Crociata della sofferenza  

B231-A9

Anno XXI - Lettera N. 84 - Aprile 1984

Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo in favore del suo corpo che è la Chiesa. ( Col 1,24 )

Fratelli,

in data 11 febbraio 1984, il Papa Giovanni Paolo II ha indirizzato alla Chiesa universale e in particolare a coloro che soffrono una lettera Apostolica che si intitola « Salvifici doloris » dalle prime parole del testo latino con cui inizia.

In essa il Papa presenta il valore salvifico, redentivo del dolore e si propone di chiarire il senso della partecipazione di tutti gli uomini alla sofferenza del Redentore.

Mostrando che la Passione di Gesù ha dato un nuovo significato alla sofferenza umana, essa illumina la nobiltà e la fecondità di ogni dolore, visto in questa prospettiva più alta.

Ogni uomo è chiamato a partecipare alla Redenzione, e siccome la sofferenza ha ricevuto da Cristo un valore redentivo, ogni sofferenza umana è destinata ad assumere lo stesso valore.

La Lettera inizia con le parole di S. Paolo: « Completo nella mia carne - dice l'Apostolo, spiegando il valore salvifico della sofferenza - quello che manca ai patimenti di Cristo in favore del suo corpo che è la Chiesa ».

Queste parole - dice il Papa, sembrano trovarsi al termine del lungo cammino che si snoda attraverso la sofferenza inserita nella storia dell'uomo ed illuminata dalla Parola di Dio.

Esse hanno quasi il valore di una definitiva scoperta che viene accompagnata dalla gioia; per questo l'Apostolo scrive: « Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi ».

La gioia proviene dalla scoperta del senso della sofferenza che Paolo ha fatto: non soffro per nulla, la mia sofferenza non è inutile ma è fonte di salvezza per me e per i miei fratelli.

Ogni giornata triste, ogni momento di sconforto, ogni dolore fisico o morale non resta chiuso in se stesso: tutto è mezzo di salvezza.

Questa scoperta può aiutare anche noi nella nostra sofferenza e dare ad essa un volto nuovo: quello di un valore a nostra disposizione per la salvezza degli uomini, se unita alle sofferenze di Cristo, proprio « perché la redenzione si è compiuta mediante la Croce di Cristo, ossia mediante la sofferenza ».

San Paolo era consapevole di questa verità: egli scriveva che portava sempre e dappertutto nel suo corpo la morte di Cristo, in vista di un pieno sviluppo della vita di Gesù » ( 2 Cor 4,10 ).

Egli perciò esortava i cristiani a offrire se stessi come sacrificio vivente e santo, gradito a Dio.

La Lettera nota espressamente che l'Apostolo non si limita a ricordare la morte del Redentore, ma evidenzia anche il mistero della risurrezione, perché è convinto che la partecipazione alle sofferenze e alla morte di Gesù conduce ad una partecipazione alla sua vita di risorto: il mistero della Croce non può essere dissociato da quello della Risurrezione, il mistero della Sofferenza non può essere disgiunto dalla gioia che proviene dalla certezza di operare a favore della Chiesa con la nostra sofferenza.

Questo orientamento positivo della sofferenza è confermato anche dalla fecondità che gli è propria nell'opera redentrice.

Mediante la Passione e la Morte di Gesù, il Regno di Dio è stato stabilito sulla terra.

Ogni sofferenza umana è destinata a contribuire allo sviluppo del Regno di Dio mediante la partecipazione all'opera del Redentore.

Il Papa invita tutti i cristiani a considerare le loro sofferenze in una prospettiva di Chiesa, ed a credere maggiormente ai frutti che esse producono per l'espansione del Regno di Dio.

La sofferenza considerata nella Lettera Apostolica non è soltanto la sofferenza in quanto malattia: è la sofferenza intesa come l'insieme di ogni genere di mali che possono affliggere l'esistenza in ogni momento e situazione, e in tutti i suoi risvolti.

