Attualità dell'Adorazione a Gesù Crocifisso |
B260-A7
L'esame e la valutazione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso per rilevarne l'attualità e la rispondenza alle attese del nostro tempo ed alle aspirazioni dell'uomo contemporaneo, ci impongono in primo luogo una riflessione sulla validità dei pii esercizi e delle forme di devozione dopo le innovazioni del Concilio Vaticano II.
La riforma e l'incremento della Liturgia da questo apportati, specialmente per la partecipazione al mistero del sacrificio eucaristico del Corpo e del Sangue di Cristo, comportano che i fedeli vi si preparino convenientemente, e si adoperino ad estenderne gli effetti a tutta la loro vita.
In questa luce il Concilio ribadisce e riafferma l'importanza delle divozioni e degli esercizi di pietà, tra i quali appunto dobbiamo comprendere l'Adorazione a Gesù Crocifisso.
Afferma il Concilio: « La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola sacra liturgia.
Il cristiano, infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, deve anche entrare nella sua stanza per pregare il Padre in segreto; anzi, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, pregare incessantemente.
Il medesimo Apostolo poi ci insegna a portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale ». ( Costit. sulla Liturgia, 12 ).
« I pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati ». ( Ibid., 13 ).
L'esortazione del citato testo conciliare « a portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente », trova una perfetta adeguazione proprio nell'Adorazione a Gesù Crocifisso, per cui possiamo affermare che questa preghiera riceve dagli insegnamenti conciliari non solo una legittimazione generica, in quanto pio esercizio approvato dalla Chiesa, ma soprattutto un'incentivazione quale mezzo che favorisce il perseguimento della finalità ivi prospettata per ogni fedele, cioè di unirsi all'amore e alle sofferenze di Gesù in croce.
Non sarà mai sufficientemente sottolineata la suddetta osservazione sulla rispondenza dell'Adorazione all'ideale presentato dal Concilio per la preghiera privata, di ispirarsi a Gesù Crocifisso, secondo la dottrina di S. Paolo.
Basterebbe questo rilievo a evidenziare l'attualità e la modernità del pio esercizio composto da fra Leopoldo.
In effetti « portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente », è la perenne novità del cristiano, è la meta cui riferirsi per incorporarsi in Cristo.
E l'Adorazione, con la contemplazione ad una ad una delle piaghe del Signore, è indubbiamente uno degli strumenti più idonei per realizzare quest'assimilazione spirituale delle sofferenze di Gesù, e del suo amore infinito, « affinché - per riprendere la citata espressione conciliare - anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale ».
Abbiamo detto che in questa divozione l'incorporazione in Gesù morente avviene mediante l'adorazione delle singole piaghe, considerate nella totalità del Cristo, dato che sono appunto le piaghe della crocifissione a riproporre nel modo più manifesto l'intera umanità martoriata di Gesù.
E in questo culto delle piaghe del Signore vi è la riproposizione della funzione del Venerdì Santo, in stretta aderenza pertanto ad un rito liturgico, in cui la Chiesa ci fa adorare il Crocifisso.
D'altra parte uno dei « detti » ispiratori del pio esercizio si ricollega proprio al Venerdì Santo, come annota fra Leopoldo: « Il giorno 2 agosto 1906, festa della Madonna degli Angeli, Gesù mi fece intendere: - Si faccia divotamente l'Adorazione come nel Venerdì Santo, e molte grazie e favori concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi. »
Ma il richiamo della liturgia del Venerdì Santo è altresì il richiamo della liturgia perenne del sacrificio eucaristico del Corpo e del Sangue di Cristo, al quale pertanto l'Adorazione fa continuo riferimento.
Essa si pone quindi come preparazione alla S. Messa, di cui individua la centralità dell'offerta del Crocifisso al Padre, ed altresì come continuazione degli effetti della Messa, nell'applicazione dei frutti salvifici di Gesù a tutti gli uomini e a tutti gli aspetti della vita.
In effetti anche le preghiere corali di domanda per le necessità della Chiesa e degli uomini, formulate ad ogni singola piaga, richiamano la preghiera universale del Venerdì Santo e quelle elevate in ogni santa Messa.
Considerare le piaghe nella totalità del Cristo, significa altresì avere riguardo al suo Corpo mistico, e tenere quindi presenti le necessità e le sofferenze degli uomini.
Ecco pertanto che le rilevate preghiere di domanda costituiscono altresì la piena incorporazione in Gesù sofferente anche con riguardo alla Chiesa e ad ogni uomo.
È sufficiente quindi esaminare con un po' di attenzione l'articolazione del l'Adorazione nei suoi elementi fondamentali - quali, ripetiamo, il culto delle cinque piaghe, l'ispirazione alla liturgia del Venerdì Santo, e perciò a quella del la Messa, la preghiera universale per la Chiesa e per gli uomini - per trovare un suo stretto collegamento con gli insegnamenti conciliari sulle pratiche di pietà, e pertanto per rilevarne tutta l'attualità.
