Commemorazione del Venerabile Fr. Teodoreto |
B259-A2
Il 13 maggio u. sc., 38° anniversario del pio trapasso del Ven. Fr. Teodoreto, avvenuto il 13 maggio 1954, è stata tenuta una commemorazione con un discorso del dr. Conti a tutto il personale della Casa di Carità.
L'oratore ha iniziato la relazione proponendo una riflessione sulla crisi attuale dell'educazione nella famiglia, nella società, nella scuola, in alcune comuni tà ecclesiali, per poi evidenziare la luce che Fratel Teodoreto emana in tale situazione educativa, indicando a tutti la giusta via e l'esempio da seguire.
1.1 Rileviamo oggi una crisi dei giovani dovuta a:
- mancanza di ideali
- delinquenza minorile
- droga
- suicidi
- prolungamento oltre ogni misura accettabile di uno stato adolescenziale
- paura di impegni seri e duraturi
- indisponibilità alla fedeltà.
Tutto questo sussiste anche se si notano alcuni punti positivi come:
- disponibilità di servizi
- ricerca della vita associativa, di gruppo
- rifiuto della falsità, di secondi fini.
1.2 Ma emergono anche elementi di difficoltà da parte degli educatori, quali:
- poca disponibilità nel modificare l'atteggiamento davanti allo studio e all'impegno degli allievi
- non si vuole modificare il comportamento, ne i rapporti con i giovani
- c'è poca convinzione sulle possibilità di cambiamenti, o sull'opportunità che si debba cambiare l'atteggiamento pur di ottenere qualche risultato.
2.1 Occorre accettare di essere educatori perché:
- si è insegnanti, o appartenenti al personale ausiliario, impegnati a rendere possibili l'attività formativa ed educativa;
- si persegue il fine di coadiuvare espressamente lo sviluppo integrale e solidale dei giovani;
- educatori si è, quando si accetta di essere sempre in continua maturazione e ricerca.
2.2 La riuscita dei nostri giovani e la nostra riuscita sono come un tutt'uno inscindibile.
Ricordando l'anniversario dell'entrata in Paradiso del Venerabile, dobbiamo ricercare in lui un incoraggiamento, un sostegno, un aiuto a svolgere sempre meglio il nostro compito di educatori o di addetti ai servizi della Casa di Carità.
Una caratteristica, che può essere di esempio, di Fr. Teodoreto è la serietà: serietà di dare la giusta importanza alle cose, serietà che genera un vivo senso di responsabilità.
3.1 Come riceveva i giovani
3.1.1 Nei suoi colloqui con i giovani era sempre:
- attento al singolo, come se fosse l'unico,
- attento al « come », cioè al clima, al tratto dell'accoglienza,
- pronto all'ascolto: per discernere, capire e condividere.
3.1.2 Accoglieva l'interlocutore con benevolenza incoraggiante, col sorriso; lo considerava come affidato dalla mano di Dio creatore e redentore.
3.2. Come trattava i giovani
3.2.1 Quando nella sua veste di educatore e di insegnante, doveva rapportarsi con dei giovani, li trattava
- con rispetto
- con amore fattivo e responsabile
- mai con astio, né tanto meno con atteggiamento vendicativo.
3.2.2 Egli era sempre
- fermo nelle sue decisioni, ma non ostinato, né aggrappato alle proprie decisioni e convinzioni come ad un'ancora di salvezza,
- fermo, ma sempre accogliente, per dare veramente giovamento, per veramente testimoniare, per affermare allo stesso tempo la verità e la giustizia,
- impegnato ma calmo, mai lasciandosi trascinare dallo scoraggiamento, dall'ira, dallo sdegno, dalla delusione,
- impegnato ma sereno, cioè sempre fiducioso, senza agitarsi scompostamente, senza salti di umore,
- paziente all'infinito, non come pura sopportazione, ma come attesa, come dominio di sé, come stimolo a cambiare e come offerta di sé.
3.3 La sua pedagogia
3.3.1 La sua impronta pedagogica risulta totalmente lasalliana, quindi propone:
- obiettivi non generici e fumosi, ma di vita e per la vita, sia perciò che concerne l'apprendimento conoscitivo e operativo, sia per ciò che si riferisce al comportamento e alla condotta,
- obiettivi di vita, di orientamento, di aiuto e di sviluppo alla vita, in funzione della riuscita e della realizzazione in questa, sia per il tempo che per l'eternità.
Commemorazione del Yen. Fr. Teodoreto.
Gruppo intorno al loculo, alla casa di Carità, dove è tumulata la sua salma.
3.3.2 Per la costruzione e la definizione degli obiettivi dell'azione educativa, indica tre sicuri riferimenti:
- capacità di inserimento attivo e responsabile nella vita famigliare, lavorativa, sociale ed ecclesiale,
- il bene della Chiesa,
- il bene della società.
3.3.3 Indica una esperienza scolastica e formativa come
- esperienza di vita e per la vita, non come semplice esperienza di apprendimento, e ciò negli obiettivi, nei metodi, nei rapporti e nel clima educativo;
- esperienza pienamente umana e pienamente cristiana, anzi pienamente umana perché pienamente cristiana.
3.3.4 Questa pedagogia di Fr. Teodo reto è quindi una pedagogia:
- dei passi generosi, come la gratuità dei corsi, o l'altezza degli ideali da perseguire,
- dei passi fiduciosi,
- dei traguardi ultimi: quali la santità della vita, la vita intesa come vocazione, la partecipazione all'ufficio sacerdotale, profetico, regale di Cristo nel mondo, sia come laici, sia come secolari.
È una pedagogia che vuole promuovere la cooperazione.
È una pedagogia consapevole del fatto che la formazione professionale è formazione di base, strumento indispensabile per poter vivere e per poter entrare nella vita attiva.
3.4 Fondamento della pedagogia di Fr. Teodoreto
Il fondamento è Gesù, unico, vero e assoluto Maestro dell'umanità.
Quindi il Venerabile si prodiga e in vita ogni educatore a
- far conoscere e far amare Gesù, a iutare e vivere con Gesù e di Gesù.
Gesù è il dono del Padre, il rivelatore del Padre nel mistero pasquale;
- proporre Gesù, re e sacerdote universale, fin dai primi passi, per ottenere la conversione, l'allontanamento dal male e dal disordine morale
- proporre, insieme a Gesù, Maria sua e nostra madre.
4.1 I risultati di tale azione pedagogica hanno il loro riscontro in questi importanti eventi:
- migliaia e migliaia di giovani, di uomini, di famiglie, sono stati beneficati;
- i suoi confratelli e colleghi sono stati sostenuti e animati nelle proprie attività;
- è sorta l'Unione Catechisti, come segno, strumento, ambito e servizio per l'impegno della carità nel mondo e per mezzo del mondo;
- la Casa di Carità Arti e Mestieri ha avuto in Lui il suo apostolo;
- la Messa del Povero ha trovato in Lui un sostegno, attraverso i catechisti.
4.2 Il 13 maggio 1954 Fratel Teodoreto si spegne dopo aver combattuto la sua battaglia, realizzato il suo obiettivo e conquistato il premio per sé e per gli altri.
Fratel Teodoreto ci è stato dato, donato, come maestro: per persuaderci del la necessità dell'amore, della invincibilità e operatività dell'amore, della grandezza vittoriosa dell'amore.
Dio lo ha posto sulla nostra strada come guida, come protettore: seguiamolo, così come siamo, affidiamoci a lui, condividiamo i suoi obiettivi.
Invochiamolo come nostro amico e come nostro padre spirituale
( relazione del dr. D. Conti stesa a cura del dr. G. Monteverde )