanze penose che tanto ci hanno fatto soffrire e di altri sappiamo che non possono più venire perché trattenuti in ospedali o altrove.
Li consideriamo sempre della famiglia e per loro abbiamo pregato e continuiamo a pregare.
Tanti fatti dolorosi, penosi potremmo citare: situazioni impossibili, esistenze grame senza uscita e senza rimedio: anche questo fa parte della Messa, sacrificio che con i poveri offriamo ogni anno.
Attorno alla Messa-sacrificio, le varie attività di assistenza:
- spirituale con la preghiera comunitaria nella partecipazione ai momenti più rilevanti dell'anno liturgico: Natale, Settimana Santa, Pasqua, processione Eucaristica e mariana, ascolto della parola di Dio, e soprattutto nella sentita partecipazione al Sacrificio Eucaristico sempre allietato da canti.
A questo proposito, la Provvidenza ha provveduto, quest'anno, a sostituire i vecchi armoniums, un po' sfiatati e stanchi, con due nuovi armoniums più giovanili e più validi.
- sociale con l'ascolto, la parola di comprensione e di consiglio, l'invito alla fraternità, gli incontri di canti e di allegria per l'Epifania e il Carnevale accompagnati dalla lotteria.
- medica con visita ambulatoriale e distribuzione di medicinali, ricoveri in ospedali;
- materiale con la refezione del sabato e della domenica, la distribuzione di vestiario, il servizio di pulizia e sussidi vari.
Tutto questo in ogni giorno festivo e prefestivo da settembre a giugno.
Ha concluso l'attività la consueta e attesa gita- pellegrinaggio del 27 giugno al Santuario di Nostra Signora delle Grazie di Melica ( Farigliano ) con visita ai Santuari della Madonna dei Fiori a Bra e a quello della Regina di Monteregale a Vicoforte ( Mondovì ).
Al Santuario di Melica fummo accolti con affetto dal Rettore Padre Tarcisio e dai Padri Francescani, tra cui un carissimo amico dell'Unione Catechisti, Padre Agnello.
La Santa Messa fu partecipata con viva devozione dai circa 100 pellegrini.
Anche la tappa al "Navette", i canti e le ore serene di allegria e di distensione sono vive nel ricordo di tutti.
Nel periodo estivo ( luglio, agosto ) ci incontrammo numerosi in Via Colombini il 20 luglio e il 10 agosto: sono giornate che servono a far sembrare meno lungo il periodo di … chiusura e nelle quali ci si incontra, dopo tanta attesa, con gioia, nell'amicizia fraterna.
A conclusione i dati:
- le presenze si possono calcolare sulle 180-200 persone ad ogni incontro;
- il consuntivo spese per l'anno 1974-75 è stato di Lire 12.285.000 che con le entrate di Lire 12.347.850 ci lasciano ancora il piccolo margine che la Provvidenza destina per la ripresa delle attività.
E si riprende sotto la protezione della Paternità provvidente di Dio, con lo sguardo al Crocifisso Gesù, morto per tutti e specialmente per le varie povertà degli uomini, e risuscitato per dare a tutti la speranza e la gioia, nella più serena fiducia in Colei che si volle definire la Vergine dei Poveri e che sentiamo presente, con segni che talvolta, osiamo dirlo, sono miracolosi e nella invocazione di quelli che sentiamo nostri speciali Patroni: S. Giuseppe, S. Vincenzo de' Paoli, S. Giovanni Battista de La Salle, S. Giovanni Bosco, fedeli, per quanto possiamo, al messaggio di Fra Leopoldo e di Fratel Teodoreto.
Agli amici che ci vogliono bene e che ci seguono con la preghiera e con l'aiuto, il pensiero, la preghiera e il "Grazie" riconoscente degli amici della Messa del Povero,
Fr Gustavo