Crociata della sofferenza  

B240-A7

Anno XXIII - Lettera N. 93 - Luglio 1986

Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: « Non piangere! » ( Lc 7,13 )

Fratelli,

è sempre commovente la lettura del brano del Vangelo che ci narra la risurrezione del figlio della vedova di Naim, operata da Gesù, che ci svela una volta ancora, la profonda umanità di Colui che « ha dato la vita per noi » ( 1 Gv 3,16 ).

S. Paolo che ben l'aveva conosciuta, dopo che Cristo gli si era presentato in quella forma quasi violenta sulla via di Damasco, con cuore appassionato ne parla agli Efesini e li assicura delle sue preghiere al Padre: « Perciò non lasciatevi scoraggiare a causa delle sofferenze che io sopporto per il vostro bene: anzi dovete esserne orgogliosi.

Per questo motivo, dunque io mi inginocchio davanti a Dio Padre, a lui che è il Padre di tutte le famiglie del cielo e della terra.

A lui chiedo di usare verso di voi la sua gloriosa e immensa potenza, e di farvi diventare spiritualmente forti con la forza del suo Spirito; di far abitare Cristo nei vostri cuori, per mezzo della fede.

A lui chiedo che siate saldamente radicati e stabilmente fondati nell'amore.

Così voi insieme con tutto il popolo di Dio, potrete conoscere l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo ( che è più grande di ogni conoscenza ) e sarete pieni di tutta la ricchezza di Dio » ( Ef 3,13-19 ).

Ma che è successo a Naim quel giorno?

« Gesù andò in un villaggio chiamato Naim: lo accompagnavano i suoi discepoli insieme a una gran folla.

Quando fu vicino all'entrata di quel villaggio, Gesù incontrò un funerale: veniva portato alla sepoltura l'unico figlio di una vedova, e molti abitanti di quel villaggio erano con lei.

Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: « Non piangere! ».

Poi si avvicinò alla bara e la toccò: quelli che la portavano si fermarono.

Allora Gesù disse: « Ragazzo, tE lo dico io: alzati! ».

Il morto si alzò e cominciò a parlare.

Gesù allora lo restituì a sua madre.

Tutti furono presi da stupore e ringraziavano Dio con queste parole: « Tra di noi è apparso un grande profeta ».

Altri dicevano: « Dio è venuto a salvare il suo popolo ». ( Lc 7,11-16 ).

TrE sono i personaggi di primo piano in questo racconto evangelico e una gran folla fa da contorno.

Il primo personaggio è Gesù.

I suoi sentimenti e gli atti che compie sono descritti in modo sobrio, essenziale, senza parole di troppo.

La prima espressione ci rivela l'amore grande di Gesù per chi soffre e la sua umanità che si commuove di fronte al dolore e alla sofferenza delle sue creature: « Appena la vide, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!" ».

Questo atteggiamento di Gesù di fronte al dolore e al pianto ci richiama almeno due altri racconti evangelici che parlano di dolore e di conforto, di morte e di risurrezione.

Il primo è quello della morte e risurrezione di Lazzaro: « Quando Gesù vide Maria che piangeva e vide piangere anche quelli che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e dall'emozione » ( Gv 11,33 ).

E risuscitò Lazzaro.

Il secondo è quello della Sua morte e risurrezione: anche qui il dolore è espresso dal pianto: « Maria era rimasta a piangere vicino alla tomba … mentre parlava vide Gesù in piedi - ma non sapeva che era lui.

Gesù le disse: " Perché piangi? Chi cerchi?" …

Gesù le disse: Maria! » e lei subito si voltò e gli disse: " Maestro! " ( Gv 11,16 ).

Il pianto è espressione di un dolore intimo che proviamo dentro di noi.

Piangiamo per le disgrazie e le sofferenze di persone a cui vogliamo bene; piangiamo per noi stessi, perché abbiamo il cuore gonfio di un tormento o di una profonda depressione.