Con questa Lettera il Papa vuole avvicinarsi ad ogni uomo, dato che in tutti, anche in chi non ne è palesemente toccato, la sofferenza in qualche modo s'annida.

« Un bisogno del cuore e l'imperativo della fede - dice il Papa - lo fa sentire obbligato a mettersi in ascolto degli interrogativi che l'umanità si pone da sempre e che diventano più acuti nella "quotidiana drammaticità di tante sofferenze senza colpa e di tante colpe senza adeguata pena", e continuano a restare senza soddisfacente risposta.

Neppure il Papa può e intende dare spiegazioni umane a quei tanti "perché?" che sovente sorgono anche in noi di fronte alla sofferenza.

Egli stesso ha tenuto ad affermare che « per la ragione la sofferenza rimane un insondabile enigma ».

Ed ha aggiunto che il suo vuoi essere soltanto un « aiuto a guardare a Cristo crocifisso e ad accettare il Vangelo della sofferenza con amore e coraggio, nel disegno misterioso e sempre amoroso della Divina Provvidenza ».

Ecco dove trovare la risposta a quello che, in un modo o in un altro, è il problema di tutti: « la risposta è data da Dio all'uomo nella Croce di Gesù Cristo ».

Una risposta che chiede di tutto accettare, senza promettere in partenza di tutto spiegare.

Cristo stesso infatti non ci ha voluto rivelare interamente il mistero della sofferenza.

Ma il fatto che Egli l'abbia presa su di sé basta ad illuminare le sofferenze dell'uomo di una certezza che le supera.

La certezza che tutte, se accettate con le intenzioni di Cristo, partecipano allo stesso valore della sua morte redentrice e della sua gloria di risuscitato.

Nell'unione al sacrificio del Redentore del mondo, tutti i sofferenti non solo sono liberati dal senso della inutilità del proprio soffrire, ma acquistano anche la certezza di rendere « presenti nella storia dell'umanità le forze della Redenzione ».

Questa presenza può rivelarsi in corpi martoriati dalla violenza o consumati dalla malattia, può esser di casa in chi trova attorno a sé solo incomprensione in chi si sente emarginato, in chi è in cerca di casa o di pane, in chi vive nella solitudine, in chi è ripagato con l'ingratitudine.

« Si può dire che l'uomo soffre allorquando sperimenta un qualsiasi male » sia nel corpo sia nello spirito: la sofferenza fisica si verifica quando in qualsiasi modo duole il corpo; mentre la sofferenza morale è « dolore dell'anima ».

« La vastità e la multiformità della sofferenza morale non sono certamente minori di quella fisica; al tempo stesso, però, essa sembra quasi meno identificata e meno raggiungibile dalla terapia ».

« Gesù era sensibile a ogni umana sofferenza, sia a quella del corpo che a quella dello spirito.

E al tempo stesso ammaestrava ponendo al centro del suo insegnamento le « otto beatitudini », che sono indirizzate agli uomini provati da svariate sofferenze nella vita temporale.

Essi sono « i poveri in spirito », e gli « afflitti », « quelli che hanno fame e sete della giustizia » e i « perseguitati per causa della giustizia, quando li insultano, li perseguitano e, mentendo, dicono ogni sorta di male contro di loro per causa di Cristo ». ( Mt 5,3-11 ).

« Ad ogni modo Cristo si è avvicinato soprattutto al mondo dell'umana sofferenza per il fatto di aver assunto egli stesso questa sofferenza su di sé.

Per questo San Paolo scriverà: « Mi ha amato e ha dato se stesso per me » ( Gal 2,20 ).

Con questo sentimento dobbiamo metterci davanti al Crocifisso adorando le sue Sante Piaghe.

Per noi, fratelli e sorelle della Crociata della sofferenza il Cristo Crocifisso si presenta come punto di incontro per dare, nella meditazione delle sue sofferenze un senso alle nostre sofferenze fisiche e morali.