Venendo ora a considerare il testo dell'Adorazione e le espressioni con cui essa si articola, appare altresì la sua attualità anche sotto l'aspetto stilistico.
Vi è una essenzialità che, lungi dal cadere in sdolcinature, esprime in profondità i sentimenti e i moti dell'animo.
Si pensi all'attacco delle formule ad ogni piaga: « Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso », in cui vengono sintetizzati, in trE termini, la manifestazione di amore verso Colui che è degno di essere amato senza limiti ( amabilissimo ), il compiacimento per la profonda intimità accordata dal Redentore alla sua creatura ( mio ) e il riconoscimento della trascendenza del Crocifisso e della sua divinità ( Signore ).
Il trovare questa sublime espressione già forgiata, ed il ripeterla abitualmente, non devono far perdere di vista la sua ricchezza di contenuto e la sua pregnanza di significati.
È un grido appassionato, che si eleva dalla profondità dell'anima, senza interiezioni o esclamazioni, ma con la forza delle convinzioni e con il trasporto del cuore.
E questa essenzialità è senza dubbio una nota di attualità e di modernità.
Altro punto focale della preghiera è l'espressione « adoro profondamente prostrato … la Piaga sacratissima … », in cui va rilevata l'efficacia e l'immediatezza dell'atto di adorazione, rivolto alla totalità di Cristo, a tutta la sua umanità, ma percepita con intensità proprio attraverso il culto di ogni piaga, che Lui, Crocifisso, ha sentito, patito e sopportato ad una ad una.
È questa una delle note più caratteristiche e originali della divozione, che va debitamente evidenziata e che assume un rilievo ancora maggiore considerato che l'adorazione avviene « unito a Maria Santissima, con tutti gli Angeli e i Beati del cielo ».
Infatti il fedele non adora isolatamente, ma nell'universo degli spiriti gloriosi, in un'icona di paradiso, secondo la descrizione dell'Apocalisse, in cui Cristo appare come Agnello immolato ( Ap 5,6 ).
In particolare questa adorazione è compiuta con Maria Santissima, la quale più d'ogni altra creatura ha vissuto la passione di Gesù, ha sentito in sé impresse le piaghe del Figlio, piaghe che certamente Lei ha considerato e subito ad una ad una, come si addice ad una madre verso il figlio morente, e non certamente in una visione generica e superficiale.
In tale concretezza sta, tra l'altro, la modernità e l'attualità di questa preghiera, tanto più che la considerazione delle piaghe e dei dolori del Signore, pur se nella consapevolezza della crudezza del martirio del Crocifisso ( « volesti sopportare tanti e così atroci dolori » ), non si articola in termini di esasperazione e di tensione, ma in un clima calmo e rasserenato di gratitudine e di percezione del traboccante amore che esprime il Crocifisso: « Ti ringrazio dell'amore infinito ».
Vi è in quest'atteggiamento del fedele orante uno slancio di ascesi, di cui fra Leopoldo era profondamente intriso, ove si consideri l'aspirazione di meditare sui dolori di Gesù, ma altresì di contemplare l'alta fiamma d'amore per cui il Redentore si è immolato.
Soprattutto, come abbiamo già detto, vi è una spiritualità mariana, per la partecipazione al dolore e all'adorazione di Maria Santissima, che accanto alla croce era non solo la madre, ma altresì la prima adoratrice di Gesù Crocifisso.
Ritratto di fra Leopoldo ( del Guglielmino ).
All'adorazione dell'umanità piaga ta del Signore e al ringraziamento per il suo amore infinito, segue il pentimento, con la detestazione dei peccati.
Quindi sono formulate le intercessioni per le varie necessità della Chiesa, dell'umanità e dell'orante.
La divozione composta da fra Leopoldo, oltre alla sua peculiarità di contemplazione dell'umanità piagata e sofferente, ma ardente di amore, del Crocifisso, risulta completa nella formulazione dei vari atteggiamenti di preghiera, dall'adorazione all'impetrazione, dal ringraziamento alla domanda, nell'inserimento nel Corpo mistico, e con una particolare intonazione mariana.
La stessa articolazione delle domande di intercessione ha un carattere universale, poiché abbraccia le occorrenze del fedele adorante, dell'umanità redenta, della Chiesa, mistica sposa del Crocifisso.
Per un esame più dettagliato dei sentimenti di orazione e delle formule della divozione, facciamo rinvio all'articolo « L'Adorazione a Gesù Crocifisso, capolavoro di fra Leopoldo », pubblicato in altra parte del presente bollettino.
