Crociata della sofferenza |
B206-A5
« Il Padre stesso vi ama perché voi mi avete amato e avete creduto che io sono venuto da Dio » ( Gv 16,27 )
Fratelli, la condizione per "adorare" è quella indicata da Gesù stesso nelle parole riportate all'inizio, tratte dal discorso di Gesù nell'ultima Cena e riferite da San Giovanni: "Mi avete amato e avete creduto".
È il momento della maggior confidenza e del maggior abbandono di Gesù con i suoi Apostoli: e Gesù in un colloquio tanto aperto e tanto affettuoso apre il suo animo a quelli che dice "suoi amici": momento di intimità, ma anche momento di orientamento e di conforto per quelli che fra poco sarebbero stati scossi dalla prova della sua Passione e Morte.
Gesù li rincuora: "Il Padre stesso vi ama" e da loro una testimonianza di averli ben compresi nel fondo del loro cuore in quegli anni in cui è vissuto con loro: "Mi avete amato e avete creduto".
È sul seguito di questo amore e di questa fede che gli Apostoli diventeranno, uniti a Maria Santissima, la prima nella fede e nell'amore, gli adoratori delle Piaghe di Gesù quando Egli si presenterà loro nel suo corpo glorioso che ancora reca i segni della sua Passione e Crocifissione.
Dalla loro disposizione di adoratori nascono la gioia, la pace, la motivazione della missione che il Padre affida loro.
« Quando lo videro gli si prostrarono innanzi … avvicinatesi, gli cinsero i piedi e lo adorarono … »: ecco l'atteggiamento degli apostoli e delle donne a cui Gesù si manifesta: prostrarsi innanzi a Lui, abbracciargli i piedi, adorare. ( Mt 27,17 ).
Sono questi i segni della intimità con Lui da parte di anime che credono e amano.
In questa disposizione di animo dobbiamo metterci quando facciamo l'Adorazione alle Piaghe di Gesù.
È la premessa indispensabile perché ne segua da parte di Gesù la sua rivelazione, il dono della gioia e della pace e il mandato per la missione nel mondo: « Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi!" ». ( Gv 20,20-21 )
Quanta sete abbiamo di pace, di gioia! Quanto desiderio abbiamo di sentirci utili a qualcuno, per qualche cosa!
Nelle citazioni del Vangelo che abbiamo riportate troviamo indicata la via per realizzare questa nostra aspirazione, per saziare questa nostra sete.
Quante volte la nostra vita ci pare monotona, senza scopo, senza luce e senza orizzonti!
Situazioni personali, familiari, sociali pesano sul nostro spirito, ci tolgono la serenità, la fiducia, la speranza.
Trasciniamo una vita senza ideali e senza entusiasmo, non la viviamo nella sua intensità.
Vediamo di essa più le ombre che la luce, più le tinte scure che i colori vivaci.
Siamo più portati alla rassegnazione che rinuncia, che non all'accettazione volontaria che stimola.
Siamo nelle condizioni dei due discepoli di Emmaus: camminiamo lontani da Lui « col volto triste … noi speravamo … e con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute … » ( Lc 24,17.21 ).
Forse anche a noi Gesù rivolge la parola che disse allora: « Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? ». ( Lc 24,25.26 ).
Gesù non nega la necessità e la inevitabilità della sofferenza ma apre lo spiraglio verso la gloria, anzi fa della sofferenza la base indispensabile della gloria, fa della Passione la premessa della Resurrezione.
Lo capirono i discepoli « quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro » ( Lc 24,30 ) e cioè quando rinnovò con loro l'Eucaristia dell'ultima Cena, che avrebbero poi dovuto rinnovare i suoi Apostoli in ogni tempo e in ogni luogo.
Vediamo, anche in questo fatto evangelico il legame intimo che unisce la Adorazione a Gesù Crocifisso all'Eucaristia.
