La giornata delle Comunicazioni Sociali

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Il nostro Bollettino è pure un mezzo di comunicazioni sociali, che si propone di comunicare a tutti l' "amore a Gesù Crocifisso", e quindi la giornata celebrata il 30 maggio u.s. ci riguarda direttamente.

Il papa l'ha commentata con queste parole: « Come non metteremo nell'intenzione di questa preghiera festiva quel grande fatto, che classifichiamo sotto il titolo di "comunicazioni sociali" »?

È un fatto enorme, crescente, esaltante, invadente e seducente, che interessa al sommo per noi l'espressione del Verbo, la diffusione della Parola, la trasmissione della Verità, il Vangelo dello Spirito.

Oggi la Chiesa, quasi per prepararci alla festa di Pentecoste, la festa della voce, resa veicolo dell'annuncio della fede, del piano della nostra salvezza, invita gli uomini a riflettere su questo meraviglioso fenomeno delle comunicazioni sociali, che caratterizzano il nostro tempo: stampa, telefono, telegrafo, cinema, radio, televisione, telecomunicazione, ecc. per ricordarci l'importanza ( e tutti la conosciamo ) e la responsabilità ( e a questa non sempre pensiamo ) di questi mezzi famosi, affinché il nuovo modo di vivere, che scaturisce da questo irruente ed attraente frastuono di voci, che ci circonda, abbia il suo vero stile, la sua saggezza, la sua dignità, la sua bellezza, che lo conservi degno dell'uomo, della sua nuova civiltà.

Dovremo:

1) essere noi stessi promotori e sostenitori di questa buona effusione del linguaggio umano;

2) essere poi selettori, cioè critici, e attenti alla qualità e alle finalità per cui questo linguaggio alimenta e condiziona l'opinione comune, la nostra specialmente, e quella della crescente generazione: importantissima e delicatissima deontologia del nostro tempo, cioè l'esercizio della responsabilità, di cui dicevamo;

3) ( non è un paradosso, non è una contraddizione ) dovremo tutelare, ciascuno per sé, dei momenti, delle zone di silenzio esteriore e soprattutto interiore; silenzio per rianimare il dialogo con noi stessi, cioè con la nostra coscienza.

E sarà questo un atto, se pur momentaneo, di personale liberazione, nel quale altre voci, quelle appunto del silenzio, si fanno sentire, tra le quali non mancherà forse la voce del Maestro interiore, quella dello Spirito operante nel segreto dell'anima, e proveremo forse l'impulso a profferire dentro di noi una voce nostra, originale e incantevole: la preghiera del cuore.

Anche qui, ci sia maestra Maria ».

Il papa non ha esitato a collegare tutti i mezzi delle comunicazioni sociali con la stessa parola di Dio, che risuona all'esterno e riecheggia nell'intimo della coscienza.

Non si sarebbe potuto farne risaltare meglio l'importanza.

Tutte le manifestazioni del pensiero umano dovrebbero essere l'eco o il riflesso di quel Verbo da cui ebbero origine tutte le cose e che non esitò ad incarnarsi per tutte sublimare.

Ma se è vero che ciò avviene largamente ( e chi può numerare tutte le espressioni della sapienza, della scienza, dell'arte? ) e il papa ci invita a potenziarlo sempre più facendosene promotori e sostenitori, è anche vero purtroppo che il male ha invaso questo campo, come tutti gli altri settori della vita umana e la zizzania, sviluppatasi di gran lunga più del buon grano, minaccia di soffocarlo.

E perciò il papa aggiunge subito l'esortazione ad essere "selettori, cioè critici" perché in molte produzioni, troppe ahimè, c'è il veleno.

Sembrerebbe una esortazione superflua, perché nessuno vuole ingoiare il veleno, ma nelle cose dello spirito c'è un'imprudenza, un'incoscienza incredibile.

I produttori di pornografie e di inquinamenti d'ogni genere, autentici assassini come Gesù stesso li ha definiti, hanno inondato il mondo e ne è vittima più di tutti la gioventù, ma minaccia tutti, perché nessuno è mitridizzato contro questo veleno.

Non meno grave della pornografia è il tradimento della verità, operato con la menzogna, l'equivoco, il silenzio.

Malgrado il chiasso che fanno i giornali, le riviste, la radio e la televisione, la gente non è informata o addirittura ingannata.

Quando sui grandi giornali e sui programmi televisivi agisce la censura marxista o di qualche grande piovra, che cosa rimane di credibile?

Il papa nel suo breve discorso non si sofferma su questi argomenti, già affrontati altrove, ma il suo richiamo ad essere critici è eloquente.

L'ultimo punto del discorso papale, sul quale vorremmo insistere anche noi, è il suggerimento di "tutelare delle zone di silenzio esteriore e soprattutto interiore " per passare al vaglio tutto ciò che giunge dall'esterno, per sceverare la verità e la saggezza dal falso e dalla vanità, per riacquistare la propria indipendenza di giudizio e la libertà interiore.

Tutti rivendicano il diritto alla propria libertà e forse tutti credono di essere liberi, ma pochissimi invece lo sono davvero, perché pochissimi sono quelli che riescono a sottrarsi alle determinazioni dell'esterno.

Il silenzio, la riflessione e la preghiera sono i mezzi più efficaci per l'acquisto della vera libertà, come dice l'Imitazione di Cristo: "Beate le orecchie che non ascoltano le voci strepitanti al di fuori, ma la verità che ammaestra al di dentro" ( lib. IlI, cap. I ).