Nel pianto, sovente nascosto agli altri, cerchiamo e non sappiamo trattenere quello sfogo che pare ci possa dare un po' di sollievo: ed è vero!

Talvolta dopo uno sfogo di pianto ci sentiamo più sollevati, ma il pianto è sempre una manifestazione di dolore.

Nel pianto della vedova di Naim, di Maria, la sorella di Lazzaro, di Maria Maddalena al sepolcro, ritroviamo i motivi di questo sfogo e riscopriamo " la compassione ", " la tristezza e l'emozione " di Gesù di fronte al pianto, ritroviamo la sensibilità di quel Cuore divino che ha tanto amato gli uomini, che continua ad amare gli uomini e a commuoversi davanti al pianto di chi soffre.

Ancora oggi Gesù ripete le sue parole di conforto: « Non piangere! » - « Perché piangi? »: è la sollecitudine e la premura dell'amico che si avvicina a noi, vuoi confortarci con la sua amicizia: « Non piangere! ».

Il secondo personaggio è una madre già provata dalla morte del marito e ora angosciata per la perdita dell'unico figlio che era per lei l'unica sua consolazione.

Essa non parla, non si rivolge al Signore: piange.

La parola di Gesù è quella di chi partecipa al dolore del prossimo e che diciamo anche noi: « Non piangere! ».

La nostra parola vuoi essere di conforto e tante volte è l'unica che riusciamo a dire perché siamo cosi poveri di espressioni che portino vero conforto.

Ma Gesù fa seguire alla parola l'azione: « Ragazzo, te lo dico io: alzati! ».

E lo restituisce a sua madre.

Il terzo personaggio è il ragazzo, ancora alle soglie della vita, stroncato come un fiore in boccio, strappato ad un amore materno che si riversava tutto su di lui.

La morte di un ragazzo è sempre straziante e nessuna considerazione umana sa darci una adeguata spiegazione: tutto il villaggio si era commosso e partecipava a quel mistero di morte di un innocente.

C'è poi una gran folla che, di fronte al fatto miracoloso è presa da stupore e ringrazia Dio.

Alcuni danno lode a Dio per la sua potenza: « È apparso un grande profeta tra noi! »

Altri danno lode a Dio per il suo amore: « È venuto a salvare il suo popolo! ».

È forse quest'ultimo atteggiamento quello più giusto, quello che Gesù voleva far risaltare nel suo intervento: manifestare quell'amore del Padre per gli uomini specie per i più sofferenti, quell'amore che S. Giovanni ci rivela: « Dio è amore. Dio ha manifestato così il suo amore per noi: ha mandato nel mondo suo Figlio, l'Unico, per darci la vita.

L'amore vero è questo: non l'amore che abbiamo avuto verso Dio ma l'amore che Dio ha avuto per noi, il quale ha mandato Gesù, suo Figlio, per farci avere il perdono dei nostri peccati » ( 1 Gv 4,7-10 ).

Dolore e amore. Pianto e conforto.

Ma sempre ci deve essere una presenza amorevole, compassionevole di Gesù!

Dolore senza amore è disperazione.

Pianto senza conforto è distruzione.

È il dolore portante anime, in tante situazioni, è quello che deriva dalla solitudine, quella fisica e quella morale.

Solitudine del giorno e solitudine eterna della notte.

La solitudine della madre vedova che stava per ritornare al suo focolare vuoto, solitudine di Maria che non avrà più accanto il fratello Lazzaro, solitudine della Maddalena che non avrà più il suo Maestro che sapeva condurla per le vie della redenzione e del bene.

Quale disperazione tendere le braccia verso qualcuno per raccoglierle nel vuoto, dare agli occhi una carica di tenerezza e vedere disprezzo, seminare dolorosamente delle illusioni per raccogliere ironie: dare il meglio di noi stessi, per ricevere soltanto gli altrui avanzi, in voci, toni e sfumature che fanno sanguinare il nostro spirito.

E il pianto della delusione e dello sconforto diventa il compagno palese o nascosto dei nostri giorni e delle nostre lunghe notti.