Esse sono inesorabili e l'una aiuta a meglio celebrare l'altra, come l'Eucaristia porta ad adorare Gesù Crocifisso.
Che cosa rappresenta per noi il Crocifisso che teniamo in casa o sul petto?
È una semplice raffigurazione, un ricordo di un fatto di tanti anni fa?
Certamente, se non lo colleghiamo ad una presenza viva, reale di Gesù in mezzo a noi nell'Eucaristia!
E come l'Eucaristia deve essere al centro della nostra vita spirituale, della nostra fede, del nostro amore, così il Crocifisso resta il richiamo più vero e più a portata di mano, della presenza eucaristica di Gesù in mezzo a noi.
Non sempre possiamo recarci alla Chiesa: talvolta lontananza o indisposizione ce lo impediscono, e inoltre la nostra visita alla Chiesa si può protrarre per poco tempo, per pochi minuti in una giornata di tante ore.
Ma il ricordo di quell'incontro con Gesù Eucaristia nella Santa Comunione o nella visita ci è rinnovato in casa, per strada, sul lavoro, forse in un letto di ospedale, dalla vista e dalla contemplazione del Crocifisso che abbiamo alla parete di casa, che sentiamo sul petto o tocchiamo in tasca.
E reciprocamente questo ricordo suscitato in noi dalla vista del Crocifisso continua il richiamo alla presenza di Gesù Eucaristia in noi e ci dispone al prossimo incontro.
Gesù Eucaristia e Gesù Crocifisso diventano allora quello che sono nella realtà mistica della Redenzione di Gesù che si immola una volta per la salvezza dell'Umanità nel sacrificio cruento del Calvario e nella immolazione incruenta del Cenacolo: « Questo è il mio corpo che è dato per voi … questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi … fate questo in memoria di me ». ( Lc 22,19-20 ).
Non sarebbe vera adesione a Gesù Crocifisso se ci limitassimo a stare in atteggiamento di adorazione e di preghiera dinanzi a un Crocifisso e non cercassimo davvero di "Capire la Croce".
"Capire la Croce", voler vivere il mistero della Croce, vuoi dire fissare Io sguardo sul "Cristo VIVO", presente nell'Eucaristia, "Vivo" nella sua Chiesa, "Vivo" nei nostri fratelli anche i più umili, i più disprezzati, i più trascurati dall'indifferenza e dalla incomprensione.
Questa unità tra il Crocifisso adorato e il Gesù vivo dell'Eucaristia, realizzato nella nostra vita spirituale, ci aiuta ad udire e a comprendere il mandato della nostra missione nel mondo.
Una missione a servizio del Corpo Mistico di Gesù che è la Chiesa, una missione a servizio dei nostri fratelli.
Di qui scaturisce il dono, l'offerta; e tutti possiamo dare e dare in abbondanza.
Forse proprio chi crede di poter dare di meno, perché impossibilitato nell'azione o perché si ritiene privo di capacità e di possibilità, è colui che dona di più.
Dalla sua stessa pena di essere e di valere così poco, nasce più potente l'azione di Dio e della Grazia.
È il vuoto che noi pensiamo di essere che richiama l'abbondanza della Grazia e dell'azione di Dio.
Non è certo quello che crediamo di realizzare noi da soli che darà il nostro contributo all'opera di Gesù nelle anime, ma è per il nostro abbandono nelle sue mani come "strumenti inutili", così poveri, così piccoli, così incapaci, ma anche così docili che apriremo a Dio la via per la sua azione nella Chiesa, per la sua opera nelle anime.
Questo è il senso della nostra Crociata: « prodigarsi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la nostra fatica non è vana nel Signore … perché Dio ha potere di fare abbondare in noi ogni grazia » ( 1 Cor 15,58 e 2 Cor 9,8 ) per manifestare nella nostra debolezza la sua potenza.
