L'Unione Istituto Secolare |
B267-A4
L'Unione venne approvata come Istituto Secolare nel 1948 a norma della Costituzione Apostolica "Provida Mater Ecclesia".
Nel 1949 il Cardinale Arcivescovo di Torino Mons. Maurilio Fossati approvava le prime "Regole e Costituzioni".
Una procedura assai rapida che vede particolarmente impegnati Fratel Teodoreto e il dr. Carlo Tessitore, Presidente pro tempore dell'Unione.
Fr. Teodoreto nel 1930 con un gruppo di giovani aspiranti sotto la direzione di Fratelli e Catechisti |
Non mancò il contributo di Fratel Emiliano, Direttore della Rivista Lasalliana, del Cancelliere della Curia e di qualche Catechista interpellato.
Per l'approvazione fu prezioso l'appoggio del Fratel Alcime, Procuratore Generale presso la Santa Sede.
Scopo dell'Unione "la santificazione nel mondo dei propri membri e l'apostolato catechistico e sociale" ( art. 1 ).
Elementi fondamentali per l'identità e la missione dell'Istituto e dei suoi membri è che "ciascuno di essi deve, con la parola e con l'esempio, predicare Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso, sforzandosi di permeare di spirito cristiano la società in cui vive" ( art. 2 ).
"Vi associano il nome di Maria SS. Immacolata in segno della loro filiale devozione alla SS. Vergine e perché credono che non senza una particolare protezione della SS. Vergine Immacolata, il loro Istituto si sia stabilito" ( art. 2 ).
Fr. Teosodreto con i Catechisti in un soggiorno a Valprato nel 1936 |
I membri dell'Unione si definiscono "catechisti" poiché debbono "professare con la parola e con l'esempio la dottrina del catechismo cattolico mostrandola viva, operante, adeguata ad ogni stato, condizione o ambiente sociale" ( art. 3 ).
Le prime "Regole e Costituzioni" dell'Unione stabiliscono come spirito proprio dell'Istituto lo spirito di fede e di santo zelo, lo spirito di umiltà e di riparazione.
"I Catechisti debbono avere il culto della verità" ( art. 13 ) e trovare nella loro consacrazione "un nuovo argomento per adempiere i doveri familiari e per essere cittadini coscienti, retti ed attivi" ( art. 1 4 ).
Essi debbono sforzarsi "di acquisire la massima competenza nella loro civile professione, di adempierne perfettamente e fedelmente i doveri, in modo da non trascurare nulla di quello che riconoscono essere la volontà di Dio" ( art. 15 ).
Lo zelo dei Catechisti ha per oggetto "più specialmente quelle opere che maggiormente consentono la ordinata diffusione e difesa della verità e la cristiana educazione della gioventù" ( art. 81 ).
La derivazione lasalliana dell'Unione ne risulta evidentemente.
Del resto non poteva essere altrimenti, trattandosi di un'opera concepita anche, se non solo, come sviluppo dell'apostolato educativo delle Scuole Cristiane.
Opera che naturalmente comporta una comunione spirituale con i Fratelli e l'aiuto vicendevole, sia pure nell'esercizio delle rispettive autonomie.
Il 9 marzo 1949, una intera Circolare venne dedicata all'Unione dal Superiore Generale Fratel Athanase Emile, auspicandone lo sviluppo presso le Case dell'Istituto.
A seguito della Circolare del Fratel Athanase Emile si ebbe un primo sviluppo dell'Unione come Istituto Secolare presso numerose Case dei Fratelli.
Ciò avvenne come fu possibile allora. Sull'Unione pesò sempre il mancato sviluppo in Italia, nel Distretto stesso del Fratello Teodoreto.
La qualifica di Istituto Secolare non mancava di causare difficoltà all'interno dell'Unione e nei rapporti con i Fratelli.
Il Fratello Teodoreto ritenne infatti che membri a pari titolo dell'Unione devono essere ritenuti sia i membri che si consacrano con i voti, sia quelli che ritengono di essere chiamati al matrimonio, cioè i Catechisti Associati.
Mentre le leggi della Chiesa consideravano gli Associati come membri soltanto in senso lato.
Nell'ambiente lasalliano venne sollevato il problema dell'autonomia dell'Unione, diventata ormai un "Istituto di perfezione".
Eravamo ancora lontani da un corso di pensieri che consideri come un fatto positivo il costituirsi di aggregazioni sempre più ampie, di forme di vita mature suscitate da Dio da uno stesso ceppo, da una comune tradizione, intese a operare nell'ottica di un maggior bene comune e di un migliore e più adeguato servizio alle comunità ecclesiali e alla società.
La specificazione "catechistica" dell'Unione richiedeva il superamento di certe schematizzazioni relative all'apostolato catechistico presenti nei Paesi più secolarizzati.
La riduzione della catechesi alla sola preparazione ai Sacramenti non favoriva la comprensione del rapporto tra consacrazione secolare e catechesi.
