Crociata della sofferenza |
B268-A10
Riflessioni del ven. fr. Teodoreto
Sorelle e fratelli,
le nostre riflessioni sono ancora alimentate dagli scritti del ven. fr. Teodoreto, per assimilare gli insegnamenti e per meglio comprenderne lo spirito, che è a base dell'Unione Catechisti da lui fondata.
La meditazione che segue è rivolta ai catechisti congregati, ma essa è valida per tutti i membri del movimento adoratori di Gesù Crocifisso, anzi per ogni cristiano, poiché i pensieri esposti sono direttamente ricavati dall'intimità con Gesù e dalla lettura del Vangelo.
Colpisce in queste pagine la struttura del discorso, impostato come un colloquio di Gesù con il fedele, il che ci richiama l'atmosfera dell'Imitazione di Cristo.
Questo scritto è ricavato dalla circolare interna dell'Unione Catechisti intitolata « Cum Christo quocumque ierit » ( n. 1-2-3 dei 1936 ).
Consapevole della sua origine, il Catechista Congregato desidera egli pure i patimenti, le croci e la morte al mondo, alla carne, al peccato, per vivere nascosto con Gesù Cristo in Dio.
Desidera essere un altro Gesù Cristo, e poter dire con S. Paolo: « Non sono più io che vivo, ma è Gesù Cristo che vive in me ».
Il Catechista Congregato seguirà Gesù che è via, verità e vita, non solo nella gioia e nelle prosperità, ma anche nei dolori e nelle avversità, se avrà cura di trasportarsi ogni giorno, con la meditazione, sopra il Calvario ove udirà Gesù che gli parlerà efficacemente al cuore con espressioni di questo genere: « Ricordati, o figlio, che tutti i miei seguaci hanno crocifisso la loro carne e le loro passioni.
Sappi che non c'è via di mezzo: o essere con Me, o contro di Me.
Vedi, in quale abbandono mi trovo! Molti ridono della mia Croce come di una stoltezza.
Altri, peggiori ancora, la sprezzano, la calpestano.
E i miei figli che cosa fanno? Quei figli nutriti alla mia mensa, animati con la mia vita, istruiti alla mia scuola, invece di consolarmi e difendermi seguono, in pratica, il mondo, fuggendo la mia povertà, cercando le soddisfazioni dei sensi e allontanando le umiliazioni della mia Croce.
Ho molti amici della mia mensa, ma pochi della mia Croce.
Ho pregato per i miei crocifissori, mi sono umiliato tanto da sembrare verme piuttosto che uomo; e vedo attorno a me molti superbi, gonfi dei propri talenti, che disprezzano gli altri e si vendicano inesorabilmente di piccoli torti o di umiliazioni ricevute.
Si dicono miei discepoli, ma non lo sono perché fuggono ogni sofferenza, si lamentano per ogni minimo dolore, aborriscono le penitenze e gli strumenti di penitenza, vogliono conciliare le pratiche di pietà con una immortificazione dissimulata e quasi raffinata.
Mi vedono inchiodato sulla Croce, incoronato di spine e abbeverato di aceto, ed essi cercano le comodità e assecondano la golosità.
« Se offro loro qualche Croce, invece di considerarla come un dono, la trascinano con impazienza o la portano con lagnanze e mormorazioni volontarie, senza comprendere il favore che faccio loro aiutandoli a pagare, con una pena minima e meritoria, gli enormi loro debiti contratti con la divina giustizia.
Vorrebbero la gloria del Cielo, senza bere il calice dei patimenti; ma non sanno quel lo che domandano.
Come fu necessario per me, così lo è per loro: " oportet " ( occorre ) che entrino nel Regno dei Cieli per mezzo di molte tribolazioni e di molte Croci.
Si gloriano di essere figli adottivi di Dio e non comprendono che l'Eterno Padre deve trattare quelli che ama come trattò il Figlio Unigenito.
Del resto il mistero e l'amore della Croce non si impara alla scuola dei filosofi, ne per mezzo dei sensi o della ragione, ma ritornando ogni giorno, con l'orazione, ai miei piedi e praticando ciò che lo insegno.
Qui si impara la scienza che trasforma, con la pazienza, i dolori più acuti in delizie; la povertà più squallida nella ricchezza più ambita; le umiliazioni più profonde nella gloria più sublime.