Ma sul nostro cammino possiamo incontrare Qualcuno che ha compassione che vede le nostre lacrime e ci dice: « Non piangere! », Qualcuno che non può resistere alla nostra tristezza, al nostro dolore.

Come un giorno si è avvicinato a quella vedova e a suo figlio per restituirli l'uno all'altra, così il giorno in cui vorremo incontrarlo veramente per averlo presente nella nostra vita, nell'incontro quotidiano della preghiera e del colloquio affettuoso con Lui, non ripeterà il miracolo della isurrezione, ma ci farà comprendere che ci capisce e ci consegnerà alla Sua e nostra Madre perché ci conforti e viva una ritrovata vita di amore materno con noi.

Con questa fede, illuminata dalla speranza e confortata dalla carità, camminiamo sulla via di Naim.

Incontriamo Gesù; ascoltiamo la sua voce: « Non piangere! »

Riprendiamo il nostro cammino di ogni giorno, restituiti a nostra Madre.

A Lei confideremo i nostri dolori, Essa ci insegnerà a condividere le sue sofferenze per le anime consacrate in difficoltà e forse già avviate alla morte.

Le affideremo le nostre preghiere e le nostre sofferenze perché, come Gesù, dia alla Chiesa, che è Madre, tanti figli risorti, che nella consacrazione e nell'entusiasmo della donazione di sé al Signore, facciano ancora risuonare le parole della folla: « Dio è venuto a salvare il suo popolo! ».

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché tutti possiamo incontrare Gesù sul nostro cammino e sappiamo accogliere le sue parole di affetto: « Non piangere! »

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni all'apostolato tra i giovani e i sofferenti

- le vocazioni all'Unione Catechisti

- le vocazioni in difficoltà e le anime consacrate che più soffrono

- le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza:

P.L. ( Roma ); R.O. ( Borgo D'Ale ) per sé e per il figlio; C.G. ( Torino ); S.F.B. ( Comedo ); F.l. ( Guardiasanframondi ); D.V.G. ( Torino ) per i suoi nonni; S.F. ( Mammola ) per sé e per lo zio; C.P.M. ( Costigliele d'Asti ); P.S. ( Monteleone ) sue intenzioni; Q.T.S. ( Vercelli ) per il figlio; S.R. ( Catania ) per la sua vista; V.Z. ( Melbourne ); D.P.M.S. ( Delia ); L.G. ( Nicolosi ); R.A. ( LaSpezia ) per la sua famiglia; L.M. ( Sellano ); V.M. ( Vibo Valentia ); R.B. ( Frassineto Po ) per il figlio; C.L. ( Pianezza ) per sé e per i giovani; E.G.E. ( Vibo Valentia ); C.M.A. ( Vibo Valentia ); M.M.G. ( Paterno ) per la salute del marito; L.G. ( Torino ); S.S. ( Vibo Valenzia ); B.M.E. ( Villastrada ) per la salute; L.T. e F.V. ( Aci Bonaccorsi ); G.S. ( Catania ); M.D'A.G. ( Catania ); R.A. ( Minervino Murge ) per la sua famiglia e tutte le altre intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

Le anime buone di Fratel Fulgenzio Ignazio Baracco delle Scuole Cristiane, Iberti Giuseppina, dott. Francesco Riga, Maria Oberto Caramello ( Torino ) e i defunti per cui si chiedono preghiere: N.N. ( Acireale ) per i parenti defunti; Giuseppa Insinga ( Catania ); Erminia Mencini ( Mantova ); R.O. ( Borgo d'Ale ) per il marito defunto; V.Z. ( Melbourne ) per i suoi cari defunti Adriano e Alfredo; Mauro Pensabene ( Catania ); Virginia, Caterina, genitori, Mariano ( Spin ); C.F. ( Milano ) per i defunti; R.F. ( Avigliana ) in suffragio dei suoi defunti; in suffragio dei defunti di B.F. ( Torino ); Guido Tucci ( Andora ), e tutti i defunti della Crociata della Sofferenza.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!