L'Istituto dei Fratelli delle S. C. compie trecento anni

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L'Istituto dei Fratelli delle Scuole cristiane si prepara a celebrare con una grande festa di famiglia il tricentenario della propria nascita.

Questa celebrazione non può essere contenuta nella cerchia già tanto ampia dei figli di San Giovanni Battista De La Salle ma vuole interessare tutte le congregazioni insegnanti, tutti gli educatori, tutti i cristiani, tutti coloro che, nella società degli uomini o nella Chiesa di Dio, hanno responsabilità di anime, incombenza nella formazione degli spiriti, nell'addestramento delle volontà.

San Giovanni Battista De La Salle nasce a Reims, in Francia, il 30 aprile 1651.

Il padre è un alto magistrato, consigliere dell'Alta Corte di giustizia di Reims; la madre si dedica all'educazione dei numerosi figli che il Signore manda a rallegrare l'esemplare famiglia, che vanta un'ascendenza di guerrieri, magistrati e alti dignitari ecclesiastici.

Le forti tradizioni religiose della famiglia devono aver assecondato volentieri la scelta per la vita sacerdotale che Giovanni manifestò verso gli undici anni.

Nel 1670 il giovane De La Salle entra nel seminario di Saint Sulpice di Parigi: era un centro di sublime irradiamento spirituale e il movimento di spiritualità del Seicento francese, con gli illustri nomi del cardinale De Bérulle, Olier, Condren aveva posto in questo seminario il suo massimo punto di riferimento.

Gravi disgrazie familiari interrompono, dopo diciotto mesi di permanenza sansulpiziana, la sua formazione teologica; nel 1671 muore la madre e nel 1672 muore anche il padre, per cui il primogenito della famiglia deve assumere la responsabilità della tutela dei fratelli minori.

Lascia il Seminario, in cui è profondamente inserito e unito, per dedicarsi all'amministrazione di un patrimonio cospicuo e per attendere soprattutto all'educazione umana e cristiana dei fratellini.

É un'esperienza decisiva per la personalità del De La Salle, atta a iniziarlo ai problemi educativi, organizzativi e direttivi della sua futura missione.

Mentre si occupa della famiglia e della casa, continua a Reims, con ritmo alterno, gli studi ecclesiastici che lo avviano al suddiaconato, al diaconato e alla Ordinazione sacerdotale del 1678

Nel 1680 consegue il dottorato a Reims in sacra teologia.

Gli anni della sua formazione religiosa sono profondamente segnati dalla straordinaria influenza del Padre Nicola Barre e del canonico Roland: due uomini di santità e di grande zelo apostolico, che si occupano di scuole per ragazze povere.

Nel 1678 muore a soli 35 anni il canonico Roland lasciando al De La Salle la direziono delle sue opere educative, in veste di cappellano.

La Provvidenza conduce e invita silenziosamente prendendolo nei suoi lacci imperscrutabili il giovane De La Salle: un momento decisivo della vocazione apostolica è costituito dall'incontro con un laico impegnato in opere scolastiche caritative: il signor Adriano Nyel.

Questi ha, con l'aiuto di una nobile benefattrice, aperto delle scuole per ragazzi poveri e abbandonati della città di Rouen; ora riceve l'incarico di iniziare simili istituzioni anche a Reims nonostante le gravi difficoltà frapposte dall'autorità ecclesiastica, dai « maestri liberi » che insegnano a pagamento e sono in notevoli stenti per campare.

Il De La Salle viene interessato al progetto perché già impegnato per le fanciulle povere del defunto canonico Roland: appoggia perciò il problema dell'educazione cristiana dei fanciulli poveri e fa in modo che il signor Nyel non sia notato in città, lo riceve in casa propria e prende immediato contatto con alcuni parroci, bisognosi d'aiuto per sostenere le loro scuole parrocchiali gratuite.

Il progetto si realizza gradualmente e il 15 aprile 1679, nella parrocchia di Saint Maurice, si apre la prima scuola.

A questo punto il De La Salle, felice di aver modestamente contribuito al primo successo, crede di potersi ritirare discretamente: ma la provvidenza ha altri plani che egli comprenderà solo più tardi.

Il Nyel, laico impegnato in tutte le opere buone, manca di costanza e di assiduità nella cura delle realizzazioni intraprese.

Egli aveva raccolto dei maestri sommariamente preparati, come d'ordinario si faceva per tali scuole di carità, ma non aveva la capacità di perfezionare la loro formazione, di cementare la loro unità, di sostenerli nelle crisi immancabili di scoraggiamene che la dura realtà e le numerose difficoltà rendevano frequenti.

Il De La Salle si rende conto del pericolo e cerca, con la massima discrezione dettata da illuminata prudenza, di animare i maestri, di aiutarli nelle difficoltà della scuola e della vita.