Ricordati che sei Catechista del SS. Crocifisso e perciò devi venire ogni giorno alla mia scuola ove ti spiegherò il gran mistero della Croce, sconosciuto alla maggior parte degli uomini, e dove conoscerai che il vero sapiente è quello che sa portar meglio la sua Croce.
Tu sei destinato ad essere tempio dello Spirito Santo e pietra viva della celeste Gerusalemme, ma non arriverai a tale gloria se non ti lasci lavorare dal martello e dallo scalpello della sofferenza.
Devi, come l'oro, essere raffinato, o almeno, come il ferro, perdere la ruggine nel fuoco del dolore.
Sei il buon grano del Padre Celeste, ma non puoi entrare nel suo granaio senza essere purificato dal crivello della tribolazione.
Nessuno, su questa terra, può sottrarsi al dolore; o si soffre da santi, come ho sofferto lo, o si soffre da penitenti, come sofferse il buon Ladrone, oppure si soffre senza merito e assai più, perché privi del conforto della mia grazia e sotto il tormento del nemico infernale ».
« Se tu porterai bene la tua Croce, essa diventerà quel giogo soave che lo stesso porterò con te e, in questo mare burrascoso della vita, si cambierà in nave che ti condurrà al porto della salute, ovvero si trasformerà in due potenti ali che solleveranno l'anima tua in Cielo.
La Croce è quel legno che fa divampare il sacro fuoco del più puro amore di Dio espande quella luce soprannaturale che mette in fuga le tenebre dello spirito.
Le anime che ricusano la Croce non faranno mai nulla di bene, esse sono come terre incolte che producono solamente erbacce e spine; ovvero come acque stagnanti che diventano inutili e dannose.
La Croce portata volentieri da forza per vincere tutti i nemici e fa gustare gioie superiori a tutte le altre.
Il tuo paradiso terrestre starà nel portare la Croce per amor mio, perché in grazia di essa verrà sopra di te quanto vi è di più grande sulla terra e nel Cielo.
Ogni volta che i mondani, con i loro disprezzi e con le loro persecuzioni ti procurano qualche Croce, ti regalano, senza volerlo, dei veri gioielli, ti innalzano su di un trono e ti incoronano di meriti.
Per i patimenti e la Croce lo ebbi un Nome superiore a ogni altro nome, innanzi al quale si piegano il Cielo, la terra e gli abissi.
L'amore ai patimenti è un dono superiore a quello dei miracoli e la gloria di chi sa ben patire è talmente grande che gli Angeli e Dio stesso la contemplano come il più bello degli spettacoli. »
Col cuore e la mente piena di questi sublimi insegnamenti di Gesù, il Catechista approfitterà del colloquio spirituale e delle conversazioni intime per stimolare se stesso e i suoi Confratelli col dire: Facciamoci coraggio e portiamo la nostra Croce per amore di Gesù!
Una breve tribolazione ci apporterà un'eternità di gloria!
Soffriamo volentieri perché soltanto quelli che si fanno violenza rapiscono il Regno de' Cieli.
Chi vuoi seguire Gesù deve rinnegare se stesso, prendere la propria Croce e portarla con Lui.
In Cielo saranno coronati solamente quelli che avranno perseverato fino alla fine a portare la Croce e a combattere secondo le regole del S. Vangelo.
Se soffriremo con Gesù Cristo, regneremo con Lui.
Così, con le meditazioni giornaliere e con i santi colloqui settimanali, il Catechista Congregato verrà ad avere una volontà docile alla grazia dello Spirito Santo che lo trasformerà in un vero eroe di Gesù Cristo e gli darà la fortezza necessaria per affrontare e vincere i giudizi e le contrarietà di amici, di conoscenti, di parenti che vorrebbero distoglierlo dalla via intrapresa.
Lo porterà, anzi, a calpestare il mondo, l'inferno, le proprie passioni, la propria volontà, e a fare tutti i sacrifici richiesti per salire il Calvario e mori re in Croce con Gesù.
Ven. Fr. Teodoreto
Il Signore Gesù Crocifisso, per intercessione di Maria Immacolata, accolga le nostre sofferenze perché i cristiani recepiscano gli insegnamenti del Convegno Ecclesiale di Palermo, per realizzare il Vangelo della carità per una nuova società in Italia.