Ogni piccola sofferenza, ogni breve preghiera sono il dono che, nelle nostre giornate, mettiamo nelle mani di Dio perché con "le piccole cose nostre", ma per i meriti di Gesù nell'Eucaristia e sulla Croce, dia alla sua Chiesa gli Apostoli di cui tanto ha bisogno.
La Regina degli Apostoli, presente sul Calvario e nel Cenacolo accompagni il nostro dono.
Aggiungiamo alcuni pensieri dei nostri Servi di Dio Fratel Teodoreto e Fra Leopoldo che possono aiutarci e stimolarci nella riflessione su quanto abbiamo letto:
« Raddoppiamo il nostro zelo per la propagazione della "Divozione" e specialmente uniamoci ogni giorno più, con l'amore, al nostro Amabilissimo Signore Gesù Crocifisso e Sacramentato per nostro amore ( Lettera del 19 gennaio 1947 ) ( Fr. Teodoreto ).
« Figlio mio, vedo il grande amore che tu mi porti sia nel SS. Sacramento che nel Crocifisso: t'assicuro che per questo grande devoto ossequio al tuo Signore pioveranno le più belle benedizioni sopra tutte le tue azioni » ( detto del 13 settembre 1908 a Fra Leopoldo ).
« Non mi porti forse in te VIVO, quando mi ricevi nella S. Comunione? Quantunque nel lavoro paia che io mi allontani, tuttavia sono sempre a tè vicino » ( detto dell'11 settembre a Fra Leopoldo ).
« Il SS. Crocifisso e la SS. Eucaristia sono le due vie principali, sicure, per innalzare il mondo dalla polvere » ( detto del 5 novembre a Fra Leopoldo ).
« A quelli che fanno la santa Adorazione al SS. Crocifisso, io preparo la via per andare a ricevermi nella S. Comunione » ( detto del 4 aprile 1914 a Fra Leopoldo ).
« Il SS. Sacramento è fonte di acqua viva, il SS. Crocifisso è fonte di Misericordia » ( detto del 10 agosto 1920 a Fra Leopoldo ).
Preghiamo perché l'Unione Catechisti possa realizzare nella Chiesa e nel mondo la missione per cui Dio l'ha suscitata.
Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenza le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:
- il Gruppo Famiglie dell'Unione Catechisti, affinché possa svolgere una efficace azione nella catechesi familiare
- l'azione vocazionale di un Istituto religioso
- le intenzioni degli iscritti F.G., E.G.E. ( Vibo Valentia ); B.L. ( MN ) per la figlia; P.S., D.M., A.G., A.C., C.A.G-, S.A, C.M. per genitori e parenti; M.C. per la conversione del figlio; R.F. per il nipotino ammalato ( CT ); S.A.M. per i suoi cari ( Busto Arsizio ); A.S. ( Comiso ); B.C. per la figlia; M.C., A.A. per le sue intenzioni ( Acireale )
- e tutte le altre intenzioni che ci sono state raccomandate.
Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:
- le anime buone di Fr. Agilberto Gatti, apostolo della catechesi e di Fr. Giustiniano Battistini fedele nel servizio di Dio
- le anime buone di Lanfredi Carolina ( MN ), Nevio Zanetti ( S. Zeno ), Guido Rina ( Andora ), Mascali Concetta ( Aci S. Antonio ), Di Martino Laura ( MN ), Murari Iside ( MN ), Parola Margherita ( CN ) che il Signore ha chiamato a Se
- le anime buone di parenti di iscritti: Ignazio e Alfio di A.A., Giuseppe Cardillo di C.F., i genitori di P.A. e T.V.; Di Mauro Mario; le anime abbandonate ( Aci Bonaccorsi ); la mamma di A.A.; Scalia Giuseppe; i defunti di S.C. ( Acireale ); la moglie di D.M.V. ( Aci S. Filippo ); La Rosa Antonio ( Viagrande ) e tutti gli altri defunti della famiglia della Crociata.
La Presidenza