Chiamiamo Gesù "Amabilissimo" per esprimere la nostra profonda gratitudine che si trasforma in amore perché ha preso su di sé i nostri peccati e ha sofferto perché noi ne fossimo liberati; ha sofferto per l'uomo e al posto dell'uomo.

Con Lui ci sarà più facile offrire le nostre sofferenze per la Redenzione dei nostri fratelli, in particolare per le anime consacrate e per le vocazioni sacerdotali e religiose.

A conclusione della Lettera Apostolica così il Papa ci esorta: « Insieme con Maria, Madre di Cristo, che stava sotto la Croce ci fermiamo accanto a tutte le croci dell'uomo di oggi. Invochiamo tutti i Santi, che durante i secoli furono in special modo partecipi delle sofferenze di Cristo.

Chiediamo loro di sostenerci.

Nel terribile combattimento tra le forze del bene e del male, di cui ci offre spettacolo il nostro mondo contemporaneo, vinca la vostra sofferenza in unione con la Croce di Cristo! ».

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché il Signore Gesù conceda a tutti noi la grazia di rendere frutto di salvezza le nostre sofferenze.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le vocazioni indecise o in pericolo;

- le intenzioni degli iscritti: E.M. ( Torino ); Suore S. Giuseppe ( Torino ); R.P. ( Catania ) per la salute del figlio e per tutti i suoi cari vivi e defunti; F.P. ( Catania ) per i familiari; S.M., T.A., B.V., P.A., D.A., L.F. ( Catania ); G.D. ( Catania ) per le sue intenzioni; A.S. ( Bronte ) per grazia particolare; G.P. ( Trieste ); B.A. ( Mantova ) per persona ammalata; L.G. ( Nicolosi ); M.F. ( Vibo Valentia ) per la sua salute; M.C. ( Vibo Valentia ) per il fratello; C.G. ( Torino ); R.T.B. ( Vibo Valentia ); P.L. ( Roma ); P.A. ( Licata ); A.B. ( Catania ) per ottenere grazie; L.G. ( Torino ); G.M. ( Catania ); F.S. ( Catania ) per la sua salute; D.A.M. ( Catania ) per il nipote ammalato e per i suoi cari; B.N. ( Poirino ) per la conversione dei peccatori; S.lle O. ( Villafranca P. ); B.M. ( Acireale ); D.G.P. ( Catania ) per la sua salute; B.T. ( Chivasso ); C.V. ( Catania ); D.M. ( Torino ) per il fratello Agostino e i familiari; C.V. ( Catania ) per la salute; D.S.S. ( Andria ); M.P. ( Catania ); T.F.B. ( Asti ); R.F. ( Torino ) per la mamma Teresa; M.V. ( Mantova ); P.T. ( Mantova ) per vivi e defunti; A.S. ( Goito ) per la salute; N.N. ( Savona ) secondo sue intenzioni; O.T.S. ( Vercelli ) per la sua salute; N.C. ( Catania ); C.O. ( Aci Bonaccorse ) per la pace del mondo.

Ricordiamo nelle preghiere di suffregio:

- Fr. Cesare Borgogno e Fr. Faustino Gherzi ritornati alla Casa del Padre;

- i defunti per cui si chiedono preghiere: C.M. ( Catania ); T.N.B. ( Ventimiglia ); C.A. ( Catania ); suffr. Tommaso Bellino; C.N. ( Catania ) per il marito defunto; B.N. ( Poirino ); L.R. ( Aci Bonaccorsi ) in suffr. del marito defunto; suffr. Calogero Chilleaci ( Catania ); suffr. De Toni ( Thiene ); D.B.S. ( Aci Bonaccorsi ); B.M. ( Aci Bonaccorsi ) per i genitori defunti; M.G. ( Aci Bonaccorsi ) per il marito defunto; C.G. ( Aci Bonaccorsi ) per il papa defunto e tutte le anime dei defunti della famiglia della Crociata della sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

La Presidenza