Il carattere universale di tale proposta è valido anche per i Paesi esteri in cui perviene questo bollettino.
Eleviamo le nostre preghiere ed offriamo le nostre sofferenze:
- perché Dio conceda i lumi necessari affinché l'Unione Catechisti, nelle sue sedi, si sviluppi secondo il disegno divino;
- per le necessità della Casa di Carità Arti e Mestieri;
- per le vocazioni sacerdotali, religiose e catechistiche;
- per le intenzioni degli iscritti della Crociata della sofferenza e in particolare di: B. A. ( Mantova ) per la sua famiglia; C. R. ( Andora ) per sé e per i suoi cari vivi e defunti; C. F. ( Vibo Valentia ) per sue intenzioni; C. E. ( Mantova ); C. G. ( Torino ); C. C. ( Torino ) per la salute dei figli; C. S. ( Genova ) secondo le sue intenzioni; L. E. C. ( Piovene ) preghiere secondo le sue intenzioni; B. A. ( Mantova ) preghiere per la sua famiglia; M. C. ( Borgo D'Ale ) per il lavoro; C. G. ( Torino ) per le sue necessità; Q. G. ( Torino ) per sua intenzione; V. M. ( Torino ) per i familiari con riconoscenza per le grazie ottenute per l'intercessione del ven. fr. Teodoreto; M. C. ( Torino ) per la figlia ammalata.
Ricordiamo i defunti dell'Unione Catechisti, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, della Casa di Carità e i benefattori, con specifica menzione per:
- Unione Catechisti - dr. Carlo Tessitore ( già presidente dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità ), Luciano Massia ( animatore della Messa del Povero ), Alfredo Orlandi ( catechista associato ). Teresa Doglio ved. Ollino ( del Gruppo Famiglia ),
- Fratelli Scuole Cristiane - fr. Josè Pablo Basterrechea ( già Superiore generale dei Fratelli ), fr. Alfredo ( Lorenzo Aimone ), fr. Amedeo ( Bartolomeo Cavaglià ), fr. Anselmo ( Annibale Balocco ), fr. Arrigo ( Alessandro Golzio ), fr. Giovannino ( Carlo Verri ), fr. Augusto ( Arrigo Ambroggi ), fr. Innocenze ( Pio Pavese ), fr. Regolo ( Giovanni Sarasso ), fr. Teobaldo Roncacela,
- Casa di Carità - Angiolina Lena Citelli ( mamma del dr. Salvatore Citelli, presidente del Collegio dei Revisori ), Maria Rocchetto Caruso ( mamma della dr. Maria Caruso Dipinto, consigliere d'amministrazione ), Caterina Moro ved. Valerio ( mamma di don Giovanni Valerio, parroco di Ovada, già presidente del Centro professionale Oratorio Votivo ), Cristian lacopucci ( allievo ), Ciancarlo Pasini ( ex allievo ), Yvonne Taralli ( figlia di Giovanni insegnante ), Michelina Colantuoni ( mamma di Luigi Giarnetti insegnante ), Maddalena Cavaliere ved. Ronzio ( mamma di Giovanni Ronzio insegnante ), Maddalena Vivenza ( mamma di Roberto Diotto insegnante ), Clara Conno ( mamma di Aldo Saracco insegnante ), Cleto Serafini ( papa di Flavio Serafini insegnante ).
Preghiamo in modo speciale secondo le intenzioni degli iscritti alla Crociata della sofferenza e in particolare di: D'E. T. ( Castel Madama ) in suffragio dei parenti; A. V. ( Marina di Carrara ) in suffragio di Enrico Parenzo e Maria Cleofe; P. S. V. ( Torino ) per i suoi cari defunti; C. C. ( Torino ) in suffragio del marito Pietro; B. M. A. ( Mantova ) in suffragio di Vittorio e Erminia Mencini; L. V. ( Ad Bonaccorsi ) in suffragio di Tommaso Leone; C. M. ( Catania ) in suffragio dei suoi cari; G. R. ( Andora ) per i suoi cari defunti; V. M. ( Torino ) in suffragio del papa Vincenzo e degli zii Agostino e Antonio; V. T. ( Noie ) per i familia ri defunti; un suffragio per il geom. Cesare Grabbi ( Torino ) della Messa del Povero.