Punto di riferimento essenziale per la comprensione dell'ideale di vita del Catechista consacrato.
"Il Catechista - così scriveva Fr. Teodoreto - non è soltanto tale quando in una parrocchia o in una scuola spiega il catechismo, ma è ancora catechista quando invita alla Comunione pasquale il collega d'ufficio, quando, di fronte alla sfacciata affermazione del male, sa disapprovarlo e tenere un contegno atto a dimostrare che la virtù non è un mito, ma è realtà fattiva, fonte di grandezza e di letizia nel mondo".
Esercizi spirituali dell'Unione nel santuario di S. Ignazio nel dopoguerra |
"Egli è Catechista per strada, in chiesa, in famiglia, al ristorante, nell'aula di università, nella caserma".
"Sempre e dovunque egli deve essere apostolo".
"E chi può misurare la sublimità della missione affidata a noi Fratelli delle Scuole Cristiane da Gesù Crocifisso stesso, di essere cioè formatori di simili apostoli, che dovunque si troveranno, faranno brillare la stella del nostro Istituto".
Si fecero ancor più rilevanti le difficoltà di accettare l'Adorazione a Gesù Crocifisso.
Veniva lamentato il formarsi di una mentalità che potremmo dire "devozionistica".
Non si vedeva come l'Adorazione potesse condurre a riconsiderare in profondità il mistero pasquale di Cristo per meglio aiutare la vita cristiana come partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo.
I Catechisti nell'intento di scoprire sempre più e sempre meglio il significato e l'importanza della "Adorazione a Gesù Crocifisso" trasmessa e raccomandata dal Fratello Teodoreto, ritennero di dover riaffermare l'accettazione e diffusione della pia pratica come fatto storicamente decisivo per la nascita stessa dell'Unione e delle opere che ne conseguirono.
Così l'Unione sembrò ridotta ad un fatto devozionale, bloccata nel suo rinnovamento ed adeguamento rispetto alle istanze emergenti della Chiesa e della società secondo gli insegnamenti del Concilio Vaticano II.
Peraltro, come esprimere l'identità, l'esperienza di consacrati secolari, di catechisti nel mondo, di fermento all'interno della società nella realtà secolare, della testimonianza che si vuole ovunque resa a Cristo, il Crocifisso Risorto, il cuore del mondo, re e salvatore universale, per mezzo dei linguaggi e delle culture comuni?
Come procedere con le definizioni mentre urgevano i problemi, i bisogni delle opere?
Allievi della Casa di Carità in pellegrinaggio a Loudes nell'aprile 1993 |
Come sostenere l'autonomia dell'Unione come istituto e nello stesso tempo essere fedeli al pensiero di Fratel Teodoreto circa i rapporti con i Fratelli e i fondamentali riferimenti a San Giov. Batt. de La Salle indicato dal Fratel Teodoreto come maestro dei membri dell'Unione?
Come ottenere consensi e aiuti da parte dell'Istituto, dato il piccolo numero dei Catechisti?
Come esprimere la continuità, la comunione nella diversità?
Su quali basi fondare la collaborazione?
La riflessione sulla "Famiglia lasalliana" e sulla "Missione condivisa" stava appena cominciando.
Occorreva annunciare e testimoniare, in forme sempre nuove, e per rapporto a realtà in continuo cambiamento, ciò che è perenne e che nella sua essenziale immutabilità da' fondamento a ogni cambiamento anche radicale come conversione, come rinnovamento, come ricreazione.
Occorreva valorizzare ogni linguaggio, per manifestare in tutti i modi e le forme possibili la parola di Dio.
Ciò richiedeva sempre più ai membri dell'Unione di condividere le condizioni di vita della maggioranza degli uomini, sperimentandone dall'interno i problemi, le difficoltà, le speranze, partecipando anch'essi ai compiti familiari e professionali, economici, sociali e culturali.
Occorreva aiutare il prossimo per comportamenti validi e soluzioni possibili rendendo sempre testimonianza al Crocifisso Risorto, irradiandone ovunque la luce e l'amore, cosicché ogni cosa fosse ordinata a Dio nella sua autenticità e autonomia.
Si avvertiva che i membri dell'Unione erano chiamati ad essere catechisti della vita, educatori della fede per il suo sviluppo nella vita e come vita.
L'impegno assorbente nelle opere e nell'apostolato di ambiente, la stessa vita dei Catechisti legati al proprio posto di lavoro, la difficoltà di amalgamare stili di vita e diversità di esperienze, le difficoltà nei rapporti con i Fratelli Assessori di Sede, il travaglio che colpì quasi tutte le Famiglie religiose, la crisi giovanile fortemente influenzata da suggestioni rivoluzionarie e di contestazione, ed altro ancora, costituirono le condizioni per cui quasi tutte le nuove sedi dell'Unione vennero meno, non senza tuttavia qualche risultato sul terreno vocazionale.