Il Convegno AGESC in Sanremo del 18 e 19 febbraio |
B227-A6
In un clima di convergenza internazionale, per la partecipazione di parlamentari e rappresentanze di associazioni educative di varie nazioni europee si è svolto a Sanremo, il 18 e il 19 febbraio, il Convegno Europa della educazione, di cui è già stato fatto un resoconto su questo giornale.
Qui si intende essenzialmente rilevare alcune tematiche fondamentali emerse nei lavori, che possono costituire un costante riferimento ed uno stimolo perché in Europa e, per quanto ci concerne soprattutto in Italia, le aspettative per l'attuazione di una integrale libertà di insegnamento e di una effettiva libertà di scelta educativa da parte delle famiglie possano progredire e realizzarsi.
Una delle prime rilevazioni di fondo è quella che dalle nazioni della Comunità Europea scaturisce un autentico soffio di libertà nel campo scolastico a noi in Italia pressoché ignoto, dato che in quelle è scontato che anche le scuole non statali, e tra queste segnatamente le scuole di proposta cattolica, assolvono ad una funzione pubblica e, come tali, fruiscono del sostegno dello Stato anche sul piano finanziario.
Non può non colpirci, ad un tempo con sentimenti di entusiasmo e di rammarico, il fatto che uno dei più strenui sostenitori della funzione pubblica svolta dalle scuole non statali, e che ha tenuto una relazione nel Convegno, sia stato un socialista, Msr. Kemerade, già ministro dell'educazione in Olanda.
In tale orientamento appare del tutto estemporaneo l'intendimento dell'attuale governo francese, di voler introdurre dei limiti e dei condizionamenti alle scuole non statali, il che significherebbe un gravissimo danno non solo per la Francia, ma per tutta la cultura europea, secondo quanto ha affermato nella sua relazione Msr. Jacques Barrot, presidente dell'associazione interpartitica dei parlamentari francesi favorevoli alla piena libertà delle scuole italiane e al loro sostegno da parte dello Stato.
A valorizzazione di tale libertà in Europa, è stata rilevata l'importanza di intensificare le relazioni e gli scambi a ogni livello, tra insegnanti, studenti e genitori, auspicando che la Comunità Europea, oltre alle direttive in materia economica, si faccia portavoce di un progetto educativo di libertà, adeguato alle aspettative delle coscienze dei singoli e a salvaguardia del patrimonio culturale europeo.
É l'aspirazione espressa da Msr. De Smet, segretario dell'OE GIAPEC, l'associazione europea dei genitori delle scuole cattoliche, affinché si possa tendere a realizzare l'Europa degli uomini, più che l'Europa delle strutture.
Circa la situazione italiana, nella relazione del prof. Garancini sono emersi elementi originali e di rilievo a sostegno dei diritti della scuola non statale.
Così è stato affermato che la stessa libertà di insegnamento può trovare la sua piena manifestazione in un sistema scolastico che annoveri, accanto a quelle di Stato, scuole libere alternative: invero è in queste che si può realizzare una perfetta adeguazione tra l'orientamento culturale dell'insegnamento, il progetto educativo della scuola e il lavoro del collegio dei docenti, risultante di libera aggregazione, il che è di tanto più importante, date le esigenze di una didattica di gruppo sempre più richiesta nei nostri tempi.
Con i suddetti elementi, l'insegnante ha la possibilità di esprimere più compiutamente la sua professionalità, e pertanto di valorizzare al massimo il suo lavoro a servizio della comunità.
Circa la libertà di scelte educative, appare evidente che questa può essere manifestata solo in quanto vi sia una scuola alternativa, con un proprio progetto educativo.
Pertanto la presenza di una scuola non statale, tra cui in primo luogo quella cattolica ( per le sue ampie dimensioni ) è presupposto per la stessa sussistenza di determinate libertà costituzionali.
Tali osservazioni ribadiscono la funzione pubblica esercitata dalla scuola non statale, da cui la piena legittimità costituzionale di un sostegno anche sul piano finanziario.
Tale sostegno, secondo il disegno di legge Casati, da questi direttamente illustrato nel suo intervento, può attuarsi mediante il buono scuola alle famiglie, il cui importo sarebbe comunque inferiore al costo prò-capite di un allievo al Ministero della Pubblica Istruzione.
I presupposti di legittimità costituzionale per rendere effettivo l'esercizio della libera scelta della scuola sussistono: occorre solo la volontà politica da parte dei partiti per realizzare una svolta basilare a favore della libertà culturale e di educazione in Italia.
Vito Moccia