Qui, sottolineando la ricchezza e la completezza delle tematiche e delle istanze di preghiera, ne ribadiamo l'attualità anche sotto quest'aspetto, appunto per questa ampia apertura alle attese della sensibilità odierna e per la visuale onnicomprensiva con cui è presentato e vissuto l'amore a Gesù Crocifisso.
Anche l'immagine che accompagna l'Adorazione, consistente nel Crocifisso con un'anima abbracciata ai suoi piedi e sollevata da terra, rispondente alla visione avuta da fra Leopoldo ( cfr. l'articolo citato, pubblicato su questo bollettino ), è profondamente moderna nella sua espressività.
Essa illustra con efficacia i passi evangelici: « quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me » ( Gv 12,32 ), e « quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io sono » ( Gv 8,28 ), oltre a sintetizzare la profonda intimità di amore che anima l'Adorazione.
Naturalmente parlando di attualità, occorre distinguere il soggetto pittorico dallo stile con cui è realizzato.
La forma artistica può anche essere condizionata dalle sensibilità del tempo, per cui l'immagine attualmente stampata sui foglietti dell'Adorazione, tratta da un quadro del Guglielmino, risponde a determinati canoni artistici, e quella stampata sulla copertina del bollettino, ricavata da un dipinto del Caffaro-Rore, ad altri.
Ovviamente ciò che va posto in evidenza, con riguardo alle caratteristiche del pio esercizio, è il contenuto che viene raffigurato, che è profondamente evangelico.
Queste brevi osservazioni hanno tentato di evidenziare l'eccellenza della preghiera scritta dal Servo di Dio fra Leopoldo, e pertanto la sua attualità per la sua rispondenza alle attese dell'uomo contemporaneo.
Certo che il metodo più efficace per coglierne le caratteristiche è quello di leggere la preghiera e meditarla, magari integrandola con le altre formule composte da fra Leopoldo, e sulle quali è detto nell'altro citato articolo di questo bollettino.
Come conclusione, citiamo alcuni dei numerosissimi « detti » che nel Diario di fra Leopoldo sono riportati con riguardo all'Adorazione, a significare come questa preghiera risponda ad un preciso itinerario spirituale e ad una ampia missione apostolica.
Nel novembre 1887 fra Leopoldo ha in sogno una visione della Vergine Addolorata, che in atteggiamento mestissimo, con il capo nobilmente chino, dolcemente gli dice: « Ricordati di ciò che ha sofferto mio Figlio ».
Il 2 agosto 1906, nel Diario è riportato questo detto di Gesù: « Si faccia divotamente l'Adorazione come nel Venerdì Santo, e molte grazie e favori concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi ».
Il 22 novembre 1908 la Madonna afferma: « Leopoldo, la tua missione è quella di far penetrare la Divozione Adorazione al SS. Crocifisso in tutte le famiglie cristiane, sotto il comando del Santo Padre, il Papa ».
E il 28 novembre 1908: « Un numero immenso, incalcolabile di anime andranno salve per questa divozione, e tu, Leopoldo, ne avrai il merito ».
Il 1° gennaio 1909 Gesù dice a fra Leopoldo: « Scrivi, figlio mio: quando ti domando se tu mi vuoi bene, non intendo rivolgermi soltanto e direttamente a te, ma intendo di farmi amare con la Divozione al SS. Crocifisso la quale si estenda, con il permesso e sostegno del mio Vicario, per tutto il mondo ».
E il 29 gennaio 1909: « In verità, saranno bene dette quelle case dove regna questa Divozione: abbiano fede ».
La preghiera è stata approvata e indulgenziata da Sua Santità Benedetto XV nel 1915.
V. M.
Adorazione al SS. Sacramento dopo la Comunione
Tu, o Signore, sei qui nascosto alla tua presenza io mi accosto.
Voglio chiamarti, voglio amarti, o mio Dio, non discostarti.
Amato Gesù, dolce contento, il mio amore è il Sacramento.
Non voglio lasciarti ma voglio amarti, di grazia, Gesù, non discostarti.
Tanto è l'amore ch'io ti porto, piuttosto di venir meno, fa ch'io sia morto.
Per me ti voglio, è inutile il dire piuttosto non amarti fammi morire.
Sia firmato nel firmamento l'amore a Dio, ogni momento,
sia concesso e molto maggiore a quelle anime che vivon d'amore …
Dolce amor, dolce sorriso, per la tua bontà dammi il paradiso.
Adorazione al SS. Crocifisso
L'amor di Dio è sì potente
da cancellar dolor perfin dalla mente,
vera Misericordia, bontà un abisso
si trova nel cuor di Gesù Crocifisso.
Chi ottenesse grazie e favori attribuiti all'intercessione del servo di Dio fra Leopoldo è pregato di farne relazione scritta.
Le offerte per la causa di beatificazione possono essere versate sul c/c postale 15840101 Unione Catechisti C.so B. Brin, 26 - 10149 Torino tel. 011/290663 ( ore serali 011/213164 )