Per questo li invita in casa sua, li ammette alla mensa familiare e li incoraggia a condurre degnamente la missione alla quale si sono inizialmente votati.

Così, senza accorgersi, egli diviene l'animatore e il sostegno dei maestri.

Ma le difficoltà crescono: in casa De La Salle non si gradisce la presenza di quegli intrusi.

Il santo è presto in mezzo alla tempesta: attaccato dal familiari e dai parenti, impegnato a sostenere maestri vacillanti e incerti, dedito al potenziamento delle istituzioni scolastiche iniziate, criticato negli ambienti ecclesiastici e civili per l'apparente trascuratezza dei propri fratelli minori.

Egli ha trent'anni ed è ad una svolta decisiva.

Prega, si consiglia e fa la scelta eroica.

Lascia la famiglia, lascia il suo ambiente sociale fatto dì civili ed ecclesiastici d'alto rango e va a vivere con questi maestri improvvisati, animati di buona volontà ma senza adeguata preparazione.

La nuova comunità, sotto la guida del De La Salle, si organizza con uno stile di tipo monastico: preghiera, studio, preparazione professionale della scuola, lavoro.

La regge l'esempio di fede e di dedizione del santo.

Molti resistono per breve tempo: è una vita da consacrati, da eroi.

Solo chi vive nel ministero educativo una missione e una via alla santità, è in grado di procedere.

Quante siano state le delusioni provate dal fondatore dell'incipiente congregazione, lo dice un'espressione pronunciata da lui, al termine della vita, quando affluiscono al ricordo le memorie purificate dall'esperienza e dal dolore: « Se avessi previsto quanto avrei dovuto soffrire per fondare le scuole cristiane, non avrei avuto il coraggio di impegnarmi ».

E così, nel lavoro e nel sacrificio, la pianta affonda le radici nel terreno, spazia con i suoi rami in molteplici istituzioni, nelle varie città di Francia e a Roma in attesa di abbracciare tutto il mondo.

Ma l'opera alla quale più spesso il De La Salle si impegna, sempre con gravi sacrifici e delusioni è « il seminario dei maestri di scuola di campagna ».

Per estendere il beneficio delle scuole cristiane anche agli abitanti della campagna, il De La Salle pensa di formare dei giovani laici i quali dopo una formazione per un biennio con studi e pratica pedagogica, possano iniziare il servizio educativo nel paese d'origine.

Si tratta dunque di veri istituti magistrali, i primi nella storia dell'educazione, preziosissimi in un tempo in cui la preparazione alla missione di educatore è lasciata allo zelo personale.

É un grande atto di coraggio, da autentico profeta dell'educazione.

Nel 1704, il De La Salle trasferisce il centro della Congregazione a Rouen, nella casa di Saint-Yon: qui cura il noviziato, l'aspirantato per i giovani che manifestano il desiderio di essere maestri religiosi, una scuola popolare e altre istituzioni che mostrano quale capacità di adattamento alle varie situazioni educative il santo sappia maturare.

A Saint-Yon lo coglie la morte il 7 aprile 1719.

La malattia non ne aveva fiaccato lo spirito; rassegnato al divino volere, di fronte alle ultime umiliazioni pronuncia la frase che può sintetizzare la forma della sua santità: « Adoro in ogni cosa la volontà di Dio nel miei confronti ».

Aveva solo sessantotto anni e aveva bene speso quella vita che la provvidenza gli aveva più volte salvato in circostanze che ebbero del miracoloso.

Il De La Salle beatificato nel 1888, canonizzato nel 1900, fu dichiarato « celeste patrono presso Dio di tutti i maestri addetti all'educazione dei ragazzi e dei giovani » da Pio XII nel 1950.

A tutti ancora ripete: ai genitori, educatori per natura e ai maestri, educatori per vocazione: « Dimostrate con il vostro comportamento verso i giovani che vi sono affidati che vi considerate ministri di Dio; compite la vostra missione con carità e con zelo.

Pensate che Dio stesso vi ha chiamati, vi ha destinati a questa missione e vi ha mandati a lavorare nella sua vigna.

Fatelo con tutto lo slancio del vostro cuore, lavorando solo per lui ».

fr. Edgardo Furfaro f.s.c.


Congresso nazionale Lasalliano terrà il suo XVII Congresso Nazionale a Roma - Domus Mariae - nei giorni 7-8-9-10 Settembre 1979.

Questo vuol essere un Congresso eccezionale perché composto in prevalenza di giovani ( almeno 10 per ogni Istituto ) per un colloquio sui problemi lasalliani e sulla libertà della scuola.

Sin d'ora ci raccomandiamo ai Direttori e ai Presidenti per un appoggio efficace.

Oltre la presenza dei giovani, occorrerà quella dei Genitori, dei Professori e di molti Fratelli.